Ut bene audiantur: Statuti, libri corali e tradizione organistica a Gaeta tra Cinquecento e Settecento
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Book preview
Ut bene audiantur - Gennaro Tallini
Studi Aurunchi
Storia, Letteratura, Territorio
Collana di studi sulla cultura artistica e letteraria nel Territorio Aurunco
ISSN 2724-413X
Diretta da Gennaro Tallini PhD (Centro di Ricerca Al Segno di Fileta
– Un. di Verona)
Comitato di lettura:
Alfredo Langella (Independent Researcher)
Lino Sorabella (Museo Diocesano Gaeta)
Sabina Mitrano PhD (Liceo Classico Vitruvio Pollione
Formia)
Maria Stamegna (Dir. f.f. Biblioteca Comunale Salvatore Mignano
Gaeta)
Sac. Gennaro Petruccelli (Dir. Archivio Diocesano Gaeta)
Pietro Di Lorenzo (Ass. Culturale Francesco Durante
Caserta, Independent Researcher)
Liberato De Vita (Liceo Maffei
Riva del Garda)
Stefania Conte (Archivista, Indipendent Researcher – Univ. della Tuscia)
Daniela Caracciolo (Un. del Salento – Lecce)
I lavori proposti per la pubblicazione nella collana saranno letti prioritariamente dal Comitato di Lettura e a seguito di valutazione positiva inviati a due anonimi Blind Reviewers (sistema di revisione scientifica dei lavori accademici a doppio cieco
) scelti dallo stesso comitato.
Opera pubblicata con il patrocinio non oneroso
del Centro di Ricerca Al Segno di Fileta
– www.alsegnodifileta.org
partner Università E-campus
Gennaro Tallini
UT BENE AUDIANTUR
Statuti, libri corali e tradizione organistica a Gaeta tra Cinquecento e Settecento
AliRibelli
UT BENE AUDIANTUR
Statuti, libri corali e tradizione organistica a Gaeta tra Cinquecento e Settecento
di Gennaro Tallini
Direttore di Redazione: Jason R. Forbus
ISBN 9788833467757
Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2020©
Saggistica – Studi aurunchi
www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com
È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.
Sommario
Perché una Collana di Studi Aurunchi
Ringraziamenti
Premessa
Prolegomena
«Pro maiori solemnitate et devotionem».
Ruoli e forme della musica a Gaeta tra XV e XVII sec.
«In festo Sancti Erasmi […] fieri solent processiones».
Reti confraternali e cerimoniale
«Faciebat a Gratis»
I libri corali dell’Annunziata e del Duomo (1520-1578)
Padre Lorenzo di Gaeta organista e maestro di cappella
da Gaeta a Dubrovnik (fl. XVIII secolo)
Appendice
Bibliografia
Perché una Collana di Studi Aurunchi
Aurunci e aurunchi, territorio e abitanti, sono stati oggetto del mito, della storia e della letteratura di ogni epoca. Una storia spesso raccontata da altri, invasori o viaggiatori, che in questo territorio hanno conosciuto alterne fortune, talvolta limitandosi ad acquarellarne le impressioni, altre forgiando il destino di nazioni piccole e grandi.
Nella prima metà del Novecento, lo storico traettese Pietro Fedele inizia una riscoperta della civiltà aurunca, avviando un’attività di recupero e riappropriazione culturale, operazione che si interromperà bruscamente a seguito della Seconda Guerra Mondiale.
Dalle macerie del Dopoguerra nascono, anche se a fatica, nuovi poli culturali. Case editrici piccole e grandi, dal Garigliano a Gaeta, iniziano una intensa opera divulgativa. Mentre l’America e l’URSS si contendono il mondo e lo spazio, sul territorio aurunco, tra campagne millenarie e moli che tornano a nuova vita, inizia una frenetica attività di studio da parte di giornalisti, intellettuali e semplici appassionati.
Di rado questa narrazione del territorio, se pur encomiabile, ha saputo seguire una ricerca rigorosa e accademica, avviandosi lungo binari che contribuissero a una riscoperta fondata.
La collana Studi Aurunchi: Storia, Letteratura, Territorio
si propone appunto di presentare e documentare questa parte di mondo attraverso una rigorosa attività di studio, tale da confutare, confermare e proporre tesi, in effetti contribuendo a riscrivere, in chiave scientifica, la narrazione dell’area Aurunca, del popolo, della lingua, della cultura e delle tradizioni che lo animano.
Jason R. Forbus
A Jason Forbus
Ibi semper est victoria, ubi concordia est
PUBLILIO SIRO, Sententiae, I, 59
Ita refutare temporis munera longe stultissimum est
QUINTILIANO, X, VI, 6
Ringraziamenti
Jason Forbus di Ali Ribelli, cui il libro stesso è dedicato, merita un ringraziamento per il suo impegno continuo, meritorio e scientificamente organizzato perché il territorio (quello stesso che si culla nel torpore di letture storiche tanto abbaglianti quanto volutamente errate e preordinate ad usum simpliciorum), finalmente si renda conto di avere a che fare con una realtà che non è nata sotto il cavolo
di una dominazione straniera che la storia e gli storici hanno già abbonamento condannato, ma che invece viene da lontano, da secoli e secoli di stratificazioni culturali, sociali, artistiche che hanno avuto il proprio acme con la civiltà durazzesca e poi aragonese e che nell’epoca a cui, invece, si vorrebbero assegnare fasti inesistenti, era ormai irrimediabilmente decaduta e condannata ad esser reclusa in una fortezza soprattutto a causa di coloro che si vorrebbe oggi ricordare come fondatori di una inesistente aurea aetas. Avere il coraggio di scavare continuamente nelle buie sentine della storia provoca spessissimo assuefazioni, convincimenti errati e soprattutto momenti di autentico sconforto; non è questo il suo caso e per questo lo ringrazio: per la sua capacità di discernere, verificare, considerati i pro e i contro, ciò che può essere utile all’umano progresso delle genti e ciò che invece potrebbe risolversi in una sonora sconfitta.
*
Lino Sorabella e don Gennaro Petruccelli dell’archivio Diocesano di Gaeta a palazzo de Vio, sono altri due compagni di strada cui debbo un ringraziamento non solo per l’amicizia e la disponibilità mostratami in ogni momento, ma anche perché, grazie alle discussioni intessute con loro nel tempo, sono nate le prime avvisaglie di questo libro (all’epoca non aveva ancora molta importanza se musicisti o letterati e poeti). È grazie all’apporto fattivo di quelle chiacchierate sul cortile antistante Palazzo de Vio che si sono delineati in modo chiaro e preciso gli obiettivi principali da perseguire: ovvero indagare la produzione artistica (e letteraria e musicale in particolare) a Gaeta fino al Seicento per far emergere e segnalare quelle realtà (artistiche, culturali e sociali) che il territorio ha espresso in saecula. L’esecuzione di parti del Liber Magnus III (il più bello e innovativo dei libri corali conservati all’Annunziata) da parte di Adriano Caroletti e Roberto Martone Cantores in Cappella Sistina, a margine del seminario da me tenuto nello stesso complesso dell’AGP (La preghiera in coro e il patrimonio dei Libri Corali di Gaeta - II edizione di Al Tempio. Corso di Formazione per Volontari in valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiastici, 12 ottobre 2019), ha vieppiù stimolato tale idea facendola finalmente diventare, data forma specifica all’indagine, complesso network in progress a cui, per propria vocazione ed essenza, difficilmente potrà mai essere apposta la parola fine.
Abbreviazioni
Premessa
Con questo primo lavoro, foriero di altre prove più complesse e articolate centrate sulla quaterna cinque-seicentesca dei maestri di cappella (Fabrice Marin Caietain, al secolo Fabrizio Marino da Gaeta attivo nel gruppo della Pleiade, Giovanni Camillo De Spagnolis, maestro di cappella in Calabria ai primi del Seicento, Giovanni Battista De Bellis maestro di cappella nel duomo di Sant’Erasmo nello stesso periodo e Padre Raimo de Bartoli a Napoli ai Filippini), cerchiamo di aprire quello scrigno ricchissimo che è la musica a Gaeta tra XV e XVI secolo ancora oggi completamente misconosciuto e ignorato.
Le tracce disseminate nel tempo ci consegnano un apparato musicale fortemente integrato alle cerimonie religiose eppure non incardinato nella gerarchia ecclesiastica e anzi, in molti casi reclutato alla giornata. Nonostante ciò, l’apparato librario di supporto all’attività musicale è ricco, variegato e rispondente a necessità non solo legate alle funzioni religiose, ma anche processionali e soprattutto teatrali
come nel caso delle sacre rappresentazioni.
Tale processo culturale è rimasto praticamente sotterraneo e ignorato nei secoli, al massimo derubricato a fenomeno secondario, al limite interessante per i risvolti storico-artistici, ma non certo degno di essere studiato anche sul versante filologico-musicale; anzi: quando ci si è trovati di fronte a tali situazioni le metodologie hanno volutamente ignorato l’ambito musicale imponendo scelte e linee di ricerca per loro stessa natura monche, incomplete e soprattutto limitate a forme e contesti artistici validi in altri settori.
È quindi con particolare interesse che ci si accinge a dipingere un quadro si spera particolarmente dettagliato e nel contempo chiarificatore di una condizione artistica complessa, unica sul territorio, autonoma rispetto a Roma e Napoli e capace di rapportarsi in modo eteronomo rispetto a quelle stesse realtà.
Prolegomena
1.
Sicuramente, il ruolo culturale e artistico giocato da Gaeta e il suo circondario, tra Quattrocento e Seicento, è ben poca cosa rispetto alle due grandi aree di Roma e Napoli; eppure, nella stessa maniera in cui la capitale della cristianità e quella del