Covid Ground Zero Il nuovo Medioevo: Gli effetti della pandemia e la società del futuro
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Covid Ground Zero Il nuovo Medioevo - Mario Salisci
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INDICE
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INDICE
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA LA DECADENZA DELL’IMPERO
1. LA PAX ROMANA
Box 1 Il capolavoro di Roma: le strade
2. UNA SOCIETÀ GLOBALIZZATA
3. IL SECOLO D’ORO
4. LA PANDEMIA
5. LA PAURA E IL PANICO A ROMA
6. LA CARESTIA
7. ABBANDONO DEI CONTESTI URBANI
8. LA STORIA DELLE INVASIONI BARBARICHE
9. LE PERSECUZIONI RELIGIOSE
10. RIFORME FISCALI E ECONOMICHE
11. LA IUGATIO-CAPITATIO
12. LE REAZIONI ALLA CRISI
13. UNA NUOVA CIVILTÀ
PARTE II LA CRISI DELL’OCCIDENTE
1. LA PAX AMERICANA E IL NUOVO ORDINE
2. LA GLOBALIZZAZIONE
3. IL SECOLO BREVE
4. I VALORI SPIRITUALI
5. LA CAPITALE DELL’IMPERO
6. L’INVERNO DEMOGRAFICO
7. I FLUSSI MIGRATORI
8. FUGA DALLE METROPOLI
9. MURI E MURA
10. LA PANDEMIA
11. EFFETTI SOCIALI
12. UNA NUOVA MORALE
13. POST MODERNO O NUOVO MEDIOEVO?
POSTFAZIONE
Bibliografia
L’autore
Note
INTRODUZIONE
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Link HD: https://vimeo.com/511147969
Nel II secolo d.C., durante il Regno di Marco Aurelio, un evento imprevisto devastò il più ricco, potente ed esteso dominio della storia. Da quell’evento l’Impero Romano non si riprese più, incominciando un lungo e inesorabile declino. Molte popolazioni sottomesse si ribellarono contro Roma, scatenando il terrore tra i cittadini. I commerci sfiorirono, l’insicurezza divenne pervasiva e l’esercito non riuscì più a contenere l’aggressività dei barbari. Quell’evento fu determinato da una terribile pandemia, che aprì la strada ad una nuova era: il Medioevo.
A quasi duemila anni di distanza, all’apogeo del suo potere economico e della sua espansione culturale, l’Occidente si trova ad affrontare un evento tanto inaspettato quanto devastante: una nuova pandemia. Come allora, la civiltà occidentale è globale e, come i Romani, anche gli occidentali (in particolare gli Americani) si sentivano potenti e sicuri. La situazione però pare essere cambiata e la debolezza della nostra civiltà è sempre più evidente. Nello stesso tempo, altre società ambiscono ad espandere la loro influenza, mettendo in discussione l’ordine costituito e il lungo periodo di stabilità noto come la Pax Americana. Il declino demografico e la forte pressione ai confini dell’Occidente riporta alla mente quanto già vissuto dall’Impero Romano.
La transizione è in atto. Riuscirà la nostra civiltà a reagire, integrando le nuove tensioni e la grande sfida che la pandemia ha posto oppure entrerà in un lungo periodo di decadenza, caratterizzato da insicurezza e conflittualità? In altre parole, riusciremo ad effettuare una transizione pacifica e positiva verso un mondo migliore?
PARTE PRIMA
LA DECADENZA DELL’IMPERO
… a Babilonia, un certo vapore pestilenziale si sviluppò nel tempio di Apollo da una cassetta d’oro che un soldato aveva accidentalmente aperto, e si diffuse poi sulla Partia e sull’intero mondo.
Scriptores historiae Augustae. Verus VIII
1. LA PAX ROMANA
Il regno di Marco Aurelio (161-180 d.C.) ha rappresentato per molti versi un punto di svolta nella storia dell’Impero Romano. Marco Aurelio, co-imperatore insieme a suo fratello Lucio Vero, è stato l’ultimo di una serie di Imperatori che hanno portato l’Impero alla sua massima estensione e all’apogeo della ricchezza e della potenza politica, economica e militare, un periodo noto come il tempo della Pax Romana.
La fase di relativa stabilità politica e sociale è durata più di un secolo e, fatto salvo qualche guerricciola locale e qualche tumulto, prontamente sedato, è stata caratterizzata da una sostanziale continuità politica e da una grande espansione economica e culturale. Si tratta di un periodo di grande rilievo per la storia di Roma, un secolo aureo che diede modo al suo modello organizzativo e culturale di diventare egemonico e pervasivo.
Nel 160 d.C. Roma dominava in tutto il bacino del Mediterraneo, sull’Europa continentale, sulle grandi Isole settentrionali e controllava, direttamente o indirettamente, diversi regni orientali fino al Golfo Persico.
L’Impero era un immenso ambiente culturale che univa l’Europa all’Oriente greco, permetteva scambi commerciali tra le cave di ambra del Baltico e il deserto d’Arabia e rese il Mediterraneo il proprio mare, il Mare Nostrum, visto che tutte le sue sponde erano sotto il controllo diretto di Roma. Il commercio, garantito dalle leggi e dalla flotta imperiale, era libero, gli scambi culturali vivacissimi, la libertà di culto garantita, le città ricche, esuberanti e floride.
Roma rappresentava, in qualche modo, l’evoluzione del progetto ellenistico, il grande sogno di Alessandro il Macedone che con l’epopea romana trova la sua più compiuta realizzazione. L’unità culturale e politica prospettata dall’ellenismo, una unità già presente nel Mediterraneo orientale oramai da qualche secolo, diventa globale.
Il mondo antico era un mondo urbanizzato, raffinato e dinamico, con civiltà millenarie e raffinatissime come quella Egiziana. L’Oriente del Mediterraneo era la parte più evoluta, ricca e densamente abitata. Con Cartagine prima e poi con Roma, anche la parte occidentale iniziò un impetuoso sviluppo, sebbene con modalità diverse e con elementi sincretici che creeranno una identità peculiare. Nel Mediterraneo occidentale l’influenza romana si fece molto più netta e superò quella dei Greci: dopo aver distrutto Cartagine, Roma ereditò tutte le colonie fenice, mentre i militari fondarono diverse nuove città e le collegarono attraverso un’opera infrastrutturale grandiosa: la rete stradale romana.
Box 1 Il capolavoro di Roma: le strade
La rete stradale creata da Roma era un sistema viario di oltre 80.000 chilometri fatto di strade carrabili, ponti, gallerie e presidi di sosta che