NEFERU - La Guerriera del Fayyum
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About this ebook
La storia della splendida Neferu, giovane ragazza rinnegata dal proprio casato, che alla morte della sua famiglia, per mano di uno stregone alla testa di centinaia di scorpioni del deserto, riconquista il proprio onore, dimostrando il suo valore in combattimento.
Accolta dal Reverendo Krajal nella scuola di magia della reggenza di Helyonaptra, è costretta a superare innumerevoli prove, fino a quella finale, che decreterà la sua libertà.
Neferu - La Guerriera del Fayyum è un racconto breve, che ti permetterà di entrare nel mondo della saga che ti farà scoprire una magia nuova, come non l'avevi mai vista prima d'ora.
Conoscerai alcuni personaggi che rivedrai nella saga e li vedrai crescere nella storia, così come la loro esperienza e il loro potere.
Entra in questo fantastico mondo, scoprirai che la magia è attorno a te...
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Book preview
NEFERU - La Guerriera del Fayyum - Lanfranco Pesci
Questo racconto è un’opera di fantasia.
Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non sono da considerarsi reali, hanno il solo scopo di conferire veridicità alla narrazione.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari è del tutto casuale.
Autore: Lanfranco Pesci
www.facebook.com/lanfranco.pesci
IL MASSACRO
Neferu si ritrovò proprio nel salone delle anime, davanti all’obelisco che aveva visto precedentemente.
Non conosceva ancora il motivo, ma era certa che fosse proprio quello il luogo in cui avrebbe dovuto cercare il varco che l’avrebbe fatta uscire da quella trappola mortale.
Ishaq, il gran sacerdote di Sobek, il dio coccodrillo che veniva venerato proprio nelle zone del Fayyum, aveva creato quella realtà artefatta appositamente per lei.
Il suo scopo era quello di far risvegliare in lei gli istinti di sopravvivenza che le avrebbero permesso di sopravvivere in quel mondo, nel quale lei aveva spontaneamente deciso di entrare, un po’ per necessità, un po’ per soddisfare il suo desiderio di vendetta.
Erano passati tre anni da quando quello stregone aveva fatto irruzione nelle terre sotto il controllo di suo padre, seguito da centinaia di scorpioni giganti del deserto.
Fino a quel momento non aveva mai creduto alle leggende che aveva sentito raccontare al mercato del paese o durante le poche feste alle quali aveva avuto il piacere di partecipare con i suoi genitori, le due sorelle e i tre fratelli. Lei era la più piccola, ma ben presto sarebbe diventata la più grande, l’unico membro della sua famiglia a doversi portare dietro un ricordo così angosciante e pesante da sopportare.
Quel giorno, si trovava nella stanza delle ceste con sua sorella Hemsut, quando aveva sentito improvvisamente i soldati a guardia del cancello allertare le altre guardie che suo padre aveva assolutamente voluto assoldare per garantire la sicurezza nei propri possedimenti. Purtroppo non erano state abbastanza.
Da diverse settimane ormai si vociferava che nelle terre circostanti la città magica di Helyonaptra si fosse stanziato uno stregone che aveva assunto il controllo degli scorpioni giganti del deserto, auto generati da alcuni degli oggetti magici leggendari abbandonati in epoche lontane da arcimaghi ormai scomparsi.
Lo stregone aveva cominciato ad attaccare le fattorie e le magioni isolate che si trovavano nei pressi delle oasi che ancora riuscivano a garantire protezione e ristoro ai mercanti che si incamminavano sulle rotte del deserto.
La città magica aveva inviato un’intera compagnia di flagellatori a cavallo per pattugliare le terre, ma fino a quel momento i soldati non erano ancora riusciti a stanare quell’essere e i suoi scorpioni.
Il sole si era da poco levato al di sopra dell’orizzonte ed Helyonaptra era apparsa in tutto il suo splendore al di sotto di quella palla di fuoco che aleggiava nel cielo azzurro e limpido.
La piramide fluttuava al di sopra del deserto, facendo credere ai viandanti che si trovasse soltanto a pochi chilometri. Un miraggio che era costato la vita a troppi mercanti inesperti, accecati dal desiderio di trovare ricchezza tra gli innumerevoli banchi allineati ai bordi delle strade del quartiere vecchio di Zawia Natin, fiorente centro di compravendita e altrettanto fiorente rifugio per furfanti e cialtroni di ogni tipo.
Le due guardie appostate all’ingresso della magione avevano immediatamente notato i movimenti sospetti al di sopra della duna di sabbia distante meno di cinquecento metri.
Ben presto il loro sospetto si era trasformato in realtà. Quelle che fino a quel momento erano sembrate losche figure che curiosavano dalla cresta del rilievo si erano manifestate nella loro reale essenza.
Decine di scorpioni del deserto, molto più grandi e possenti di quelli che fino a quel momento avevano avuto il dispiacere di incontrare nelle loro campagne al soldo dei ricchi proprietari terrieri.
Entrambi si alzarono afferrando il corno di bue che portavano legato sul fianco.
Il suono di quegli strumenti risuonò nella valle.
Neferu alzò lo sguardo verso Hemsut, sembrava proprio il segnale d’allarme.
Chi mai avrebbe osato attaccare la loro magione difesa dai numerosi soldati ingaggiati da suo padre?
Immediatamente si precipitarono fuori dalla sala delle ceste. Videro la loro madre correre verso di loro e delle strane creature scendere dalla duna di sabbia.
«Tornate dentro! Subito!».
Le afferrò dalle vesti e le trascinò con sé violentemente. Quella che sembrava un’inaudita violenza nei loro confronti, in realtà non era altro che l’istinto protettivo di una madre che voleva proteggere il sangue del suo sangue.
Scansò un tappeto di canapa e sollevò la botola che si trovava nell’angolo a nord-est della stanza. Sotto di essa una piccola nicchia scavata nel terreno argilloso. Lì, con un po' di fortuna, le due ragazze sarebbero state al sicuro.
Senza proferire parola le spinse all’interno.
«Restate qui sotto e non dite una parola! Se non torno a prendervi, uscite soltanto quando non sentirete più alcun rumore».
Le due ragazze si rannicchiarono in quella cavità e si abbracciarono terrorizzate. Chiusero gli occhi e si persero nel buio di quel nascondiglio, sotto la botola che si richiudeva spinta dalla loro madre.
I soldati combatterono con onore, ma nulla poterono contro le centinaia di scorpioni che si erano riversati a ridosso della magione.
Shedut era corso immediatamente sulla torre più alta, dalla quale i due arcieri della guardia avevano già cominciato a bersagliare gli scorpioni che avanzavano minacciosi rotolando lungo il pendio della duna.
Aveva impiegato una vita intera per raggiungere la sua posizione privilegiata tra i proprietari terrieri del Fayyum. In quel momento vide tutta la sua fatica passargli davanti agli occhi. Capì immediatamente che non sarebbe mai riuscito a proteggere la propria famiglia, quelle bestie erano troppo numerose. I mercenari non sarebbero mai riusciti a contrastare la loro avanzata.
Vide distintamente i due soldati all’ingresso essere ridotti a brandelli dalle decine di scorpioni che si erano scagliati contro di loro. Gli spessi carapaci ricoperti di chitina erano stati a malapena scalfiti dai colpi di lancia. Con le loro chele li avevano disarmati in pochi secondi ed avevano squarciato le cotte di maglia mediante ripetuti colpi del loro aculeo.
Non credette ai propri occhi.
Le storie che narravano di quelle terribili bestie purtroppo non erano state il frutto della fantasia degli ubriaconi delle taverne. Davvero quegli scorpioni erano capaci di sterminare un intero esercito.
Ben presto la mente di quell’orda apparve sulla cresta della duna: uno stregone con indosso un mantello scuro, soddisfatto di come le sue bestie riuscissero a travolgere qualsiasi cosa trovassero sul loro cammino.
Ben presto tutti i soldati vennero ridotti a brandelli, insieme a Shedut, a sua moglie e al resto della famiglia di Neferu.
Soltanto lei e sua sorella erano sopravvissute al massacro.
Dopo un’intera notte di terrore trascorsa all’interno della nicchia, finalmente era giunto il momento di tornare all’esterno e di scoprire cosa fosse accaduto.
Con le