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Utopia: Dead Nation 3
Utopia: Dead Nation 3
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Ebook134 pages1 hour

Utopia: Dead Nation 3

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Zombie - romanzo breve (100 pagine) - Prigioniero della famiglia disfunzionale di Cassie, il gruppo guidato da Virgil dovrà trovare il modo di scappare. Per avere salva la vita, per continuare la ricerca di Utopia. Per credere ancora in un futuro. Ma le minaccia rappresentata dalla giovane amica di Tim è qualcosa che non avevano previsto. Qualcosa che non ritenevano possibile.


Virgil e gli altri sono prigionieri della famiglia di Cassie, la nuova amica di Tim. Ma come può una bambina essere così pericolosa? La squadra di fuggitivi dovrà scontrarsi con un potere più grande di loro, capace di donare una nuova dimensione alla minaccia rappresentata dai morenti. Ma se anche riusciranno a sfuggire a Cassie e gli altri, cosa riserva loro il futuro? Il miraggio di Utopia appare sempre più lontano, rendendo la loro ricerca disperata. Senza considerare il fatto che Axel e i suoi uomini sono ancora sulle loro tracce.

E Utopia potrebbe riservare delle amare sorprese, qualora la trovassero. Cosa sono, infatti, quelle veloci figure in movimento che sempre più spesso appaiono lungo le strade di una nazione morta?

Il terzo capitolo della nostra saga stravolge ancora una volta le poche certezze accumulate, affondando gli artigli in una violenza sempre più difficile da accettare. E quale ruolo giocherà la figura di un uomo di fede come Crane in questo terribile affresco? Qual è il reale motivo della sua presenza nel cuore dell’azione?

Perché forse solo un suddito di Dio possiede la sensibilità necessaria per conoscere certi segreti.

Perché nel mondo di Dead Nation la vita e la morte possiedono ormai un significato nuovo e inquietante.


Pietro Gandolfi si alimenta di orrori, poi li digerisce fino a espellerli ricoperti da una patina di puro disagio. Ha pubblicato l’antologia personale Dead of Night, i romanzi La ragazza di Greenville, William Killed the Radio Star, Clayton Creed, Nel nome del padre, House of Dead Dolls, Il veleno dell’anima e The Road to Her e alcune novelle fra cui Who’s Dead Girl?, Devil Inside, Ben & Howard e Avventura alla stazione di servizio; suoi racconti compaiono in varie antologie.

Con Mauro Corradini fonda la sua etichetta personale, Midian Comics, con la quale pubblica – oltre a romanzi e racconti – i fumetti The Noise, The Fiend, Warbringer e The Idol, spaziando dall’horror allo sword & sorcery e vantando la collaborazione con disegnatori del calibro di Nicola Genzianella, Luca Panciroli, Christian Ferrero, Alberto Locatelli e tanti altri.

Per lui l’orrore non ha frontiere, è sufficiente che si dimostri abbastanza viscerale e diretto da tenere alto l’interesse del suo pubblico. Senza filtri, senza censure. Perché l’orrore è tutto attorno a noi, basta avere il coraggio di non voltare la testa dall’altra part

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJan 12, 2021
ISBN9788825414349
Utopia: Dead Nation 3

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    Utopia - Pietro Gandolfi

    9788825414080

    1

    Quando riaprì gli occhi, Bill non ricordava quasi nulla di quanto fosse avvenuto. Si guardò attorno e vide che lui e gli altri si trovavano in un luogo sconosciuto, una stanza puzzolente alla quale erano state montate delle catene alle pareti. Le catene terminavano con dei bracciali. Erano tutti bloccati: lui, Amanda, Gwen e Virgil, che sembrava ancora svenuto.

    Non vide Tim. Sua madre stava piangendo e lui temette il peggio. O forse nemmeno lei e Virgil lo avevano trovato e il bambino era ancora disperso. Si mise a sedere e le braccia urlarono di dolore: le corte catene che lo trattenevano non gli concedevano, a lui come a nessun altro, di abbassarle, assumendo una posizione innaturale. Era come se fossero crocifissi. Seduti e crocefissi.

    C’era un rumore, in lontananza, da qualche parte fuori dalla stanza in cui si trovavano. Era un ronzio continuo e fastidioso e non impiegò molto a capire che si trattava di un generatore. Da quelle parti dovevano essere alquanto organizzati.

    Poco alla volta ricordò tutto: la ricerca di Tim, l’incontro con il ragazzo con un braccio solo, Richard, e il fatto di essere stato attaccato. Stando a quanto vedeva al momento, Gwen e Virgil erano andati incontro al medesimo destino. Anche se stupido, quel particolare lo consolò almeno in parte: se qualcuno era riuscito a sorprendere il viandante, forse non era stato lui a dimostrarsi un incapace.

    Ma i lati positivi finivano lì.

    – Come stai? – gli chiese Amanda.

    – Bene, credo. Ho male alle braccia e alla testa. Chi è stato a farci questo?

    La ragazza sospirò. – Se ho ben capito, è stato un tale di nome Jason. Dovrebbe essere il fratello maggiore di Richard. Hanno anche una sorellina, Cassie, e una madre. Anna è una grassona incapace muoversi, ma che riesce comunque a manovrare i fili di tutti quanti.

    – Come fai a sapere tutte queste cose? – volle sapere Bill.

    – Ho messo insieme i pezzi ascoltando il resoconto di Gwen – e subito si affrettò ad aggiornare Bill anche sul resto: il ritrovamento di Tim, i morenti addomesticati, le folli convinzioni religiose di Anna e della sua famiglia e persino della capacità di Cassie di comunicare con i morti.

    – È orribile. E Tim, allora? Dove si trova? – fece il camionista, tentando di abbassare il tono, come se Gwen, a due passi da lui, non potesse sentirlo.

    – Sembra che Cassie abbia convinto la madre a lasciarlo libero perché giocasse con lei.

    In quel momento Gwen riemerse dal suo silenzio.

    – Sono pazzi. Non so cosa abbiano intenzione di farci, ma spero che Tim riesca a scappare. Ma come farà a sopravvivere là fuori da solo?

    Bill e Amanda non risposero, semplicemente perché al momento nessuna prospettiva sarebbe risultata incoraggiante. Il camionista stava per tentare di svegliare Virgil, quando delle voci provenienti da oltre la porta attirarono la loro attenzione.

    – Non è degno di lei! È un impuro! Se Cassandra può parlare con i prescelti significherà pure qualcosa! Non possiamo permettere che si mischi con uno così!

    La voce era quella di Anna e Bill riconobbe la reazione indispettita sul viso di Gwen nell’udire il giudizio espresso su suo figlio. Ma si trattenne, c’era altro da ascoltare.

    – Non riuscirà a corromperla, Mà. Stai tranquilla e lascia che passi un po’ di tempo con lui. Quando capirà che non è nessuno di speciale si stancherà di lui e lo utilizzeremo come offerta, come gli altri.

    A parlare doveva essere stato Jason, considerato che la voce non apparteneva a Richard. Ma quel particolare si perse di fronte alla nuova prospettiva. Bill e gli altri non erano stupidi, non era difficile immaginare di quale tipo di offerta si trattasse.

    – Però dobbiamo ancora stabilire chi dovremo offrire ai prescelti e chi terremo per noi…

    All’osservazione di Jason, Anna fece seguire un lungo silenzio. Quando tornò a parlare sembrava avere riflettuto attentamente sulle sue scelte.

    – Offriremo la donna più giovane. Ho visto con che occhi Richard la guarda e non è un bene che rimanga nella nostra casa fino alla prossima offerta, potrebbe cadere in tentazione. E per lo stesso motivo terremo per noi la donna più anziana. So che ti piace, Jason, ma sai bene di doverti conservare per tua sorella. Solo così possiamo sperare di mantenere pura la stirpe e che il dono di comunicare con i prescelti si trasmetta ai nostri eredi.

    Le proteste di Jason non tardarono a farsi sentire.

    – Ma è inutile! Lo sai che non riesco a parlare con loro, solo Cassie ne è capace. Lascia che io e Richard ci divertiamo un po’, non c’è nulla di male!

    – No! Ho detto di no! Stai attento a cosa fai e cerca di tenere a bada anche tuo fratello. Non lo ripeterò! Stasera offriremo la donna giovane e per noi terremo quella più anziana. Fra un mese faremo lo stesso con i due uomini e se non troveremo altri peccatori, ricominceremo con gli animali, almeno fino a quando non ne giungeranno di nuovi.

    Dopodiché non dissero altro, si udì solo il rumore di passi.

    Bill cercò conferma ai suoi dubbi nelle sue compagne di viaggio, ma stavano piangendo entrambe. Non ebbe il coraggio di parlare: la sola idea di essere dati in pasto ai morenti era terribile, se poi si aggiungeva il fatto che qualcuno di loro sarebbe stato conservato per la famiglia, il quadro generale non faceva che peggiorare. Ma cosa intendevano con quell’ultima affermazione? Bill lo ignorava, ma allo stesso tempo si rifiutava di arrendersi. Testò la tenuta delle catene, ma dopo alcuni minuti capì che non sarebbe riuscito a liberarsi, erano troppo resistenti. Si augurò che una volta ripresosi, Virgil avrebbe avuto più fortuna, ma sapeva di non poter fare affidamento su una speranza così vana. L’unica possibilità era che Tim riuscisse a trovare le chiavi dei bracciali e andasse a liberarli, ma di certo il bambino era tenuto sotto controllo.

    Si domandò che ora fosse, ma non aveva modo di appurarlo.

    Non poteva stabilire quanto tempo rimanesse loro prima di cominciare a morire. Uno alla volta.

    Tim aveva paura. Si trovava al piano superiore della casa, nella stanza di Cassie, e anche se tentava di apparire il più disinvolto possibile, in realtà non riusciva a smettere di pensare a sua madre e agli altri. Quando aveva visto il fratello di Cassie, Jason, colpire Virgil, aveva cercato di reagire, ma era bastato l’intervento di Richard per fermarlo. Era un incapace, quel tipo aveva un braccio solo ma era riuscito comunque a immobilizzarlo.

    E poi Jason aveva messo le mani addosso a sua mamma.

    Certo, l’aveva solo afferrata e resa inoffensiva perché anche lei aveva tentato di lottare, ma nel farlo ne aveva tratto piacere. Tim lo aveva visto nei suoi occhi e nelle sue mani, nel modo in cui la toccava. Era stato orribile, ma non poteva permettere al disgusto e alla paura di sopraffarlo.

    Sentì il rimorso insinuarsi ancora una volta dentro di lui: in fondo era colpa sua se si trovavano in quella situazione. Se solo non avesse insistito per andare alla ricerca della bambina…

    No, doveva reagire, doveva salvare gli altri.

    Al momento sorrideva al demone biondo che tanto l’aveva attirato, ma nel frattempo stava studiando le prossime mosse. Aveva cercato di ottenere informazioni da Cassie, ma si era ormai convinto che la bambina non sapesse poi molto: viveva in un mondo di fiaba, dove i principi azzurri avevano lasciato il posto ai morenti, in cui la regina del regno era una madre obesa e nel quale i cavalieri senza macchia assomigliavano ai suoi fratelli.

    Tim aveva immediatamente capito che il vero pericolo era rappresentato da Jason: era vero, Anna orchestrava tutto quanto, ma a livello fisico era il maggiore dei fratelli a realizzare i folli intenti della madre.

    Nonostante avesse tempestato di domande Cassie, non era riuscito a sapere nulla neppure riguardo al destino che era riservato a tutti loro: sarebbero risultati utili ai piani della famiglia, ma faticava a immaginare di cosa si trattasse.

    – Allora, Brian non intende portare Sandy al ballo? – domandò Cassie mentre agitava la sua bambola a mezz’aria e indicava il pupazzo che Tim stava reggendo.

    Lui la guardò incredulo: Cassie non poteva essere molto più giovane di lui, eppure non aveva alcuna memoria del mondo precedente alla resurrezione dei morti. Lui stesso non aveva mai posseduto quelle bambole, ma non era necessaria chissà quale cultura per sapere che si chiamavano Barbie e Ken, non Sandy e Brian. Quando lo aveva fatto notare a Cassie, lei era quasi arrivata al punto di arrabbiarsi, ribadendo che i giocattoli erano i suoi e di conseguenza poteva chiamarli come preferiva. Un attimo dopo aveva ripreso a essere la solita bambina tutta moine e sorrisi.

    Tim fece camminare Ken/Brian fino a raggiungere l’altra bambola.

    Cassie avvicinò ulteriormente i due personaggi fino a farli baciare, dopodiché ridacchiò maliziosa.

    – Ti va di provare? – propose a Tim.

    Lui rimase di stucco. Le sue preoccupazioni erano altre al momento, ma di certo non poteva negare quando Cassie fosse carina. C’era qualcosa di tremendamente sbagliato in lei e in tutta quella situazione, ma non riuscì comunque a opporre resistenza.

    Sempre ridendo, la bambina sgattaiolò fino a lui e gli stampò un bacio sulle labbra. Poi lo guardò, all’improvviso seria, e ripeté il gesto. Stavolta non si allontanò subito, ma lasciò che le bocche indugiassero. Tim avrebbe voluto tirarsi indietro, ma non riuscì a farlo: il cuore gli rimbalzava nel petto a gran velocità e provava uno strano brivido caldo lungo la schiena. All’improvviso sentì qualcosa scivolargli in bocca…

    Accidenti, Cassie lo stava baciando con la lingua.

    – Bene, vedo che vi

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