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La Rosa del mare
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La Rosa del mare

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About this ebook

Roselyn sta navigando per fare una sorpresa al suo fidanzato, ma la sua nave affonda; fortunatamente viene salvata da un famoso pirata: Handsome Jack.

Quando la nave su cui viaggiava affonda, durante una terribile tempesta, Roselyn è certa che non rivedrà mai più suo fidanzato. Dopo aver ripreso conoscenza, si ritrova su una nave pirata, la Vendetta di Nettuno, dentro al letto di un famigerato pirata, Handsome Jack. Fino a quel momento Roselyn non aveva idea di quanto, in fondo al suo cuore, desiderasse l’avventura. Quando arriverà a Nassau, il suo fidanzato la vorrà ancora? Jack la lascerà andare? Chissà se questa pausa selvaggia sarà l’unica che il destino ha in serbo per lei…

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateApr 14, 2021
ISBN9781071596661
La Rosa del mare

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    La Rosa del mare - Amylynn Bright

    La Rosa del mare

    di

    Amylynn Bright

    Per Pop

    che mi ha insegnato come raccontare storie ed è il miglior narratore

    che io abbia mai conosciuto, anche se so che il novanta per cento di ciò che racconta sono cazzate.

    Ti amo.

    E a Tommy Lee Jones

    che ha interpretato uno dei miei film preferiti sui pirati.

    La Rosa del Mare

    25 Luglio 1718

    L’ennesima onda violenta s’infranse contro la nave, mandando Roselyn a sbattere dalla parte opposta dell’angusta cabina. Il capitano aveva ordinato di spegnere le lampade non appena le onde avevano cominciato a gonfiarsi pericolosamente; la pioggia batteva violenta contro le finestre.

    Ora, nel buio profondo della notte, tutto ciò che non era stato incatenato alle pareti, stava volando attraverso la stanza, inclusa la stessa Roselyn.

    La prua della nave si tuffò in un’altra onda. Il baule scivolò sul pavimento e andò a sbattere sulla schiena della ragazza, facendole mancare il respiro. La sua cameriera personale, che l’aveva accompagnata in questo viaggio, si era ritirata nei suoi alloggi non appena era cominciata la tempesta, per poter vomitare senza essere vista.

    Prima che il maltempo peggiorasse, il capitano del vascello mercantile britannico si era recato nella cabina di Roselyn parecchie volte, per chiederle se andasse tutto bene. Nonostante non lo vedesse da parecchie ore, però, non riusciva proprio a immaginarlo sul ponte, con il resto dell’equipaggio, a urlare ordini, sovrastando con la propria voce il ruggito del vento e del mare.

    Roselyn faticava a stare in piedi, mentre tentava disperatamente di raggiungere il suo letto, prima che un’altra onda la ributtasse a terra. Se fosse riuscita a sdraiarsi sul piano superiore del letto a castello, non sarebbe stata martoriata dagli oggetti che scivolavano sul pavimento.

    Strinse le mani sullo stomaco e si lamentò per la nausea: se solo tutto si fosse fermato almeno per un minuto...

    Quando raggiunse il materasso, la nave s’inclinò paurosamente e lei venne sbalzata a babordo, sbattendo la testa contro la paratia. Questa volta, però, il vascello non si raddrizzò subito, e Roselyn rimase accasciata conto la parete, stordita per il colpo ricevuto.

    Si toccò il volto e sentì le dita diventare viscide a causa del sangue che le colava dalla tempia e dalla guancia. Roselyn premette la mano contro la ferita e strizzò gli occhi per il dolore.

    La porta della cabina si spalancò all’improvviso. Guardandola, Roselyn si sentì confusa: la porta sembrava essersi aperta dal pavimento. Il capitano si affacciò da quella posizione anomala e la cercò nell’oscurità.

    Roselyn non riusciva a orientarsi: era tutto sottosopra.

    Miss Weldon! gridò il capitano nella stanza buia. Roselyn siete qui?

    Mmm, grugnì lei. Sono qua.

    Roselyn tentò di rialzarsi ma faticò a trovare l’equilibrio, tanto era intontita a causa del rollio della nave e della ferita alla testa.

    Deve alzarsi e seguirmi subito. Il capitàno caracollò attraverso la stanza inclinata e la afferrò per un braccio. Le dita ruvide affondarono nella carne morbida mentre la sollevava dal pavimento.

    Ahi! si lamentò Roselyn mentre veniva trascinata fuori dalla porta. Cosa è successo? La nave è inclinata su un fianco?

    Non esattamente, rispose il capitano.

    Arrancando, uscirono nel corridoio e si diressero sul ponte.

    Roselyn si rese conto con orrore che l’acqua le arrivava a metà polpacci.

    La nave sta affondando?

    Tentò di tenere a bada il terrore che si stava impossessando di lei. Fino a quel momento era riuscita a mantenere un certo controllo. Anche mentre veniva sballottata a destra e a manca nella cabina, con il vento che ululava minaccioso, non si era abbandonata alla disperazione.

    Il capitano non le rispose; forse non l’aveva sentita o forse era troppo concentrato a guidarla all’esterno.

    Giunta sul ponte, vide i marinai barcollare, mentre calavano in mare le scialuppe di salvataggio; sui loro volti tesi si leggeva la paura e una determinazione dettata dal terrore.

    Roselyn era abituata ad assistere alle normali attività che si svolgevano sul ponte: di solito erano ben organizzate, coordinate da ufficiali in divisa che si muovevano disinvolti.

    Quella notte, gli stessi marinai barcollavano nel caos.

    Vedere gli uomini in preda alla paura fece aumentare la sua ansia.

    Strattonò la manica della divisa del capitano finché questi non si voltò.

    La nave sta affondando, vero? urlò. Mio Dio, stiamo affondando.

    Roselyn era isterica. Aveva completamente dimenticato il sangue che le colava sul viso e che l’aveva tanto preoccupata appena qualche minuto prima. Riusciva solo a pensare alla nave che stava affondando e al suo corpo che galleggiava senza vita, sballottato all’infinito dalle onde implacabili.

    Non so nuotare, oh mio Dio, non so nuotare! si lamentò.

    Afferrò la mano del capitano per liberare il braccio dalla sua presa ferrea.

    Era disperata; voleva solo allontanarsi da lui e tornare nella sua cabina. Nella sua mente offuscata dalla paura, la stanza, anche se capovolta, rimaneva un posto sicuro.

    Entri nella scialuppa. Se entra nella scialuppa non dovrà nuotare, la esortò il capitano.

    No, gridò. Quella barca è troppo piccola.

    Puntò i tacchi e si accucciò, per impedire all’uomo di trascinarla su quel guscio di noce, che per lei rappresentava morte sicura.

    Mosso dalla paura e dalla fretta di farla salire sulla scialuppa, il capitano le diede un ceffone.

    Roselyn trattenne il respiro e smise di lottare. Con gli occhi spalancati dal terrore, gli permise di guidarla verso la barca. In un disperato tentativo di tenere sotto controllo il caos, la spinse in malo modo sulla scialuppa e corse via nella direzione opposta.

    Forza signorina.

    Un vecchio marinaio di colore, con i capelli brizzolati, la prese per mano e le asciugò il sangue sul viso con uno straccio. Parlava con un accento marcato, tanto che era difficile capirlo mentre urlava nel vento. La scialuppa è il posto più sicuro per te: se questa vecchia bagnarola andrà giù, qui sarai al sicuro e fuori dall’acqua.

    Con un’imprevista cortesia da gentiluomo, le porse la mano e la fece salire sulla piccola imbarcazione.

    Roselyn si aggrappò alla mano di quell’uomo. Si guardò attorno ansiosa: i marinai correvano sul ponte per mettersi in salvo. Cercò la sua cameriera, ma non la vide da nessuna parte. Il vento le scompigliò i capelli, incollando le lunghe ciocche nere alle guance e alla fronte, mischiandole al sangue e rendendole impossibile vedere.

    Si sentì un fragoroso rumore di legna spezzata, seguito da altri tonfi e scricchiolii; l’enorme nave gemette sotto il peso dell’acqua che continuava a rovesciarsi sul ponte.

    Roselyn era fradicia dalla testa ai piedi, completamente zuppa di acqua fredda e salata. Nessuno udì il suo grido, coperto dal ruggito del mare e dall’assordante frastuono di assi frantumate. La nave stava cadendo a pezzi e il ponte era irrimediabilmente danneggiato. Roselyn vide con orrore molti uomini perdere la presa sui corrimani e cadere nel mare inferocito.

    La ragazza si aggrappò ancora più saldamente al vecchio marinaio, terrorizzata al pensiero che anche lui potesse finire in acqua, abbandonandola a un destino terribile.

    L’unica cosa razionale a cui riuscì a pensare, in preda al panico, fu dove potesse

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