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Il greco cerca moglie: Harmony Jolly
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Il greco cerca moglie: Harmony Jolly

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About this ebook

Benvenuti in Grecia, la terra del sole,del vento... e dell'amore!
Kristos Kiriakas, proprietario di una catena di resort di lusso e irriducibile scapolo dedito solo al la-voro, sta trattando il difficile acquisto di una catena di hotel appartenenti a un vecchio milionario greco tradizionalista e irascibile. Per migliorare la propria reputazione, Kristos deve trovare una fidanzata, e chi meglio della nuova cameriera, la bella Kyra Pappas, potrebbe interpretare quel ruolo? Nessuno la conosce, e la ragazza si rivela raffinata ed elegante. Il compenso che le offre è allettante così lei accetta, ma nessuno dei due immagina che l'amore, folletto malizioso, sconvolgerà i loro piani.
LanguageItaliano
Release dateApr 9, 2021
ISBN9788830527973
Il greco cerca moglie: Harmony Jolly

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    Il greco cerca moglie - Jennifer Faye

    978-88-3052-797-3

    1

    «Vuole sposarmi, signorina?»

    Kyra Pappas smise di respirare e s'impietrì sulla porta della suite del proprietario del Blue Tide Resort, con la pass card in una mano e nell'altra un piumino per spolverare. Aveva sentito bene? Qualcuno le aveva fatto una proposta di matrimonio?

    Romantica com'era, cercò con lo sguardo una coppia innamorata, ma non vedendola, spostò la sua attenzione sull'uomo bellissimo ed elegante seduto dietro una enorme scrivania, l'unica persona presente nella stanza.

    Un momento, si disse. Era lo stesso uomo che aveva intravisto il giorno prima, quando era rientrato nel suo appartamento mentre lei finiva di rassettarlo. Dopo aver saputo che lei era americana, lo sconosciuto le aveva domandato se le piacesse lavorare al resort, poi le aveva consigliato alcuni luoghi da visitare mentre era in Grecia.

    Le era sembrato una persona gentile e nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, eppure in quel momento, mentre faceva quella straordinaria proposta di matrimonio, fissava lei. Kyra si guardò di nuovo intorno. Non c'era nessun altro e la televisione era spenta. Possibile che avesse fatto a lei quella richiesta? No, lo escludeva nel modo più assoluto.

    Osservando il suo viso abbronzato, pensò che avrebbe potuto continuare a guardarlo per ore. I suoi capelli scuri e ondulati sembravano invitarla a ravviarli con le dita e gli occhi di un azzurro intenso parevano vedere tutto e sollecitarla a rispondere.

    «Mi scusi. Che cos'ha detto?»

    Lui corrugò la fronte. «Le ho chiesto se sarebbe disposta a sposarmi.»

    Dunque non si era sbagliata. Quello sconosciuto voleva sposarla? Affermare d'essere stata colta alla sprovvista sarebbe stato come dire che il brillante Hope era un gingillo.

    Per un istante Kyra immaginò come si sarebbe sentita se fosse stato vero. Nessuno le aveva mai rivolto quelle parole. A volte, il sabato sera, trovandosi a casa da sola, si era chiesta se si sarebbe mai innamorata, ma non era disperata al punto tale da prestare fede alle parole insensate di quello sconosciuto, per quanto attraente fosse.

    A parte questo, l'ultima cosa che desiderava era legarsi a qualcuno proprio quando aveva iniziato a cercare le origini della sua famiglia. L'amore non rientrava nei suoi piani.

    Ma perché un totale sconosciuto le chiedeva di sposarlo? Aveva subito una delusione? O aveva fatto una stupida scommessa con degli amici?

    «Si sente bene, signore?» domandò, scrutando la stanza alla ricerca di una telecamera nascosta, o di una bottiglia di liquore semivuota.

    «Non credo di... gestire molto bene questa faccenda» mormorò lui, passandosi una mano sul viso. «Confesso di non aver mai fatto una proposta simile prima d'ora.»

    «Si tratta di una scommessa? Di uno scherzo?»

    L'espressione di lui divenne molto seria. «No di certo. La mia è una proposta d'affari più che seria, un'offerta che potrebbe portarle numerosi vantaggi.»

    Kyra aprì la bocca, ma non emise alcun suono. Quell'uomo doveva aver cominciato a bere fin dal mattino. La cosa migliore che potesse fare era tagliare la corda.

    «Non sia tanto spaventata. Non sono così cattivo» affermò lui, sorridendo. «Di solito sono molto più bravo a esprimermi. Mi conceda un momento per spiegarle.»

    «Ho del lavoro da sbrigare.» Sapendo che spesso gli uomini ricchi avevano delle strane tendenze, Kyra fece un passo indietro. «Tornerò più tardi a rifarle la stanza.»

    «La prego, non vada via» replicò lui, alzandosi in fretta e rincorrendola.

    Kyra sollevò una mano. «Si fermi, o mi metterò a urlare.»

    «Si calmi. Prometto che non le farò del male» insistette lui, massaggiandosi la nuca. «Mi scusi. Sto combinando un gran pasticcio. Dovrei essere lieto che lei abbia capito che la mia non era una reale proposta di nozze.»

    La sua espressione pentita l'addolcì. Quel pover'uomo doveva essere in guai seri per averle suggerito il matrimonio. «Scuse accettate. Adesso devo davvero tornare al lavoro.»

    «Non è curiosa di sapere perché le ho fatto una tale richiesta?»

    Certo che era curiosa. Kyra notò che i primi due bottoni della sua camicia erano slacciati e le permettevano di vedere un triangolo di pelle del suo torace muscoloso. Per non continuare a fissarlo, deglutì e spostò lo sguardo sull'orologio che portava al polso e che sembrava un Rolex.

    Tutto l'aspetto di quell'uomo dava l'impressione della persona di successo, capace di ottenere sempre quello che voleva, un uomo importante che non prendeva mai delle decisioni avventate.

    «Sì, sono curiosa» ammise, incrociando le braccia. «Prosegua. L'ascolto.»

    «Non preferisce sedersi e mettersi più comoda?»

    «Sto bene qui.» Vicino alla porta, aggiunse tra sé. Era cresciuta a New York e sua madre le aveva insegnato fin da piccola a diffidare degli sconosciuti. Forse, in presenza di quell'ammaliante multimiliardario, sua madre avrebbe fatto un'eccezione, ma lei non aveva mai dato molta importanza ai soldi.

    «Mi rendo conto che non ci conosciamo bene» esordì lui, spostando il peso da un piede all'altro. «Ma ieri mi è piaciuto conversare con lei. Sa mettere le persone a loro agio e sembra una giovane donna interessante.»

    Davvero? Non glielo aveva mai detto nessuno. «Grazie, ma non capisco la proposta di matrimonio.»

    «Sto cercando di concludere un affare molto importante. Il problema è che il venditore è un vecchio gentiluomo legato alle tradizioni. Un tipo simile si aspetta sicuramente che io sia... un uomo di famiglia.»

    E quel pazzoide voleva creare una famiglia con lei? Si domandò Kyra. Neanche a parlarne. Non conosceva nemmeno il suo nome. «Non sono la persona giusta.»

    «È esattamente quella di cui ho bisogno» replicò lui con gli occhi che brillavano di eccitazione.

    Kyra guardò ostentatamente l'orologio. «Devo proprio andare. Ho molte stanze da pulire oggi.»

    «Non si preoccupi di questo. La giustificherò io.»

    «Mi perdoni, ma lei chi è?» domandò Kyra.

    «Non lo sa?» si meravigliò lui.

    «No, altrimenti non glielo avrei chiesto.»

    «Vero. Mi permetta di presentarmi. Il mio nome è Kristos Kiriakas.»

    Kyra trasalì. Lui era il suo capo, il proprietario della catena dei Glamour Hotel e Casino che comprendeva il Blue Tide Resort di recente costruzione. Del resto quella era la suite migliore del resort.

    «Molto piacere, Mr. Kiriakas. Io... sono Kyra Pappas. Non l'avevo riconosciuta.»

    «Non si allarmi» replicò lui con calma. «Non mi aspettavo che mi riconoscesse. E la prego, mi chiami Kristos. Mio padre insiste nel farsi chiamare Mr. Kiriakas, cosicché ogni volta che qualcuno pronuncia quel nome, mi volto, aspettando di veder comparire mio padre.»

    «Mi scusi, signore. Uhm... volevo dire Kristos. Può chiamarmi Kyra, ma... Posso domandarle se il mio lavoro è legato all'accettazione della sua proposta di matrimonio?»

    «No. Non deve preoccuparsi di questo. Il suo posto è al sicuro.»

    Lei non si sentì completamente tranquilla. «Suppongo che lei abbia una fidanzata, una persona vicina che potrebbe sposare.»

    Un muscolo vibrò sulla mascella di Kristos. «Sì, potrei trovare una donna da sposare sul serio. Il fatto è che non desidero legarmi. Non per sempre.»

    «Allora perché porsi tanti problemi? Lei è abbastanza ricco da fare quello che vuole.»

    «Vorrei che fosse così facile. Avere dei soldi non significa ottenere tutto con facilità. Vi sono delle cose che senza un aiuto non si possono avere.»

    Kyra aveva vissuto con soldi e senza soldi e aveva capito che entrambe le situazioni avevano dei lati positivi. Ma non tutti la pensavano come lei. Per sua madre avere del denaro era la cosa più importante della vita. Per lei non era così, ma aveva capito da anni che tentare di farle cambiare idea sarebbe stata una perdita di tempo.

    «Riassumendo» riprese, guardando Kristos. «Lei vuole che l'aiuti a firmare un certificato di nozze per poter concludere un affare? E subito dopo ciascuno andrà per la sua strada?»

    «Esatto» confermò lui con un sospiro di sollievo. «Non si tratterà di un affare qualunque. Sarà il più importante della mia vita e cambierà tutto.»

    Sebbene non capisse il valore dell'affare, Kyra si rattristò per lui. Come poteva quell'uomo volersi sposare solo per concludere un contratto? Nessuno avrebbe dovuto sposarsi se non avesse amato l'altra persona con tutto il cuore, il corpo e l'anima.

    Forse lui aveva bisogno di schiarirsi le idee. «Dev'esserci un altro modo» mormorò.

    Lui scosse la testa. «Se ci fosse, l'avrei già trovato, mi creda.»

    Lei tacque, riflettendo. «Perché non fingerci solo fidanzati? Si risparmierebbe molti problemi.»

    Inoltre era venuta in Grecia per dei motivi personali e lasciarsi coinvolgere nei drammi di un'altra persona non le avrebbe consentito di adoperarsi per migliorare la sua vita e quella di sua madre.

    Quella ragazza era intelligente e questa era una dote essenziale.

    Kristos sorrise. Dalla prima volta che l'aveva vista, aveva capito che era una persona speciale e non solo per la sua avvenenza: lunghi capelli scuri che portava legati in una coda di cavallo e grandi occhi marroni.

    Immaginava che con la chioma sciolta che le cadeva intorno alle spalle sarebbe stata molto seducente. Tuttavia l'interesse di lui andava oltre il suo aspetto. Erano piuttosto il suo modo di fare e il suo sorriso a incantarlo. Chissà che non fosse proprio lei la soluzione dei suoi problemi.

    Quel mattino aveva sottoposto la sua offerta finale all'Amministrazione Stravos per l'acquisto della catena di alberghi e aveva ricevuto un netto rifiuto.

    L'unica possibilità per superare le mura di cui si circondava il solitario Nikolaos Stravos consisteva nel proporsi in modo diverso dal solito uomo d'affari ambizioso e arrivista.

    Che gli piacesse o no mescolare la sua vita privata agli affari, doveva riconoscere che il suggerimento di Kyra era sensato. Un fidanzamento non necessitava di avvocati, di accordi prematrimoniali e di altre complicazioni, ma per scegliere quella soluzione aveva bisogno di altre informazioni.

    «Da quanto tempo lavora al Blue Tide? Non mi sembra d'averla vista prima di ieri.»

    «Perché ieri è stato il mio primo giorno. In precedenza ho lavorato in un albergo di New York per alcuni anni.»

    «Sempre come cameriera?»

    Kyra annuì, ma lui, accorgendosi che si morsicava le labbra, comprese che stava tacendo qualcosa. «Coraggio» la incitò. «Mi dica tutto.»

    Poteva fidarsi di quell'uomo?, si domandò lei, scrutandolo. Alla fine si decise. «Sto seguendo online un corso internazionale per

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