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In affari con l'ereditiera
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Ebook152 pages2 hours

In affari con l'ereditiera

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About this ebook

Bella Bostwick è contrariata quando scopre che il suo soggiorno a Denver per reclamare la ricca proprietà che le è stata lasciata dal nonno non sarà una passeggiata. Primo perché l'eredità le viene contestata dai suoi stessi parenti. E secondo perché un tale Jason Westmoreland non fa che tormentarla chiedendole di vendergli la terra di cui è appena entrata in possesso. E se non fosse così pressante, Bella potrebbe anche farci un pensierino, non a vendere, ma ad approfondire la conoscenza con lui, dato che Jason è sexy da morire. Così, quando le propone un matrimonio di convenienza che metta Bella al sicuro da possibili ritorsioni legali, lei è molto tentata di accettare.
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2021
ISBN9788830525368
In affari con l'ereditiera
Author

Brenda Jackson

E' un'inguaribile romantica e ha sposato il suo primo amore. Chi meglio di lei conosce il significato delle parole scritto nel destino?

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    In affari con l'ereditiera - Brenda Jackson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Proposal

    Harlequin Desire

    © 2011 Brenda Streater Jackson

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-536-8

    Prologo

    «Salve, signorina, sono Jason Westmoreland e vorrei darle il benvenuto a Denver.»

    Ancor prima di voltarsi, Bella Bostwick avvertì una stretta allo stomaco alla roca vibrazione della voce maschile che le carezzava la pelle. Poi, quando sollevò lo sguardo, rimase letteralmente senza respiro.

    Era l’uomo più spettacolare che avesse mai visto.

    Per un istante, non riuscì a emettere alcun suono né a impedire allo sguardo di vagare sfacciatamente sulla mirabile figura che aveva davanti, apprezzandone ogni singolo particolare.

    Era di statura superiore alla media, con gli occhi scuri, gli zigomi scolpiti e la mascella forte, decisa. La pelle, poi, era di un caldo color cioccolata che le evocava la golosità dolciaria di cui andava matta.

    Nulla poteva competere con il piacere che le suscitava la vista di quelle labbra sontuose, così sensuali e piene, perfette per il sorriso sexy che le incurvava.

    Aveva detto di chiamarsi Westmoreland, e poiché il galà di beneficenza era sponsorizzato dalla Fondazione Westmoreland, suppose si trattasse di un membro della famiglia organizzatrice.

    Gli strinse la mano e immediatamente un fremito le corse lungo la schiena a quel contatto. Si sforzò di contenere la reazione. «Piacere, Elizabeth Bostwick... Bella, per gli amici.»

    Il sorriso che gli disegnava le labbra si allargò, quel tanto necessario per mandarla in confusione.

    «Il piacere è tutto mio, Bella.»

    Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome era terribilmente sexy. Pensò che aveva un sorriso ammaliante, contagioso, e infatti si ritrovò a restituirglielo nella maniera più disinvolta possibile.

    «Salve, Jason. Ci diamo del tu?»

    Lui annuì, poi il viso, d’un tratto, assunse un’espressione seria.

    «Intanto, volevo porgerle... ehm... porgerti le mie condoglianze per la perdita di tuo nonno.»

    «Oh, grazie.»

    «Poi, quando avrai tempo, gradirei poter scambiare quattro chiacchiere con te a proposito del ranch che hai ereditato. Se dovessi decidere di venderlo, vorrei farti un’offerta sia sulla proprietà sia su Hercules.»

    Bella trasse un respiro profondo. Nonno Herman era morto un mese prima, lasciandole in eredità la sua terra e un prezioso stallone. Aveva visto il cavallo quando era giunta a Denver per la lettura del testamento, e doveva riconoscere che era davvero un magnifico esemplare.

    «Non ho ancora preso una decisione, ma se dovessi risolvermi a vendere, ti terrò sicuramente in considerazione. Devo avvisarti, però che, a quanto mi ha riferito mio zio Kenneth, ci sono anche altre persone interessate all’acquisto.»

    «Me l’immagino.»

    Aveva appena concluso la frase che lo zio le si materializzò accanto. «Westmoreland...» sibilò.

    «Signor Bostwick.»

    Bella avvertì immediatamente delle vibrazioni negative fluire tra i due, e ne ebbe la conferma quando lo zio annunciò in tono secco: «È ora di andare via, Bella».

    Lei batté le palpebre, stupita. «Di già? Ma se siamo appena arrivati.»

    Lo zio abbozzò un sorriso tirato e la prese a braccetto. «Sì, ma non vorrei ti strapazzassi. È da quando hai messo piede a Denver che non ti fermi un attimo.»

    Bella inarcò un sopracciglio, fissando perplessa l’uomo di cui aveva scoperto di essere la nipote da appena qualche settimana. Non le era sembrato così preoccupato per il suo stato fisico quando aveva insistito affinché lo accompagnasse al galà, quella sera, sostenendo che spettava a lei presenziare l’evento al posto del nonno.

    «Buonanotte, Westmoreland. Riporto mia nipote a casa.»

    Ebbe a stento il tempo di salutare che venne trascinata dallo zio verso l’uscita. Mentre camminava, non resistette alla tentazione di voltarsi. Ruotando il capo, incrociò immediatamente lo sguardo di Jason. Era molto intenso, e scuro. Si capiva che non aveva gradito la brusca intrusione dello zio. Poi un sorriso gli affiorò sulle labbra e, ancora una volta, Bella lo ricambiò. Stava forse flirtando con lei? E lei con lui?

    «Jason Westmoreland non è una persona che desidero che frequenti» dichiarò Kenneth Bostwick in tono brusco, avendo evidentemente notato quello scambio.

    Lei girò la testa verso lo zio mentre uscivano per strada. La gente, intanto, continuava ad arrivare.

    «Perché?»

    «Vuole la terra di Herman. Ma quanto è vero Iddio, non l’avrà. Lui e tutti gli altri Westmoreland credono di essere i padroni da queste parti. Quasi tutta la terra intorno alla città è roba loro. Non si prenderanno anche la nostra.»

    «Di chi è la proprietà accanto a quella del nonno?» indagò lei.

    «Di Jason Westmoreland, per l’appunto.»

    «Davvero?» Bella sorrise al pensiero che quell’uomo così bello fosse il suo vicino di casa.

    Nulla da meravigliarsi se vuole il mio ranch, pensò fra sé.

    «Fai bene a voler vendere la proprietà di Herman, ma ti prego non a lui.»

    Corrugò la fronte mentre lo zio le apriva la portiera. «Per la verità, non ho ancora deciso cosa fare, zio Kenneth» gli rammentò.

    «Che cosa c’è da decidere? Sai forse come si gestisce un ranch? Una donna della tua classe, abituata al lusso, alla raffinatezza e al clima mite di Savannah, non potrebbe vivere qui a Denver, a impazzire dietro una fattoria di una quarantina di ettari, fronteggiando gli inverni rigidi, tipici di queste parti. Come ti ho già detto, conosco uno interessato ad acquistare il ranch e tutti gli animali, in modo particolare Hercules. Quello stallone fa gola a tanti. È disposto a sborsare fior di quattrini per il pacchetto completo. Pensa solo alle scarpe, ai vestiti e ai cappellini che ti potrai comprare con tutti quei soldi, oltre che a una bella villa in riva al mare, ovviamente.»

    Bella non disse una parola. Immaginò che non fosse quello il momento per comunicare allo zio che, per quanto la riguardava, era ancora tutto da decidere, visto e considerato che non era allettata da nessuno degli acquisti che lui aveva appena menzionato. Si rifiutava di prendere una decisione così importante in fretta e furia. Aveva bisogno di tempo per riflettere.

    Mentre uscivano dal parcheggio, si appoggiò comodamente allo schienale in pelle, ripensando all’istante in cui il suo sguardo aveva incrociato quello di Jason Westmoreland.

    Si era sprigionata un’onda magnetica troppo potente per poter essere ignorata.

    1

    Un mese dopo

    «Hai saputo che la nipote di Herman Bostwick è tornata a Denver? Si dice in giro che abbia intenzione di restarci.»

    Jason Westmoreland tese l’orecchio per catturare ogni parola della conversazione in corso tra sua cognata Pam e le due cugine acquisite, Chloe e Lucia. Si trovava a casa di suo fratello Dillon, allungato sul pavimento del soggiorno a giocare con il nipotino di sei mesi di nome Denver.

    Sebbene le signore si fossero trasferite in sala da pranzo per poter chiacchierare più comodamente sedute intorno al tavolo, lui sentiva lo stesso quello che si dicevano e pensò che non ci fosse nulla di male, in quel caso, a origliare. Soprattutto quando la donna di cui stavano parlando aveva catturato la sua attenzione sin dal primo momento che l’aveva vista, al galà di beneficenza del mese precedente. Da allora non era più riuscito a smettere di pensare a lei.

    «Il suo nome è Elizabeth, ma si fa chiamare Bella» stava dicendo Lucia, la donna che aveva sposato di recente suo cugino Derringer. «È venuta alla ferramenta di papà, l’altro giorno, e vi assicuro che è molto, molto graziosa. Mi sembra, però, poco adatta a Denver. È un’autentica bellezza del sud, elegante e raffinata, non può certo vivere in mezzo a dei rudi cowboy.»

    «Pare addirittura che voglia gestire il ranch da sola. Suo zio Kenneth le ha fatto capire chiaro e tondo che non intende alzare un dito per aiutarla» interloquì Pam, sconcertata. «Quell’uomo è un concentrato di egoismo. Si era messo in testa di vendere la terra a Myers Smith, che gli aveva offerto una cifra da capogiro. In realtà, in tanti vorrebbero allungare le mani sulla proprietà di Herman e soprattutto sullo stallone.»

    Incluso me, pensò Jason, mentre faceva rotolare la palla verso il nipotino, tenendo però le orecchie bene aperte.

    Non sapeva che Bella Bostwick fosse tornata e si chiedeva se si ricordasse che era interessato all’acquisto della terra e di Hercules. Sperava proprio di sì. I suoi pensieri si spostarono quindi su Kenneth Bostwick. L’atteggiamento di quell’individuo non lo sorprendeva affatto. Si era sempre comportato come se accampasse dei diritti sulla proprietà del fratello, ed era per questo che non era mai corso buon sangue tra i due. Quando Herman era morto, aveva dato per scontato che il ranch passasse a lui e aveva cominciato a comportarsi da padrone. Per poi scoprire, alla lettura del testamento, che Herman era di tutt’altro parere e aveva deciso di lasciare i suoi beni alla nipote che non aveva mai conosciuto.

    «Be’, spero almeno che si scelga con cura i suoi collaboratori. Una donna così bella attira gli uomini a frotte, compresi quelli da cui sarebbe meglio tenersi alla larga» intervenne in tono serio Chloe.

    Jason corrugò la fronte al pensiero di un uomo che le ronzasse intorno. Lucia aveva ragione, la signorina Bostwick era una donna di rara bellezza. Lui stesso ne era rimasto folgorato sin dal primo momento che l’aveva vista. Ed era ovvio che Kenneth non lo volesse fra i piedi.

    Aveva sempre invidiato il rapporto che lui aveva con Herman. Quasi tutti, in città, ritenevano Herman Bostwick una persona cattiva, scontrosa e avida, Jason non era fra quelli. Non dimenticava la volta - quando aveva appena undici anni - in cui era scappato di casa e si era rifugiato nel fienile di Bostwick. Il vecchio lo aveva trovato il mattino seguente e lo aveva riportato dai genitori. Non prima, però, di avergli servito una ricca colazione, fatto prendere le uova dal pollaio e mungere le mucche. Era stato in quell’occasione che aveva scoperto che Herman non era il misogino che tutti credevano. Al contrario, era una persona buona e generosa.

    Jason era tornato a trovare Herman diverse volte da allora ed era lì la notte in cui era nato Hercules. Aveva capito subito che si trattava di un animale speciale. E il vecchio Bostwick gli aveva promesso che un giorno il cavallo sarebbe stato suo. Herman era morto nel sonno qualche mese prima e ora il ranch e ogni singola cosa in esso contenuta, incluso Hercules, appartenevano alla nipote. Tutti avevano pensato che

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