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Lord Hollywood: Amore e magia a L.A.
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Lord Hollywood: Amore e magia a L.A.
Ebook267 pages3 hours

Lord Hollywood: Amore e magia a L.A.

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About this ebook

Cosa faresti se il desiderio di una notte si trasformasse in realtà e ti risvegliassi nel letto della tua star
preferita?
Laura, mamma ultratrentenne, separata e disperatamente single, si trova catapultata in un mondo visto
solo sulle copertine dei rotocalchi, a parlare una lingua non sua, al fianco del suo divo preferito in una
situazione a dir poco… magica!
Ma è davvero un bene quando i desideri si realizzano?
Nella città degli angeli tra feste scintillanti, paparazzi, perfide attrici e un pizzico di magia, Laura e Alastair
Bolam, attore britannico trapiantato a Los Angeles, dovranno condividere 2 settimane di follia.
LanguageItaliano
Release dateJul 2, 2021
ISBN9791220821025
Lord Hollywood: Amore e magia a L.A.

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    Lord Hollywood - Amber D. Vader

    1

    «Dimmi che ce l’hai, ti prego! Non posso resistere, non ce la faccio più, mi sento soffocare e ho l’impressione che le pareti mi si chiudano intorno» per un momento Laura si mise una mano al collo per sentire il battito accelerato, «aiutami, sono in astinenza!» la voce sempre più supplichevole e ansiosa, le mani giunte in preghiera.

    «Questo ti costerà caro, lo sai vero?»

    «Farò tutto quello che vuoi ma, ti prego, se non me la dai, io non credo di poter resistere ancora per molto.»

    L’altra figura mise le mani in una borsa capiente e ne tirò fuori un oggetto nero e quadrato.

    «Fanne buon uso e non farmi pentire, non vorrei che esagerassi come al solito.»

    Il volto di Laura si illuminò e si aprì in un sorriso smanioso.

    «Non ti unisci a me? Non vieni a casa mia? Mi piacerebbe che fossimo insieme.»

    «Senti Laura, tu e la tua passione per i film di quel babbeo americano! Non mi va di sorbettarmi l’ennesima, sdolcinata commedia romantica. Odio quelle cretinate melense!»

    Laura sospirò, sapeva che l’amica disapprovava la sua fissa del momento, ma che poteva farci? Ormai l’unico svago si concedeva era guardare i film del suo attore preferito, Alastair Bolam, un adone dallo sguardo magnetico e il sorriso abbagliante che alternava ruoli romantici a film d’azione.

    «Guarda che non è americano ma inglese. Il suo nome vero è Alastair Arthur Bolam. Sai, è anche un Lord, credo suo padre sia conte o barone, non so» sospirò sognante.

    «Per me può essere anche un extraterrestre, i suoi film mi fanno schifo, lo sai che a me piacciono gli horror e i film di mafia, quei polpettoni strappalacrime e tutti quegli sciocchi inseguimenti mi fanno venire voglia di mangiare per distrarmi. Non voglio ingrassare e intaccare la mia silhouette per soddisfare i tuoi sogni da adolescente in calore!»

    Laura si arrese, prese la memoria esterna dalle mani della sua amica Frida e le diede un bacio sulla guancia.

    «Se cambi idea, sai dove trovarmi. Grazie per il film, ti voglio bene.»

    La città era bollente, non appena mise il piede fuori da casa dell’amica si ritrovò a boccheggiare, l’aria calda come un forno a convenzione, l’umidità che si stava già impadronendo dei suoi capelli trasformando un discreto liscio effetto sfibrato, in un brutto crespo senza alcun criterio. Forse lasciare la macchina lontana non era stata una grande idea. Sbuffò spazientita dall’afa e arrivata al parcheggio semi vuoto, si rese conto di essere una delle poche superstiti all’esodo estivo. La città infatti era quasi deserta, cosa che da un certo punto di vista aveva dei risvolti positivi: niente traffico, parcheggi sempre liberi e inoltre, mancavano soltanto tre giorni alle ferie. Ben quattro settimane. Nemmeno lei riusciva a credere a tanta grazia. Il suo capo però, si era reso conto che aveva accumulato talmente tanti giorni di vacanza da non poter far altrimenti che costringerla a consumarli. Ingranò la marcia e canticchiando il tormentone estivo del momento, si avviò verso casa. Aveva la fortuna di abitare in quella che lei amava definire " campagna metropolitana", tanta vegetazione e distanza minima dal centro storico. Aperto il cancello automatico, alla fine del piccolo viale costeggiato da tigli, le apparve la sua piccola casa immersa nel verde. Una graziosa costruzione in pietra risalente al diciannovesimo secolo, non molto grande, ma arredata con gusto e perfetta per le sue esigenze. Quando l’aveva comprata con il suo ex marito le era parsa così giusta, così in sintonia con lei, il primo passo verso la realizzazione del proprio angolo di paradiso.

    «Sono a casa!» urlò dall’ingresso.

    «Mamma!!! » L o scalpiccio di piedi segnalò l’arrivo della gioia costante della sua vita, le sue figlie, Ottavia e Anna. Le saltarono addosso, sparando raffiche di parole per cercare di sovrastarsi. La spuntò la più piccola, Anna, chiamata anche Mefista per via della sua vena diabolicamente dispettosa.

    «Perché non mi raccontate cosa avete combinato mentre preparo la cena?» baciò le testoline deliziose e diede congedo alla tata.

    «Cosa cucini mamma?» chiese dolcemente Ottavia, sempre pacata e gentile.

    «Pensavo di preparare le polpette che vi piacciono tanto»

    «Non le voglio!» sbottò Anna.

    «E cosa vorresti?»

    «La crostata al cioccolato» disse incrociando le braccia.

    «Bè quella la potrai avere domattina. Adesso dobbiamo cenare, non fare colazione»

    «Ma…» cercò di protestare la piccola e tenace Anna.

    «Niente ma, ognuno fa la sua parte e siamo tutti più felici. Tu e Ottavia mangerete la cena che la mamma sta preparando e domani, al vostro risveglio, vedrete apparire tante piccole crostatine al cioccolato. Affare fatto? » disse porgendo la mano. Ottavia accettò di buon grado mentre Anna la guardava sospettosa, sicuramente in procinto di escogitare un modo per prolungare la contrattazione, sua grande passione. Laura prevedeva per lei una carriera in politica o in legge. Con quella testardaggine, avrebbe sbaragliato qualsiasi concorrenza.

    «Anna se non mi stringi la mano non possiamo fare il patto e io non farò le crostatine.»

    «Ho detto crostata, non crostatine. Voglio la crostata grande» asserì certa di ottenere l’ultima parola.

    «Ok, vada per la crostata grande. Qua la mano» Anna porse la manina circospetta, socchiudendo gli occhi leggermente a mandorla in uno sguardo furbo e incantatore, sua madre la prese piano e poi la tirò a sé facendole il solletico. La bambina cominciò a ridere fino alle lacrime, mentre nell’abbraccio venne inclusa anche Ottavia che era rimasta un po’ in disparte ad osservare la scena. Trascorsero la serata chiacchierando, le ragazze avevano tante cose da raccontare, per loro la vita era un'avventura quotidiana.

    Quanto le sarebbero mancate! Si maledisse mentalmente per aver acconsentito alla richiesta del suo ex marito. Un mese lontane, veramente un tempo lungo per chiunque e soprattutto per loro che non erano mai state separate così tanto. La cosa l’angosciava non poco. D'altra parte, non sarebbe stato giusto negare a Oscar la possibilità di stare con loro e privarle di visitare l’America insieme al padre.

    «Mi mancano così tanto" le aveva confessato lui un giorno in cui si era fermato per un caffè. In fondo al cuore sapeva di aver preso la decisione giusta ma faceva male. Un vero schifo. Scivolò tra le lenzuola con un profondo sospiro, ancora qualche giorno e le sue bambine sarebbero partite e lei sarebbe rimasta veramente sola.

    «Oggi è il grande giorno tesoro. Cosa pensi di farne di questa beata solitudine? Partirai per una meta esotica dandoti alla pazza gioia con qualche esemplare maschile?» Frida diede una tirata alla sua sigaretta sbuffandole il fumo in faccia.

    «E dai, lo sai che ho smesso anni fa.»

    «Come potrei dimenticarlo. Sono anni che hai smesso di vivere, non solo di fumare.»

    Laura alzò gli occhi al cielo. Ecco che ripartiva con la solita tiritera sulla sua vita di monaca di clausura votata all'altare familiare.

    «Frida ho due figlie e sono una madre single. Cosa ti aspetti che faccia? Cavalcare un bel tipo a sera? Bere e sballarmi come se fossi ancora all'università?» rispose stizzita.

    «Sei sempre stata tendente alla tragedia ma da quando sei una eremita sessuale il livello di melodramma è salito alle stelle. Quello che ti ci vorrebbe è una storia, anche breve, forse basterebbe anche del sano sesso non impegnativo, con un uomo che sappia il fatto suo. Sei ancora una donna, non sei solo una madre. Non mi sembra che Oscar stia vivendo nel celibato in cui ti sei rinchiusa tu.»

    Laura sapeva che aveva ragione da vendere, ma accidenti a lei, non lo avrebbe mai ammesso.

    «Lui ormai sta quasi sempre in America, non deve crescere due figlie e lavorare tutto il giorno, non deve portarle a scuola, far fare loro i compiti, le attività sportive, preparare le feste di compleanno, i pranzi e le cene. Oscar non c’è mai, troppo occupato a fatturare.» Non era una critica, era un bravo padre, ma la sua presenza era altalenante. Non c’erano giorni fissi, variavano a seconda dei suoi viaggi intorno al mondo.

    «Per pagare le spese è sempre disponibile. Ammettilo, non è così stronzo, dai.»

    «Si, questo devo riconoscerglielo» ribatté ancora più innervosita perché l’amica aveva ragione. Il suo ex marito era bravo, sia con le bambine che con lei.

    «Credi mi faccia piacere stare sempre da sola? Non riesco a trovare il tempo, sono assorbita dalla routine.»

    Frida la osservò comprensiva, sapeva tutto quello che aveva passato a causa del divorzio.

    «Nessuno pretende che tu sia la festaiola dei tempi dell’università, ora però ti si prospetta un mese da single. Sfruttalo! Divertiti, esci, conosci persone nuove. Sai che partirò tra pochi giorni, perché non ti unisci a noi?»

    «Io? Una vacanza a Mykonos con voi?» disse pensierosa, tentata dalla proposta. «A parte il fatto che ormai non farei in tempo a prenotare, poi non credo di potermelo permettere. Anche se il mio ex marito guadagna bene e mi passa un discreto assegno, non navigo di certo nell'oro tra il mutuo e tutto il resto.»

    «Si da il caso che una delle ragazze, abbia rinunciato al viaggio e sia disperata all'idea di perdere tutto quel denaro. È talmente con l’acqua alla gola che è disposta a scendere di parecchio pur di liberarsi del pacchetto» Frida buttò la notizia con indifferenza osservando l’amica di sottecchi.

    «Parecchio quanto? Parliamo di percentuali per favore.»

    «Uh, mi piaci quando fai la cinica calcolatrice. Diciamo che si tratta di un quaranta per cento.»

    «Cooosa!?!» La mente di Laura lavorava febbrilmente, pensando al posto lussuoso ed esclusivo, alla compagnia che sapeva essere divertente e, soprattutto, alla possibilità di concedersi due settimane di svago da sola, come non le succedeva da tempo immemore.

    «Mi sembra di vedere gli ingranaggi del tuo cervello che girano. Vieni con noi, non può succedere nulla di male, sono solo due settimane di vacanza. Dovresti pagare un supplemento per il cambio di nominativo per il volo, una bazzecola» buttò lì Frida sperando che l’amica non si accorgesse che tutto il discorso era stato pianificato nei minimi dettagli per invogliarla. Laura fece domande a raffica, mentre esaminava su TripAdvisor foto e recensioni del posto. Dopo un’ora di interrogatorio, quando Frida ormai stava per gettare la spugna, finalmente sentì l’amica esclamare:

    «Oh al diavolo. Ci sto! Grecia, sto arrivando!»

    Tornò a casa e l’accolse il silenzio totale. Le lacrime fecero capolino dopo le prime due bambole abbandonate per terra. Arrivata sulla soglia della loro camera piangeva come una fontana. Sentiva un dolore fisico per quanto le mancavano le sue figlie. Le aveva salutate la mattina e già si sentiva morire di nostalgia. Cosa avrebbe fatto da sola da lì alla vacanza? Le sue bambine non c‘erano, dal giorno dopo sarebbe stata ufficialmente in ferie, non aveva molte amiche con cui uscire, le rimanevano solo i suoi genitori, sua sorella Simona e Frida.

    Aspetta un momento.

    Corse verso la borsa e prese a rovistare come una forsennata.

    «Dove diavolo l’ho messa… Eccola!» e strasse trionfante la sua memoria esterna.

    «Oh Alastair, ecco chi mi farà sentire meno sola in questi giorni di attesa.»

    Baciò l’oggetto pregustando la goduria nel vedere il suo attore preferito. Sapeva tutto di lui. Non era molto social per essere un attore, ma le foto che pubblicava su Instagram erano come acquazzoni nel deserto. La facevano fantasticare, a volte le provocavano pensieri spudoratamente sessuali. Era un piacere per gli occhi, non solo era bello, era elegante e affascinante, sempre impeccabile e misurato. Aveva letto da poco che molto probabilmente, sarebbe stato il protagonista dell’ultimo film della saga che lo aveva reso un eroe da pellicole di azione. Inoltre, era in ballo per una serie tv, uno di quegli eventi televisivi da grandi Network americani. Su vari siti scandalistici era riportato che per il suo cachet si parlava di quasi 2 milioni di dollari a puntata, ma per il momento erano solo voci di corridoio. Ancora persa nelle sue fantasticherie, afferrò il telefono e decise di dare una sbirciatina al suo Instagram. Nessun like e nessuna richiesta di amicizia al suo profilo rigorosamente privato. Guardò l’ultima foto che aveva pubblicato 3 settimane prima, un semplice gelato. Chi poteva mai mettere un like sotto un dannato gelato, neanche tanto invitante a dirla tutta? Decise di abbandonare la propria pagina e rimirare l’oggetto dei suoi desideri. Per la sua gioia, aveva pubblicato dei nuovi video. Uno con uno spezzone del suo ultimo film e un altro, preso dal profilo del suo personal trainer, mentre si allenava in palestra. Era così sexy tutto accaldato e sudato mentre faceva guizzare le spalle tornite.

    Mi viene voglia di leccarlo dalla testa ai piedi.

    Si vergognò subito dei pensieri appena formulati, era una mamma cristo santo, come poteva pensare di leccare uno sconosciuto? Sbuffò via un ciuffo di capelli e si trovò a riflettere che era tanto, tantissimo tempo che non faceva sesso. Mesi. No, anni. Un anno e 8 mesi per la precisione e quell'ultima volta non era stata nemmeno memorabile, anzi, era stato un mezzo disastro con un collega che, per fortuna, era stato trasferito in un'altra sede. Tornò a concentrarsi sul suo attore del cuore e scorse le altre foto, fino ad arrivare a quella con la sua bellissima, bionda e perfetta fidanzata nonché futura moglie, Alyssa Brennan, altra star americana protagonista di una serie di successo. Con un moto d’invidia ammise che erano davvero una bella coppia. Buttò il telefono sul divano e si andò a preparare per la serata, non aveva senso impicciarsi e guardare con gelosia la vita di due sconosciuti.

    Dopo essersi fatta una doccia e aver spiluccato una cena leggera, si piazzò sul divano e premette play. Le immagini con Alastair Bolam presero vita e lei rimase incantata ad osservare quell'uomo virile picchiare a sangue un terrorista che aveva rapito il suo partner che, neanche a farla apposta, era una donna, ed era bella come una modella d’intimo. Ragionò che le trame dei film del suo beniamino si andavano deteriorando sempre di più, sperava con tutto il cuore che avrebbe accettato la serie tv. Doveva uscire dallo stereotipo del belloccio e del film d’azione, altrimenti si sarebbe ritrovato a 60 anni a girare Sharknado 47 .

    Si addormentò così, una mano sul telecomando e un sorriso ebete sul volto.

    2

    «Allora, come procedono i preparativi? Hai fatto i bagagli? Ce l’hai il passaporto?»

    «Oh mio dio!» Laura fu presa dal terrore, la mano sulla bocca che formava una grande O.

    «Ho il passaporto scaduto, me ne ero completamente dimenticata! Adesso dovrò annullare il viaggio, chissà se mi rimborseranno…» il suo cervello pragmatico stava già lavorando al piano b.

    «Ehi, frena un momento. Stiamo andando nella comunità europea, non hai bisogno del passaporto, ti basta la carta d’identità. Almeno quella ce l’hai?» Frida manteneva sempre una calma invidiabile.

    Laura tirò un sospiro di sollievo «Quella sì, l’ho rinnovata da poco.»

    «Ottimo! Allora visto che manca poco alla partenza, che ne dici se usciamo con le altre due ragazze? Sarà un modo per legare di più in vista della convivenza che affronteremo. Ho scoperto che domani ci sarà una festa pazzesca da una tizia, un’amica di un amico. Farà una specie di Sabba, mi pare che sia chiami Sabba di Lemmas, ma potrei sbagliare. Sai quanto io sia poco incline a dettagli religiosi, figuriamoci a quelli pagani» liquidò la faccenda con uno svolazzo della mano.

    «Il mio amico ha detto che il posto è magnifico e la padrona di casa molto interessante. Sarà uno spasso vedrai.» Laura ripensò a cosa le si prospettava rimanendo a casa e decise di accettare al volo.

    «D’accordo. Mandami un messaggio con tutte le indicazioni, ci sentiamo dopo.» Non appena conclusa la videochiamata con Frida, il telefono riprese a suonare.

    «Amori della mamma! Ditemi tutto, come sta andando? Avete fatto un buon viaggio?»

    «È stato lunghissimo ma abbiamo dormito tutto il tempo. Ora siamo stanche ma la casa di papà è stupenda, pensa che si vede il mare e poi ci ha promesso che ci porterà a Disney World. Siamo super felici!» Non aveva mai sentito Ottavia così entusiasta e per un attimo fu sopraffatta dal senso di delusione. Per non aver saputo mantenere unita la famiglia, per non essere lì con loro a gioire della nuova esperienza, per non vederle meravigliarsi di fronte all'oceano .

    «Sono certa che sarà una vacanza bellissima» disse cercando di non far trasparire la tristezza.

    «Se ci fossi anche tu sarebbe la più bella di sempre mamma» sorrise alla dolcezza delle parole, ecco la sua calma, giudiziosa e tenera Ottavia. Parlò anche con Mefista, per quanto si potesse fare una conversazione con una bambina di 6 anni in preda al jet-leg e eccitata da mille stimoli. Infine si accordò con l’ex marito su orari e chiamate. Anche se le dispiaceva molto, avevano convenuto che non fosse necessario sentirsi ogni giorno, un po’ per via del fuso orario e un po’ perché in verità, lei e Oscar non avevano molto da dirsi ultimamente. Si erano messi insieme all'università, complice una mensa particolarmente solitaria e attigua alla biblioteca di facoltà e una sana e appassionata intesa sessuale. Entrambi studiavano economia e commercio, ma con indirizzi differenti, lui faceva un master in gestionale mentre Laura aveva scelto la specializzazione in marketing. Avevano amicizie e stili di vita differenti. Oscar aveva ambizioni altisonanti, un futuro brillante davanti, parlava correntemente quattro lingue e a 27 anni, aveva viaggiato in buona parte del mondo. Totalmente in contrapposizione con Laura che non era mai stata fuori dall'Europa . La sua conoscenza linguistica consisteva in un francese passabile e, dopo anni di scuola privata e un intenso scambio culturale in Inghilterra all'epoca delle superiori, una discreta confidenza con l’inglese. Lei amava la vita all'aria aperta, la semplicità, mentre lui voleva frequentare solo luoghi alla moda, vernissage e eventi culturali. Erano agli antipodi su quasi tutto e a pensarci con il senno di poi, non era difficile capire che non sarebbe stata una storia destinata a durare.

    Dopo un anno di assidua frequentazione, Laura era rimasta incinta e avevano deciso di sposarsi. Era stata una sorpresa per tutti, soprattutto per le rispettive famiglie. All'inizio erano stati molto contenti. Avevano preso una bella casetta tra gli ulivi e giocato a fare la famiglia felice. Alla lunga però, le differenze erano venute fuori perché Laura non riusciva ad adattarsi alla famiglia acquisita che era fredda e compita, e non aveva legato nemmeno con gli amici di Oscar, con cui non riusciva mai a sentirsi a suo agio. L’ex marito invece, aveva accolto i suoi genitori con calore e anche con Frida era stato sempre amichevole e disponibile. Dopo qualche anno di matrimonio invece, sembrava non sopportare nulla di Laura. Troppo provinciale, poco ambiziosa, poco mondana, poco modaiola. La criticava perché a suo avviso era diventata una mamma apprensiva, era sempre sciatta e non si curava abbastanza. Aveva pensato molto a questo aspetto e alla fine, aveva dovuto ammettere di essersi trascurata in modo terribile. Per questo motivo, anche l’intesa sessuale, che era sempre stata il loro punto forte, era andata scemando. Infine con l’arrivo a sorpresa della piccola Anna, ce l’avevano messa tutta per tenere in piedi il loro rapporto zoppicante, ma ormai qualcosa si era rotto. Era venuta a galla una sorta d’incompatibilità di fondo che aveva creato una spaccatura insanabile e si erano lasciati.

    A distanza di tre anni Laura era giunta alla conclusione che il loro fosse stato un innamoramento, non il grande Amore. Ora c’erano affetto e stima, avevano delle figlie meravigliose ed erano troppo intelligenti per non capire quanto fosse importante un rapporto distensivo ma, nonostante questo, non avevano grande piacere nello stare in compagnia l’uno dell’altro e non amavano passare tempo al telefono, giusto lo stretto indispensabile per il bene delle loro figlie.

    Passò la giornata a preparare i bagagli, alternava ansia a entusiasmo, per lei due settimane erano un tempo lungo visto che erano anni che non aveva tanti giorni tutti per sé.

    Chissà, magari conoscerò qualcuno di interessante.

    Di colpo si materializzò nella mente l’immagine scura e tenebrosa di Alastair Bolam. Ah se era bello! Certo, era una star di Hollywood, aveva un fisico scolpito che incarnava tutti i sogni peccaminosi di qualsiasi essere femminile, ma era anche affascinante e

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