Le opere e i giorni / Letteratura e Storia
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About this series
Storie di ragazzi, di donne e di uomini attraverso lo spazio ed il tempo;
legate tra loro da un refolo color del mare di nostalgia, di allegria, di magia,
di umanità.
Pensate,
se non fossero esistiti i narratori, quanto più difficile sarebbe stata l’esistenza di tutte le generazioni che si sono succedute dall’uso della parola in poi.
E quanto più lungo sarebbe divenuto l’apprendimento, senza basarci sulla co-noscenza di chi ci ha preceduto.
Con l’incedere degli anni matura la frenesia istintiva di tracciare profili di mondi perché tutto non vada perduto nel gran calderone confuso dei ricordi.
Nascono allora frammenti di vita importanti, non solo per chi racconta ma anche per chi ascolta.
Regalare frammenti della propria memoria è sempre un atto coraggioso.
Se si riesce poi a farlo con imparziale distacco e incedere galoppante diventa allora una lettura utile a chi, per andare avanti, ha il coraggio di voltarsi in-dietro.
Bravo, Mecconi!
Marco Buticchi
Titles in the series (8)
- Barabba: Un'ipotesi
1
Certo questo non è un libro per tutti, ma mi basta che ciò che scrivo possa essere, per menti libere da dogmi ed imposizioni confessionali, di stimolo ad una riflessione e ad una ricerca interiore: forse la verità sta dentro di noi, ben nascosta e soffocata dal fatto che, nei secoli, il potere costituito ha confuso e a volte impedito, anche con la violenza, l'intimidazione ed il sopruso, che il pensiero di ognuno si sviluppasse nella ricerca e nella libertà. "Il razionalismo ateo non soddisfa più i bisogni della psiche umana: occorre una nuova religiosità." (Marie Louise Von Franz (1915-1998) Psicoanalista, allieva di C.G.Jung)
- La catena spezzata
1
Questa raccolta di racconti, intitolata “La catena spezzata”, prende certamente il titolo di uno di essi, ma si riferisce soprattutto al filo conduttore che la percorre tutta. Non sono solo le vite ad essere spezzate, per la rottura di un amore, di un'amicizia o di un congedo definitivo, a volte la scissione colpisce l'identità stessa delle persone, fino a superare il confine con la cosiddetta normalità. Ma c'è anche la storia problematica di una città, come Trieste, a ridosso di un confine particolare che ne ha permeato l'atmosfera di instabilità, riflettendosi sui suoi abitanti. I personaggi di questi racconti sono persone in bilico, fra vita e morte, normalità e follia, passione e abbandono. Le loro storie vengono descritte sottolineando l'aspetto psicologico, con qualche accenno esoterico; e non è un caso che alcuni segnali possano acquisire un significato ulteriore, a volte simbolico. Così una conchiglia può ricordare un figlio o un genitore, un labirinto può rimandare a una vita precedente, a una nave può essere ancorata una vita.
- La gemella ritrovata
3
Attorno a un lungo colloquio di addio tra i due protagonisti, si svolge il racconto di una strana, piuttosto inconsueta relazione sentimentale e della sua inevitabile conclusione. La storia, di fantasia, è animata da diversi contrappunti che riguardano i ricordi di infanzia e di gioventù dell’autrice e dei suoi viaggi. La gemella ritrovata è la parte allegra, desiderosa di libertà che è in ogni donna e che spesso è relegata nel buio dell'infame buon senso e delle banalità mistificatrici. Sei celata in un linguaggio misterioso, o amata, e non posso conoscerti! Avvolte nella nebbia le montagne sembrano nubi. (Sfulingo, Scintille, di Rabindranath Tagore)
- Il manoscritto di Laneghè: CRONACHE DAL GOLFO
Schegge di vita dai paesi di un golfo del Mediterraneo. Storie di ragazzi, di donne e di uomini attraverso lo spazio ed il tempo; legate tra loro da un refolo color del mare di nostalgia, di allegria, di magia, di umanità. Pensate, se non fossero esistiti i narratori, quanto più difficile sarebbe stata l’esistenza di tutte le generazioni che si sono succedute dall’uso della parola in poi. E quanto più lungo sarebbe divenuto l’apprendimento, senza basarci sulla co-noscenza di chi ci ha preceduto. Con l’incedere degli anni matura la frenesia istintiva di tracciare profili di mondi perché tutto non vada perduto nel gran calderone confuso dei ricordi. Nascono allora frammenti di vita importanti, non solo per chi racconta ma anche per chi ascolta. Regalare frammenti della propria memoria è sempre un atto coraggioso. Se si riesce poi a farlo con imparziale distacco e incedere galoppante diventa allora una lettura utile a chi, per andare avanti, ha il coraggio di voltarsi in-dietro. Bravo, Mecconi! Marco Buticchi
- Una rosa di donne
8
Ci sono tante donne la mattina presto per le vie della città, camminano veloci, con una meta ben precisa, sembrano fiere della propria femminilità, sono tutte bellissime, fantastiche, il mondo è loro. E in cielo c’è tanta luce. Sono parole della protagonista del primo racconto di Una rosa di donne, una visione augurale, felice di una realtà nuova, dove le donne padrone della loro identità e dignità sono libere di amare, essere riamate, rispettate nei rapporti umani e di lavoro. I racconti di Una rosa di donne ci dicono come questo mondo nuovo della donna sia tuttora dolorosamente lontano. Con fine sensibilità femminile e una scrittura leggera, che lega e rende scorrevoli le diverse storie come quadri di un’unica rappresentazione, l’autrice ci parla della condizione della donna in modo originale, fuori dagli schemi di un facile, scontato femminismo. Raccontando semplicemente la vita quotidiana, gesti, parole, sentimenti, comportamenti, fatti, alcuni momenti drammatici, qualche spunto esilarante, all’interno dei rapporti famigliari. Una rosa di donne sottomesse, maltrattate, abbandonate, sofferenti, impaurite, insicure, figlie, fidanzate, mogli di uomini sbagliati.
- La Rita Smeralda
"Non ci sono eccessi, negli episodi attraverso i quali si snoda La Rita Smeralda. I personaggi [...] sono gestiti con sobria abilità. Evitano gli eccessi, pur se coinvolti in fatti sconvolgenti [...]: ma attenti a sottovalutare il fascino di quelle storie ambientate su quei lembi di terra strappati al mare con ammirevole caparbietà. Attenti a non lasciarsi distrarre dalla bellezza della natura raccontata con un’efficacia che dà modo al lettore di spostarsi in quei posti magici, dei quali, nella lettura, sembra di sentire il rumore del vento e il profumo di pitosforo. Una lettura, quella de La Rita Smeralda, che spinge a ricostruire con la memoria quelle zone magiche. E mette la voglia di andare più spesso lassù, in quella straordinaria striscia di terra piena di fascino. E di mistero."
- Trabastia: Cent'anni di gente comune
Vorrei riuscire a ricordare per lei tutte le cose che ho ascoltato, quelle che mi hanno raccontato, quelle che ho vissuto, e le voci, le vite fermate nelle lettere, nei diari, nei fogli che ho trovato sul fondo dei cassetti. Vorrei che sapesse le strade che abbiamo percorso per arrivare fino a lei. Attraverso cent’anni di vita vissuta Mecconi evidenzia con pennellate di parole, come fossero dipinti, storie e personaggi che di volta in volta prendono forma e luci e ombre e si personificano davanti ai nostri occhi. È importante, nella vita che stiamo vivendo, recuperare momenti così. L’anima ringrazia. Mariangela Guandalini
- In morte del tiranno: Lorenzino dei Medici, da «Bruto toscano» a «Bruto italiano»
Lorenzino de’ Medici è una figura estremamente affascinante, controversa ed emblematica della storia del Rinascimento fiorentino. Il suo inaspettato gesto omicida, rivolto contro Alessandro de’ Medici nella notte dell’Epifania del 1537 è stato capace di stupire e di sconvolgere gli equilibri politici nella sua città e nella penisola e di riaccendere le speranze degli esuli repubblicani. Acclamato come novello Bruto liberatore della patria o denigrato come il massimo traditore del sovrano, da figura marginale, Lorenzino assurge a un’improvvisa notorietà e accende passioni politiche contrastanti. Con In morte del tiranno, intendo rievocare le diverse interpretazioni dell’immagine del tirannicida, commentando il documentato e approfondito lavoro curato da Vincenzo Gueglio dedicato a Lorenzino de’ Medici, alla sua Apologia, manifesto ideologico del tirannicidio compiuto, dove si afferma che “[…] e tiranni, in qualunque modo si ammazzino e spenghino, sien ben morti”.
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