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Dark Desire
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Ebook113 pages1 hour

Dark Desire

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About this ebook

La mia vita è stata un susseguirsi di errori e scelte sbagliate.
Il primo errore? Essermi innamorata di un uomo finito in galera e promettergli di aspettarlo.
Il secondo errore? Sposare un uomo per dimenticare il primo amore.
Il terzo errore? Scoprire il tradimento di mio marito e sfogare la disperazione in quel dannato bar.
Tre errori e tutto è precipitato.
Uno sguardo, una carezza, quella voce che sapeva come piegarmi al suo volere ed ecco che il cerchio si chiudeva facendomi scontrare con il mio primo errore che ora veniva a presentarmi il conto.
Potevo peggiorare la mia vita già complicata?
Sì, con una bugia.
Una bugia capace di farmi perdere tutto ciò che avevo e che mi avrebbe fatta cadere nelle mani di colui che avevo cercato di dimenticare per tutta la mia vita.

Serie "L'uomo giusto al momento sbagliato":
- Non sono come tu mi vuoi
- Dark desire
LanguageItaliano
PublisherBooker
Release dateMar 27, 2021
ISBN9791220284479
Dark Desire

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    Dark Desire - Victory Storm

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    Dark Desire

    Victory Storm & Melissa Castello

    ©2020 Victory Storm

    ©2020 Melissa Castello

    Copertina: https://stock.adobe.com | Progetto grafico di Victory Storm

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’autore.

    Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.

    DARK DESIRE

    SERIE l'uomo giusto al momento sbagliato

    SINOSSI:

    La mia vita è stata un susseguirsi di errori e scelte sbagliate.

    Il primo errore? Essermi innamorata di un uomo finito in galera e promettergli di aspettarlo.

    Il secondo errore? Sposare un uomo per dimenticare il primo amore.

    Il terzo errore? Scoprire il tradimento di mio marito e sfogare la disperazione in quel dannato bar.

    Tre errori e tutto è precipitato.

    Uno sguardo, una carezza, quella voce che sapeva come piegarmi al suo volere ed ecco che il cerchio si chiudeva facendomi scontrare con il mio primo errore che ora veniva a presentarmi il conto.

    Potevo peggiorare la mia vita già complicata?

    Sì, con una bugia.

    Una bugia capace di farmi perdere tutto ciò che avevo e che mi avrebbe fatta cadere nelle mani di colui che avevo cercato di dimenticare per tutta la mia vita.

    1

    «Dove sei stata ieri sera?», mi aggredì Gabriel all’istante.

    «Ti avevo detto che rimanevo a studiare con Eliza e Hope. L’esame di maturità si avvicina e sono rimasta indietro con alcune materie», mi giustificai entrando nell’appartamento del ragazzo.

    «C’era anche quel tuo compagno di classe? Quello che ti sta sempre addosso», indagò lui nervoso.

    «Chi? Romeo?»

    «Non pronunciare quel nome in mia presenza!», s’infuriò di colpo lui, dando un pugno al muro, dietro di me. Da quando aveva visto Romeo mettermi un braccio intorno alle spalle e cercare di baciarmi contro la mia volontà, era vietato parlare di lui in sua presenza. Ci avevo messo una settimana per rassicurarlo, convincerlo a non prenderlo a pugni e cercare di salvare la nostra relazione già minata dalla disapprovazione dei miei genitori, dalla differenza di età e dal giro di affari poco pulito di suo padre.

    «Gabriel, ti amo, lo sai», cercai di calmarlo. Dopo un anno, avevo imparato a conoscerlo abbastanza bene da sapere che quelle scenate di gelosia potevano solo portare a scatti di ira incontrollabili se non rimanevo tranquilla. Anche se lui aveva cinque anni più di me, a volte avevo l’impressione di essere più grande e matura di lui.

    «Prova a mentirmi e…», cominciò a minacciarmi, afferrandomi il mento con la mano e tenendomi la testa piegata verso di lui. I suoi occhi neri fissi nei miei color castagna. Nel suo sguardo potevo leggere tutto il suo tormento. Sapevo che mi amava ma sentivo la sua paura di perdermi.

    Dopo quasi un anno ero diventata il suo mondo, l’unica cosa pura e meravigliosa della sua vita, come mi diceva spesso.

    «Ti amo. Troppo per tradirti. Sei la cosa più bella e importante della mia vita», gli sussurrai dolcemente, prendendogli il viso tra le mani e accarezzandogli la mascella contratta.

    Quel gesto funzionò e lentamente allentò la presa.

    «Anch’io ti amo. Non so cosa farei se dovessi perderti.»

    «Non succederà mai.»

    «Promettimelo.»

    «Te lo giuro», pronunciai avvicinandomi a lui per baciarlo.

    «Infrangi questo giuramento e non credo che riuscirò mai a perdonarti», sibilò Gabriel prima di prendere possesso della mia bocca con avidità fino a farmi perdere la testa con un bacio mozzafiato.

    Gabriel era così: instabile, irascibile, aggressivo, possessivo, rude, ma sapeva anche essere l’uomo più dolce e gentile del mondo.

    La mia migliore amica Hope era spaventata da quel ventiquattrenne, figlio di uno spacciatore e di una donna tossicodipendente. In lui, vedeva solo i geni malati e criminali della sua famiglia.

    Anche la mia cara amica Eliza non aveva preso bene quella nostra relazione all’inizio, perché temeva che mi avrebbe fatta soffrire, ma poi aveva visto come Gabriel mi trattava quando era tranquillo e questo l’aveva rasserenata molto, tanto da tifare per la nostra storia d’amore e coprirmi quando passavo la notte a casa del ragazzo.

    In un attimo, Gabriel infilò le mani sotto il mio top azzurro e mi slacciò il reggiseno, senza smettere di baciarmi.

    Lo lasciai fare e lo assecondai, alzando le braccia per farmi sfilare gli indumenti.

    «Cazzo, quanto sei bella», sussurrò Gabriel staccandosi dalla mia bocca e ammirandomi il seno tra le sue mani che lo stringevano.

    Mi coprii il petto per l’imbarazzo. Il suo sguardo eccitato fisso su di me aveva ancora il potere di spaventarmi e non riuscivo ad abituarmi a quella sensazione.

    «Lo sai che non voglio», si arrabbiò afferrandomi i polsi e portandoli dietro alla schiena, dove me li tenne bloccati con una mano, mentre con l’altra riprese ad accarezzarmi fino a farmi indurire i capezzoli già sensibili e turgidi. «Brava, piccola», mormorò Gabriel sentendomi gemere e inarcare verso di lui. Adorava sentirmi perdere il controllo e lasciarmi andare tra le sue braccia. «Mi fai impazzire, lo sai?», mi disse baciandomi e leccandomi i capezzoli per poi succhiarli avidamente.

    Rimasi ferma come voleva lui, travolta dalle ondate impetuose di piacere che mi stava dando e che si propagavano per tutto il mio corpo, facendomi contrarre dolorosamente il bassoventre.

    Sorrisi assaporandomi quell’eccitazione che mi rendeva creta nelle sue mani e quella sensazione che all’inizio mi aveva spaventato e fatto quasi scappare da Gabriel. Ora invece me la godevo fino in fondo, impaziente di arrivare all’orgasmo.

    «Spogliati», mi ordinò di colpo, togliendosi la maglietta, aprendosi la zip dei jeans consumati e infilandosi il preservativo.

    Ubbidii. Mi tolsi i leggins, le mutandine e le sneakers. Non feci in tempo a sfilarmi le calzine, che Gabriel mi afferrò per i fianchi e mi tirò su.

    Mi aggrappai a lui, mettendogli le gambe intorno ai fianchi e le braccia al collo.

    Lo baciai e sussultai quando sentii le sue dita scivolare dentro di me.

    «Sei pronta», constatò soddisfatto dai miei umori che gli inzuppavano la mano.

    «È da quando sono entrata qui dentro che sono pronta», gli dissi sapendo di farlo eccitare ancora di più, da quando mi aveva confessato che trovava arrapante sapere che la sua donna era già bagnata e pronta a farsi scopare ancora prima dei preliminari.

    «Cazzo, tu mi fai perdere la testa sul serio, piccola», gemette lui guardandomi con la vista ottenebrata dal piacere che gli faceva dilatare le pupille e contrarre la mascella a tal punto che non sapevi mai quanto potesse diventare brutale e predatore quando eri nelle sue mani.

    Stavo per rispondergli ma sentii la punta del suo pene spingere dentro di me.

    Feci un profondo respiro e cercai di rilassarmi perché avevo imparato in quei mesi che la tensione rendeva la penetrazione dolorosa, soprattutto quando questa veniva fatta con un membro così grosso da riempirmi completamente.

    «Ti amo, Aria», mi disse Gabriel entrando con forza dentro di me. Lo guardai per un secondo e potevo leggere ciò che provava per me e quanto lo facessero soffrire le differenze tra noi due, dall’età all’estrazione sociale. Spesso questa diversità era diventata fonte di litigi tra noi e temeva sempre che crescendo mi sarei stufata di lui e della sua vita miserabile.

    Ma io lo amavo

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