Interi oscuri
By Greg Egan
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Fantascienza - romanzo breve (59 pagine) - Può esistere un altro universo, parallelo al nostro, dove la matematica ha leggi diverse? Romanzo breve finalista Premio Hugo
Bruno, Alison, e Yuen sono in contatto da anni con i matematici di una Terra parallela dove esistono assiomi e leggi della matematica differenti da quelli che regolano la nostra esistenza: un universo fondato sugli “interi oscuri”, numeri anomali che la nostra scienza non è in grado di spiegare, come avviene per la “materia oscura” presente nel cosmo e al di fuori delle teorie da noi accettate. I tre studiosi comunicano con “Sam”, un esperto analogo dell’altro lato, e sono riusciti per molto tempo a mantenere uno stato di pace tra i due mondi, anche se dall’altra parte nulla è mai stato condiviso in termini di conoscenza. La trasparenza e sincerità dei nostri eroi viene tuttavia messa in pericolo dall’intervento di un nuovo fattore: un fisico australiano spinto da una straripante ambizione, che viene a scoprire l’esistenza dell’universo parallelo e a intromettersi in un gioco assai più grande di lui. Riusciranno i tre studiosi a salvare la Terra e i buoni rapporti con gli abitanti del “lato oscuro”?
Un racconto di “hard sf” di straordinaria intensità, che ribadisce ancora una volta l’originalità di un grande scrittore dei nostri tempi.
Greg Egan è uno dei più autorevoli scrittori di fantascienza hard. Le sue opere, uniche e inconfondibili, sono spesso basate su teorie scientifiche d'avanguardia. Nato a Perth, in Australia, nel 1961, laureato in matematica, ha vinto il Premio Hugo e il Premio Locus con il romanzo breve Oceanic (1999, Delos Books) e il John Campbell Memorial con Permutation City (1995). Diversi altri suoi racconti sono arrivati in finale al premio Hugo, incluso Alone (Glory, 2007), uscito sulla collana Robotica della Delos Books. Egan è una delle personalità più sfuggenti della storia della fantascienza: non ha mai partecipato a una premiazione o a una convention, e di lui non esistono fotografie.
Tra i suoi romanzi più famosi, oltre al già citato Permutation City (Shake), ricordiamo La terra moltiplicata (Nord), Diaspora (Urania), Distress (Urania), La scala di Schild (Urania). Notevoli anche le antologie Axiomatic e Luminous, entrambe uscite su Urania. Questo Interi oscuri (Dark Integers, 2007) è giunto terzo al premio Locus ed è stato nominato per il premio Hugo.
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Book preview
Interi oscuri - Greg Egan
9788825412086
1
– Buongiorno, Bruno. Com’è il tempo lì nel Mondo Sparso?
L’icona che rappresentava il mio interlocutore sullo schermo era un toroide a tre fori: la superficie, formata da triangoli, si estrofletteva continuamente. I toni studiati della voce maschile sintetica che udivo non suggerivano un’origine specifica, ma davano tuttavia l’idea che la prima lingua di chi parlava fosse diversa dall’inglese.
Diedi un’occhiata fuori dalla finestra del mio ufficio casalingo, contemplando un’area di cielo azzurro e i giardini verdeggianti di un’ombrosa stradina privata di West Ryde. Sam usava Buongiorno
a qualsiasi ora, ma erano davvero passate da poco le dieci di mattina, e quel silenzioso suburbio di Sydney era immerso nel sole e nel canto degli uccelli.
– Perfetto – risposi. – Vorrei non essere incatenato a questa scrivania.
Ci fu una lunga pausa, e mi chiesi se il traduttore avesse digerito male quel modo di dire, creando l’impressione che io fossi stato messo ai ceppi da spietati assalitori, che mi avevano nondimeno lasciato un comodo accesso al mio programma di messaggistica istantanea. Poi Sam disse: – Sono lieto che tu non sia andato a fare una corsa oggi. Ho già provato con Alison e Yuen, ed erano entrambi non disponibili. Se non fossi riuscito a mettermi in contatto con te, sarebbe stato difficile tenere a freno certi miei colleghi.
Sentii un sussulto di ansia, unito a irritazione. Rifiutavo di portare un iWatch per rendermi raggiungibile ventiquattr’ore al giorno. Ero un matematico, non un ostetrico. Forse ero anche un dilettante come diplomatico, ma se pure Alison, Yuen e io non avessimo coperto del tutto i fusi orari, non ci sarebbe mai voluta più di qualche ora perché Sam riuscisse a raggiungere almeno uno di noi.
– Non mi ero reso conto che tu fossi circondato da teste calde – replicai. – Che emergenza c’è? – Sperai che il traduttore rendesse giustizia al mio tono tagliente. I colleghi di Sam erano quelli con piena capacità di intervento, con tutte le risorse; non avrebbero dovuto correre dietro ai fantasmi. È vero, una volta avevamo cercato di spazzarli via, ma era stato un errore perfettamente innocente, più di dieci anni prima.
Sam disse: – Qualcuno dal tuo lato sembra aver saltato il confine.
– Saltato il confine?
– Per quanto possiamo vedere, non c’è una trincea che lo attraversi direttamente. Ma poche ore fa, un gruppo di proposizioni dal nostro lato ha iniziato a obbedire ai vostri assiomi.
Ero esterrefatto. – Un gruppo isolato? Senza una derivazione che riportasse a noi?
– Nessuna che siamo riusciti a trovare.
Rimasi per un po’ a pensare. – Forse è stato un evento naturale. Un breve impulso dal rumore di fondo ha attraversato il confine, e si è lasciato alle spalle una specie di pozza di marea.
Sam non diede importanza a quel che avevo detto. – Il gruppo era troppo grande per questo. La probabilità sarebbe stata ridicolmente bassa. – Sul canale dati arrivarono i numeri: aveva ragione.
Mi sfregai le palpebre con la punta delle dita; improvvisamente mi sentii molto stanco. Avevo pensato che la nostra antica nemesi, Algebra Industriale, avesse abbandonato l’inseguimento da molto tempo. Avevano smesso di offrirmi mazzette e di mandare mercenari a infastidirmi, quindi avevo dato per scontato che avessero declassato il Difetto a truffa o miraggio, e fossero tornati alla loro attività principale: aiutare gli eserciti del mondo a uccidere e mutilare la gente in maniere sempre più tecnologicamente raffinate.
Forse questa non era AI. Alison e io avevamo localizzato per primi il Difetto (un insieme di risultati aritmetici contraddittori, che segnava il confine tra la nostra matematica e la versione che contraddistingueva il mondo di Sam), utilizzando un vasto insieme di elaborazioni distribuite eseguite su Internet, con migliaia di volontari che donavano la potenza di calcolo dei loro elaboratori quando le macchine sarebbero state comunque inattive. Quando avevamo staccato la spina da quel progetto (tenendo segreta la nostra scoperta, per timore che AI trovasse il modo di farne un’arma), alcuni partecipanti erano rimasti scontenti, e avevano parlato di continuare a cercare. Sarebbe stato abbastanza facile per loro scriversi i propri programmi, adattando la stessa piattaforma open source che Alison e io avevamo usato, ma era difficile capire come avrebbero potuto raccogliere abbastanza sostenitori senza lanciare un qualche appello pubblico.
– Non posso offrirti una spiegazione immediata per questo. Tutto quel che posso fare è prometterti che investigherò.
– Capisco – rispose Sam.
– E tu non hai qualche idea? – Un decennio prima, a Shanghai, quando Alison, Yuen e io avevamo usato il supercalcolatore chiamato Luminous per sferrare un attacco continuativo contro il Difetto, i matematici del lato opposto avevano colto i dettagli del nostro ottuso assalto abbastanza chiaramente da rimandarci contro attraverso il confine uno sbuffo di matematica alternativa con precisione millimetrica, colpendo solamente noi tre.
Sam disse: – Se il gruppo fosse stato collegato a qualcosa, avremmo potuto seguire la traccia. Ma isolato com’è non ci dice nulla. Per questo i miei colleghi sono così ansiosi.
– Già. – Speravo ancora che l’intera cosa potesse rivelarsi un errore strumentale, l’equivalente matematico di uno stormo di uccelli con un’eco radar che casualmente somigliava a qualcosa di più sinistro, ma la vera gravità della situazione cominciava finalmente ad apparirmi.
Gli abitanti del lato opposto erano i vicini più pacifici che si potesse ragionevolmente sperare di avere, ma se la loro infrastruttura matematica veniva minacciata si trovavano davanti a una concreta prospettiva di annientamento. Si erano già difesi una volta in passato da una minaccia del genere, ma poiché erano stati capaci di rintracciarne la sorgente e capirne la natura, avevano mostrato grande sopportazione. Non avevano colpito a morte i loro assalitori, né spazzato via Shanghai, o tolto il terreno sotto ai piedi al nostro