16 Domande per cambiare la tua Vita: il Metodo 16Q
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Il Metodo 16Q ha uno scopo preciso: aiutarti a tirar fuori il meglio di te nelle attività in cui ti cimenti. Scovare e potenziare quelle capacità sopite, o che non immaginavi di avere, è un abito mentale che ciascuno di noi può imparare a indossare.
Questo manuale è la tua "cassetta degli attrezzi" per agire, senza dispersione di energie, contando esclusivamente sulle tue forze.
Il Metodo 16Q facilita il progresso "day by day". L'unico realmente duraturo che l'Uomo è in grado di conseguire.
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Book preview
16 Domande per cambiare la tua Vita - Lorenzo Cardinale Ciccotti
Filmografia
Introduzione
Sul comodino la foto dei miei bisnonni, immortalati insieme ai loro fratelli, così numerosi che quasi non entrano nell’obiettivo. Dodici fratelli agli inizi del Novecento: oggi con questi numeri si finirebbe sui giornali o in un reality. Ma anche sul lastrico.
Fermi, immobili, privi di espressione, come stoccafissi, perpetuano la loro immagine tramandandola ai posteri. Il viso teso e privo di emozioni, un po’ per pudore, un po’ per l’eccezionalità dell’evento. Tutti impegnati a non far trapelare nulla di sé: la tecnologia incuteva timore, le novità scuotevano gli animi.
Non esisteva alcun tentativo spasmodico di apparire. Nessun vano equilibrismo tra la rassicurante omologazione del senso di appartenenza, fatto di mode e status symbol e la vacua originalità costruita a tavolino a suon di selfie.
Mentre la guardo, arriva mia figlia a scuotermi, poco più di quindici mesi ma da almeno quattro già muove il suo indice sul touch screen del mio cellulare nel tentativo di emularmi. Non parla ancora ma con mugolii e gesti mi chiede di accenderle il display perché non le basta appropriarsene e girarci per casa fingendo telefonate a immaginari amici del futuro.
La tecnologia è parte inquietante di noi, propaggine dal fascino insondabile che attrae senza filtro razionale. Tra lo sguardo atono del mio antenato e il dito di mia figlia, che si muove random sul display, sembrano passati mille anni e non cento come tradisce la data sul retro della foto.
Gli antenati mi fissano ancora. Nel secolo scorso la popolazione mondiale si è triplicata in settantadue anni e addirittura raddoppiata in soli trentotto. Se all’inizio degli anni Venti avessero fornito queste statistiche nessuno avrebbe creduto che l’Italia sarebbe divenuta la nazione col più basso tasso di natalità europea.
Tempi di cambiamenti, rapidi, inarrestabili, a volte imprevedibili: mutano gli scenari personali e i macrosistemi economici in modo da non permetterci di adattare il nostro sistema valoriale.
È cambiato l’Uomo e la sua presenza di spirito nell’atto di vivere. Sono mutati gli strumenti di apprendimento e il contenuto della conoscenza, così come la sua modalità di utilizzo. Tra pochissimo tempo avremo all’orecchio un auricolare che tradurrà in simultanea qualsiasi frase ascoltata in lingua straniera. Difficile immaginare quanto sia grande la mole di dati che il nostro cervello dovrà imparare a processare quando avrà accesso a tutte le culture del mondo senza l’ostacolo linguistico. Un’impressionante massa di informazioni da decifrare grazie a un accesso illimitato alla conoscenza, a fronte della capacità media del cervello di processare solo 126 bit al secondo. Eppure il nostro piccolo processore può tanto perché, sulla carta, non ha limiti. Ha solo bisogno di "imparare ad apprendere" e per farlo in modo efficiente necessita di percorsi specifici in grado di massimizzarne gli sforzi e le potenzialità, sia sotto un profilo prettamente fisico-biologico che emotivo.
Il punto di forza, che è anche il punto di partenza, è che ogni forma di adattamento/apprendimento è un processo rimasto immutato nel tempo, per il semplice motivo che l’uomo e la sua genetica hanno bisogno di millenni prima di cambiare modo di apprendere.
Questa verità rende tutto più semplice qualunque cosa si voglia imparare dal punto di vista fisico-meccanico (ad esempio un gesto tecnico/sportivo) così come intellettuale.
Poche idee ma confuse
"Mi creda il METODO 16Q è esattamente quanto le serve per poter concepire al meglio ogni cambiamento e, non di meno, fare dei check intermedi per rimettere in discussione ogni pseudo verità, data semplicisticamente per assodata, controllando, passo dopo passo, quale siano gli aggiustamenti da apportare al suo lavoro" , un silenzio intriso di dubbi, capace di far rabbrividire anche Amleto, scende su di noi. Il cliente, un affermato e attempato imprenditore, riprende fiato e sentenzia: Dottore faccio questo lavoro da oltre trent’anni, sono arrivato fin qui senza fare calcoli o altre cose strane perché ho iniziato a lavorare con mio padre quando lei portava ancora i calzoncini
. Forte dei suoi (passati) successi misurati a suon di denaro e centimetri cubici di auto sempre più inutili da possedere, mi sbatte in faccia la sua esperienza oramai priva di significato e appartenente a un mondo che non esiste più. Avere più che essere, possesso fine a sé stesso come mistificata proiezione dell’esperienza.
Per un attimo infinito e immisurabile scorgo sul suo volto, in sequenza, lo sguardo che avranno gli ultimi uomini sulla Terra quando la nostra specie si sarà oramai trasferita su Marte, quello del predicatore d’accatto di una filosofia faidate, il padre padrone che in azienda, pur da vecchio, non mollerà un centimetro ai figli, colui che fagocita sé stesso e ogni novità seppur ovvia, l’inceneritore di ogni evidente difformità dal suo fallace pensiero consolidato.
Respiro a fondo, faccio appello ai miei esercizi di meditazione Vipassana e con calma gli chiedo: In questi trent’anni ha mai provato a scrivere su un foglio di carta i suoi obiettivi e, riguardo ad essi, ha mai verificato quanto le risorse disponibili fossero coerenti, perché, sa, potremmo farlo insieme
. Questa volta il silenzio è vagamente minatorio, prelude a un diverbio con chi, toccato sul vivo, nel breve volgere di pochi secondi vede le proprie certezze azzerarsi.
Non gli sfugge quanto, poco prima, io fossi l’uomo della teoria e lui quello dei fatti mentre ora lo scenario è esattamente opposto. Da cacciatore a preda.
È il momento dell’affondo: "Si è mai chiesto quale sia il suo reale valore, la sua passione, se dentro di lei ci sia un fuoco sopito che ancora arde in attesa di essere scoperto? Forse, il suo lavoro non va più come dovrebbe anche perché lei non si sente più 'centrato e allineato'. Potrebbe esser cambiato lei, potrebbe esser cambiato il lavoro e lei non mette più nulla di speciale nel suo quotidiano rendendo tutto mediocre e poco avvincente anche per i clienti. Se in lei non c’è più passione non può pensare che la sua impresa viva di luce propria. Se lei è disallineato lo è anche la sua azienda. La qualità del suo lavoro è direttamente proporzionale al suo livello di consapevolezza".
L’inconscio cambio di postura sulla sedia tradisce il rimpianto per non aver prenotato l’ultimo posto disponibile sullo shuttle di Elon Musk che partirà alla volta di Marte. Decido, per il suo bene, di chiuderlo nell’angolo, ...ha mai avuto contezza di quale bisogno soddisfino i suoi prodotti e se mai tale bisogno sia cambiato nel tempo?
.
A Wimbledon direbbero game, set, match. Il suo busto flette leggermente in avanti, quindi, ampiamente all’indietro per creare spazio al diaframma e affogare la tensione nel respiro. Il tutto senza che se ne accorga. Sono attimi decisivi dove l’inconscio, che intuisce l’errore (e l’orrore) oltre il sensoriale, vorrebbe aprire la diga verso il razionale per travolgere i paradigmi costruiti su paure e false certezze mai messe alla prova sino ad ora.
Perché, in fondo, se fino a ieri e per tanti anni è andata bene, in realtà se adesso tutto scricchiola non è colpa mia. Ma della crisi e dei cinesi
. Il suo pensiero, non rivelato, rimbalza senza controllo tra corteccia cerebrale e amigdala, in modo così dominante nella stanza, così pieno di energia psichica, da riempire pericolosamente ogni senso di vuoto.
In quegli attimi si giocano tante partite, tutte su uno stesso campo multidimensionale: quella personale, quella dell’azienda, quella dei dipendenti, quella dei figli che, con difficoltà enormi, sopportano i modelli di vita e di business (impliciti) del padre affidati da sempre (forse) all’intuito o (più probabilmente) al caso.
Da quel respiro generalmente mi attendo di tutto. La protervia più risoluta che assomiglia a una stalagmite e fa dell’imprenditore un attore da Jurassic park. Uno sgretolamento totale, dirompente come un pianto liberatorio, pieno di disponibilità e apertura d’animo condito da confessioni para professionali da cui se ne esce come dallo psicanalista. Infine, soluzioni fifty-fifty della serie Ok non mi hai convinto ma vediamo cosa sai fare
cosicché l’Ego rimane a cavallo a scorrazzare e a far danni ma con la coscienza mondata.
Questo breve resoconto di un incontro avuto di recente assomiglia a quello di tanti altri che si sono succeduti nel tempo dinanzi ai miei occhi, purtroppo disincantati e non più capaci di rimaner attoniti.
Gli errori più ricorrenti sono facili da individuare: testardaggine, arroganza, chiusura culturale, eccesso di fiducia nel dato empirico, incapacità creativa, assenza di autoanalisi, mediocrità della stasi e paura del cambiamento.
Eppure tutto questo è quanto di più propedeuticamente terribile possa predisporre all’autodistruzione quando tutto attorno a noi cambia e si sia insensibili alla mutazione del Sé.
16Q
In questo libro, come ogni altro che abbia scritto o tentato di scrivere, condividerò esperienze, suggerimenti e soprattutto il METODO 16Q creato per divenire altamente performanti nello svolgere qualsiasi attività, riducendo al minimo le possibilità di errore in rapporto alle risorse disponibili. Performanti e realizzati anche in tempi,