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Baciami a San Valentino: Harmony Jolly
Baciami a San Valentino: Harmony Jolly
Baciami a San Valentino: Harmony Jolly
Ebook157 pages2 hours

Baciami a San Valentino: Harmony Jolly

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About this ebook

Amore e lavoro possono andare d'accordo? Certo. Provare per credere!
Essere proprietario della catena di vivai più importanti di Sydney è una bella responsabilità, soprattutto quando la festa degli innamorati è dietro l'angolo. Per fortuna il milionario Linc MacKay può contare su una socia e vivaista eccezionale: Cecilia Tomson. Lui non poteva trovare collaboratrice migliore, anche se il loro rapporto è sempre stato caratterizzato da una vena di tensione e imbarazzo. Lavorare insieme in mezzo alle rose nel giorno più romantico nell'anno scatena in lui il desiderio irrefrenabile di conquistarla una volta per tutte. Deve solo cogliere il momento giusto per rubarle un bacio e dimostrare a Cecilia che l'amore tra loro potrebbe essere perfetto.
LanguageItaliano
Release dateJan 10, 2021
ISBN9788830523944
Baciami a San Valentino: Harmony Jolly
Author

Jennie Adams

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Baciami a San Valentino - Jennie Adams

    978-88-3052-394-4

    1

    «Buongiorno, Cecilia» disse Linc MacKay avanzando in mezzo a due alte siepi fiorite. «La tua assistente mi ha detto che probabilmente ti avrei trovata qui.»

    Qui era l'area labirinto del Fleurmazing Plant Nursery, un vivaio situato appena fuori la city di Sydney. Il sole australiano riscaldava l'aria e la brezza trasportava i profumi di quel lussureggiante giardino estivo.

    Al momento aveva portato anche un bellissimo milionario che, sbucando dal corridoio di siepi, era emerso nello spiazzo al centro del labirinto, abbellito dalla statua di una divinità benedicente.

    Fu la luce dolce degli occhi di Linc mentre spostava lo sguardo dalla statua a lei che fece mozzare il respiro in gola a Cecilia? L'attimo dopo quell'espressione era scomparsa. Forse non c'era mai stata.

    «Linc. È già ora?» chiese Cecilia, concentrandosi per apparire professionale e allontanando ogni altro pensiero. «Sono lieta che Jemmie ti abbia dato le indicazioni giuste per raggiungermi.»

    Cecilia mise un ultimo fiore nel cestino che aveva sottobraccio e si incamminò verso il vivaio. Anche se non si sentiva del tutto a proprio agio, doveva almeno fingere che fosse così.

    «Questo è il punto del labirinto che preferisco» aggiunse.

    «Non è difficile capire perché» ribatté Linc, volgendo lo sguardo intorno; i fiori erano bellissimi, andavano dalle sfumature più chiare del panna e del bianco e quelle più intense del violetto e del blu.

    Poi, però, si voltò e guardò anche Cecilia, dalla punta dei capelli biondo miele legati in una coda di cavallo al volto dai lineamenti delicati, fino al semplice prendisole che evidenziava le morbide curve del suo corpo perfetto.

    Era raro che si vestisse in modo femminile per lavorare, ma quel giorno, sapendo che sarebbe stata fuori ufficio per gran parte del tempo, aveva lasciato emergere il suo lato più dolce.

    «È stupefacente» commentò alla fine Linc. «Il... ah... il labirinto.»

    «Grazie» replicò lei, traendo un tremulo respiro. «Mi spiace che non fossi all'ingresso, ad accoglierti.»

    Cecilia gettò un'occhiata ai fiori che aveva raccolto, augurandosi in quel modo di dissimulare il tumulto di emozioni che la presenza di Linc le scatenava dentro.

    «Questo è un lavoro che non finisce mai.»

    «E molto importante al momento.»

    Perché improvvisamente si sentiva così consapevole di lui? Era una che sapeva controllare le emozioni. Di solito...

    Non le bastava aver frainteso già una volta, anni prima, il suo interesse?

    «Il labirinto deve apparire perfetto. Fantastico» aggiunse, sforzandosi di focalizzare l'attenzione sul punto in questione. Il Fleurmazing era il terzo e più recente vivaio di Linc a Sydney che lei aveva diretto negli ultimi sei anni. Ma era diverso dagli altri. Questo era la sua creatura – basata sulla coltivazione olistica, che richiedeva maggiori cure, ma regalava un'esperienza magica ai visitatori. Perlomeno in questa parte della sua esistenza aveva fatto centro.

    Dunque doveva concentrarsi su quella. Doveva venderne i pregi a Linc in qualunque occasione le si fosse presentata. Notare la bellezza dei suoi lineamenti o chiedersi se era in qualche modo attratto da lei non rientrava nel piano.

    «Abbiamo centinaia di persone ogni giorno, e quasi tutte vengono qui per via del labirinto. Le vendite dei biglietti sono alle stelle. E dovrà essere perfetto per il ruolo che giocheremo alla mostra floreale per la raccolta fondi della Sydney Silver Bells, perciò, al momento, gli sto dedicando grandi attenzioni.»

    «Un ballo in maschera nel bel mezzo di un labirinto di piante è un progetto ambizioso» osservò lui, incurvando le labbra in un sorrisetto. «Ma sono certo che se c'è una persona che può riuscire a farne un successo, quella sei tu.»

    «Gli organizzatori mi hanno dato piena fiducia, quindi non ho scelta» ribatté lei. E anche Linc lo aveva fatto, permettendole di correre quel rischio. «Vi ripagherò, Linc. Tutta la catena di vivai trarrà beneficio dalla partecipazione all'evento.»

    Linc era proprietario di una dozzina di vivai, oltre che di un bel numero di proprietà e altre attività che, da sole, probabilmente valevano milioni. Era la quintessenza dello scapolo ricco, dell'uomo di successo. I loro mondi erano distanti anni luce, il che rendeva ancora più imbarazzante il suo passo falso di sei anni prima, quando gli si era gettata tra le braccia.

    Linc non era interessato a lei. Aveva mal interpretato i suoi modi affascinanti e pochi istanti dopo che l'aveva rimessa al suo posto con estrema gentilezza, era arrivata la donna che aveva appuntamento con lui. Una donna più matura di lei, estremamente sofisticata.

    Storia vecchia, Cee. Linc si è comportato da gentiluomo quel giorno, si è scusato per averti dato l'impressione sbagliata ed è andato via con Miss Eleganza mentre tu sei tornata ad affondare le mani nei vasi di terra. L'hai superata, no?

    Da allora, Cecilia aveva lavorato sodo per impressionarlo sul piano professionale. E si era vista con altri uomini. Aveva incontrato Hugh ed erano stati insieme per due anni. E Linc, senza dubbio, era uscito con molte altre versioni di Miss Eleganza, anche se non aveva mai sentito parlare di una relazione seria dacché lo conosceva.

    «Apprezzo molto che tu sia venuto di persona per prendere visione di come stanno andando gli affari» continuò Cecilia. «So quanto sei occupato. In effetti, credevo avresti mandato qualcun altro.»

    «Ti sei meritata questa opportunità e sentivo di dovertelo» replicò Linc. «Voglio garantirti il venti per cento delle quote se posso, e nessuno meglio di me può capire il tuo lavoro qui e la tua visione.»

    Era vero. Anche se il grosso della loro interazione avveniva per telefono, lo sentiva regolarmente per riferirgli progressi e intoppi.

    E avevano concluso un accordo: la possibilità per lei di diventare socia se le cose fossero andate bene. Cecilia aveva in programma di aprire un suo vivaio, un giorno, e quello sarebbe potuto essere un primo passo verso la realizzazione del suo sogno.

    «Spero che la supervisione ti darà la prova che i miei sforzi valgono il tuo tempo.»

    Anche se aveva respinto le sue avance, Linc era il suo punto di riferimento sin da quando l'aveva assunta, sei anni prima, per dirigere uno dei suoi vivai. All'epoca lei non aveva alcuna esperienza, solo passione e grande determinazione. Linc era la dimostrazione vivente che si può raggiungere qualunque obiettivo se lo si vuole veramente.

    Quanti anni poteva avere ora? Trentaquattro? Trentacinque? Aveva lo stesso timbro di voce di allora, però, e lo stesso look – stivali da lavoro, jeans e la camicia con le maniche arrotolate fino ai gomiti.

    Con quel bel volto virile, quei capelli neri corti, quelle spalle spettacolari e quel portamento sicuro, Linc MacKay era una vera forza della natura.

    Avrebbe fatto base lì mentre controllava i conti del vivaio. Quindi avrebbero passato parecchio tempo insieme. Era una tragedia che l'attrazione per lui fosse riemersa. Qualunque cosa l'avesse riportata a galla doveva annullarla, si ammonì. Quanto prima possibile.

    Cecilia si incamminò verso l'ufficio.

    «Lo so che vedrò grandi risultati qui» commentò Linc, mettendosi al passo. «Ogni vivaio di cui ti sei occupata sta dando grandi profitti. Quest'ultimo, poi, ha superato ogni aspettativa. L'idea di organizzare delle visite turistiche su base quotidiana è stata geniale.»

    Ogni parola la riempiva di orgoglio. Cecilia non poté fare a meno di sorridere mentre lo ringraziava. «Anche la presenza dei nostri media ha fatto la differenza. Sono fortunata ad avere Jemmie nella squadra, fa delle foto e dei video eccezionali. Quello della crescita dalla gemma al fiore completamente sbocciato ha ricevuto grandi consensi in Internet.»

    «È davvero in gamba» concordò lui. «Proprio come te» soggiunse.

    Quel complimento la gratificò, ma quando le fece cenno di precederlo in una sezione stretta del labirinto si sentì mozzare il respiro in gola. Le parve un gesto così intimo. Come si fossero dati appuntamento lì per un convegno mattutino e ora stessero ritornando alla vita reale.

    Che sciocca.

    L'organizzazione di quel ballo in maschera le stava mandando in tilt il cervello. Non le venne in mente altra spiegazione per quell'improvvisa, assurda alterazione fisica.

    O magari è da troppo tempo che è finita la tua storia con Hugh e ora cominci a guardarti intorno?

    Se era così, doveva indirizzare l'attenzione in un'altra direzione. Perché Linc era fuori della sua portata, un fatto che aveva accettato da tempo ormai.

    Perché lo aveva accettato, giusto?

    «Grazie, Linc, per la tua disponibilità» disse. Il tono della sua voce suonò leggermente rigido e formale, ma non aveva potuto farne a meno. Meglio così che struggersi per lui come una ragazzina alla prima cotta, anche se solo col pensiero.

    «So che stai sottraendo tempo ad altre impegni importanti» seguitò.

    «Ho il sospetto che mi seguiranno sin qui, ma farò del mio meglio per non intralciarti» ribatté lui con un sorriso.

    Cecilia cercò di ignorare quello che le stava suscitando quel sorriso. Era semplicemente il genere di sorriso che si scambiano due amici, o due persone che si conoscono da anni, o il sorriso che un capo rivolge a un dipendente con cui si trova a proprio agio.

    E lei rientrava perfettamente in quell'ultima categoria. Sì, conosceva Linc da anni, ormai, ma il loro rapporto era stato sempre e solo professionale.

    Quindi quel sorriso non aveva alcun significato particolare.

    «Non voglio renderti le cose difficili» continuò Linc.

    «Non succederà» ribatté lei convinta. Linc sarebbe stato perfetto, come sempre. Si chiese se sarebbe stata altrettanto brava a tenere a bada l'attrazione che provava per lui.

    Doveva riuscirci, si disse. E allo stesso modo, doveva evitare di coinvolgere il suo capo nel caos della sua vita privata. Più facile a dirsi che a farsi, visto il tumulto emotivo in cui si trovava.

    Ma per quel che le importava, Hugh poteva anche sparire dalla terra. Quanto all'altra cosa...

    Cecilia trasse un profondo respiro.

    Non stava attraversando un bel momento, tuttavia poteva farcela. E non era certo il caso che Linc venisse a conoscenza dei suoi problemi.

    Dopo aver posato il cesto con i fiori fece segno a Linc di precederla in ufficio. «Entra. Quanto pensi che ci vorrà per la revisione?»

    «Dipende da quante interruzioni ci saranno, ma non penso occorreranno più di un paio di giorni.»

    «Ottimo.» Cecilia indicò una postazione computer posta in diagonale rispetto alla sua. «Cioè, non che non ti voglia qui... Sai cosa intendo...»

    Lo sapeva? O si era accorto che stava farfugliando in modo del tutto insolito rispetto alla norma?

    Smettila, Cecilia. Sei stata nel suo ufficio decine di volte e lo hai sempre trovato presente, anche se sai benissimo che i dipendenti si lamentano che non c'è mai. Certo lo fanno con affetto, perché sono grati per l'autonomia che viene loro concessa mentre lui è in giro per il paese a espandere il suo volume d'affari. Sei stata nella casa in cui viveva con i fratelli. Lo hai visto in ognuno dei vivai che hai gestito per lui. E spesso. Questa volta non è diverso.

    «I libri contabili sono lì» indicò. «C'è anche un prospetto di quello che vorrei attuare nei prossimi due anni.»

    «Grazie.» Di

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