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Un marito a contratto: Harmony Collezione
Un marito a contratto: Harmony Collezione
Un marito a contratto: Harmony Collezione
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Un marito a contratto: Harmony Collezione

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About this ebook

Katie Collins non ha alcuna intenzione di sottomettersi alle dispotiche volontà del padre adottivo, che vuole che si sposi e le ha addirittura già trovato un candidato. L'unico modo che ha per sottrarsi alle sue grinfie è trovarsi da sola un marito. E ha già in mente chi potrebbe essere l'uomo giusto...

Alessandro ricorda a malapena la timida e innocente ragazzina che aveva conosciuto a casa del fratello della sua matrigna. Adesso però Katie si è trasformata in una splendida donna e lo sta quasi implorando di sposarla. Alessandro non può ignorare la sua richiesta di aiuto e, insieme al piacere di poterla avere fra le proprie braccia, avrà anche la possibilità di attuare la sua piccola vendetta.
LanguageItaliano
Release dateFeb 19, 2021
ISBN9788830524859
Un marito a contratto: Harmony Collezione
Author

Natalie Anderson

Tra le autrici più amate e lette dal publico italiano.

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    Un marito a contratto - Natalie Anderson

    successivo.

    1

    Non puoi costringermi a sposarlo. Non puoi costringermi a sposare nessuno...

    Katie Collins si sistemò sull'ampia poltrona della reception della Zed Enterprises, stringendo nervosamente la borsa e ricordando a se stessa di respirare a sufficienza da rimanere conscia. Se avesse avuto più orgoglio – o una qualsiasi altra possibilità – sarebbe scappata da quel posto un'ora prima, ma le minacce che le echeggiavano nelle orecchie l'avevano costretta a rimanere. Lui era l'unica persona che avesse il potere di aiutarla.

    Se non vuoi sposarlo puoi andartene anche adesso, ma sappi che questo la ucciderà.

    Katie sbatté le palpebre nel tentativo di sfuggire a quell'orrore e fissò lo sguardo su quanto la circondava. Gli uffici di Alessandro Zetticci erano di uno stile elegante e minimalista; l'acciaio e il cromo parlavano della mascolina raffinatezza e della ricchezza che lui aveva accumulato in pochissimo tempo. Cosa che non la sorprendeva affatto. Aveva sempre avuto un talento particolare nell'intuire ciò che la gente desiderasse.

    Era passato un decennio da quando lo aveva visto l'ultima volta ed era assolutamente conscia che lui non l'avrebbe riconosciuta. Avrebbe dovuto presentarsi, prima di implorarne la benevolenza.

    Rimarrò senza casa. Esattamente come la donna che si è presa cura di te per tanti anni. Ed è solo colpa tua, piccola ingrata.

    Ancora una volta Katie bloccò l'eco della cattiveria che il padre adottivo le aveva sputato addosso.

    In cerca di una qualsiasi distrazione si voltò a guardare la receptionist. Vestita con una gonna blu e una camicetta bianca, la donna in questione sembrava uscita direttamente da un film francese. Anche Katie indossava una gonna blu e una camicetta bianca ma quella della receptionist era di seta, mentre la sua era sintetica e, proprio in quel momento, le si era appiccicata addosso. Surclassata. Fuori posto. Non era mai stata abbastanza.

    Si irrigidì, ricacciando l'autocommiserazione. Non aveva bisogno di vestiti alla moda, considerato il fatto che lavorava tra i giardini e una cucina per la maggior parte del tempo.

    Non puoi rifiutare, dopo tutto quello che abbiamo fatto per te!

    Un rivolo di sudore le percorse la schiena, nonostante l'edificio fosse perfettamente climatizzato.

    Allentò la presa sulla borsa per la ventesima volta, ma solo per tornare a stringerla come fosse l'unica ancora di salvezza.

    Non aveva preso un appuntamento, ed era già fortunata che Alessandro si trovasse in ufficio quel giorno. Troppo tardi realizzò di non avere idea di cosa avrebbe fatto se non lo avesse trovato. Non aveva neppure idea di cosa avrebbe fatto se le avesse detto di no.

    Non vuoi essere un vero membro della famiglia?

    Quel tentativo di manipolarla aveva colpito nel segno. Quindi l'avevano sempre considerata un'estranea? Aveva sempre saputo che Brian non la voleva, ma confessarlo tanto esplicitamente, cercare di convincerla ad accettare una simile follia...

    Vuoi davvero assistere alla sua devastazione?

    Ed era proprio quello il problema. Doveva tutto a Susan, alla madre adottiva. E non soltanto quello... la amava, e doveva proteggerla.

    «Signorina Collins?» La receptionist interruppe quel sogno a occhi aperti. «Alessandro è pronto a riceverla.»

    Il cuore di Katie mancò un battito. Improvvisamente si scoprì desiderosa di fuggire dalla parte opposta, ma seguì la donna sforzandosi di respirare.

    E fu un'ottima cosa perché, nell'attimo in cui entrò nell'ufficio, i suoi polmoni – esattamente come il resto del corpo – si congelarono. Durante il viaggio in treno aveva guardato le ultime fotografie di lui, ragion per cui pensava di essere immune. Ma si era sbagliata. Alessandro Zetticci in carne e ossa era a dir poco irresistibile.

    Una serie di ricordi le bruciarono nella mente. Alessandro nel frutteto. Il suo sorriso. La sua roca risata. Le sue spalle ampie.

    Sbatté le palpebre nel disperato tentativo di focalizzarsi su di lui in quel momento.

    I capelli neri come l'inchiostro erano sufficientemente lunghi da ricadergli sugli occhi. Gli zigomi scolpiti apparivano enfatizzati da una mascella mascolina e perfettamente simmetrica. Lunghe ciglia scure incorniciavano due incredibili occhi azzurro pastello, illuminati da una bruciante intensità.

    Se non lo avesse conosciuto meglio avrebbe pensato che portasse delle lenti a contatto colorate, ma Katie lo aveva visto cupo e silenzioso a tavola, tanti anni prima, e anche allora, quando era stato volubile e rancoroso, gli occhi erano sempre rimasti accesi dalla medesima luminosità.

    La bocca possedeva una curvatura naturalmente peccaminosa, una sorta di costante e malizioso sorriso sotto i baffi, come se stesse pensando a qualcosa di leggermente inappropriato. Era una bocca fatta apposta per essere baciata. E Katie lo ricordava perfettamente.

    La camicia bianca aveva un bottone slacciato a rivelare il collo abbronzato. La sua abbronzatura era integrale. Katie ricordava anche quella.

    L'uomo che le stava di fronte era affascinante in modo sconvolgente. Il genere di persona che, per strada, avrebbe fatto voltare le donne a guardarlo. Ma non era soltanto il suo sguardo ardente a catturare l'attenzione della gente. Era l'energia che crepitava in lui. Possedeva una vitalità tale da influenzare chiunque gli stesse intorno. Era questo che aveva portato all'ascesa del suo impero con una tale rapidità. Proprio a causa di quel sorriso e di quell'aurea di divertimento, chiunque avrebbe voluto avvicinarglisi, sedotto dalla sicurezza che gli brillava negli occhi. Ma più che di sicurezza si trattava di arroganza, una genuina attitudine che aveva reso lui incredibilmente popolare e i suoi investimenti un trionfo ineguagliabile.

    Era semplicemente irresistibile, desiderato da qualsiasi donna al mondo. Ed era felice di essere cacciato ma mai catturato.

    E tuttavia Alessandro Zetticci aveva anche affrontato moltissime avversità. Katie contava sul fatto che questo lo avesse reso umano. Che lo avesse messo in grado di capire. Che lo avesse messo in grado di voler aiutare.

    Tornò a sbattere le palpebre, spezzando la mortificante immobilità che il suo aspetto le aveva procurato.

    Lui non si degnò neppure di salutarla. Una rapida occhiata parve accoglierla e congedarla in un secondo.

    «Sono Katie Collins» proruppe imbarazzata. «Vivo a White Oaks Hall con Brian Fielding.»

    Lui non sorrise. «Non ho bisogno che mi ricordi chi sei, Katie.»

    «Non ero certa che ricordassi...»

    «Come potrei dimenticare?» Un misto di dispiacere e disapprovazione balenò nei suoi occhi.

    Vacillante di fronte a quel comportamento ostile, Katie inumidì le labbra riarse. Lei non gli aveva fatto nulla. Di certo non era stata sua intenzione fargli nulla.

    Alessandro Zetticci era piombato nella vita di Katie nella sua piena adolescenza, quando lei aveva appena dieci anni. Suo padre, il famoso chef italiano Aldo Zetticci, aveva da poco sposato Naomi, sorella di Brian. Brian e Naomi erano molto uniti, ragion per cui Aldo e Alessandro avevano raggiunto la famiglia Fielding per le vacanze a White Oaks. Solo un paio d'anni più tardi Aldo era morto.

    Alessandro e Naomi avevano dibattuto riguardo al futuro dell'impero del padre. Brian aveva sostenuto Naomi. Scontroso e fiero, Alessandro aveva combattuto duramente, infiammandosi per le interferenze di Brian.

    Se te ne vai adesso, non potrai mai più tornare qui.

    L'allontanamento di Alessandro da parte di Brian aveva sconvolto anche lei.

    Non nominarlo mai più.

    Quando Katie aveva chiesto a Brian dove fosse andato Alessandro, l'uomo se l'era presa con lei. Al tempo era troppo giovane per capire, ma aveva comunque compreso che non fosse stata affatto colpa di Alessandro. A ogni modo, le idee di quest'ultimo a proposito dell'azienda del padre non avrebbero potuto essere tanto sbagliate, considerato il successo che lui stesso aveva avuto.

    Era sempre stato forte e determinato ma dallo sguardo nei suoi occhi, in quel momento, doveva anche essere implacabile.

    Katie si schiarì la gola e costrinse se stessa a parlare. «Ho una proposta per te.»

    Alessandro si limitò a inarcare un sopracciglio. «Sembra intrigante.» Dal tono, però, era chiaro che pensasse il contrario.

    L'irritazione la irrigidì. «Lavoro a White Oaks» continuò. «Ho avviato un'azienda che produce salse. Si vendono molto bene.»

    Fece una pausa, perché lui sembrava già annoiato. La disperazione si tramutò rapidamente in dolore.

    «Vieni al punto, Katie» strascicò. «Cosa vuoi da me?»

    Era talmente sconvolta dalla realtà di Alessandro in carne e ossa, così intimidita dall'espressione nei suoi occhi, che presto dimenticò il breve discorso che accuratamente aveva preparato per convincerlo. Continuò senza ulteriori preamboli.

    «Voglio che tu mi sposi.»

    Alessandro spalancò gli occhi, tanto che il nero delle pupille inghiottì l'azzurro circostante. Il resto di lui non si mosse. Sembrava non respirare nemmeno.

    «Non realmente, è ovvio» si affrettò ad aggiungere impacciata. «Solo sulla carta. E non a lungo.»

    «Vuoi che io ti sposi?» echeggiò lentamente. «Non era certo ciò che mi aspettavo dicessi.»

    Katie si irrigidì, incapace di leggere la sua espressione, ma poi lui tirò indietro la testa e si concesse una sonora risata. E la cosa fu oltremodo oltraggiosa.

    Una rovente emozione le attanagliò lo stomaco. Per tutta la vita aveva cercato di assecondare le richieste della gente, di adattarsi, di essere prudente, ma in quel momento si ritrovò sopraffatta dalla rabbia, una rabbia alimentata dalla totale umiliazione. «Sono felice di averti ravvivato la giornata» ribatté sarcasticamente. «Dimentica qualsiasi cosa abbia detto.»

    «È difficile che io possa dimenticarlo.»

    Si alzò e uscì da dietro la scrivania.

    «Cosa stai facendo?» La voce di Katie si fece più stridula mentre lui le si avvicinava invadendo il suo spazio.

    Alessandro non rispose. Piuttosto la osservò da capo a piedi, come fosse una strana creatura in un museo di storia naturale. E poi le si avvicinò ulteriormente.

    «Mi stai annusando?» Oltraggiata, si allontanò di scatto.

    «Sì. Hai bevuto?» Allungò una mano e le afferrò il mento.

    Katie lo fulminò con lo sguardo mentre lui, indifferente, le voltava il viso da una parte e dall'altra, studiandone attentamente i lineamenti.

    «Hai assunto droghe?»

    «Cosa? No!» Si liberò dalla presa. «Ascolta, sono perfettamente lucida.» La verità le salì alle labbra, esattamente come il dolore e la disperazione. «Sono solo nei guai, e tu sei l'unica persona che credo possa aiutarmi. Ovviamente non puoi, per cui me ne vado. Adesso.» Si voltò di scatto mentre le emozioni la colpivano con la violenza di un vero e proprio pugno. Non si era mai sentita tanto imbarazzata o adirata.

    «Non so perché ho pensato che tu potessi capire il desiderio di proteggere la persona che più ami al mondo!» gli urlò. «Come ho potuto essere tanto ingenua?»

    Alessandro la fissò per un lungo istante, le labbra serrate. Un'improvvisa emozione gli accese lo sguardo, inducendolo a fare un passo avanti. «Katie...»

    Lei si diresse verso la porta ma, non appena lo fece, lui inchiodò una mano su di essa per trattenerla.

    «Aspetta.» Adesso le era alle spalle, talmente vicino da percepirne il calore. Qualcosa di insidioso scivolò dentro di lei. Qualcosa di profondo. Di allettante. Qualcosa che istintivamente comprese di dover ignorare. Chiuse gli occhi in preda all'imbarazzo.

    «Non puoi piombare qui, fare una richiesta del genere e poi scappare senza degnarmi di una spiegazione.»

    Lentamente Katie allentò la presa sulla maniglia e si voltò. La vicinanza di Alessandro la scoprì quasi stordita. Era

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