I nuovi mondi
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I nuovi mondi - Alfredo Beneduce
Sommario
CAPITOLO 1 - La nostra società e i pilastri su cui si fonda
1.1 Primo Pilastro: La natura dell’uomo, le due facce della medaglia
1.2 Secondo pilastro: Il sesso
1.3 Terzo pilastro: Matrimonio e adulterio
1.4 Quarto pilastro: La legge e il rimorso
1.5 Quinto pilastro: Il lavoro e il denaro
1.6 Considerazioni finali
CAPITOLO 2: Il sistema capitalistico
2.1 Economisti e Politici
2.2 La base del Capitalismo: Il modello delle scelte razionali
2.3 Effetti distorsivi
2.3.1 Consumatori Vs Imprenditori
2.3.2 Decremento demografico
2.4 Alternative attuali
2.4.1 Imprese Sociali
2.4.2 Le cooperative :I consumatori come soggetto centrale della società
CAPITOLO 3 Il futuro che vorrei.
Nuova società e nuova economia
3.1 Le grandi mete
3.1.1 Nuove fonti di energia possibilmente pulite
3.1.2 Nuovi motori per viaggi spaziali
3.1.3 Crioconservazione.
3.1.4 l’individuazione puntuale del meccanismo d’invecchiamento.
3.1.5 Ridurre/annullare il tempo per dormire
3.2 Le classifiche
3.3 Dal denaro ai pacchetti di crediti e benefit
3.4 Il lavoro finalizzato
3.5 Altri aspetti politico/sociali futuristici
3.5.1 Politica e democrazia partecipativa
3.5.2 Fiscalità e influenza nelle attività sociali
3.5.3 L’educazione
3.5.4 Lingua universale
3.5.5 Tra reale e virtuale
3.5.6 L’esoscheletro
3.5.7 Tessera unica
3.5.8 Vegetariani e frugiferi
3.5.9 Avatar pubblico
3.6 Conclusioni
APPENDICE A Bitcoin
APPENDICE b Path of Exile
Alfredo Beneduce
I nuovi mondi
Titolo | I nuovi mondi
Autore | Alfredo Beneduce
ISBN | 979-12-20300-32-2
© 2020 - Tutti i diritti riservati all’Autore
Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.
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PROLOGO
Pensate al classico pesce rosso che vive all'interno di una palla di vetro riempita d'acqua. Se potesse avere una
intelligenza cosa penserebbe e vedrebbe? Sicuramente vedrebbe l'esterno in maniera
deviata con forme allungate, colori sfuocati e magari penserebbe che noi siamo i suoi dei che vengono a nutrirlo. Se fosse particolarmente bravo, il pesce elaborerebbe delle leggi fisiche / scientifiche su ciò che vede all'esterno e sicuramente queste leggi sarebbero giuste all'interno della sua palla di vetro, ma non all'esterno perché quello che vede il pesce non è la realtà che c'è fuori. E se anche noi umani fossimo nella stessa situazione del pesce rosso? …
¹
Per evolvere, tutte le nostre convinzioni e certezze devono essere messe in discussione. La società che i nostri padri hanno costruito intorno a noi è la migliore delle realtà? Gli altri esseri umani percepiscono il mondo esternamente allo stesso modo mio? Siamo pronti per dei cambiamenti rapidi o siamo destinati a una lentissima evoluzione?
Proprio partendo da questi interrogativi ho sentito la necessità di scrivere sui meccanismi che regolano la nostra esistenza soprattutto dal punto di vista economico/sociale.
Poi ho analizzato le storture del sistema economico capitalistico imperante e le difficoltà maggiori che ho affrontato in questo lungo percorso, sono state nel proporre delle alternative concrete perché le poche soluzioni immaginate, per essere migliorative, presuppongono di superare interessi egoistici consolidati nel tempo e meccanismi che fanno leva su aspetti negativi insiti nella natura dell’uomo.
Per questo ho cercato di immaginare un mondo diverso in cui alcune soluzioni potrebbero essere attuate subito e altre solo nel lungo termine. Il rischio di cadere nell’utopia è stato il freno e la trappola da evitare più difficile nell’immaginare questa nuova realtà. Infatti, qualunque soluzione, anche la più studiata e razionale, può sempre essere facilmente tacciata di utopia fino a quando non trova applicazione reale. Poi ho pensato di correre il rischio e proporre un’alternativa che portasse internamente un‘idea potente, avvincente. Sono sicuro che, seminare idee che hanno come finalità una maggiore felicità
collettiva, non potranno che germogliare in menti fertili, producendo alternative inaspettate.
CAPITOLO 1 - La nostra società e i pilastri su cui si fonda
Tutti noi siamo come uccelli chiusi in gabbia. Pensiamo di essere felici, di avere la libertà di fare quello che vogliamo, ma in realtà siamo talmente abituati a essere schiavi del sistema che non sappiamo più distinguere le cose importanti, né a immaginare un modo di vivere differente. Le gabbie sono tante una nell’altra. Se riuscissimo a liberarci di una, c’è ne è sempre un’altra più piccola e con sbarre sempre più robuste, ma il paradosso è che se anche fossero tutte aperte, non voleremmo via perché non siamo abituati più a volare.
Lo stato, la religione, la scuola, il lavoro, noi stessi abbiamo creato un mondo che si modifica lentissimamente e l’abbiamo strutturato in modo tale che chi va al di là, nel bene o nel male, è fuori dello schema e quindi pericoloso
. Viviamo in un grande sogno collettivo creato dalla nostra stessa immaginazione, solido, anzi granitico, ma che si sgretola facilmente davanti ai nostri occhi alle prime domande ingenue fatte da un bambino: Papà, Mamma perché ci sono le guerre? Perché ci sono persone che muoiono di fame? Perché viviamo così?
. Alla fine tocca a ogni genitore raccontare ai propri figli la realtà. Purtroppo fingere non serve a niente, ma una spiegazione, prima di darla a loro, bisognerebbe fornirla a noi stessi.
Per questo, prima di tentare di proporre una mia visione alternativa della realtà, analizzerò quello che vedo io al di fuori della boccia di vetro
. Tutte le considerazioni successive, quindi, sono state elaborate attraverso intuizioni personali senza avere la pretesa di un’analisi sociologica o scientifica dei comportamenti umani. Analizzerò, in particolare, quelli che secondo me sono i fondamenti psicologici e biologici alla base dei comportamenti, la gratificazione per l’attività compiuta, il riconoscimento sociale e il sistema delle punizioni per comportamenti asociali
.
1.1 Primo Pilastro: La natura dell’uomo, le due facce della medaglia
Per Freud le radici del disagio dell’uomo civile nascono dalla società da lui stessa creata per organizzare un’esistenza altrimenti caratterizzata da soprusi, caos e insicurezza. […] La civiltà dell’uomo² (intesa come insieme di società e di cultura) è debitrice alla sessualità delle stesse forze compulsionali con le quali le fa argine. Nessuna conquista dell’uomo sarebbe possibile senza una costante sottrazione di energie sessuali che, attraverso i fondamentali processi della rimozione e della sublimazione, sono poste al servizio di mete collettive. Dall’altra, la civiltà tende ad aumentare continuamente le sue richieste di sacrifici pulsionali, aggravando il deficit dell’uomo moderno sino a introdurre una vera e propria