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Tra sogno e realtà
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Tra sogno e realtà

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About this ebook

Tutto era cominciato con un grande equivoco. Anzi un equivoco gigantesco, delle dimensioni di un cartellone pubblicitario.
Quando Angie Blessing vede la propria faccia stampata su un manifesto nel centro di Sydney, rimane letteralmente sconvolta.
Lo shock aumenta appena quell'ingombrante pubblicità spinge il miliardario Hugo Fullbright a contattarla, e a cercare di "affittarla" per un viaggio d'affari a Tokyo. Angie rifiuta, cerca di spiegare il malinteso e poi, non sa nemmeno lei come o perché, accetta, rimanendo coinvolta in un'avventura in bilico tra la realtà e le sue più ardite fantasie.
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2021
ISBN9788830526457
Tra sogno e realtà
Author

Emma Darcy

La vita di Emma Darcy è stata caratterizzata da tanti colpi di scena, esattamente come succede ai protagonisti dei suoi romanzi. Nata in Australia, al momento abita in una bella fattoria nel Galles.

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    Tra sogno e realtà - Emma Darcy

    Copertina. «Tra sogno e realtà» di Darcy Emma

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Bought Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Emma Darcy

    Traduzione di Caterina Mortillaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eeBook ISBN 978-88-3052-645-7

    Frontespizio. «Tra sogno e realtà» di Darcy Emma

    1

    Angie Blessing non si sentiva particolarmente a proprio agio in quella bella domenica d’estate. Infatti, il sole splendente le stava procurando il mal di testa. O forse era la relazione con Paul che la faceva stare male.

    Era seduta nella Mercedes decappottabile del fidanzato, diretta all’appartamento che condivideva con la sua migliore amica e socia in affari, Francine Morgan. Era stata lei a voler tornare a casa perché non aveva nessuna voglia di partecipare alla regata sullo yacht di Paul. Ma invece di pensare a quanto fosse fortunata a essere la prescelta di uno dei più ambiti scapoli di Sydney, continuava a tornarle in mente il libro che era diventato la bibbia di Francine: Il mercato del matrimonio dopo i trenta - Come trovare il marito giusto per te.

    Il suo rapporto con Paul Overton durava ormai da tre anni, senza che lui le avesse fatto alcuna proposta di matrimonio.

    Ma quello che la turbava di più era che, se lui si fosse gettato in ginocchio in quello stesso momento per chiederle di sposarlo, non avrebbe saputo che cosa rispondergli.

    «Non dimenticarti che abbiamo quella cena per la raccolta di fondi, venerdì sera» le disse lui mentre la riaccompagnava a casa.

    Ancora politica, pensò Angie. Proprio come la cena della sera prima. Tutto per Paul era politica: fare conoscenze influenti, creare una rete di sostenitori potenti che avrebbero favorito la sua ambizione di ottenere un seggio in parlamento. La sua attuale professione di avvocato aveva ben poco a che fare con l’amore per la legge. Era più che altro un palcoscenico sul quale fare sfoggio delle sue abilità di oratore, un trampolino verso la meta che voleva raggiungere.

    «Angie...?» la sollecitò aggrottando le sopracciglia, impaziente per non avere ottenuto risposta.

    «Sì, Paul. L’ho annotato sulla mia agenda» gli rispose, odiando la sensazione di essere poco più di un ornamento per lui durante quei ricevimenti. «E abbiamo il balletto mercoledì sera» gli ricordò con un moto di piacere alla prospettiva di quella serata.

    «Non credo che potrò venirci. Il caso al quale sto lavorando richiede una lunga preparazione. È un processo importante e sarà ripreso in televisione.»

    Angie strinse i denti. Il balletto era una cosa che riguardava solo lei e non aveva nessuna rilevanza nella sua carriera. Paul avrebbe potuto preparare il caso quel giorno, invece di andare in barca, ma non gli sarebbe mai passato per la mente di rinunciare a uno solo dei propri piaceri.

    «Vacci con Francine» le suggerì con noncuranza.

    «Va bene» rispose lei, asciutta. Discutere sarebbe stato inutile, solo fiato sprecato.

    L’uomo si accostò al marciapiede e tenne il motore acceso, segno che non sarebbe uscito dalla macchina per aprirle la portiera. Angie si chiese se il romanticismo fosse destinato a esaurirsi in ogni relazione dopo tre anni. Bisognava considerarlo come un fatto nella norma?

    «Spero che lo stomaco smetta presto di darti problemi» le disse con un sorriso di circostanza.

    «Lo spero anch’io» rispose lei, attenendosi alla scusa che aveva addotto per non accompagnarlo.

    Paul non fece neppure l’atto di volerla baciare. Non poteva rischiare di buscarsi un virus con il processo che doveva discutere quella settimana.

    «Hai un’aria sofferente» commentò con tono mesto. «Prenditi cura di te.»

    Lui non avrebbe mosso un dito, pensò la donna.

    «Ti chiamo in settimana» aggiunse poi.

    Certo. Per accertarsi che io sia in forma per venerdì, quando avrà di nuovo bisogno di me.

    «Bene» disse Angie, cercando di scacciare quei cattivi pensieri.

    Paul era l’uomo più attraente che avesse mai incontrato: alto, prestante, capelli scuri e ondulati che gli lasciavano libera l’ampia fronte, occhi scuri e penetranti che colpivano per la loro intelligenza, un bel viso virile. Veniva da una famiglia ricca di cui teneva alte le tradizioni; le avrebbe garantito un brillante futuro, se mai le avesse chiesto di sposarlo.

    «Divertiti» si sforzò di dirgli mentre usciva dall’automobile.

    Lo guardò mentre si allontanava: un uomo di serie A in una macchina di serie A, e si chiese se Paul la considerasse una donna di serie A. Con ogni probabilità ne aveva l’immagine: alta, lunghi capelli biondi, abbastanza snella da indossare con eleganza ogni genere di abito, anche se aveva troppe curve per incarnare il tipo della modella, una bella pelle senza difetti che non aveva bisogno di coprire con troppo trucco un viso regolare e fotogenico. La sua maggiore attrattiva erano gli occhi di un’insolita tonalità di verde.

    Sapeva presentarsi bene e aveva imparato che questo era molto importante nel suo genere di lavoro. Le persone che si rivolgono ad uno studio di progettazione d’interni hanno maggiore fiducia in un professionista dall’aspetto curato ed elegante. Di sicuro lei aveva l’immagine giusta per piacere a Paul, ma aveva anche la sostanza perché lui la considerasse adeguata, come moglie?

    Non veniva da una famiglia ricca né politicamente influente. I suoi genitori erano artisti con tendenze antigovernative e l’avevano lasciata libera di decidere del proprio futuro. Non era il genere di suoceri adatto a uno come Paul, anche se non si sarebbero mai sognati di interagire con l’ambiente che lui frequentava.

    Inoltre vivevano lontano, sulla costa nord, a Byron Bay. Non avevano mai interferito nella sua relazione con Paul, né lo avevano fatto i genitori di lui, che sembravano averla accettata. In superficie. Ma sarebbe stata giusta come compagna per la vita? E, cosa più importante, lei desiderava davvero essere la compagna di Paul Overton per tutta la vita?

    Un tempo le era sembrata una prospettiva meravigliosa, adesso non ne era più tanto sicura.

    In realtà, cominciava a provare la sensazione di aver sprecato tre anni in un sogno roseo che stava mostrando dei risvolti poco promettenti.

    Si diresse all’appartamento chiedendosi se Francine avesse incontrato l’Uomo Giusto la sera prima alla Cena per sei, un gruppo di single sulla trentina, in cerca dell’anima gemella, l’ultimo stratagemma della sua amica nella caccia al marito.

    Trovò Francine seduta al balcone affacciato sulla baia, con un giornale della domenica aperto davanti, una tazza di caffè in mano e l’ombra del fallimento che le toglieva ogni interesse nella bella giornata e in qualsiasi altra cosa. Era ancora in pigiama, con i riccioli bruni arruffati in modo indescrivibile. Le tracce del mascara della sera prima le davano un aspetto disfatto. Le spalle curve completavano la sua aria di sconforto.

    «Un altro buco nell’acqua?» le chiese con tono comprensivo mentre la raggiungeva.

    «Troppo zelanti. Nessuna scintilla» fu la risposta laconica.

    Con ogni probabilità, quegli uomini erano tanto ansiosi di fare buona impressione quanto Francine. «Forse saranno più rilassati al secondo appuntamento.»

    «No... io... sì» sillabò Francine alzando gli occhi al cielo con aria esasperata. «Non ci penso proprio a dare loro un secondo appuntamento. Troppo infiammati dal desiderio di correre alle conclusioni.»

    «Be’, anche tu avevi un aspetto incandescente con quel tuo vestito rosso.»

    Decisamente notevole, aveva pensato Angie quando aveva visto il corpo sinuoso dell’amica fasciato nel tessuto aderente, per non parlare degli spacchi provocanti e del nuovo reggiseno push-up. Francine era piccola, ma molto femminile. Un bel viso, magnifici capelli e un aspetto mozzafiato quando decideva di essere attraente in modo aggressivo.

    «Ho bisogno di accendere il fuoco nel tipo giusto, quando lo incontrerò. Questo è quello che dice il libro. Staccarsi dalla massa. Essere positiva e memorabile. Apparire sempre al meglio.»

    «Non è proprio quello che stai mettendo in pratica stamattina» la canzonò Angie, cercando di tirarle su il morale. «E se mi fossi portata dietro un amico di Paul?»

    «L’avrei fatto scappare a gambe levate. Sono solo un po’ giù di corda. E poi tu non dovresti essere qui. Che ne è stato della regata?»

    «Non ne avevo voglia.»

    «Facile la vita per certa gente!» commentò Francine battendo le mani sul tavolo mentre si alzava in piedi. «Va bene, adesso mi lavo e vado in palestra a mettermi un po’ in mostra.» Nella voce e sul viso c’era una ferma determinazione mentre si dirigeva verso il bagno.

    «Dovresti prendere le cose con più calma» si lasciò scappare Angie prima di riflettere.

    Francine si girò di scatto, esasperata. «Non darmi consigli! Tu hai trovato l’Uomo Giusto da tanto tempo che non puoi capire come mi sento. O come stanno le cose per chi è single. E non voglio sistemarmi con uno qualsiasi!»

    «Non devi farlo» convenne Angie, non troppo sicura che sistemarsi con Paul fosse la cosa giusta. Le sue convinzioni a questo proposito erano sempre più vacillanti.

    «Durante tutti questi anni, mentre ci costruivamo una solida posizione, tu mi hai sempre detto che sono brava nel promuovere la nostra attività» si accalorò Francine.

    «Lo sei.»

    «Sono riuscita perfino a ottenere il contratto da Fullbright, che ci frutterà un sacco di soldi. Quindi dovrei essere in grado di promuovere me stessa e ottenere il risultato che mi prefiggo» continuò decisa. «Questo significa che devo rendermi appetibile per il mio futuro marito. E stai pur certa che non lascerò nulla di intentato. Ho trent’anni e voglio sposarmi e avere dei bambini.»

    Con questa ferma dichiarazione, Francine marciò verso la stanza da bagno.

    Avevano entrambe trent’anni, pensò Angie mentre portava in cucina la tazza vuota dell’amica e si preparava del caffè. Avevano trascorso gli ultimi anni lavorando duramente per consolidare la loro attività e affermarsi nel mercato del lavoro. Il contratto Fullbright, che prevedeva che si occupassero dell’intero arredamento di un nuovo blocco di appartamenti di lusso sulla baia, dimostrava che erano arrivate ai massimi livelli nel loro campo. Il successo era molto esaltante, ma erano anche giovani donne e le priorità stavano cambiando, adesso che l’orologio biologico cominciava a farsi sentire con insistenza.

    Angie si disse che non doveva essere così scontenta della sua relazione con Paul, ma non poteva fare a meno di constatare che la passione dei primi tempi era ormai svanita. Forse era normale per tutti che l’eccitazione lasciasse il posto alla rassicurante sensazione di poter contare l’uno sull’altra. Non era realistico aspettarsi che tutto fosse perfetto. Non si era ancora rassegnata all’idea che mantenere qualcosa che valesse la pena comporta una certa dose di compromesso?

    Solo che Paul non era mai disposto a concedere compromessi, su niente.

    Lei lo aveva già notato all’inizio. Adesso, forse, lo stava notando un po’ troppo. Ma se rompeva con lui... la spaventava l’idea di essere di nuovo single e di ritrovarsi di colpo nella giungla degli appuntamenti deludenti. L’accanimento di Francine le sembrava eccessivo, eppure... avrebbe cominciato anche lei a sentirsi disperata non riuscendo a scorgere prospettive allettanti?

    Forse avrebbe fatto meglio a tenere in conto i lati positivi della sua relazione con Paul, invece di essere critica.

    A ben vedere, non le aveva mai parlato di matrimonio, ed erano passati tre anni.

    Lo avrebbe mai fatto? O per lui era solo una comoda abitudine, di cui avrebbe fatto a meno al momento di scegliere una moglie che soddisfacesse le sue ambizioni?

    Il caffè era pronto e se ne versò una tazza che portò con sé sul balcone, dove si sedette con la mente piena di dubbi.

    Il giornale non le offrì la distrazione di cui aveva bisogno e quindi cercò di focalizzare l’attenzione sul contratto appena acquisito, pianificando come condurre al meglio l’incontro che aveva in programma con Hugo Fullbright, il giovedì successivo. L’imprenditore miliardario aveva la fama di essere esigente e lei doveva a tutti i costi fargli buona impressione. Ed era convinta di poterci riuscire.

    Francine ricomparve,

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