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Un amore dal passato: Harmony Bianca
Un amore dal passato: Harmony Bianca
Un amore dal passato: Harmony Bianca
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Un amore dal passato: Harmony Bianca

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About this ebook

Queen Victoria Hospital 3/4
Amore e professione si intrecciano nel reparto in cui tutti i sogni prendono vita.
L'ostetrica Chloe Larson si divide tra il lavoro in ospedale, l'eliambulanza e la sua bambina di tre anni. Le è impossibile trovare tempo per l'amore, e lei non lo desidera neppure. Però, sembra proprio che l'amore abbia trovato del tempo per lei, perché ha portato al Queen Victoria il sexy Xander Jameson, chirurgo e... padre di sua figlia!

Possibile che quella donna sia Chloe? Xander quasi non riesce a crederci. Dopo una relazione infuocata durata quattro settimane, lei era svanita nel nulla. È vero, lei gli ha persino nascosto la nascita della loro bambina, ma non vuole pensare che per loro non possa esistere una seconda possibilità, e questa volta non solo tra le lenzuola.
LanguageItaliano
Release dateMar 19, 2021
ISBN9788830526068
Un amore dal passato: Harmony Bianca
Author

Emily Forbes

È lo pseudonimo letterario di due sorelle, che con questo romanzo debuttano ufficialmente in Harmony Bianca.

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    Un amore dal passato - Emily Forbes

    successivo.

    1

    «Tanti auguri a te! Tanti auguri alla piccola Lily!»

    Chloe Larson dovette ricacciare indietro le lacrime quando Lily soffiò sulle candeline della torta di compleanno. Non riusciva a credere che la sua bambina avesse già compiuto tre anni.

    Staccò le candeline dalla torta e prese il coltello. «Ti aiuto a tagliarla?» chiese.

    «No, voglio la nonna» rispose la bambina.

    Chloe cercò di non prendersela. Fin da quando aveva scoperto di essere incinta a soli ventiquattro anni e aveva deciso di essere una mamma single, sua madre era stata al suo fianco. Non avrebbe mai potuto crescere Lily senza il suo aiuto, quindi cercava di non dispiacersi quando la piccola si rivolgeva a nonna Susan, anziché a lei, anche se qualche volta avrebbe preferito che le cose andassero in maniera diversa.

    Trattenne un sospiro, porgendo il coltello a sua madre.

    «Esprimi un desiderio, Lily» disse Susan mentre guidava la mano della nipotina per tagliare la torta arcobaleno.

    «Non toccare la glassa, Lil» disse Tom, il fratello di Chloe.

    La piccola sollevò con cura la fetta per posarla in un piatto di cartone. «La prima va a zio Tom» disse, porgendo la torta ai suoi ospiti. «Ma quando arriva zio Guy?»

    «Lo hai visto stamattina, Lil. Adesso è al lavoro. Gli terremo da parte una fetta per quando torna.»

    «Puoi portarmi a fare un altro giro in bici, zio Tom?» chiese la bambina mettendo da parte una generosa porzione di dolce per l'altro zio.

    I fratelli di Chloe per il compleanno le avevano regalato una bicicletta rosa, con le rotelle e le frange colorate pendenti dal manubrio, e Lily aveva trascorso gran parte della giornata ad andare su e giù per il vialetto di casa con Tom che le correva dietro.

    «Certo.»

    A ventun anni, Tom era pieno di energia, nonostante il suo lavoro di paramedico, e adorava viziare la piccola. Come il resto della famiglia di Chloe. Era fortunata. Si diceva che per crescere un bambino serviva un intero villaggio, ed era grata a sua madre e ai suoi fratelli per il loro supporto. E anche alle sue amiche.

    «Nonna, vieni a vedermi?»

    Lily corse fuori seguita da Tom e da Susan, lasciando Chloe da sola con le sue migliori amiche.

    «Okay, chi vuole un bicchiere di vino o un gin tonic? Esther?»

    «Vino, grazie» rispose la ragazza.

    «Per me niente vino, ma non dico di no a un'altra fetta di torta» fece Carly, che era ai primi mesi di gravidanza.

    «Cosa desidereresti, Chloe, se fossi tu a dover spegnere le candeline?» le chiese Esther, quando la vide tornare con il bicchiere di vino e la fetta di torta. «Cosa prevede il tuo lieto fine?»

    Chloe strinse le labbra e la guardò di traverso. Le tre ragazze erano amiche dai tempi del corso di ostetricia al Queen Victoria, e insieme a Isabella, che al momento era all'estero, formavano un quartetto inseparabile. A volte Chloe aveva persino il sospetto che fossero in grado di leggersi nella mente. Ma di certo Esther non poteva aver indovinato il suo desiderio di una vita diversa.

    «Sono già felice» rispose decisa. Insisteva sempre su questo punto. Aveva fatto una scelta e non se ne era mai pentita, anche se qualche volta non era stato facile.

    «Sì, ma sei soddisfatta? Non ti piacerebbe avere accanto un cavaliere dall'armatura dorata con cui affrontare le insidie del mondo?»

    Era quello il problema con Carly ed Esther. Le sue due amiche avevano appena trovato le loro anime gemelle ed erano profondamente innamorate; entrambe stavano per sposarsi e volevano che tutti fossero felici quanto loro. Ma le relazioni serie non facevano per lei: nella sua esperienza portavano solo guai. Era contenta per Esther e Carly – lo era davvero – ed era sempre stata un'amica molto presente per loro, ma non avrebbe commesso lo stesso errore di credere di poter essere felice di nuovo. Lo aveva già fatto una volta e non era andata come aveva sperato.

    «Sto bene così» insistette.

    Aveva una vita piuttosto piena e raramente riusciva a prendersi del tempo da dedicare a sé, però le capitava di sentirsi sola, qualche volta. Le sue giornate si dividevano tra il lavoro in Pronto Soccorso al Queen Victoria Hospital, dov'era sempre circondata da pazienti e colleghi, e la casa, dove stava con sua figlia. Era la stessa casa in cui era cresciuta, dove vivevano anche sua madre e suo fratello Tom. Chloe non se ne era mai andata, anche se le sarebbe piaciuto. Aveva finito gli studi da infermiera e poi quelli da ostetrica, quando la sua gravidanza inattesa le aveva scombinato tutti i piani. E ora, tre anni dopo, viveva ancora a casa di sua madre.

    Dall'esterno poteva sembrare frustrante, come se non avesse ancora combinato niente nella propria vita, tuttavia pagava l'affitto ogni mese e partecipava alle spese. Quindi era più una coinquilina, che una mammona. E poi aveva un buon rapporto con sua madre e suo fratello, e a Lily faceva bene avere attorno una famiglia. Inoltre la piccola era molto affezionata sia alla nonna che ai suoi zii. La cosa, naturalmente, faceva piacere a tutti e Chloe non poteva negare che a volte avrebbe desiderato avere un compagno e, sì, anche un po' più di sesso. Ma non credeva nelle avventure di una notte e nemmeno nella capacità delle persone di mantenere relazioni monogame a lungo termine, così si sentiva spesso tra l'incudine e il martello. Per convincerla a credere di nuovo nell'amore ci sarebbe voluto qualcuno di veramente speciale, ma ormai si era persuasa di aver perso la propria occasione di trovare l'uomo giusto.

    «Quanto è passato dal tuo ultimo appuntamento?» le chiese Esther.

    «Eh, un po'...» ammise lei.

    «Potresti essere più precisa?» chiese Carly con un sorriso.

    «Novembre.»

    «Cosa? Novembre? Ma siamo già a marzo!»

    «Lo so. Ma sai quant'è frenetico il periodo delle feste, poi l'inverno... non è che abbia mai troppa voglia di uscire.»

    «Perché non provi con i siti di incontri?» suggerì Carly. «Almeno puoi fare il primo passo senza muoverti da casa. Puoi persino restare in pigiama, per dire...»

    Ma Chloe aveva sentito troppe brutte storie sugli appuntamenti online, e poi voleva provare l'emozione di incontrare qualcuno dal vivo. Sapeva che era possibile, le era già successo in passato. Non le interessava l'idea di scorrere una carrellata di fotografie ritoccate con Photoshop e valutarle solo in base all'apparenza, e di certo non le piaceva l'idea di essere giudicata dagli altri in maniera anonima. Scosse piano la testa.

    «Dovresti pensarci, Chloe» disse Esther. «Anche perché mi piacerebbe che portassi qualcuno al mio matrimonio.»

    Esther glielo aveva già detto molte volte, ma non aveva idea di come trovare un accompagnatore per quel giorno.

    «Potrei chiedere a Harry se ti presenta uno dei suoi amici, o magari potresti conoscere qualcuno proprio al matrimonio» disse Esther prima di voltarsi verso Carly. «O forse Adem ha qualche amico carino?»

    A Chloe si gelò il sangue al pensiero di essere presentata come un trofeo a tutti i loro amici single. «So che avete buone intenzioni, ragazze. Ma sto bene così, davvero.»

    Esther e Carly si scambiarono un'occhiata perplessa. «Scusa. Sai che ti vogliamo bene e vorremmo solo vederti felice.»

    «Lo sono» insistette lei. «Non dite niente a Harry e a Adem, per favore. Se dovessi cambiare idea ve lo farò sapere, okay?»

    Forse, però, avrebbe potuto portare qualcuno con sé al matrimonio, in modo da proteggersi da attenzioni indesiderate. Ma non aveva idea di dove poter trovare una persona per quello scopo.

    Chloe ripose il libro di fiabe della buonanotte preferito da Lily e senza far rumore le rimboccò le coperte. Rimase un momento a guardarla dormire.

    Lily era identica a lei quando aveva la sua età. La nuvola di riccioli biondo rame sparsi sul cuscino le circondava il visino coperto di lentiggini. Aveva un braccio allungato sopra la testa, e in quella posizione si vedeva il gomito sbucciato. Chloe sapeva che aveva un'escoriazione anche sul ginocchio. Allungò la mano per accarezzarle i riccioli. Chloe aveva sempre odiato i propri, soprattutto quand'era adolescente, e non appena aveva avuto abbastanza denaro da parte si era comprata una piastra e si era tinta di biondo. Adesso però i ricci rossi di sua figlia le piacevano da morire. Lei si tingeva ancora i capelli di biondo, ma aveva smesso di stirarseli, se non nelle occasioni più importanti. Non aveva tempo per quel genere di lussi.

    L'unica differenza fra lei e la sua bambina di tre anni era il colore degli occhi. Quelli di Chloe erano marrone scuro, mentre quelli di Lily grigi, e il contrasto con i suoi capelli rossi la rendeva ancora più bella.

    Osservò il viso di sua figlia cercando una qualche rassomiglianza con il padre. Le piaceva pensare che in Lily ci fosse qualcosa di lui, ma più il tempo passava, più le risultava difficile ricordarlo nei dettagli. Lily aveva gli occhi grigi del padre, ma adesso che stava dormendo, lei non li poteva vedere. Si chiese se alla piccola pesasse l'assenza di una figura paterna. Sembrava abbastanza felice però; inoltre c'erano dei modelli maschili nella loro vita. Ma era la stessa cosa?

    No. Chloe e i suoi fratelli minori erano stati cresciuti dalla loro madre dopo che il padre era morto quando lei aveva solo sette anni. Voleva molto bene a sua madre e sapeva che aveva fatto un ottimo lavoro nel crescere da sola tre figli. Ma suo padre le era sempre mancato. Lily non aveva mai conosciuto l'uomo che l'aveva messa al mondo. Forse questo avrebbe alleviato il senso di perdita.

    Scosse la testa. No, ne dubitava. Magari però, quando fosse cresciuta, le sarebbe importato.

    Si chiese per la millesima volta dove fosse il padre di Lily, Xander.

    L'uomo che aveva fatto breccia nel suo cuore nell'outback australiano quattro anni prima.

    Sembrava un dio nordico, e dal primo momento in cui lo aveva visto, lei aveva capito quanto fosse ferito. Ma era bellissimo, irresistibile, ed era stata sicura di poterlo gestire. Lei all'epoca era in Australia per un programma di studio con i Royal Flying Doctors, il corpo medico impegnato nel servizio aereo, e non era di certo in cerca di un'avventura romantica.

    All'inizio tutto era andato bene. Sembrava una relazione fattibile. Sulla carta, la loro storia appariva perfetta. Lei era giovane e spensierata, e Xander era appena uscito da un divorzio burrascoso. Nessuno dei due era alla ricerca di qualcosa di serio e a entrambi stava bene un rapporto leggero che soddisfacesse il reciproco desiderio. Erano rimasti insieme meno di quattro settimane, il tempo che lei aveva trascorso in Australia. Abbastanza per divertirsi un po', ma non per soffrire pene d'amore.

    Alla fine del mese le era dispiaciuto ripartire, ma anche se lui le mancava molto, era convinta di poterlo dimenticare in fretta. Le storie estive non erano destinate a durare per sempre, no?

    Si sarebbe concentrata sulla carriera, determinata a ottenere un contratto con il servizio di aeroambulanza, e Xander Jameson sarebbe presto diventato un bel ricordo del passato.

    Non si aspettava di poter essere divorata da un simile senso di vuoto. Il dolore le era pesato sul petto come un mattone. Non aveva mai concesso il proprio cuore a nessuno. Nella sua esperienza gli uomini erano tutti dei farfalloni che non riuscivano a rimanere fedeli; per questo aveva fatto di tutto per proteggersi da loro, impedendosi di dar sfogo ai propri sentimenti. Ma Xander l'aveva colta di sorpresa.

    Non aveva certo pianificato di innamorarsi. L'amore non durava mai. Il matrimonio dei suoi genitori si era sgretolato sotto il peso delle infedeltà di suo padre, e l'unica relazione quasi seria di Chloe a ventun anni aveva avuto la stessa fine. Innamorarsi, per lei, equivaleva a soffrire. Tuttavia questo non le aveva impedito di ricaderci.

    Non aveva previsto di incontrare Xander. E nemmeno di rimanere incinta.

    Era tornata a Londra da un mese quando se ne era accorta. Almeno questo poteva spiegare i suoi strani sbalzi di umore. Aveva cercato di convincersi di non essere innamorata, ma solo in balia degli ormoni.

    In seguito aveva provato a contattare Xander – era la cosa giusta da fare – ma lui era come scomparso.

    Avrebbe voluto trovarlo. Nonostante le sue convinzioni sulle relazioni serie e la loro durata, si era lasciata trasportare dalla fantasia e aveva preso a immaginare ogni sorta di possibile lieto fine, e una piccola parte di lei sperava nel miracolo, anche se sapeva che sarebbe stato poco probabile.

    Solo mentre lo stava cercando senza successo, si era resa conto di quanto poco lo conoscesse. Non avevano parlato molto nel tempo che avevano trascorso insieme. Sapeva che lui era cresciuto a Adelaide, nel sud dell'Australia, ma non utilizzava i social media e neanche i suoi colleghi di lavoro erano riusciti a fornirle informazioni utili su di lui. Le lettere che gli aveva spedito

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