Una veranda sull'infinito. Una settimana nell'isola di Iona: la culla della Scozia
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Book preview
Una veranda sull'infinito. Una settimana nell'isola di Iona - Marilisa Patini
Desjardins
Una veranda sull’infinito
15 agosto
Sono qui a Iona, un’isola mistica. Fa parte delle Ebridi interne ed è in mezzo all’oceano Atlantico, al largo delle coste scozzesi. Stamattina sono stata nella vecchia abbazia Presbiteriale.
Uno dei centri religiosi più importanti dell’Europa occidentale.
È stata ristrutturata dopo la Seconda guerra mondiale, dalla comunità ecumenica che si trova sull’isola. L’ecumenismo è nato per conciliare i vari rami del cristianesimo, le chiese che si ispirano tutte al messaggio evangelico. Ma che nei secoli, a partire dalla riforma protestante, hanno sofferto di profondi conflitti e lacerazioni.
Entro nella splendida chiesa di stile gotico al momento della comunione. Consiste in un pezzetto di mollica, che una donna porge ai fedeli prendendola da una grossa pagnotta. Il custode del cottage dove soggiorno mi ha detto che ci fu un’accesa discussione all’interno della comunità che gestisce la basilica. Tra chi considerava più igienico che ognuno si prendesse da sé il suo pezzo di pagnotta e chi invece parteggiava per l’intervento di un ministro. Alla fine presero la decisione che fossero solo le ministre a sporcarsi le mani
.
Verdetto discutibile, ho pensato. Ma certamente l’atmosfera in questa chiesa è molto più familiare e meno freddamente istituzionale che nelle chiese cattoliche. E le donne hanno più ruoli da protagoniste.
Perché quest’isola è considerata sacra?
È stata evangelizzata nel 500 dopo Cristo da san Columba: un monaco guerriero che con dodici compagni è sbarcato qui dalla natia Irlanda, per portare il cristianesimo anche in Scozia. Sulle mappe è indicato il luogo dove alcuni religiosi sono stati martirizzati in nome della fede. Ma, ancor prima del cristianesimo, sacra lo era per le popolazioni celtiche, leggo su un’iscrizione prospiciente la basilica. E per molti secoli la chiesa Celtica vi ha dominato, prima che fosse bandita da quella cattolica romana.
Davanti all’abbazia si notano alcune croci di pietra, che portano incisi in rilievo disegni e iscrizioni, e al centro hanno un cerchio che assomiglia a un mandala e rappresenta il cosmo. I celti sono conosciuti per le loro credenze negli spiriti della natura. Pensavano che solo attraverso un contatto profondo e intimo con i fenomeni della natura si potesse ascendere al sovra naturale.
Andando ancora indietro nei secoli, l’energia mistica di quest’isola era già stata apprezzata dai Pitti e degli Scoti; tribù le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Sarà per questa ragione che tutta l’Europa sembra sbarcata qui?
Rifletto tra me e me camminando pigramente da sola per l’isola.
Francesi, spagnoli, tedeschi, e anche qualche italiano: si incontrano parecchi turisti. Nonostante sia un atollo non molto felice dal punto di vista atmosferico. Battuto com’è da venti gelidi e dalle piogge, anche d’estate.
Eppure pare preso d’assalto più di una spiaggia calda del Mediterraneo.
Da visitatori che considerano Iona un luogo di grande vibrazioni spirituali.
Uno dei poli energetici del Regno Unito, come Glastonbury, la mitica isola di Avallon della saga di re Artù, o il sito archeologico di Stonehenge
In questi posti si respira un’atmosfera fiabesca e sacra ad un tempo, sembra di vivere in una leggenda.
Ci si mette nei panni degli antichi pellegrini del Medioevo, che lasciavano tutto e facevano testamento per recarsi a Roma o in Palestina, oppure dei mussulmani che prima di morire raggiungono la Mecca.
Come loro si ha la sensazione di essere approdati in un luogo dove più marcata è l’impronta del divino.
Ma oltre all’aspetto spirituale, Iona è considerata la culla della Scozia. Scopro che nel piccolo cimitero a lato della basilica, chiamato in lingua gaelica Reilig Odhrain, sono sepolti i primi re scozzesi e capi dei clan, e anche Machbeth, l’eroe di una delle tragedie di Shakespeare.
Quindi, nonostante sia su un fazzoletto di terra di 9 km quadratati, mi sento approdata in un luogo leggendario per tutti gli scozzesi.
Ho passato a Iona uno dei ferragosti più suggestivi della mia vita. Appena arrivata si è scatenata una tempesta di pioggia e vento. Il gruppo di sei persone di cui faccio parte è stato