Da Lemuria al Mediterraneo: Oracoli, rituali. misteri e divinità
By Michela Chiarelli and Titti Bellini
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To Manteion
Dall’Alfa all’Omega e oltre
ogni lettera ha la sua voce che avverte e rassicura, che esorta o paralizza.
Il futuro giace nel consultante, nel presente costruito dal suo personale passato di decisioni e percezioni:
l’interno fuoriesce e l’esterno penetra con un’osmosi senza fine,
illimitata come la semiosi.
Gli antichi segni esigono silenzio e rispetto:
solo allora udiremo la loro voce vibrante e terribile.
“ ..Tutto riconduce a una storia antica nella quale esisteva armonia fra gli esseri umani e il ritmo delle stagioni, nella quale venivano rispettati e celebrati i ritmi naturali, il corpo e lo spirito.
… un libro attraverso il quale è possibile oltrepassare una porta ed è sulla soglia che ci attende Michela, è qui che è necessario lasciare fuori tutto il nostro bagaglio di credenze e convinzioni, le dense interpretazioni che abbiamo del mondo e di noi stessi per addentrarci insieme a lei nei grandi misteri e nell’antica arte della divinazione.
La prima parte del testo affronta la meraviglia dei miti legati alle antiche sacerdotesse, per poi arrivare nella seconda parte alla preparazione dello strumento divinatorio e all’antico oracolo alfabetico composto da ventiquattro lettere…”
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Da Lemuria al Mediterraneo - Michela Chiarelli
PRESENTAZIONE
Benvenuto lettore in questo nuovo viaggio nel quale Michela Chiarelli ci conduce alle soglie di Delfi la località più magica della Grecia, in uno dei santuari più celebri e venerati: il santuario di Delfi, considerato in epoca classica il tempio di Apollo dio del sole, della musica e delle arti.
Tutto è iniziato un giorno di febbraio mentre il cielo invernale timidamente lasciava spazio ai primi sussurri della primavera. Michela mi ha chiesto di fare alcune piccole ricerche sui miti dell’antica Grecia e così mi sono ritrovata con interesse a trascorrere ore in biblioteca immersa nella lettura.
Mentre mi immergevo nelle letture, sapevo che quello che Michela mi aveva chiesto di fare serviva più a me che a lei, perché in cuor suo lei ‘sapeva già’.
Non me lo aveva detto esplicitamente, ma ne intuivo il senso: la riscoperta delle grandi Dee Madri del passato, conosciute con molti nomi e la riscoperta di una tradizione mitica antecedente i miti olimpici dell’età classica. La visione ampia di Michela è il vero filo conduttore di questo libro.
Antica Magia del Mondo Mediterraneo di Michela Chiarelli e Tiziana Ghiggia, Il dizionario di mitologia greca e latina di Anna Ferrari, I misteri di Eleusi di Edoardo Tinto, Le Dee perdute dell’antica Grecia di Charlene Spretnak, La Dea bianca di Robert Graves, sono alcuni dei testi che ricompongono i ritratti delle Dee sulla base di frammenti sparsi.
Tutto riconduce a una storia antica nella quale esisteva armonia fra gli esseri umani e il ritmo delle stagioni, nella quale venivano rispettati e celebrati i ritmi naturali , il corpo e lo spirito.
Delfi era considerato dagli antichi greci come il centro del mondo, qui si celebravano miti e tradizioni legate al culto di Apollo, ma se procediamo a ritroso nel tempo, in un passato storico più remoto, possiamo scoprire attraverso elementi provenienti da fonti diverse che il santuario di Delfi, in epoca pre-ellenica, fu sede di quello che viene genericamente definito il culto della Dea Madre.
All’interno del tempio era venerato il celebre òmphalos, considerato simbolicamente il centro della terra ed era custodito l’oracolo che veniva interpretato intuitivamente da una e più sacerdotesse.
Da ogni parte giungevano persone che chiedevano all’oracolo di predire il futuro.
Che cos’è questo libro e cosa racchiude? E’ un libro attraverso il quale è possibile oltrepassare una porta d’ingresso ed è sulla soglia che ci attende Michela, è qui sulla soglia che è necessario lasciare fuori tutto il nostro bagaglio di credenze e convinzioni, le dense interpretazioni che abbiamo del mondo e di noi stessi per addentrarci insieme a lei nei grandi misteri e nell’antica arte della divinazione.
Il dialogo che si svolge tra Michela Chiarelli e Tiziana Ghiggia (Titti Bellini) ci svela come il racconto mitologico abbia tramandato la sovrapposizione del culto apollineo su uno più antico, comprovato dai reperti archeologici ritrovati presso il santuario di Delfi. Tali evidenze archeologiche hanno dimostrato che nella sua origine remota, Delfi fu sede del culto di una divinità femminile.
Attingendo da fonti diverse e sulla base di elementi sparsi si vengono a delineare le tracce che ci conducono alla mitologia pre-ellenica.
L’antica Dea, messa in ombra nel corso dei secoli, ricompare attraverso diverse figure femminili delle antiche Dee e delle sacerdotesse che celebravano nei luoghi sacri.
L’antica Dea appare in diversi momenti e attraverso diverse figure sotto forma di triplice Dea, fino a quando il dio Apollo subentra sulla scena, recidendo ogni legame con la divinità femminile. Si vennero così a creare separazioni .
Procedendo a ritroso nel tempo possiamo scoprire che, prima del Dio Apollo, la fonte ispiratrice era una divinità femminile: Hera, sposa di Zeus, signora dell'Olimpo e rappresentazione in epoca classica della Grande Madre per noi la Titanide più antica.
Un altro indizio lo possiamo ritrovare nell’Eneide, nel quale è a Enea che la Sibilla che rivela di essere non solo una profetessa e sacerdotessa di Apollo, ma anche una sacerdotessa di Ecate, capace di scendere a volontà nel mondo infero, maga esperta di magia naturale.
A Enea la Sibilla rivela che per scendere agli inferi deve procurarsi un'erba magica, il famoso ramo d'oro. Chi scende agli Inferi deve portarlo in dono a Proserpina la regina del mondo sotterraneo.
Figure di divinità femminili liminari si ripresentano e ritornano, come a voler ristabilire un filo conduttore che ci permette d’ intravedere le corrispondenze che le legano le une alle altre e che le riconducono al loro luogo di appartenenza.
Si tratta di una forma di risveglio, di reminescenza
Preveggenza, veggenza e divinazione, formule magiche, oracoli… dalla figura della Pizia alla figura della Sibilla, dal santuario di Apollo a Delfi fino ad arrivare alle querce e i faggi del santuario di Dodona dedicato a Zeus e alla Dea Madre.
In epoca classica le sacerdotesse dedite al culto di Apollo che avevano il dono di interpretare gli oracoli del dio, erano chiamate Sibille le leggende narrano dell’esistenza di dieci sibille tra le quali compare la Pizia delfica.
Con questo nome era indicata la sacerdotessa che aveva il ruolo di profetessa dell’oracolo. Le sue profezie venivano pronunciate mentre lei stava seduta su una pietra circolare posta su un tripode. Il tutto era preceduto da rituali segreti e trasmessi nel percorso Misterico.
Se è vero che l’aggettivo mitico è diventato nel tempo sinonimo di fantastico e immaginario è altrettanto vero che la fantasia c’entra ben poco con l’origine dei miti greci.
Conosci te stesso
scritto sul frontone del tempio di Apollo da uno dei sette savi, assume da questa prospettiva, un significato più profondo di quello che può essergli attribuito.
La pietra òmphalos che si trovava nel tempio di Apollo diventa non solo il centro del mondo, ma anche il centro della nostra interiorità. La vera conoscenza non assume, secondo questo percorso, la via della ragione ma la via dello spirito che conduce alla autentica saggezza.
E così anche l’oracolo dell’alfabeto ellenico assume la funzione di guida verso l’auto conoscenza, in direzione di quella che gli antichi greci chiamavano l’Aletheia ovvero la non – dimenticanza; parola greca tradotta con diverse terminologie: dischiudimento
, svelamento
, rivelazione
o verità
.
Il viaggio nel quale Michela ci accompagna attraverso le pagine di questo libro, diventa un percorso che dalla antica Grecia ci conduce nel viaggio dentro noi stessi, in ascolto della nostra essenza.
Ma perché un libro che tratta di filosofia, mitologia e magia? Perché filosofia, mitologia e magia sono pratiche indispensabili per risolvere grandi e piccoli problemi quotidiani. L’antico insegnamento esoterico degli antichi filosofi (conosciuto come i misteri) era riservato a pochi ed era tenuto segreto, non si rivolgeva solo alla ragione, ma anche e specialmente allo spirito.
Attraverso corrispondenze e analogie possiamo individuare i collegamenti che uniscono saperi paralleli.
Ripercorriamo insieme a Michela Chiarelli e a Titti Bellini la meraviglia dei miti legati alle antiche sacerdotesse, per poi arrivare nella seconda parte alla preparazione dello strumento divinatorio e all’antico oracolo alfabetico composto da ventiquattro lettere.
Osservare con rispetto lo stato d’animo che si prova prima ancora di accostarsi allo strumento divinatorio e osservare prima di interpretare, diventa fondamentale.
Per questo motivo, Michela mi ha chiesto di scrivere che cosa provavo nel tracciare ogni singola lettera. Che cosa sentiamo mentre tracciamo ognuna di queste lettere?
In questa semplice richiesta vi è la chiave per addentrarci non solo nel nostro animo ma anche in quello di questo antichissimo oracolo.
I segni ci parlano. Ecco allora perché una parte nel libro è dedicata alla preparazione dello strumento divinatorio attraverso i simboli del mare, simbolo dell’inconscio stesso e simbolo dell’origine della vita sulla Terra. Si ritorna infine, dopo aver viaggiato nel tempo, a quel punto di partenza dentro noi stessi, si ritorna a quella frase " Conosci te stesso", non attraverso la ragione, ma attraverso un sentire, attraverso l’ascolto di noi stessi. Questo libro è un viaggio in quel mondo antico della Grecia nel quale risiedono le nostre origini ed è anche un percorso che aiuta a ricordare e a ritrovare le nostre emozioni latenti.
C’è molto di più in quello che Michela ci indica, in quello che non viene detto esplicitamente, c’è molto di più di quanto non si scorge a prima vista.
Tutte le cose sono separate e frammentarie fino a quando non riusciamo a collegarle tra di loro, è tutta una questione di segni. La visione diventa così l’arte di vedere le cose invisibili. Per vedere e sentire bisogna approcciarsi con una nuova disposizione interiore verso un metodo divinatorio e un mondo antico che aspetta solo di essere riscoperto.
Cristina Carrara
LA VIA DELL’ORACOLO
Perché all’umanità serve riscoprire gli antichi Oracoli?
Perché il nodo cruciale dei bisogni umani racchiude la costrizione del destino, l'oscuro intreccio di segreti, l'impotenza dell'uomo di fronte al futuro.
Celebrando l’imperitura presenza del Divino non posso sottrarmi dalla scelta con la quale la mia anima venne creata, e dinanzi al fuoco gentile scorre in me il sangue e con sé porta l’eco lontano di quell’antica essenza.
Se lo osserviamo con un po' di attenzione vediamo luccicare gli anelli del serpente.
Ancora una volta il serpente, immagine del potere ctonio di Gea, viene vinto. Lo possiamo scorgere nel python dei Greci, nei draghi e nei dragoni, nel serpente di Midggard del mondo germanico.
Scopriremo gli antichi riti Oracolari Greci, scopriremo la fede nell’origine divina delle lingue di Delfi.
Conosceremo l'arcano potere del Suono delle 24 lettere greche, risveglieremo il loro valore metafisico.
In tempi di prosperità in Atene, Salonicco e Peloponneso, esse erano considerate divine.
Le profetesse Greche erano in grado di trovare diverse versioni dell’utilizzo delle lettere del loro alfabeto per trovare le risposte alle domande.
Sì, il fuoco non perdona l’errore, il fuoco travolge e le fiamme rivelano le voci del Divino.
Invoco il Sacro Tripode Delfico lì, sulle rive dello Stige dove le mie Madri chiamarono a vita dal raggio di Apollo la mia essenza.
Le antiche madri, le Moire…
Le Moire greche erano la personificazione del destino.
Figlie di Giove e Temi o secondo Esiodo della Notte, erano tre:
Cloto, la filatrice
Lachesi, la distributrice che assegnava all’uomo il Fato
Atropo, l’inflessibile, colei che recide il filo.
Per gli antichi era il destino che governava la vita e che alla nascita stabiliva le vicende che l’avrebbero caratterizzato per ogni essere e il momento della sua morte
(fonte storia mito.it )
Sì, dalla profondità nasce, dalle profondità della terra come il seme che anela giungere al sole, gli spiriti dall’inverno desiderano e bramano nuova vita nella primavera e il suono di quegli antichi sospiri mostrano la terra in inverno.
Era quieta e placata come lo è la testa dell’uomo quando ha risolto un enigma.
Ma quando a marzo le piante succhiano dalla terra le sostanze minerali per crescere, allora si diffonde nella natura una vitalità interiore, quasi un’ inquietudine. Sotto terra serpeggia la brama di vivere così il vaticinio irrompe e desidera inondare il mare del mondo col suo segreto.
Origine: https://le-citazioni.it/argomenti/oracolo/
MOIRE Le custodi del destino
Propriamente il nome significa ‘parte, porzione’. Chiamate Parche dai Latini, erano le dee del Fato, figlie della Notte o di Zeus e di Temi. In numero di due ( una della vita, l’altra della morte) erano venerate a Delfi; ma in Esiodo e nella tradizione prevalentemente appaiono in numero di tre.
Talvolta presentate come dee del fato o del destino in senso