Frequency - L'uomo che guardò nella nebbia
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Frequency - L'uomo che guardò nella nebbia - Renato Garofalo
Ringraziamenti
Avviso importante
Ogni riferimento a persone esistenti, organizzazioni, o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Sinossi
Gli ideali sono cose pericolose. È meglio la realtà. Ferisce, ma vale di più.
(Oscar Wilde)
Era passato un mese dalla distruzione dell'impianto dell'HVR in Svizzera. Dopo aver scoperto i piani del Generale per recuperare la seconda pergamena dall'MI6, Leon e Devon avevano deciso di organizzare un attacco a sorpresa, che avrebbe eliminato l'HVR stessa. Ma i nostri eroi e il Generale col suo esercito non erano le uniche due fazioni a scontrarsi. Altri giocatori stavano per intromettersi in quella che sarebbe stata una delle battaglie più grandi, che avrebbe segnato le sorti del mondo intero. Le pedine erano ormai sulla scacchiera e la partita stava per iniziare. Restava da capire solo chi tra le varie fazioni ne sarebbe uscita vittoriosa.
L'autore
Renato Garofalo è nato a Napoli, l'11 febbraio del 1990, dove vive tutt'oggi. I suoi studi differiscono molto dal tipo di carriera che ha deciso di intraprendere . Infatti ha conseguito il diploma di Geometra, che non gli è servito a molto ; ciò lo ha spinto ad optare verso una nuova strada. Da sempre appassionato di automobili, ha comunque coltivato negli anni una certa passione per la scrittura, che lo ha portato a lavorare nei precedenti due anni alla pubblicazione di questo libro , alla realizzazione della macrostoria della correlata saga, facendola nascere dapprima come sceneggiatura, ed in seguito rivista come racconto. Alcune sue idee fanno riferimento ad alcuni maestri del cinema horror e fantascientifico, tra i quali Ridley Scott, John Carpenter e Sam Raimi, ed artisti surrealisti tra cui Hans Ruedi Giger. Da aggiungere anche una sua passione per i lavori di Quentin Tarantino, che lo hanno influenzato in alcuni tratti. Oltre che i primi cinque episodi della saga di Frequency, con il sesto in realizzazione, tra i suoi progetti ne figurano già altri del genere, sia collegati ad essa, sia intraprendenti nuove strade.
Per contattare l'autore, potete inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:
iwanttobelieve815@gmail.com
Antefatti
Jormungandr, meglio noto come la serpe di Midgard
, è un gigantesco e mostruoso serpente che appare nella mitologia norrena. Nato dall'unione di Loki con una gigantessa, fa la sua prima apparizione durante una delle sfide che Thor e Loki affrontano per conto del gigante Utgarda-Loki.
Thor viene sfidato dal gigante a sollevare un gatto dentro una casa, riuscendo però, con enorme fatica, a sollevare appena una zampa della bestiola. Ma la casa stessa è frutto di un incantesimo che altera la percezione della realtà. Anche il gatto non è ciò che sembra. Si tratta infatti del gigantesco serpente. La bestia riappare poi durante il Ragnarok, venendo uccisa da Thor, non senza prima aver morso il Dio del tuono col suo letale veleno, tanto che la divinità fa solo nove passi per poi morire.
Proprio come la serpe di Midgard, la bambina che Leon aveva trovato nella base dell'HVR sulle alpi svizzere altri non era che l'ultimo bizzarro esperimento di Nishimura sugli incroci genetici tra animali e creature dell'altro universo. E, senza saperlo, l'uomo aveva così liberato un terribile essere, che avrebbe fatto enormi danni sul suo cammino.
Anche la missione di Devon e Fiona aveva dato esiti inaspettati. Dopo l'incontro con Duvall e il recupero nuovi dati e materiali compromettenti, i due tornarono a Monteriggioni, dove li attendeva Roger, colto, però, da un improvviso malore.
Anche la vendetta di Cheryl, che si era conclusa con la sua cattura da parte dei sovietici, aveva visto il suo ritorno a casa, non senza diverse difficoltà e l'uso di tutta l'esperienza che aveva accumulato.
Mike invece era riuscito ad eliminare Barengo per conto della Lemaire e pianificare con la stessa l'omicidio del Generale, che nel frattempo aveva combinato con segretario MacReary il recupero della seconda pergamena dall'MI6. Il tutto si sarebbe svolto un mese dopo gli eventi che portarono alla distruzione della base in Svizzera.
Capitolo I
Era passato circa un mese da quando Leon fece irruzione nella base sulle alpi svizzere.
Il 13 Agosto, la fatidica data in cui sarebbe scattata l'operazione contro Von Reicher, era finalmente giunta. Leon e tutti gli altri sapevano che sarebbe stata una missione estremamente complicata, quindi in quel mese si prepararono a dovere.
Due auto nere sfrecciavano lungo le strade di due città diverse. A Londra, nei pressi del quartier generale dell'MI6, sulla Vauxhall Road, una BMW 320IS. Mentre un'Alfa Romeo 75 3.0 V6 viaggiava costeggiando il muro di Berlino, in fase di smantellamento, stando sul lato ovest della città, su Bernauer Strasse.
Sulla BMW c'erano Leon e Cheryl, con lui alla guida. Sull'Alfa invece, guidata da Devon, c'erano Walter, Roger e Fiona. Leon e Cheryl indossavano t-shirt, pantaloni e anfibi neri, come anche Devon, Walter, Fiona e Roger. Tutti vestiti uguali, con le armi cariche nei bagagliai, erano pronti all'inferno che si sarebbe scatenato quel giorno.
L'aria nelle due vetture era molto tesa. Nessuno fiatava e tutti avevano espressioni molto serie, ma il nervosismo si fece molto più intenso quando finalmente le due vetture giunsero a destinazione. La BMW si fermò proprio di fronte all'ingresso del quartier generale dell'MI6, sull'altro lato della strada. I due rimasero a guardare l'ingresso dell'edificio, fino a quando Cheryl non prese la parola.
- Sei sicuro di volerlo fare davvero? - chiese la ragazza. Leon annuì.
- Okay, dico solo, non sarà una decisione un po' drastica? - aggiunse Cheryl.
- No, è l'unico modo. Sicuramente sanno che tenteremmo qualcosa durante il trasporto della pergamena. Lo avranno previsto. Vladimirov non è uno sprovveduto. Ci avranno organizzato una vera e propria festa... - rispose Leon, senza togliere lo sguardo dall'edificio.
- Credi che funzionerà? -
- Lo spero, altrimenti sono morto e tutto finisce ora... -
- Quasi ti preferivo in giro a cercare quella ragazzina, piuttosto che fare questa cosa. -
- Sarà la prossima cosa da fare appena sarà tutto finito. -
- L'hai cercata per oltre tre settimane, cosa ti fa credere che la troverai? -
- Perché se non la trovo io la troverà qualcun altro e chissà cosa succederebbe... - replicò secco Leon.
Nei giorni precedenti aveva setacciato tutta la Svizzera per ritrovare quella bambina, ma a nulla sono serviti i suoi sforzi. Si era come volatilizzata. Nemmeno i bambini superstiti all'orfanotrofio seppero indicargli dove trovarla.
- Comunque... S arò qui in giro ad attendere il segnale. Chiudiamo questa storia... -
- Okay, si comincia... - concluse Leon, che scese dalla macchina con Cheryl.
Lei lo raggiunse e fece per salire al posto di guida, ma appena prima di farlo lo guardò negli occhi. I due rimasero immobili per qualche secondo, fino a quando non si lasciarono andare in un lungo bacio. Una volta divisi l'uno dall'altro, la ragazza prese posto alla guida della macchina richiudendo lo sportello. Affacciata al finestrino guardò l'uomo.
- Vedi di tornare vivo... Abbiamo molto da recuperare io e te... - concluse Cheryl, sgommando via con la macchina e lasciando solo Leon di fronte all'edificio dell'MI6.
Gli ci volle qualche secondo per prendere coraggio e attraversare la strada, fino a raggiungere l'ingresso col cancello elettronico e la guardia di sorveglianza.
Leon fece un cenno con la mano alla guardia, invitandolo a prestargli ascolto.
- Signore, non può stare qui di fronte, devo pregarla di andarsene - disse la guardia, intimando a Leon di dileguarsi. La risposta dell'uomo non si fece attendere.
- Davvero? Scommettiamo 50 sterline che se ti dico chi sono non vorrai più che me ne vada? - replicò Leon scherzosamente. La guardia rimase perplessa.
- Dì al Direttore Curwen che Leonard Knight è qui - rispose l'uomo, spiazzando la guardia, che rimase abbastanza sorpresa nel sentire il nome di Curwen.
- Lei come fa a conoscere quel nome? - chiese la guardia insospettita, che subito prese la radio e chiamò all'interno.
- Qui è Colridge, sala di controllo, mi sentite? Passo. -
- Qui sala di controllo, cosa succede? Passo - risposero all'altro capo.
- Ho qui all'ingresso un uomo che chiede del Direttore Curwen. Dice di chiamarsi Leonard Knight. Cosa devo fare? Passo - concluse la guardia in attesa di istruzioni.
Poi però i due notarono che le telecamere di sorveglianza presero a muoversi per inquadrare Leon. L'uomo se ne accorse e fece un cenno alla videocamera, mostrando apertamente il suo volto.
- Tienilo sotto tiro Colridge! Non farlo muovere da lì. Passo! - risposero dalla sala.
- Cosa? Siete seri? Passo - rispose incredula la guardia.
- Se si muove svuotagli contro il caricatore, è un ordine! Stiamo arrivando, passo e chiudo! - conclusero all'altro capo, lasciando la guardia basita. Tuttavia seguì gli ordini e puntò la sua pistola d'ordinanza contro Leon.
- Metti le mani dietro la nuca. Non fare un passo o sei morto! - gridò la guardia contro l'uomo. Leon sorrise.
- Mi devi 50 sterline, amico... - rispose Leon, mettendo le mani dietro la nuca.
Subito suonò la sirena dell'allarme generale e le porte dell'edificio si spalancarono, facendo uscire un'orda di agenti armati. Tutte le armi erano puntate contro Leon, che mostrava uno strano ghigno. Uno di quegli uomini si fece avanti, tenendo sempre l'arma puntata.
- Knight! Sei tu? - chiese l'uomo, sulla quarantina, afroamericano, sbarbato, dai capelli cortissimi, fisico longilineo e completo blu con camicia azzurra e scarpe e cinta nere. Leon vi riconobbe una persona a lui molto vicina.
- Preston? Sei tu? - chiese Leon incredulo, facendogli il verso.
- Oh mio Dio... Allora sei vivo... -
- Anche per me è bello rivederti. Ma sono qui solo per parlare con Curwen. Ti prego, portami da lui - rispose Leon, chiedendo questa cortesia al suo vecchio amico.
- Curwen si è ritirato, Leon. Ha passato il testimone. Abbiamo un nuovo direttore, ora... -
- Cosa? - sbottò Leon, visibilmente spiazzato.
- Leon, ora devi venire con me... Lo sai - disse Preston, invitando il suo ex collega a seguirlo senza opporsi.
- A due condizioni! Voglio che il convoglio blindato che deve partire oggi non parta. E tu sai di cosa parlo. Seconda cosa, voglio parlare con il nuovo direttore. Puoi assecondare le mie richieste? - chiese quindi Leon.
- Sai che non posso farlo. -
- Carl! Per favore. Fidati di me. Non sarei qui se non fossi sicuro di una cosa. A rischio della mia stessa vita. Lo sai... -
- Leon... Io... - borbottò l'uomo, ma Leon rincarò la dose.
- Ha a che fare con la missione di quattro anni fa a Boreray. Ti spiegherò tutto, ma devi fidarti di me e soprattutto fermare il convoglio prima che parta. -
- Come faccio a fidarmi di te? -
- Perché anche tu sai che quella storia puzzava dall'inizio. Giuro che ti spiegherò tutto ora. Portami solo dal nuovo direttore e ferma la spedizione - supplicò Leon. Inizialmente, Preston era molto titubante, ma poi prese la radio e comunicò alla sala di sorveglianza.
- Qui Preston! Stiamo scortando dentro il ricercato Leonard Knight. Avvertite subito il direttore McColl. E bloccate temporaneamente tutti gli accessi e le spedizioni. Nessuno entra o esce fino a nuovo ordine! Passo e chiudo! - ordinò l'uomo, accogliendo le richieste di Leon, che si incamminò cautamente verso l'ingresso.
- Grazie Preston. -
- Seguimi e non fare scherzi. Abbattetelo se fa qualcosa di strano - concluse l'uomo, che insieme a Leon e tutto il plotone rientrò nell'edificio, per condurre il prigioniero al sicuro.
Nel mentre, l'Alfa imboccò Wattstrasse, all'altezza del numero 22, dove di fronte alla palazzina, vi era un edificio di dieci piani, senza nome o numero civico, dallo stile molto moderno, a vetrate ampie, con un ingresso recintato. Quella, stando alle informazioni recuperate, doveva essere la sede centrale dell'HVR. Tuttavia sembrava un luogo assolutamente normale. Cosa che lasciò basiti tutti in macchina. Infatti si vedevano persone chiacchierare tra loro, ben vestite, con borse e valigette alla mano. Sembrava più una struttura con uffici e personale di tipo amministrativo, come una sorta di centro congressi.
- Ehm... Non per fare il guastafeste, ma siamo sicuri che il posto sia giusto? - irruppe improvvisamente Roger, rompendo il silenzio.
- Eppure i dati indicano che questo è il posto... - rispose dubbiosa Fiona.
- Un buco nell'acqua? - chiese poi Walter, abbastanza incredulo.
- No, non può essere, dai... Non è questo il posto. Guardatevi in giro. Questo posto non ha nulla che non va - intervenne sconsolato Devon.
- Quindi che si fa? Andiamo a Londra e aiutiamo Leon? - propose Fiona.
Devon fermò la macchina sull'altro lato della strada e guardò meglio in giro.
Non vi era alcuna traccia di guardie o qualunque cosa facesse pensare all'organizzazione.
Poi però Walter si mise a guardare i vari passanti e qualcosa colse la sua attenzione.
- Ehi... - disse il ragazzo attirando l'attenzione dei suoi amici.
- Che c'è Walt? - chiese Devon.
- Non sembra anche a voi che tutta questa gente abbia qualcosa di strano? -
- Di che parli? - intervenne Fiona.
- Allora non sono il solo a pensarlo... - rispose Roger.
- Si può sapere di cosa state parlando? - chiese Fiona infastidita.
- Guardateli bene. Non vedo alcuna donna, anziani o bambini nei paraggi. Solo tutti uomini adulti, anche nelle case affacciati alle finestre. -
- Non solo quello… Guardate bene le loro scarpe... - aggiunse Walter.
Devon e Fiona lo notarono subito dopo. Tutte le persone in quel quartiere erano uomini fra