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L'età di mezzo: 1990 - 2009
L'età di mezzo: 1990 - 2009
L'età di mezzo: 1990 - 2009
Ebook302 pages1 hour

L'età di mezzo: 1990 - 2009

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About this ebook

L’Autore, autorevole scrittore di saggi e articoli di politica, filosofia, storia medievale, e molto altro, presenta un suo lato inedito, quello poetico. 
Un vizio, la poesia, che coltiva in silenzio, fin dalla giovinezza. In questo volume sono proprio le poesie dell’età di mezzo a portarci nel mondo dell’amore, dove la vita e l’esperienza diventa l’attimo fuggente che si imprigiona nel tempo grazie ai versi che rendono i momenti della nostra vita unici e indimenticabili.
 
LanguageItaliano
Release dateMay 3, 2021
ISBN9788831381802
L'età di mezzo: 1990 - 2009

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    L'età di mezzo - Stelio W. Venceslai

    settembre

    Dedica

    A tutte le donne

    che ho incontrato nella mia vita

    cui devo il piacere di vivere.

    Prefazione

    La poesia è un male sottile e persistente. Una specie di droga emotiva che, una volta presa, esercita un suo continuo richiamo fatale, anche nella maturità.

    A volte l’ispirazione prende come un impulso irresistibile a segnare sulla carta o a tracciare sul computer quell’improvvisa onda di sensazioni o di sentimenti provocata da un fatto apparentemente banale che in altre circostanze o per altre persone, potrebbe passare inosservato.

    La mano scrive dettata da un fantasma che aleggia nella mente. A volte, s’interrompe, e quel momento magico non si ripete più. Le parole restano inerti e quasi prive di senso. A volte, invece, si compongono in un insieme che, poi, a mente fredda, dà luogo ad una delle tante composizioni di questo volume.

    Si cambia, nel tempo. Tutto muta, nell’amore, nei sentimenti, negli incontri, nel modo con il quale si affrontano i problemi di ogni giorno e quelli più esistenziali.

    La ricorrente ricerca dell’infinito, del bello, dell’attimo fuggente fanno parte dell’esperienza comune, ma sfuggono ai più e frammenti di vita emotiva scompaiono, senza lasciare traccia.

    Questa raccolta di poesie investe il periodo della maturità, non certo artistica (non mi faccio alcuna illusione), ma di una vita che, nonostante tutto, è stata con me generosa, come la fioritura dell’oleandro. L’intento è quello di lasciare una memoria delle sensazioni provate, delle ricorrenti illusioni dell’amore e del successo, dei cambiamenti, spesso profondi, che si determinano nella vita di un uomo.

    Scrivere poesie è mettere a nudo i propri sentimenti. Pubblicare poesie è comunicare il proprio mondo intimo agli altri. Questa è la cosa più difficile, perché significa scoprirsi e parlare di se stessi, della propria anima, confessare le proprie debolezze e, spesso, le proprie sconfitte.

    Non tutto, però, può essere oggetto di autoconfessione. C’è sempre un ambito di esclusione, perché il mistero delle pulsioni umane, talvolta, è tale anche per chi le avverte o ne è dominato. Fanno parte del suo mondo complesso i cui nodi, inestricabili sono difficili da sciogliere. Nelle oscurità della nostra anima si celano grandezze e miserie, silenzi colpevoli e sentimenti repressi, ambizioni e delusioni.

    Per ogni essere umano la vita è una cosa preziosa, perché unica e irripetibile. Nell’età matura tutto sembra ancora possibile, come ai tempi della giovinezza, ma con un velo di malinconia, perché si avverte in misura crescente il fluire del tempo che si fa sempre più breve.

    Dice il poeta: Cuando me toque morir, nadie morira en mi lugar, asi que de hoy en adelante he decidido vivir lo que nadie vivira por mi. (Se devo morire, nessuno morirà al mio posto, quindi ho deciso di vivere ciò che nessuno potrà vivere per me.)

    Chi legge dovrebbe avere la stessa indulgenza del confessore, perché siamo tutti sulla stessa barca, chi con maggiore e chi con minore coraggio nello svelare agli altri il proprio mondo segreto.

    1990

    Al canto del gallo

    Porti sul volto le tracce

    d’una vita trascorsa

    in casa,

    in un giorno di pioggia,

    sognando un sole

    che non viene mai

    a scaldare il tuo corpo

    intristito.

    Vieni da me portando

    un ingenuo candore

    di rabbia,

    talvolta d’inespresse parole,

    di tresche altrui,

    nel tuo animo avvolte

    dalle spirali del tempo,

    dal perdersi lento

    del gusto di vivere.

    All’alba, lo sai,

    si spengono le stelle

    e se ne vanno i sogni

    al canto del gallo.

    Castelnuovo di Porto, 14/03/1990

    Visioni

    Il tuo corpo ambrato

    si distende e si torce

    sotto le mie mani.

    Altre ne immagino,

    più esperte

    che ti scorrono i seni

    e le gambe, fino al cavo

    delle cosce serrate,

    che palpano

    i tuoi glutei d’argento,

    che stringono

    i tuoi capezzoli d’ambra.

    Dal sinuoso fremito

    del ventre

    come promessa di piacere

    sale l’onda

    del tuo desiderio,

    dischiuse le labbra e le carni

    segnate

    da un filo di rugiada

    calda,

    annunciatore dell’oblìo.

    Sulle curve di queste dolci

    colline sale e discende

    il mio desiderio

    di uomo.

    Castelnuovo di Porto, 22/03/1990

    Amaritudine

    Amarezza mi prende

    alla gola

    come la morsa del gelo

    sull’asfalto.

    Non potrai mai cambiare

    e il tuo diniego

    è senza spiragli, un animale

    braccato che fugge,

    con il respiro ansante

    e affaticato,

    cercando la pace.

    Bruxelles, 09/04/1990

    Delirium

    Questo piacere intenso

    sgorga

    dalle tue membra

    di gazzella,

    dalla tua bocca dolce

    e dal fondo vischioso

    del tuo ventre di velluto.

    Adesso,

    non ci sei altro che tu

    dove affondo

    la mia carne vogliosa

    come una spada rovente.

    L’anima e il corpo

    assieme mi dai

    in un delirio di sensi.

    Castelnuovo di Porto, 15/11/1990

    Le radici profonde

    Tu resti il mio Dio,

    nonostante i peccati

    commessi,

    quelli che ignoro e quelli

    che farò,

    anche se il tempo

    ha levigato i miei timori

    e accresciuto

    il mistero immanente,

    e cultura e ragione da sempre

    lottano in me.

    Tu resti il mio Dio nel fondo

    illogico del mio essere,

    confidente di mali,

    rifugio nel dolore,

    irragionevole speranza

    di conforto e d’aiuto.

    Con tutte le mie debolezze

    sei nell’anima mia

    come un’erba

    dalle radici profonde

    in un deserto di sabbia.

    Castelnuovo di Porto, 18/11//1990

    1991

    F. C.

    Dalle tenebre della tua vita

    viene l’odio che mi porti,

    questa ragione di vita

    che mi trascina di nuovo

    nell’inferno degli anni

    che abbiamo vissuto.

    Vorrei che fossi un sogno

    cattivo che scompare

    al mattino,

    un focolare annerito

    da tempo, già caldo

    e ora sporco ed inerte.

    Cenere e sabbia e rancore

    assieme si sono mescolati

    nella palude dell’anima tua.

    Quello che hai distrutto,

    qualunque cosa vorrai,

    non tornerà di nuovo:

    è nebbia, è fango, è miseria

    di vivere.

    Ti colmo di disprezzo

    come tu di odio.

    Castelnuovo di Porto, 18/02/1991

    Ibi redibis

    Le mie dita ritrovano

    antichi percorsi

    immagini già note

    e, poi, dimenticate,

    la valle dell’oblìo

    il bosco del mistero,

    la dama degli elfi

    e la rocca incantata

    dove una stregata principessa

    attende

    il suo eroe, vestito di luce.

    Come un rivolo d’acqua

    da un piccolo pertugio

    nel cemento

    filtra la mia voglia di amarti

    e vedo il riflesso

    delle stelle sull’acque,

    avverto il gusto acre della vita

    in un gioco di sabbie

    e di venti

    al levar della luna.

    Porto d’Ascoli, 18/02/1991

    Il timore del sentimento

    Dietro ai teneri sguardi

    e ai corpi allacciati

    trovo il polveroso scheletro

    della fine,

    i rancori non ancora emersi,

    la rivalsa che verrà,

    quel sottile germoglio

    di veleno

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