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Psicologia spicciola e pseudo spiritualità: la trappola della felicità
Psicologia spicciola e pseudo spiritualità: la trappola della felicità
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Psicologia spicciola e pseudo spiritualità: la trappola della felicità

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About this ebook

In questo libro non ci troverete le solite raccomandazioni che cercano di illudere col pretesto di un miglioramento di vita. No! Niente paroline divine o celestiali, niente tecniche scopiazzate che da anni saturano la rete. Leggerete invece del libero arbitrio e degli esperimenti di Libet, di cosa non è la spiritualità, dell’essenza dell’uomo, della natura del tempo e del bianconiglio. Della libertà e di come sia paradossalmente necessaria la disciplina per raggiungerla. Leggerete della moralità umana, e del perché l’uomo non può essere cattivo. E poi della malattia, dell’energia vitale, del mushin, lo haiku e il koan, dell’intelligenza, di Popper, di Fight club e di Orwell. Del rapporto tra scienza e fede, dell’inconcludente motivazione, delle personalità multiple, del progresso tecnologico, dei problemi e della verità assoluta. Si prenderà in causa la Psicobiologia più che la spiritualità spicciola in stile Legge di attrazione.
Prima di voltare lo sguardo al cielo è necessario imparare a stare sulla terra.
 
LanguageItaliano
Release dateJan 3, 2021
ISBN9791220244817
Psicologia spicciola e pseudo spiritualità: la trappola della felicità

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    Book preview

    Psicologia spicciola e pseudo spiritualità - Andrea Di Lauro

    Conclusione

    Introduzione

    Questo libro nasce da un progetto più ampio denominato Project Excape. Il Project Excape prende vita nel 2016 inizialmente come blog, pagina facebook, instagram e infine canale Youtube. Ad oggi per molti motivi rimane attivo soltanto il blog. Mi trovo in difficoltà a catalogare e spiegare in poche parole gli argomenti principali del Project Excape e dunque di questo libro, perché si tratta di contenuti originali, tratti per lo più dalla propria esperienza. Con crescita personale mi sembra di ridurre il tutto a qualche tecnica veloce o a nozioni di psicologia spicciola. Mentre col termine spiritualità insozzerei l’intento, la radice di questo progetto, che fin dal principio ha sempre tentato di distanziarsi da questo termine.

    Per dirla in breve, in questo libro non ci troverete le solite raccomandazioni che cercano di illudere col pretesto di un miglioramento di vita. No! Niente paroline divine o celestiali, niente tecniche scopiazzate che da anni saturano la rete. Niente di tutto questo. E allora cosa? Cosa ci troverete?

    Leggerete un miscellaneo che guarda verso un unica direzione: la reale felicità dell’uomo, quella duratura e non illusoria. Leggerete allora del libero arbitrio e degli esperimenti di Libet, di cosa non è la spiritualità, dell’essenza dell’uomo, della natura del tempo e del bianconiglio. Della libertà e di come sia paradossalmente necessaria la disciplina per raggiungerla. Leggerete della moralità umana, e del perché l’uomo non può essere cattivo. E poi della malattia, che è la nostra migliore amica. Dell’energia vitale, del mushin, dell’intelligenza, del rapporto tra scienza e fede, dell’inconcludente motivazione, delle personalità multiple, del progresso tecnologico, dei problemi e della verità assoluta.

    Ci sarà inoltre poca ma buona filosofia: Avremo a che fare con Diogene il cinico, l’eterno ritorno, l’atarassia, Socrate e Bruce Lee. Personaggi di poco conto non vi pare? ;) Studieremo come approcciarsi ai desideri e alla realtà, senza subirla passivamente ma divenendo co-creatori attivi. Ho scritto molto riguardo questi argomenti poiché sono presenti molte informazioni fantasiose a riguardo. Si prenderà in causa la Psicobiologia più che la spiritualità spicciola in stile Legge di attrazione. Infine, Ho scritto molto anche di rapporti interpersonali, non a caso nel blog esiste un’intera categoria che raccoglie argomenti vitali per la convivenza, tra cui: differenza tra amore e innamoramento, sessualità, le relazioni da un punto di vista psicologico. Tradimento, amore incondizionato, solitudine, amore non corrisposto. E non dimentichiamo alcuni contenuti che servono da ispirazione, da modello, da esempio. Persone, film e libri che possono essere empiricamente utili. Per citarne solo alcuni: Popper e il suo falsificazionismo, Lo Haiku e il Koan giapponesi, Fight club e 1984 di Orwell.

    Ho deciso di fare questo lavoro in primis perché sia un supporto economico del blog. Infatti, se hai acquistato questo libro senza aver mai conosciuto il Project Excape, sappi che lo stai sostenendo in modo attivo. E stai contribuendo alla creazione di nuovi contenuti.

    In secondo luogo, il libro è un canale nuovo per far conoscere il Project Excape, a cui si può accedere senza conoscere il blog. Inoltre, cosa molto importante, è un’opportunità, una comodità di lettura per chi, pur amando i contenuti del blog, proprio non riesce a leggere su dispositivi elettronici come pc e smartphone.

    Per questi motivi ho deciso di scrivere questo libro, anche se in realtà, non l'ho scritto io.

    Cioè, sì, certo. L'ho scritto io, ma non l'io che sono ora. L'ho scritto in passato, dal 2016 al 2020. Ho scelto gli articoli più meritevoli, quelli che meglio riescono a raccontare la filosofia di questo progetto, ne ho aggiornati alcuni, e li ho disposti in ordine cronologico. In questo modo si riesce a comprendere l'evoluzione del progetto, delle sue argomentazioni.

    Per concludere l’introduzione vorrei delineare meglio la struttura del libro. Come prima cosa troverete la serie Radice, 11 articoli che formano l’anima del progetto. Il nome Radice non è un caso, è proprio la radice su cui si fonda l’intero discorso. Più volte troverete dei rimandi a questa serie nei vari articoli, questo per l’imprescindibilità del contenuto riguardo ai maggiori obiettivi nella vita di tutti noi. Detto ciò, ci sono tre modi principali di leggere questo ebook.

    Il primo nel modo classico, dal principio alla fine. Ovvero dalla serie Radice per passare a tutti gli altri articoli. Il secondo, leggendo prima tutti gli articoli e per ultimo la serie Radice. Il terzo, ciò che io consiglio, è leggere un articolo di Radice e due o tre degli altri articoli, poi un altro di Radice e ancora tre o quattro degli altri. Questo per variare un po’ gli argomenti.

    Ho anteposto volutamente la serie al resto degli articoli in modo da averla sempre pronta all’inizio del libro, per poterla rileggere all’occorrenza. Se invece vi piace restare sul pezzo senza distrazioni, non c’è nulla di male a leggere il libro in modo ordinato, dall’inizio alla fine. L’unico che veramente mi sento di sconsigliare è il secondo, ossia leggere Radice alla fine, dopo aver letto tutto il resto.

    A voi la scelta.

    Non mi resta che augurarvi buon viaggio e porvi un piccolo antipasto di ciò che sarà la Radice.

    Quando si desidera modificare l'andamento della propria esistenza, la risposta più automatica è quella di cercare di modificare le proprie azioni. Il segreto però è direzionare lo sguardo dalla luce all'ombra. Sì, dai variopinti colori delle foglie alla radice sotto la fredda terra.

    Parlo di concentrarsi sul contesto piuttosto che sulle azioni, perché le azioni, in fondo, hanno preso vita e prendono vita dal contesto. Cercare di cambiare le azioni nel medesimo contesto è come cercare di far crescere fichi in un albero di mele. Ricorda, tutti i nostri pensieri e azioni sono state generate dal periodo storico e culturale in cui siamo nati e vissuti. Non sai chi sei fino a quando non scopri di non essere nulla.

    Presentazione della serie Radice

    Si parla sempre delle foglie. Stiamo sempre a ballonzolare tra la chioma, a saltellare inutilmente da un ramo all’altro, accecati dai variopinti colori del fogliame. È così che perdiamo di vista il tronco, o ancor peggio, la radice.

    Come avrai capito da alcuni precedenti articoli il nostro lavoro non è incentrato sulla spiritualità di cui tutti parlano. Non lo è nemmeno su quel marasma di elaborazioni superficiali che chiamano erroneamente spiritualità, come spesso succede nella classica formazione dei coach, life coach, mental coach ecc.

    Il Project Excape si focalizza sulla radice, perché la radice conta molto di più delle foglie. Non ci preoccupiamo di perdere tempo nelle innumerevoli chiacchiere che riguardano l’estetica dei rami e della chioma. In questa serie ti illustreremo come cambiare vita partendo dalle fondamenta.

    Quando una persona dei nostri giorni si accorge che la sua vita non è soddisfacente e che, dopo innumerevoli sforzi, tentativi, sconfitte, dolori, incomprensioni, delusioni, la piega diviene sempre più storta, capisce che deve cambiare, agendo in qualche modo.

    Le persone sono schiacciate 9 volte su 10 da una mansione lavorativa che non hanno scelto e che le annoia. Oppure, al contrario, dall’ansia perenne della ricerca lavorativa o del denaro. Schiacciate 9 volte su 10 da una relazione di coppia che dopo qualche mese di farfalle nello stomaco si è trasformata in una prigione di incompatibilità e di tediose pizze del sabato sera. Schiacciate 9 volte su 10 da contenuti triti e ritriti, provenienti da media televisivi, dal web o dai soliti discorsi da bar, che ripetono sempre le stesse cose…

    Allora la persona cercherà un nuovo spazio, una sorta di fuga necessaria alla propria sanità mentale. Sarà una compensazione a tutto ciò che è costretto a fare contro il suo volere. Ed ecco che arriverà la confusione. Cercando la soluzione si imbatterà in un circo spirituale che, abilmente addobbato, al principio gli sembrerà chiaro e illuminante. In seguito, dopo qualche mese, perderà la luce e lo porterà nuovamente all’insoddisfazione. Quindi, come cambiare vita senza cadere in questa trappola?

    Reprimere la propria insoddisfazione per mezzo di pratiche che donano euforia passeggera non porta alla soddisfazione duratura.

    Cercare le risposte per una vita migliore

    La persona perciò tenterà di trovare la salvezza della propria esistenza o soltanto qualche forma di consolazione temporanea. Troverà la Mindfulness. Troverà tecniche psicologiche di vario tipo, training autogeno, pratiche per la riprogrammazione dell’inconscio. E ancora la programmazione neuro linguistica, corsi di counseling, l’ipnosi. Gli potrà capitare di assumere sostanze psicotrope, di provare visualizzazioni guidate o delle ripetizioni verbali. Potrà cercare sollievo nell’esoterismo di propaganda. Nelle meditazioni, nelle autosuggestioni. O ancora nella ho’oponopono, nella legge di attrazione, nello yoga occidentalizzato, nei mantra, nel reiki, nelle iniziazioni sciamaniche… (Non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio anche se così può sembrare, il discorso è utile al concetto a cui arriveremo più avanti).

    Questa strada però, 9 volte su 10 serve solo, come si suol dire, a raccontarsela. L’errore non sta sempre nelle pratiche in sé, ma nel come e soprattutto nel perché ci si approccia ad esse. Questo modo di agire, basato sul sistema capitalistico occidentale, è sempre il medesimo in quasi ogni settore dell’esistenza umana odierna. Se la tua testa duole prendi la pastiglietta. Invece dovresti capire il perché del sintomo, così da cambiare un determinato modo di agire che genera il malanno. Ma così dovresti divenire consapevole. Stessa cosa, se la tua vita fa schifo c’è la pastiglietta chiamata (oggi) spiritualità. Questa cancellerà l’insoddisfazione per qualche mese, ma ti priverà della possibilità di un concreto cambiamento della radice, dello stile di vita. Solo dalla radice possono partire veri mutamenti positivi e duraturi, è inutile agire sulle foglie.

    Sia chiaro, ho nominato tutte queste pratiche senza l’intenzione di denigrarle. Sono sicuro che, ognuna di esse o quasi, approcciate nella maniera migliore, possano portare grandi benefici. Ma non è questo il punto. Non è qui che risiede il motivo dell’articolo.

    Come cambiare vita veramente, con un nuovo percorso

    Il Project Excape non è né spiritualità né Life Coaching. Il nostro è un percorso diverso. Seguendolo capirai perché, anche dopo la più fantastica delle conferenze o dei metodi psicologici o spirituali che siano, non sei riuscito ancora a cambiare vita. Capirai perché ritorni immancabilmente a quel coercitivo e noioso trantran di compiti da svolgere, obblighi da rispettare e giornate da far passare.

    Questo, come avrai capito, non è un articolo auto-conclusivo. È la presentazione di un percorso, di un vero e proprio metodo che ti verrà offerto. Se vorrai adoperarlo, ti dico senz’ombra di modestia, che sarà uno dei pochi a generare veri cambiamenti riscontrabili. Ci credo molto, ed è inutile girarci attorno. In realtà non si tratta propriamente di un metodo, ma di uno stile di vita. È la logica a dircelo. È inutile imparare il migliore dei metodi quando il nostro stile di vita dettato dall’ambiente non ci permette di attuarlo al meglio.

    Non siamo qua a pettinare gli unicorni, a disegnare con le fate o a parlare con i fantasmi. Non abbiamo gli occhi puntati in alto, verso le foglie. Per il momento la nostra attenzione va verso l’oscura radice. Quando la radice sarà forte, ben ancorata al terreno e pronta a ricevere i nutrienti dalla Terra, allora potrai rivolgere lo sguardo verso l’alto. Allora sì, sarà quello il momento in cui potrai attingere alla spiritualità di cui tutti parlano, ma che veramente in pochi conoscono, e ancora meno raggiungono.

    1 Essere sempre stanchi, la normalità d’oggi

    Sei alla conferenza del relatore di turno. È famoso, dice cose giuste nel modo giusto. A queste seguono applausi scatenati, risate, esaltazione ed euforia generale. Il relatore ci illustra informazioni che sentiamo nostre, ma che per un qualche mistero ci erano celate e che non avevamo mai portato alla luce. Ci sentiamo carichi, al pieno delle energie. Battiamo sonoramente le mani, non vediamo l’ora di agire.

    Dopo l’entusiasmo, stanchezza e procrastinazione

    Alcuni giorni dopo però, in maniera quasi inconsapevole, siamo tornati ai soliti pensieri e alla squallida vita di sempre. Ci barcameniamo alla meno peggio tra pigrizia perenne, procrastinazione, cazzeggio privo di scopo, e appagamento drogante di bisogni futili che non portano a una vera soddisfazione di base.

    Se sei interessato al mondo psicologico, a quello spirituale o comunque a tutto ciò che gira attorno alla crescita personale, probabilmente hai partecipato a una delle numerose conferenze o seminari presenti nel panorama attuale. Puoi pertanto capire ciò che intendo, ma lo puoi immaginare anche se non hai mai frequentato eventi simili.

    Quante volte, dopo un seminario, ti è capitato di partire con i migliori propositi? A volte succede anche solo guardando un film, un discorso o leggendo una frase motivante. Il risultato, però, è quasi sempre negativo. Vengono applicati solo alcuni consigli che poi si perdono in qualche giorno tra le varie distrazioni del vivere moderno. Ho letto miriadi di informazioni su tale argomento. Ognuno offriva la propria tecnica, il proprio metodo motivazionale, ma raramente ho potuto fruire di contenuti validi. Qua siamo ancora al livello delle foglie, bisogna andare in profondità, alla radice sotterranea.

    Il Project Excape non vuole essere l’ennesimo canale che offre tecniche e pratiche (scopiazzate) che poi non si riescono a mantenere nel tempo. Non si focalizza tanto sui metodi ma su uno specifico stile di vita. Questa sarà la chiave per riuscire a compiere qualsiasi tecnica e qualsiasi metodo da te preso in esame. È molto importante che tu capisca questo. Il progetto Excape è qualcosa di totalmente diverso da ciò che finora si è visto, poiché il suo approcciò è diverso.

    Perché non raggiungo quello che voglio?

    Prima di tutto è necessario analizzare perché non riusciamo nelle tecniche o nel raggiungimento dei nostri scopi. Facile dirai: sono sempre stanca e debole, mi sento spossato e senza forze. Ma perché l’uomo di oggi si è tramutato in un apatico zombie?

    La maggior parte delle volte non raggiungi le tue mete perché vivi in un luogo che non è conforme alla tua vera natura umana. Sei situato in un agglomerato moderno che non ha come fine la tua felicità, ma il perpetuo sostentamento del sistema. In poche parole, l’ambiente in cui vivi detta il tuo stile di vita, non sei tu a scegliere le tue azioni giornaliere, è il tuo habitat a farlo.

    Queste parole ti sembrano forse strane? E allora pensa, la mattina, quando ti svegli, che tipo di umore hai? Sei forse contento, cominci col fare quello che realmente vuoi, o fino alla sera sei costretto a fare cose che non vuoi veramente? Sono sempre stanca/o è un’affermazione che fa spesso da contorno al tuo quotidiano? Pensaci.

    Rinunciare a vivere per sopravvivere

    Pensa al solo fatto che, per permettere al tuo corpo di sopravvivere, devi trascorrere 8/9 ore della tua esistenza rinchiuso in qualche stanza a ripetere sempre le solite faccende, i soliti gesti, le solite parole. Per garantirti una vita devi rinunciare a vivere! Già da questo punto si può capire che l’intero sistema si fonda su un concetto d ivergente da una sana logica, tanto che al giorno d’oggi il primo obiettivo del cittadino è diventato quello di essere uno schiavo contento di esserlo. Ci siamo ormai ampiamente inoltrati negli anni duemila, ma l’utilizzo della logica sembra divenire cosa sempre più rara.

    Già a metà 800, quando non esisteva la mole di informazioni e la facilità nel reperirle, un certo Karl Marx asseriva che il lavoratore che produce merce diventa esso stesso una merce del lavoro. Fu uno dei primi visionari del sistema capitalistico, che continua ansimante ad avanzare anche attualmente, quando più o meno tutti percepiamo che c’è qualcosa di tremendamente sbagliato e aberrante in esso. Ecco un breve stralcio dei suoi scritti che può farti comprendere il normale svolgere delle vite odierne. Pur essendo anacronistiche in buona parte, altre teorie di Marx invece sono ancora molto attuali.

    Il lavoro resta esterno all’operaio, cioè non appartiene al suo essere, e che l’operaio quindi non si afferma nel suo lavoro, bensì si nega, non si sente appagato ma infelice, non svolge alcuna libera energia fisica e spirituale, bensì mortifica il suo corpo e rovina il suo spirito. L’operaio si sente quindi con se stesso soltanto fuori il lavoro, e fuori di sé nel lavoro. Il suo lavoro non è volontario, bensì forzato. Assume un carattere costrittivo, si configura come sacrificio, non come esplicazione delle facoltà umane nel loro rapporto con la natura. Il lavoro non è quindi la soddisfazione di un bisogno, bensì è soltanto un mezzo per soddisfare dei bisogni esterni ad esso.

    Karl Marx

    Ho voluto cominciare con questo argomento perché è la maggior cagione dell’apatia, della stanchezza cronica, della svogliatezza o pigrizia che sia. Fino a quando non si prende coscienza di questo fatto si può facilmente cadere in errore. Pensiamo che questo stato di bassa energia sia la vita normale dell’uomo. Ed è quando si vive in una situazione di scarsa energia vitale che si prende la strada del conformismo, del cazzeggio, dell’assenza di logica. Si diviene dipendenti dalle pulsioni animali più frivole.

    Il risultato è che il lavoratore si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere e nel generare, tutt’al più nell’avere una casa, nella sua cura corporale ecc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l’umano e l’umano il bestiale.

    Karl Marx

    Essere sempre stanchi e svogliati è sintomo di bassa energia

    Nella nostra epoca pochi, molto pochi riescono ad avere l’energia necessaria per elevare le proprie virtù fisiche, mentali e spirituali. Pochi riescono a dedicarsi a ciò che vorrebbero fare. Sono rari coloro che riescono ad appassionarsi all’arte in generale, all’esplorazione del mondo, o anche al solo accorgersi di essere vivi, per cominciare a vivere realmente.

    Tornando al discorso iniziale, il giorno dopo la conferenza, per quanto essa sia stata esaltante, siamo costretti a svegliarci alle sette del mattino, stanchi e intorpiditi. Ingurgitiamo sostanze da cui siamo dipendenti, che ci danno la carica necessaria, e ci rechiamo velocemente al lavoro. Trascorriamo quasi l’intera giornata al chiuso, in un ambiente che la maggior parte delle volte è sterile di energia (luce solare, aria ossigenata ecc.). Giorno dopo giorno diventiamo sempre più stanchi, svogliati, privi d’interessi. In sostanza, privi di vigore. Come puoi dunque pensare di riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi o di mettere in pratica i consigli del seminario se non possiedi il tempo né tanto meno l’energia per praticarli con costanza?

    Non solo il lavoro come principale causa della bassa energia

    Siamo solo all’inizio del progetto. Forse non hai idea di come noi esseri umani moderni veniamo bombardati in ogni campo della vita. Di come ci venga sottratta l’energia in maniera subdola dall’ambiente in cui viviamo. Questa del lavoro è solo una parte (anche se forse la più importante) ma non è di certo l’unica causa. Se così non fosse i disoccupati sarebbero i più favoriti, eppure raramente si osservano disoccupati felici ed energici al giorno d’oggi.

    Probabilmente avrai già sentito o letto parole similari. La verità non è più così nascosta come lo era alcuni decenni fa. Perché allora (se ti trovi in questa situazione) continui ad accettare tutto questo? Perché decidi di barattare la tua vita e la tua felicità per partecipare a questo gioco macabro e masochista?

    No, non ripeterti le solite risposte già sentite dagli altri. Non dire che se non segui le regole del sistema non sopravvivi, non mangi, non ti puoi permettere niente. Siamo in un periodo (nella società occidentale), in cui c’è da mangiare per tutti. Solo che c’è bisogno di ingegno e voglia di cambiare. Quindi non far reagire il tuo cervello in maniera abituale. Non stiamo negando l’esistenza di un problema. Stiamo guardando solamente nella direzione della soluzione.

    L’energia vitale

    Vuoi sapere qual è la vera motivazione che ti fa accettare tutto questo? Niente di complicato, l’ho già scritta un paio di volte nell’articolo. Il motivo è la mancanza di energia vitale. Riconosco che, detto così, non rende l’idea. La maggior parte delle persone non conoscono in profondità cos’è questa energia. Nei prossimi capitoli scoprirai di cosa stiamo parlando e, soprattutto, come sfruttarla a tuo favore. Se essere sempre stanchi è uno stato ricorrente, non ti resta che scoprire a cosa ci riferiamo quando parliamo di energia vitale.

    L’unico modo per fuggire dalla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigione.

    Italo Calvino

    2 La tua vita non ti piace? Non è colpa tua (forse)

    Perché continui a perdere le tue giornate dell’unica esistenza che hai in un lavoro che quasi sicuramente non ti appassiona più di tanto? Magari ti sei anche reso conto che così non va. Forse hai una gran voglia di cambiare, ma non sai da dove partire. Prima di tutto, se la tua vita non ti piace non è (solo) colpa tua.

    Dicendoti che non è colpa tua non voglio che tu ti sieda troppo. Non è una frase consolatoria o una scusante, bensì una presa di coscienza. Puoi utilizzarla quando ti capita di applicare un giudizio sugli altri. Tante volte nel corso della vita avrai mollato; numerose saranno state le tue cadute, i tuoi ripensamenti, le tue rinunce, le situazioni in cui hai pensato di essere stato troppo debole, troppo inadatto, meno degli altri. Se è così, sappi che non è colpa tua . Siamo stati costruiti da questa società. Per questo, fino a quando non comprendiamo questo fatto (per cominciare a capire chi siamo realmente) non c’è via di fuga . La voglia di cambiare è il primo passo, ma se non sai come fare, rientrerai nel buco nero che è la società odierna.

    Siamo tutti costretti ad adattarci al sistema e a seguire determinate regole se vogliamo viverne all’interno. Il problema nasce quando ne prendi consapevolezza ma continui imperterrito a seguire le soluzioni propinateci dalla modernità. Allora, in questo caso, non hai scusanti. Una volta preso coscienza è solo una questione di scelta. Continuare questa danza velatamente macabra ed estenuante che oggi chiamano vita o decidere di allontanarti da essa sempre di più. Vuoi un cambiamento? Bene, la consapevolezza c’è. Adesso è ora di agire.

    La prossima volta che ti capita di giudicare malamente gli altri ricorda queste brevi righe. Non è colpa loro, sono solo il riflesso del luogo in cui vivono. Dopo questa premessa, chi decide consciamente o inconsciamente di vivere come gli hanno insegnato sarà facilmente manovrabile da tutta un serie di necessità, o meglio, dipendenze, che solo il sistema può offrire.

    Chi sceglie ogni giorno l’inumano modo di vivere odierno verrà stressato sul piano fisico, mentale e spirituale. La sua energia sarà dispersa in pratiche che seguono sempre e solo il denaro, e non doneranno nulla che non sia diverso da esso. Con diverso intendo tutto ciò che l’uomo in realtà vuole. Salute, amore, pace o, sostanzialmente, essere felici. Cominceremo a breve a vedere anche cosa significa essere realmente felici, perché ci siamo accorti che sono presenti molteplici fraintendimenti su tale concetto.

    Viviamo una vita costellata da stress mentali e fisici causati dai compiti lavorativi, dalla recita continua del nostro personaggio sociale, dal mantenimento della propria reputazione, dagli obblighi verso i conoscenti, verso la famiglia, verso lo stato ecc. Tutte quelle cose che non si vorrebbero fare. L’insieme dello stile di vita odierno richiede in modo inevitabile una compensazione.

    Prendiamo in prestito questo modo di dire dei nostri genitori, questo modo di vivere del tirare avanti. Arranchiamo a fatica, annaspiamo per qualche tozzo di pane farcito con smartphone e vestiario scadente.

    Ma più passa il tempo e più l’energia comincia a diminuire. Più si tira avanti e più cominciano i malanni, i malumori, le crisi. Le gambe cominciano a cedere, il vigore a scarseggiare e ci si dovrà reggere, volere o no, a delle stampelle.

    Sì, io le chiamo così, stampelle. È indubbio, chi tira avanti a fatica ha bisogno delle stampelle. Non credere a tutti quelli che ti vogliono fare intendere la vita come una lotta continua, una battaglia da vincere. Cadere per poi rialzarsi. So che va molto di moda fare il guerriero, ma non ti conviene dare ascolto a questi personaggi. Chi dichiara guerra alla vita ha già perso in partenza.

    Ma cosa sono queste stampelle?

    Le stampelle sono semplici dipendenze. Servono a donare piccoli piaceri momentanei e a rimanere incatenati al volere della coscienza del sistema. Hai presente le droghe pesanti? Ecco, quasi tutti i campi della vita di oggi sono droga. Ti sembro estremista? So che molti non vogliono sentirsi dire quello che sto esternando, ma oggi tutto è dipendenza.

    Mangiare non è più nutrimento ma dipendenza chimica. Dipendenza lo è l’alcol, il fumo, il caffè, gli zuccheri, le esorfine dei farinacei. Dipendenza è il divertimento, il bisogno di divertirsi a tutti i costi e in qualsiasi momento, perché siamo costretti buona parte della giornata a lavorare. Siamo dipendenti dal sistema perché ci serve un’abitazione calda, un tetto. Siamo dipendenti dal sesso, dall’acquistare merce, da ciò che gli altri pensano di noi. Siamo dipendenti dalle cure per tutte le malattie provocate dall’attuale stile di vita. Dipendenza sono anche le altre persone, dipendenza affettiva, dipendenza nel delegare agli altri ciò che potremmo fare noi, ma non abbiamo il tempo.

    Tutta l’alimentazione odierna è dunque una stampella. Più o meno tutti cercano compensazione nel cornetto alla crema. La vita fa schifo e quindi serve un’altra stampella per arrancare, il piacere donato da un’aromatica sigaretta assassina. Il caffè renderà efficienti, ci sosterrà nelle mattinate lavorative proprio come una stampella, ma quelle continue stimolazioni violente richiederanno in cambio energia vitale per riequilibrare gli effetti anormali, così che nel lungo periodo si sarà sempre più stanchi e sarà necessario sempre più caffè. Stessa analogia la si trova nello zucchero e nel sale. L’alcol e le sostanze simili saranno l’ennesima fuga dalla realtà.

    Abbiamo sempre più bisogno di emozioni forti perché in fin dei conti abbiamo reso il mondo prevedibile, noioso, grigio e meccanico. Le relazioni tra gli uomini sono diventate meccaniche e prive di emozione. Il sesso, stessa cosa. Così cercheremo sapori forti, film cruenti, super-drammatici, apocalittici, pornografia estrema… ancora più zucchero, ancora più sapore, ancora più piccante, ancora più stimolazione mentale, ancora più virtuale, ancora di più, di più...

    Ogni cosa è stata privata della sua essenza per essere trasformata in un sostegno

    In quanto strumento per spegnere la sete, tutte le forme di assuefazione sono autodistruttive, poiché cancellano la possibilità di sentirsi un giorno soddisfatti.

    Z. Bauman

    Tutte queste forme di assuefazione ci assoggettano al sistema, perché per reperirle è necessario il denaro (la più grande dipendenza e causa di ansia) e si dovrà lavorare per essere pagati. Vedi come il cerchio si chiude? È un percorso senza via di uscita. Il lavoro ci stressa, ci toglie la possibilità di vivere realmente, e questo stress deve essere compensato e represso acquistando beni che ci renderanno dipendenti e ci costringeranno a lavorare sempre più, fino al totale usuramento della nostra persona in tutta la sua interezza. Fisici inquinati, putridi, malati, menti apatiche, ovattate, annebbiate, spiriti assenti.

    Se tutto questo ti sembra un discorso pessimista sappi che non lo è. E ciò che io vedo essendomi spostato poco più fuori. Se cerchi un qualche spiraglio di speranza sappi che non c’è. All’interno di quel cerchio non c’è speranza, non c’è via di uscita, si è destinati all’infelicità.

    Non si può uscire dal cerchio

    Non si può uscire dal cerchio, è vero, però si può invertire il senso di rotazione dello stesso. Se prima tutto procede in senso antiorario, possiamo invertire la marcia per portarla al senso orario. Al principio ci sarà un rallentamento della velocità, poi lo stallo, poi, lentamente, la circonferenza comincerà a girare in senso orario, sempre più veloce, sempre più veloce, ma solo se alimentata dalle giuste azioni. Solo così si può uscire dal cerchio (società), invertendo positivamente il senso di marcia dello stesso. E vedremo concretamente nei prossimi capitoli della Radice come fare.

    Salse, sale, zuccheri, edulcoranti. Climatizzatori per non farci badare al calore. Rapidi antidolorifici per scacciare l’utile dolore. Occhiali da sole ottenebranti che ci separano dalla realtà innalzando il proprio ruolo sociale. Cuffie, radio, televisori, schermi, fragori continui, estirpatori del sano silenzio suggeritore. Profumi ostentati dalle appariscenti pubblicità, che tentano di coprire la vergogna dell’odierno stile di vita. Stimolanti, eccitanti, narcotizzanti che ci fanno eludere la noia, la delusione, la grigia realtà, o che innalzano futili banalità a momenti storici. Sicurezza, luci artificiali, ritmi biologici sfasati, prevenzione annichilente, abitazioni che non riparano ma che imprigionano, gabbie con le sbarre placcate d’oro. Perpetui diversivi che allontanano dal confronto con ciò che siamo realmente. Assaporare le cose per quello che semplicemente sono risulta impossibile. Dobbiamo incessantemente aggiungere, cambiare, manipolare, sovraccaricare, distrarci, per non sentire, per non percepire. È ora di cambiare, tu sei pronto?

    3 Stato d’animoVS Forza di volontà, l’inefficacia della filosofia del guerriero

    Con Stato d’animo VS forza di volontà iniziamo finalmente a definire le fondamenta su cui poggia questo progetto. La radice comincia a scavare nella Terra, permettendo poi al fusto di ergersi stabile e ai boccioli di fiorire e in seguito fruttificare. Voglio esortarti a leggere questo testo con attenzione e calma. Non leggere tanto per leggere.

    Se vuoi raggiungere qualsiasi risultato devi compiere dei sacrifici

    Questa è una raccomandazione che la mia mente ha ascoltato milioni di volte (purtroppo, aggiungo io). E ne seguono altre simili.

    La vita è dura, bisogna lavorare sodo.

    Se vuoi raggiungere qualcosa devi sempre fare dei sacrifici.

    Senza sacrificio non si ottiene nulla.

    La vita è una lotta, una battaglia continua, piena di problemi.

    La vita va affrontata, i problemi vanno affrontati.

    La vera forza sta nel saper rialzarsi e non nell’evitare di cadere.

    Tutte queste continue raccomandazioni, tutte queste continue e giornaliere ripetizioni hanno condizionato le nostre menti. Questo si dimostra dal successo che hanno i discorsi che inneggiano al combattere, al guerriero, alla lotta senza fine, al cadere e rialzarsi. Sono il 90% dei video motivazionali che trovi su YouTube. Un’esempio? Ti consiglio uno dei più famosi discorsi di Rocky, è perfetto per comprendere ciò che voglio dire. Basta digitare su Youtube Rocky discorso al figlio.

    Rocky è un motivatore e il suo monologo riesce veramente a colpire. Ci sono alcuni concetti che sono condivisibili. Tuttavia, il vero guerriero è colui che sa evitare il combattimento, specialmente quando l’avversario è la vita. Sa quando dar battaglia e contro chi. Sa che evitando scontri inutili avrà energia per combattere quei pochi scontri inevitabili. Quindi non tanto essere colpito e rialzarsi, quanto evitare di essere colpiti. Evitare completamente lo scontro. So già cosa stai pensando, ma continua e rimarrai sorpreso/a.

    Quando si parla di lottare, di rialzarsi, di guerreggiare, gli animi si infiammano, l’euforia cresce, le mani si serrano strette, in pugni. Peccato che il tutto succede mentre siamo rammolliti dinanzi a uno schermo.

    Ma cosa vogliamo combattere? Ma cosa vuole combattere quella molle figura che è divenuta l’uomo di oggi, che al primo impedimento cede al lamento e all’auto-commiserazione?

    Anche il più forte dei guerrieri, se deciderà di guerreggiare contro la vita, perderà in partenza.

    Siamo sempre noi a dar forma alla vita. Se intendiamo la vita come qualcosa di difficoltoso, di faticoso, di pesante, allora la vita sarà faticosa, dura e pesante. Per effetto, ogni circostanza sarà problematica, fastidiosa, complicata, e si dovrà cercare di affrontarla, con fatica e difficoltà.

    Da ciò prende vita il modaiolo innalzamento della forza di volontà umana. Devi sapere che la forza di volontà non è nulla. Tutto sta nello stato d’animo. So che queste ultime parole ti suoneranno strane e che a qualcuno potranno addirittura far male. Eppure la forza di volontà, se rapportata allo stato d’animo, è come un granello di sabbia nel tifone.

    L’atto di volontà si fonda sempre sullo sforzo

    Te lo dico chiaramente. Pochi raggiungono i loro obiettivi per mezzo della forza di volontà. Prima o poi la vita innaturale che abbiamo accettato blocca la realizzazione di ogni nostro sogno. Quei pochi che ci sono riusciti invece, hanno trascorso un’esistenza pregna di sofferenza, di lotte, di privazioni, di continue bastonate. E poi, anche se chiaramente non lo sventolano perché hanno investito un’intera vita di sforzi, si accorgono che ciò che hanno raggiunto non li ha resi per nulla felici. Si troveranno inoltre (senza saperlo) con un fisico scassato e una mente negativa e pessimista. Il gioco vale la candela?

    Le difficoltà forgiano uomini forti, ma plasmano menti abituate alla rinuncia e all’insoddisfazione perenne.

    La sofferenza è utile in principio, ma una volta compresa possiamo abbandonarla tranquillamente e dimenticarci di essa. Ovviamente non voglio dire che ci dobbiamo fermare e crogiolare nell’inattività e nell’ozio perenne. La strada è un’altra e, come ho già detto, non si chiama di certo forza di volontà.

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    Ma allora cosa ci rimane se nemmeno la nostra volontà risulta efficace?

    Rimane ciò che conta. Rimane il focalizzarsi sulla radice, su ciò che viene prima della volontà. Ti potrà suonare strano, ma come ho detto, tutto sta nello stato d’animo. Tutte le nostre azioni partono o comunque vengono influenzate dal nostro stato d’animo. In breve, più i nostri stati d’animo sono alti, cioè sereni, gioiosi, positivi ecc. più le azioni fluiscono automaticamente e senza sforzo alcuno. Prestate bene attenzione perché da questo passo comincia a prendere forma la base su cui si fonda il Project Excape.

    Se durante le mie giornate ho un alto stato d’animo (positivo) sono più propenso a uscire di casa, a interloquire con le persone, a compiere meglio i miei lavori, a raggiungere i miei obiettivi, a reagire agli imprevisti, ai problemi, a intenderli diversamente, a scorgere fatti altrimenti velati, a lavorare con energia e leggerezza per la mia vera meta. Al contrario, se lo stato d’animo è basso ogni piccola futilità verrà percepita come un’immensa montagna, come massi fastidiosi da schivare, compiti noiosi da svolgere, stanchezza, apatia, persone rompiscatole, ambiente ostile, troppo freddo, troppo caldo, pigrizia, insoddisfazione, problemi insormontabili e via dicendo. Tutto sta nel poter sempre disporre di alti stati d’animo stimolanti e positivi. Come ho già detto, ti riveleremo ogni cosa. In futuro ti forniremo anche degli strumenti molto efficaci per questo tema trattato.

    Un semplice schema per aumentare il tuo livello di stato d’animo

    Cominciamo quindi col vedere come ottenere stati d’animo positivi e costruttivi. Lo facciamo con lo schema seguente.

    1° fattore: il Tempo

    Tutto comincia col tempo. Oggi nessuno sembra avere più tempo, ma tutto comincia da qui. Il più grande cambiamento deve partire da qui. Serve tempo. Mi dirai "ma se non ho tempo come faccio?". Ti rispondo così.

    Se volete guadagnare tempo non dovete fare altro che raggiungere il fondamento di ogni vostra azione.

    Questa risposta potrà sembrare banale ma, a mio avviso, oggi è l’unica che va alla radice. Io sperimento tuttora, nel mio quotidiano, questa maniera di intendere l’esistenza, ed ho sempre il tempo per fare ciò che voglio. È tutto qua. In ogni tua azione chiediti se la vuoi realmente. Chiediti perché la stai facendo, se deriva da te o dal volere di qualcun altro o qualcos’altro. Se quest’atto di presenza sarà costante, toglierai molte futilità superflue e abitudinarie che sottraevano ore al tuo vivere, a discapito di una vera vita. Sta tutto nel rivalutare la normalità dell’esistenza comune .

    Prova a liberarti da attività meccaniche e ripetitive. Cambia l’orario della tua sveglia, destati un’ora prima del solito. Nutriti solo quando c’è vera fame, non regalare la gestione della tua esistenza all’orologio o al calendario. Spegni gli schermi, sii presente, sii adesso, in ogni tuo slancio raggiungi la causa primaria. Non si tratta di disciplina ma di consapevolezza. Sono due fattori differenti.

    Non è tanto la gestione del tuo tempo, quanto quella della mente che conta.

    Se continui a restare incatenato alle esigenze del sistema e per questo a trascorrere le giornate a fare ciò che ti viene detto di fare, non avrai mai tempo. Sarai sempre spinto dalla foga, dalla fretta, a correre di qua e di là, senza accorgerti di esserci. Senza accorgerti di essere vivo.

    2° fattore: i Pensieri

    Quando una persona può manifestare la propria esistenza nella calma, può anche permettersi di generare pensieri propri. Quando si vive nella fretta invece, assoggettati al sistema, i pensieri sono degli automatismi che originano dai bisogni del sistema. Il libero arbitrio è annullato. Perciò, se possiedi tempo, puoi dar vita a pensieri tuoi, chiaramente positivi e costruttivi.

    3° fattore: gli stati d’animo positivi

    Se hai tempo per pensare e per gestire al meglio la tua vita sarai più gioioso. Comincerà quindi a crescere lo stato d’animo. Da questo fatto, che può sembrare banale, si da l’avvio a un volano che difficilmente si arresta se prende velocità. Al principio i pensieri positivi servono da accensione. Questa è una condizione necessaria ma non ancora sufficiente per un considerevole livello di stato d’animo. Eppure, più il vostro stato d’animo cresce più le azioni crescono di conseguenza.

    4° fattore: le Azioni

    È così che si forma un loop virtuoso (tra il punto 3 e il 4) quasi inarrestabile, perché le stesse azioni che compierai alimenteranno il tuo stato d’animo. Questo a sua volta crescerà e alimenterà le stesse azioni. I risultati concreti che otterrai dalle tue azioni andranno a rinforzare continuamente lo stato d’animo, che creerà a sua volta altre azioni. In qualsiasi maniera tu lo faccia, più agisci e più risultati ottieni.

    5° fattore: la Qualità della Vita

    Si sarà così materializzato nella tua vita un loop che innalzerà la qualità delle tue giornate, pertanto della tua vita. Il bello di questo metodo è che quando prende il via non è necessario nessun atto di volontà. Solo al punto 1 bisogna agire un po’ sulla volontà. È come il motorino di avviamento che innesca la combustione del motore, poi va da sé.

    C’è un consiglio che voglio darti, molto utile nel distinguere i comportamenti che nascono dalla forza di volontà da quelli derivanti dallo stato d’animo. Generalmente le azioni che prendono vita dalla volontà sono quelle in cui pensi devo fare. Quelle che invece originano dallo stato d’animo sono precedute dal voglio fare.

    È facile, al mattino ti svegli con la voglia di fare, o con la necessità di dover fare?

    Perché questo metodo a lungo andare non funziona?

    Questo schema, frutto dell’esperienza personale e non di nozioni prive di concretezza potrà rivelarsi di un’utilità pazzesca. Potrà addirittura rivoluzionare la tua vita. È uno dei migliori regali che ti possiamo offrire, anche se devo dirti che questo è solo l’inizio. In una società come quella attuale, se vuoi raggiungere i veri livelli umani di stato d’animo, è indispensabile la conoscenza del fattore più importante.

    Ti dico questo perché, anche se questo metodo si è rivelato rivoluzionario, a lungo andare viene scalfito e rallentato dall’artificioso stile di vita di oggi. Dato che in passato (e tuttora) volevo avvicinarmi al vero potere umano, sono giunto a una nuova scoperta che riesce ad accrescere e a mantenere costante lo stato d’animo a livelli che nemmeno immaginavo. In due parole, mi sto riferendo all’ energia vitale. Nel prossimo capitolo scopriremo la sua importanza vitale nel mantenimento d i un alto livello dello stato d’animo.

    4 L’importanza basilare dell’energia vitale

    Nello scorso capitolo abbiamo constatato come in realtà tutta la nostra esistenza dipenda dal nostro livello di stato d’animo. Abbiamo visto come la forza di volontà valga veramente poco. I veri risultati si concretizzano sorretti e sospinti da uno stato d’animo gioioso e vitale. Le azioni devono sbocciare liberamente senza sforzo. Le persone vogliono sapere come cambiare la propria vita. Tutti rispondono che senza sacrificio è impossibile. Io non sono d’accordo.

    Perché ciò che si fonda sullo sforzo ha vita breve e ci logora a livello psicofisico. Sei venuto a conoscenza dello schema che da l’avvio all’accrescimento dello stato d’animo. Ora c’è bisogno del carburante. Ora è indispensabile capire cosa serve per mantenere questo livello sempre ad alti regimi.

    Cos’è l’energia vitale

    Già lo avevo anticipato. Se dovessi ragionare in percentuale, direi che ciò che costituisce il 90% dello stato d’animo umano è il livello di energia vitale posseduta. Più alto è questo livello, più vitale e gioioso è lo stato d’animo (che abbiamo visto essere il motore delle azioni). Più è basso, più lo stato d’animo è sordido e pregno di emozioni negative. Ma cosa intendo quando mi riferisco a questa energia?

    Con energia vitale non intendo certo riferirmi all’energia classica scientificamente conosciuta e misurata tramite i Joule. La questione è molto più sottile e difficilmente misurabile da strumenti. Non storcere il naso, non è da noi parlare di cose fantasiose. È vero che non si può misurare con strumenti tecnici, ma la si può percepire col proprio corpo. Inoltre scoprirai tra poco qual è (a grandi linee) il tuo grado di vigore vitale.

    Non a caso la chiamo vitale. Questa energia si riferisce a materia che possiede vita. Per tentare di capire a cosa mi sto riferendo, puoi prendere ad esempio alcune definizioni che antiche culture hanno dato a questa energia. Prendiamo, ad esempio, il chi o ki delle culture orientali (cinese e giapponese), concetti che vengono ampiamente masticati dai praticanti di arti marziali. Oppure il prana, che è di derivazione indiana e forse più conosciuto da massaggiatori, terapeuti e simili. Se non hai mai sentito questi nomi non c’è nulla di cui preoccuparsi. Quando sentirai questa energi a fluire liberamente in te capirai cos’è senza il bisogno di cristallizzarla in un nome.

    Scopri se hai un buon livello di energia vitale

    Non è difficile sapere se la tua energia vitale è scarsa o buona. Ciò che è inusuale è venire a conoscenza di questo concetto di questa ampia concezione. Un individuo che è carente di quest’energia, che arranca tra un compito e l’altro combattendo contro stanchezza e problemi vari, percepisce che c’è qualcosa che non quadra, ma giudica il tutto come normale. La vita è questa, è normale così, essere stanchi è normale. Non avere voglia, non possedere nessuna ambizione è normale. Ammalarsi è normale, l’uomo è debole, la sua salute caduca, deve ripararsi, deve curarsi e oziare, in fondo se le cose vanno così si vede che così dovevano andare. Forse non è il tuo caso, ma molte persone ragionano in questo modo. Il sistema, che ci offre la sua protezione e i suoi rimedi, fin da bambini ci ha inculcato nella mente simili convinzioni.

    Come cambiare la propria vita? Fai il grande passo

    Il grande passo è venire a conoscenza delle vere possibilità umane. Il grande passo è cominciare a sperimentare concretamente l’accrescimento di questo vigore, vederne i risultati, per poi capire lo stato in cui eravamo. Solo così puoi cambiare vita veramente.

    Come ho detto, se sei spesso pigro, stanco e ti capita di percepire ogni tuo evento della vita come faticoso, pesante, difficile, fastidioso ecc. molto probabilmente il tuo livello di energia vitale è scarso. Invece sai di avere un buon grado di energia quando hai una visione semplice della vita. Semplice nel senso che tutto ti riesce facilmente. Raramente sei fermo, sia a livello fisico che mentale. Possiedi sempre progetti, ambizioni, obiettivi da rincorrere e raggiungere. Di rado il divano è il tuo compagno.

    In sostanza, se le cose nuove ti spaventano, se le giudichi prima di sperimentarle e le rifiuti a priori, se credi che la tua vita dipende dagli altri, se passi le giornate a reagire piuttosto che ad agire, la tua energia vitale è quasi inesistente. Se invece sei creativo, se passi le giornate a fare, a produrre al posto di lamentarti, ad agire piuttosto che a reagire, allora questo è indice di un alto grado di energia. In questo modo non conosci la noia, elemento che si rispecchia nelle esistenze di chi non riesce ad avere un livello accettabile di energia vitale.

    Ci sono altri elementi che si possono osservare per capire il nostro livello o quello degli altri, ma sono molto più sottili e sono necessari altri tipi di conoscenze che ora non voglio spiegare, per non dilungarmi troppo. Magari lo farò in futuro, se avrò delle richieste concrete.

    La malattia è segno di bassa energia

    Non è mia intenzione affermare che ogni malattia è generata da uno scarso livello di vigore vitale, eppure ogni sintomo, e quindi ogni malattia, è strettamente correlata alla propria energia vitale. Difatti, quasi sempre, la malattia è indice di bassa energia vitale. In occidente la malattia viene vista come il nemico. Ciononostante ti dico che devi considerare la malattia come la tua più cara amica. Senza di lei saremmo morti da chissà quanto tempo. Sono consapevole della stranezza di quest’ultima informazione, per questo parlerò ampiamente di quest’importantissima argomentazione in futuro. Voglio chiarire fin da subito che questa materia di discussione non ha nulla a che vedere con la Metamedicina. Lì il concetto di base può essere veritiero, ma tutto il resto è molto discutibile, perché è presente una generalizzazione a mio avviso troppo marcata.

    Ritornando a noi, ovunque ci voltiamo, vecchi, giovani, bambini, donne, uomini, sono tutti malati. L’aumento delle patologie lo si osserva a vista d’occhio. E se ti dicessi che puoi sistemare la maggior parte dei tuoi grattacapi salutari tramite lo stile di vita che vedrai nei prossimi capitoli di Radice? Ti sembra forse un sogno? Fantasia? Non voglio fare proclamazioni da messia o da guru de no’altri. Solo la pratica e i fatti potranno rispondere a queste domande. Non pensi che possa valer la pena?

    I 6 elementi chiave dell’energia vitale per cambiare vita

    Il vigore vitale dell’essere umano è frutto della relazione tra molti fattori. È la somma, la sottrazione e l’interrelazione di svariati elementi, conosciuti e non. Dopo la mia personale esperienza posso asserire di essere riuscito a individuarne i maggiori 6. C’è poco di teorico in ciò che vedremo, perché questo è uno stile di vita sperimentato nel quotidiano. Per cominciare ti elenco i 6 campi in cui dovrai agire, sempre che tu voglia finalmente cambiare la tua vita in meglio. Nei prossimi capitoli dedicherò un articolo ad ogni fattore, in modo da sviscerarlo con minuzia di particolari.

    Alimentazione

    Respirazione

    Movimento fisico

    Luce solare

    Riposo

    Silenzio

    Alcuni di questi possono sembrare banali, altri invece strani. Il mio consiglio è quello di non iniziare a giudicarli e di non farti film mentali. Avremo modo di scandagliarli uno ad uno. Inoltre la somma di questi fattori e l’importante relazione che hanno tra di loro non le troverai in nessun’altra fonte informativa, per non parlare degli effetti che questo stile di vita regala.

    Un ultimo dettaglio, forse il più importante. È necessario spostare l’attenzione dall’obiettivo che vuoi concretizzare a questi 6 campi, in modo che il raggiungimento della tua meta ne diventi la normale conseguenza. L’unica tua preoccupazione o, per dirla meglio, l’unico tuo pensiero dev’essere rivolto all’energia vitale. Non dare più peso a quel labirinto mentale che utilizziamo di solito per cercare di risolvere i problemi quotidiani, riuscendoci ben di rado. In questo capitolo abbiamo messo le basi su come cambiare la propria vita in meglio.

    Bene, anche questo capitolo è giunto al termine. Nel prossimo capitolo amico mio, parleremo, aimè, di alimentazione. Perché aimè? Perché c’è una guerra in atto, e si tratta della guerra alimentare. Parlare di alimentazione al giorno d’oggi può suscitare numerosi fraintendimenti, dissapori e contrasti tra le persone. Ricorda, l’energia vitale, mantenuta ad alti livelli, è alla base dell’innata capacità dell’uomo di plasmare la sua vita a proprio piacimento.

    5 Nutrizione alimentare dal punto di vista dell’energia vitale

    Oggigiorno parlare di alimentazione sana e corretta nasconde sempre dei rischi. Tuttavia noi, come progetto, ci caleremo in questo tema ostico da un diverso punto di vista. Il nostro intento è analizzare la relazione tra cibo ed energia vitale. Esiste una marcata differenza tra nutrizione alimentare e semplice alimentazione, o riempirsi la pancia, per dirla in parole povere. E soprattutto, ci teniamo a comunicare che non siamo assolutamente assoggettati ne schierati in nessun tipo di fazione alimentare. Non ci etichettiamo e non ci identifichiamo in nessun gruppo esistente.

    C’è una guerra in atto nel campo dell’alimentazione

    C’è una guerra di opinioni sull’alimentazione che a mio avviso serve solo ad allontanare e a rovinare i rapporti tra le persone. L’alimentazione e le diete dividono il popolo. Come se non bastasse tutto il resto, oggi anche questo argomento gioca un ruolo guerrafondaio. Ma ti voglio rassicurare. Studio e mi informo sul settore alimentare da quando ho tredici anni. Sì, hai letto bene: tredici. Questo dato comunque non importa più di tanto. Ci tengo di più a farti presente che oltre ai dati e alle parole, abbiamo alle spalle numerosi anni di pratica concreta, di test empirici sul nostro corpo, e questo, secondo noi, vale molto di più delle mere parole. Questo per dirti che non ci siamo svegliati oggi, succubi di mode o di credenze obsolete e sorpassate.

    Non hai idea, credimi. Non hai idea dell’ignoranza alimentare presente nella vita della grande fetta della popolazione. Pregiudizi, schieramenti, guerre verbali non portano a nulla se le argomentazioni che si sputano non sono provate per anni sulla propria pelle. Oggi vedo solo persone che parlano per stereotipi. Citano lo studio scientifico di quel famoso nutrizionista o di quel rinomato dietologo ma in realtà non sanno niente. Sono in pochi a parlare per conoscenza diretta. La maggior parte ripete solo per sentito dire. Ripete ciò che gli hanno insegnato fin da bambino, come negli altri settori della vita, tutto sommato.

    E questo noi non intendiamo farlo. Non ci interessa citare quello studio, quel libro o quel professore. Noi parleremo della nostra esperienza positiva in relazione all’energia vitale. Della stretta relazione presente tra nutrizione alimentare e spinta vitale.

    Le persone si scaldano molto quando si parla di alimentazione perché, tutto sommato, si sentono attaccate. Sono sempre schierate e identificate in qualche etichetta, e nel momento in cui qualcuno afferma il contrario delle loro tesi, si infervorano. Si fanno grossi come il gatto messo al muro. Noi vogliamo far partire l’argomento da un punto di vista diverso, ossia da quello antropologico. Come sempre, andiamo alla radice.

    Un punto di vista antropologico

    Non fatevi spaventare dalla parola, il discorso sarà molto semplice. Ciò che ci interessa non è inculcare la nostra opinione, ma resuscitare quel buon senso e quella logica che ogni essere umano possiede, sempre che abbia ancora qualcosa di umano. 😉

    Sei d’accordo con noi quando diciamo che l’uomo è un animale di questo pianeta? Se a qualcuno da fastidio il termine animale non c’è problema. Diciamo che l’uomo è una specie che vive sulla Terra. Meglio? Allora, partiamo dal fatto che ogni specie possiede determinate caratteristiche e conformazioni fisiche che sono adatte e congeniali a un certo tipo di luogo. In pratica, ogni specie possiede il suo habitat naturale dove poter espletare la sua vita e le sue normali funzioni. Un tucano non potrebbe vivere al polo nord, così come una foca non vivrebbe adeguatamente qui in Italia.

    Tuttavia l’uomo è un animale che si differenzia molto dagli altri. È stato l’unico a uscire spontaneamente dal suo habitat e a creare un disequilibrio planetario che per effetto ha portato anche altre specie ad uscire dal proprio luogo per cercare di sopravvivere. Quando è successo questo l’essere umano ha dovuto creare una sovrastruttura (culturale) per la propria sopravvivenza. È in questo preciso momento che il mondo umano si è staccato dal mondo naturale. Questa divisione assai anomala ha portato alla civiltà che tutti noi possiamo osservare.

    Ogni animale ha il proprio luogo vitale. Questo cambia in base alla conformazione del terreno, del clima, della pressione atmosferica, dell’altitudine, agli altri esseri viventi con cui entra in contatto, tra cui anche le piante… E dal tipo di cibo che consuma. Stessa cosa vale per l’uomo. So che per alcuni la cosa può suonare strana, ma anche l’uomo possiede un proprio habitat privilegiato. E ancora più strano può sembrare il fatto che possieda anche un proprio cibo selettivo, come ogni altra specie sul globo terrestre. Ma come facciamo a capire qual è il luogo più adatto alla semplice sopravvivenza dell’uomo? E non mi riferisco alla mera sopravvivenza, ma a un’esistenza di alta qualità.

    Hai mai osservato la natura nel suo complesso? Come ho detto in precedenza, voglio ravvivare quella logica critica che è stata assopita dall’alienante studia e ripeti privo di esperienza privo di esperienza del sistema scolarizzato.

    Non nasce forse privo di vestiario l’uomo? Cosa ti suggerisce l’ anatomia del corpo umano? Non potrebbe di certo sopravvivere in luoghi freddi, ostici e privi di vegetazione. Dovrebbe (come ha poi fatto) ricorrere a stratagemmi che esulano da una vita soddisfacente e naturale. Non è forse la vista il nostro senso più sviluppato e quello su cui facciamo più affidamento? Secondo te l’uomo predilige spazi luminosi e aperti o strette zone miopizzanti?

    Non sono forse i colori tendenti al rosso quelli che maggiormente risaltano al nostro tipo di vista? E quali sono i cibi che più risaltano alla vista umana? E all’olfatto?

    Facendo due semplici considerazioni, l’habitat della nostra specie è di certo un luogo caldo e pregno di vegetazione. Credo che nessuno possa asserire con precisione il luogo in cui l’essere umano abbia fatto la sua comparsa. Tramite una consapevolezza dei tempi antichi e da semplici ragionamenti si può pensare che la zona che meglio si sposa alle nostre caratteristiche innate sia la zona equatoriale e luoghi limitrofi. Anche gli studi storici lo confermano, ma come detto in origine, lasciamoli da parte e continuiamo a usare la logica.

    Tanto tempo fa, su una Terra ormai dimenticata

    Prova a pensare alla situazione umana di alcuni millenni fa. L’uomo era privo di vestiario artificiale, di calzature, di abitazioni riscaldate, di utensili tecnologici, di sistemi idraulici, di acqua in bottiglia, di disinfettanti, di fornelli a gas. In queste condizioni poteva vivere solo in una zona perfettamente tarata alla sua esistenza. Prova a studiare la fascia equatoriale e l’ecosistema presente. Ancor meglio sarebbe andarci di persona per osservare con i propri occhi. Lì non si ha alcun bisogno di vestiti o di ogni altro tipo di attrezzo moderno per sopravvivere. Anzi, per vivere. Etnografi che hanno un trascorso di contatti diretti con popoli non civilizzati lo possono confermare.

    La fascia equatoriale è un paradiso terrestre. Qui è presente la più alta densità vegetativa del pianeta. Sappiamo tutti come la nostra vita e il nostro benessere dipenda dalla relazione che abbiamo con le piante vero? Riparo, ossigeno, cibo, e perciò nutrizione alimentare di qualità.

    L’uomo venne prima della caccia, del fuoco, dell’allevamento e dell’agricoltura

    Eppure, in un certo periodo storico, la specie umana ha deciso di emigrare fuori da questo paradiso. Vuoi per necessità, vuoi per curiosità esplorativa. Da quel momento si dovette adattare a un ecosistema totalmente diverso dal suo congeniale. Dovette, come un bambino inesperto, inventarsi degli stratagemmi per sopravvivere. Si può ben vedere infatti che più ci si allontana dall’equatore, più sono necessari i rattoppi tecnologici.

    Perché dirti tutto questo? Semplice, per capire la nostra vera natura alimentare bisogna tornare all’origine. Come ho detto, c’è una bella differenza tra l’alimentazione moderna e una nutrizione di qualità. La natura chi ha offerto un paradiso dove possiamo espletare in totale libertà le nostre potenzialità. Invece abbiamo scelto di occupare perennemente ogni centimetro della Terra in modo stazionario. L’agricoltura, l’allevamento di bestiame, la caccia, le elaborazioni del cibo, i condimenti, la cottura, la pastorizzazione, la sterilizzazione ci sembrano cose normali oggi, perché ci hanno insegnato che ciò è un bene, eppure queste sono tutte pratiche innaturali che hanno preso vita con l’adattamento a nuovi climi e territori.

    Nell’odierno contesto sociale gli uomini sono costretti a ingozzarsi continuamente in preda a picchi glicemici, fame chimica, compensazioni nervose, scarsa qualità alimentare, nutrizione totalmente sregolata ecc. Al contrario, la specie umana è per natura una specie che mangia pochissimo. Ogni animale in natura mangia quanto gli basta. Non tutti sanno che siamo una delle specie più dotate di resistenza fisica relazionata alla quantità di cibo ingerita, ma questo è verificabile solo in un contesto totalmente (o quasi) non civilizzato.

    Non ragionare per punti di vista, guarda il quadro completo

    Ripeto nuovamente che (noi come progetto) non siamo succubi di nessuna etichetta. Non siamo onnivori, vegetariani, vegani, fruttariani o respirariani :) Ognuna di queste categorie, come ogni altra qualsiasi etichetta (anche non alimentare), si identifica sempre nell’etichetta stessa. Sono solo dei punti di vista diversi.

    Un individuo considerato normale, e cioè onnivoro, vedrà come un comportamento estremista nutrirsi di sola frutta e verdura. Un vegano vedrà come un comportamento estremista il dover macellare animali, tagliuzzarli, imbustarli e ingerirli. Sono sempre e solo dei punti di vista.

    Tutto ciò per arrivare a dire che, se osserverete la zona dell’equatore, o ancora meglio, se proverete a viverci, la soluzione più semplice, più gustosa, che non necessita di alcun tipo di artificiosità, e dunque più logica, risiede nella frutta che gli alberi ci offrono.

    Perché un umano dovrebbe mettersi correre dietro a qualche animale o a mungere una scimmia per berne il latte, quando vive in luogo che abbonda del cibo più adatto e maggiormente affine all’innato gusto? Tutto quello che ingeriamo oggi è manipolato per adattarsi al gusto, in seguito, è il gusto ad adattarsi e a abituarsi a sapori innaturali per diventarne addirittura dipendente. Tutto viene cotto, speziato, salato, dolcificato, mutato chimicamente. Niente possiede più il suo vero sapore.

    Ecco, è caduto il palco. So che dopo quest’ultima affermazione molte persone staranno scuotendo la testa. Lo fanno perché stanno ragionando tramite meccanismi mentali talmente calcificati da essere divenuti invisibili. Non ne hanno consapevolezza. Lo fanno perché si sentono attaccati, perché si sentono inadeguati. Tuttavia non è importante soffermarsi su questa specifica informazione. Ciò che per il momento ci interessa è riuscire ad aumentare il nostro livello energetico in un contesto più o meno civilizzato. Nutrizione in relazione all’energia, nient’altro.

    Convinzioni alimentari trapassate

    Se da una parte quindi abbiamo la nostra vera natura e struttura umana, che semplicemente ci dice che siamo esseri assolutamente non sedentari e che si nutrono di pochi alimenti non elaborati, dall’altra troviamo quella creatura che ancora chiamiamo uomo che si gonfia tre, quattro, cinque volte al giorno di cibo trastullato, devitalizzato, cotto, ri-cotto, riscaldato, pastorizzato, sterilizzato, micro-ondizzato, pompato, estratto, mescolato, disinfettato.

    Leggendo queste righe possiamo capire il nostro stile di vita aberrante. Eppure viene considerato normale e, anzi, molto spesso l’unico.

    Permangono in tutti noi informazioni obsolete e fortemente debilitanti per la nostra salute ed energia, anche quando il nostro corpo tenta in tutti i modi di farcelo capire. Pensiamo sempre che le malattie e la pigrizia derivino dalla mancanza di quella vitamina, di quel particolare aminoacido, di quei carboidrati, ma la vera causa si trova all’estremo di queste convinzioni. Ogni tipo di malessere fisico moderno è relazionato al troppo mangiare e all’ingerire cibo che è non cibo. Un tipo di nutrizione alimentare inadatta alla struttura umana.

    Io stesso ricordo la mia infanzia. Da bambino sempre malato quale ero, venivo riempito di integratori, di vitamine, olio di fegato di merluzzo, medicine per quello e per questo. Avrei dovuto essere un supereroe o un super-bambino con tutti quei super-aiuti. Eppure, specialmente d’inverno, arrivavano immancabilmente febbri da cavallo. Ora so che quelle erano crisi che il corpo creava per cercare di espellere e disintossicare l’organismo.

    Mangia che devi crescere

    Mangia che devi crescere. Mangia che hai bisogno di rimetterti in forze. Mangia che sei senza energie. Lascia perdere questi consigli obsoleti, perché i pasti continui a cui siamo abituati sottraggono energia più di quel poco che ne donano. E non parliamo di calorie, attenzione. Tutte le giornaliere abbuffate di alimenti non affini all’uomo rilasciano digestioni lente e, col trascorrere degli anni, patologie di ogni genere. Il corpo delle persone di oggi viene continuamente stressato. Questo avviene costantemente giorno dopo giorno, in un continuo stipare ed espellere scorie, stipare ed espellere, fino alla saturazione.

    Ti chiedo di non offenderti se ti senti attaccato. Non è il mio scopo, anzi. Approfittane, può essere l’inizio di un cambiamento, anche se solo di un paradigma mentale. Siamo l’unico essere del pianeta a nutrirsi di ogni cosa, come se l’uomo fosse una creatura

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