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L'Ascesa dell'Acqua
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L'Ascesa dell'Acqua
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L'Ascesa dell'Acqua

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About this ebook

“Il tema dell’etica nel settore telecomunicazioni e delle reti 5G viene affrontato con responsabilità da Steven Kingsley, nuovo direttore della Janus Corporation, società leader nel settore energia e da poco entrata nel campo delle telecomunicazioni sotto la guida del suo amministratore delegato, Mr. Clarcke.

Questi, ormai stanco di servire le lobby del potere, vuole arrivarne a capo e gestire gli equilibri che governano, sfruttando un piano perfetto.

Steven, dopo l’incontro con un’ambigua recruiter, filo conduttore dei protagonisti e la nomina a direttore generale, si trova a gestire un conflitto di etica e di interessi, a seguito delle indagini sull’AD della Janus da parte di Adam, il figlio giornalista.

La storia si ambienta fra il passato e il presente dei protagonisti, tra Londra e gli Stati Uniti e ne segue il percorso di crescita fino all’epilogo finale, mentre il lancio commerciale della nuova rete 5G sta per cambiare il futuro di questo settore.

I piani di Mr. Clarcke riusciranno a farlo ascendere alla lobby del potere?”
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateDec 14, 2020
ISBN9791220308717
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    L'Ascesa dell'Acqua - Alessio Crovara Pescia

    esiste»

    I. Mr. Morgan Clarcke

    La luce entrava copiosa dalle grandi finestre del suo ufficio e attraversava una piramide di cristallo posta sulla sua scrivania, disegnando nella stanza righe arcobaleno, donando al mobilio freddo e moderno, una nota di calore.

    La porta chiusa dell’ufficio faceva capire a chiunque che non voleva essere disturbato. Era un momento solenne e non voleva che nessuno potesse interromperlo.

    Seduto alla sua scrivania stava per compiere il primo passo della sua scalata. Lo aveva pianificato, progettato e realizzato ed ora stava per coglierne il primo frutto.

    Il dispositivo era lì, sulla scrivania. Un display spento che attendeva di essere alimentato. Collegò il cavo usb al pc e attese.

    Sul monitor apparve un’icona la cui immagine ricordava il dispositivo. Aprendola, una cartella si visualizzò, col nome AQVA.

    Al suo interno un file log che richiamava software specifici per l’apertura, software che purtroppo non aveva tempo di installare. Sapeva che l’analisi del file avrebbe richiesto ore di lettura e studio, tempo che non aveva, decise che la sua curiosità si sarebbe fermata a quel punto.

    Ne prese coscienza e disalimentò la periferica per poi staccarla dal pc. Una smorfia di disappunto fu l’unica espressione che si disegnò sul suo volto. Sapeva che andava tutto bene, ma l’idea di non vedere il proprio successo segretamente lo erodeva dall’interno.

    Sapeva però che il suo non era il giudizio più importante.

    Alzò il cellulare e compose un numero, che rispose immediatamente, come se aspettasse quella chiamata. Giusto un breve scambio di battute e Morgan riagganciò, evidentemente entrambi conoscevano l’argomento della chiamata e non avevano confidenza tale da spingersi a prolungare la conversazione.

    Tornò a guardare al centro della scrivania i due monitor curvi, enormi, che negli ultimi giorni gli nascondevano il volto, quando infossato nella sua Poltrona Frau, guardava i grafici delle azioni della sua compagnia, scendere giorno dopo giorno.

    Non era inconsueto che le azioni delle imprese crollassero e risalissero, soprattutto quelle del suo settore, ma inevitabilmente le riunioni degli azionisti e le richieste di rimedi a garanzia del patrimonio e dei dividendi erano più frequenti nei momenti di calo e in quei giorni si aspettava una convocazione da un momento all’altro. Attualmente il mercato attendeva un segnale dalle compagnie che gestivano le infrastrutture di telecomunicazioni, un cenno che tranquillizzasse la politica sull’utilizzo di dati e sulla gestione dei settori che maggiormente avrebbero beneficiato delle nuove tecnologie. Il rimpallo delle responsabilità sul tema da parte di gestori e operatori del settore era su tutti i giornali. L’argomento era tra i più sentiti degli ultimi anni e coinvolgeva addirittura Cina e Stati Uniti, che non mancavano di scambiarsi accuse di spionaggio per l’utilizzo dei dati che sarebbero veicolati attraverso le nuove reti 5G.

    Era comunque abituato da sempre ad avere a che fare con persone o società i cui interessi erano il mero profitto, d’altro canto l’investimento al quale si erano esposti era notevole e gli indici negativi che scorrevano in rete avrebbero allarmato chiunque. Ma Morgan sapeva riconoscere le ansie del mercato e calmierare quelle degli investitori, con riunioni nelle quali condivideva le azioni in essere e i risultati che si attendeva.

    Ormai il suo percorso professionale andava di pari passo con le caste più alte della società, grazie al fatto che in passato aveva potuto beneficiare delle conoscenze del padre, uomo da sempre colluso con politica, finanza e aziende tecnologiche, tanto da aver collaborato come consulente, per un paio d’anni, con il segretario di stato James Baker, durante l’amministrazione H. W. Bush. Pur rimanendo solo come osservatore degli intrecci socio politici del padre, per riflesso aveva potuto contare sul supporto di alcuni finanziatori che gli aprirono le porte di alcune posizioni strategiche in aziende tecnologiche. Per contro Morgan aveva sempre ricambiato portando in dote profitti e risultati, grazie alle sue doti manageriali. Sapeva che l’ombra delle conoscenze del padre aveva un ruolo attivo nella sua vita, ma solo in determinati momenti. Era lui che tirava le file e coinvolgeva gli stakeholder quando necessario. Riconosceva che questo tipo di supporto aveva dei vantaggi, ma era conscio che senza di lui certi risultati non sarebbero stati possibili. La mutua cooperazione la viveva come una simbiosi, che rendeva entrambi forti e durevoli nel tempo e la sua fortuna, stimata già in svariati milioni di dollari non era però il frutto delle sponsorizzazioni. Morgan aveva la capacità di visualizzare gli obiettivi, di capirne il percorso nel tempo, anche il più tortuoso e di conseguenza scegliere i collaboratori migliori per raggiungere l’obiettivo finale.

    Poté, negli anni, creare una rete di conoscenze invidiabile che al momento del bisogno erano disponibili a collaborare, grazie alla sua affabilità e alla capacità di persuasione.

    La Janus Corporate aveva avuto un’ascesa verticale in pochi anni, forte della direzione intrapresa da Morgan e ai finanziamenti che avevano consentito di partire dalla compravendita di energia passando poi per la produzione e infine la commercializzazione, con aumento dei profitti e un piano di reinvestimento per nuovi impianti. La visione di Morgan aveva poi portato l’azienda a creare divisioni interconnesse, dalla costruzione di impianti fotovoltaici, eolici, idrici, o più comunemente energetici collegati ad una finanziaria che si occupasse degli aspetti di commercializzazione. Il passaggio più recente fu quello al settore delle telecomunicazioni, rilevando le stazioni radio base di un operatore che aveva dichiarato fallimento e che in passato aveva sfruttato siti di provider energetici per installare le proprie periferiche. Con una sola acquisizione si era aggiudicato pertanto non solo degli impianti produttivi ma anche le infrastrutture che, nel nuovo business plan, avrebbero consentito l’implementazione delle ultime tecnologie.

    Il piano di sviluppo era molto promettente ma alti profitti comportano alti rischi. Qui si entrava a piè pari in un campo che dire minato era un eufemismo. La tecnologia più avanzata, il controllo delle vie di comunicazione, la informatizzazione degli oggetti, le blockchain, erano il Santo Graal del ventunesimo secolo e la corsa al controllo di essi avrebbe dato prosperità e pieni poteri a chi aveva avuto la lungimiranza di costruire le infrastrutture e definirne i parametri di controllo. Cina e Stati Uniti per primi avevano visto nelle telecomunicazioni il punto di accesso alle vite dei singoli utilizzatori, definendone stili di vita e abitudini, che, applicate all’analisi dei big data, determinava potenzialmente la salita o la discesa di questo o quel governo. Sarebbe stato come giocare una partita a carte, potendo vedere la mano dell’avversario.

    Negli Stati Uniti la controversa competizione tra i due paesi aveva spinto gli operatori del settore delle telecomunicazioni a presentare all’organo di sorveglianza americano, l'autorità di regolamentazione statunitense (FCC), le autorizzazioni per l’implementazione delle reti di telecomunicazione, per poter iniziare a sfruttare i vantaggi del 5G. Tali richieste non furono solamente accettate, ma vennero posti vincoli temporali di implementazione, richiedendo l’ultimazione delle reti nella metà dei tempi stimati dalle singole aziende. Il governo americano, in pratica, spingeva i propri imprenditori a raccogliere il guanto di sfida insieme a loro e ad innalzare la bandiera americana sulla nuova conquista, sulla nuova Luna, il 5G. Allo stesso tempo chiudeva ogni possibilità ai produttori di apparati 5G cinesi la partecipazione a gare d’appalto sul suolo americano, favorendo di fatto competitor nazionali o europei, allineati sui timori delle ingerenze del governo cinese e cofirmatari di accordi legati alla protezione dei dati raccolti.

    Il maggior produttore di antenne cinese e apparecchiature radio base aveva dal canto suo spiegato che i distaccamenti dell’azienda sulle varie nazioni sono soggetti alle leggi locali, pertanto si dichiaravano estranei ad azioni da parte del governo cinese nello spionaggio di dati. Un’interrogazione al parlamento Italiano però evidenziò, tramite indagine dei servizi italiani, che il governo cinese considerava un dovere il supporto di persone e aziende in caso di bisogno, reputando pertanto non valide le dichiarazioni fornite dal colosso cinese e relegando ad ulteriori indagini l’ingresso in Italia del produttore. La stessa linea guida venne seguita da altri paesi europei, capitanati dalla Gran Bretagna, che aveva avuto una precedente esperienza di data mining da parte di una società che si provò, in sede giudiziale, aver utilizzato dati personali degli utenti registrati su social network per influenzare l’esito di campagne elettorali. Era in grado di sfruttare il profilo psicologico degli utenti per individuarne una precisa personalità ed impacchettare messaggi estremamente precisi che andavano a colpire le loro debolezze e paure.

    Era diventato evidente che il controllo dei dati ma soprattutto il loro utilizzo era la priorità per far sì che le varie democrazie non fossero influenzate.

    La Cina, dal canto suo, da tempo si era affidata all’accentramento dei sistemi di comunicazione di massa, concentrandoli su un’unica app che gestisce non solo comunicazione, ma anche pagamenti e prenotazioni, divenuti un tutt’uno, a beneficio dell’utilizzatore finale. Pertanto, la possibilità di sfruttare le tecnologie per ampliare questa interconnessione fra persone e servizi sarebbe l’anello di congiunzione che legherebbe tutti gli aspetti della vita quotidiana del singolo individuo.

    Era questo il motivo per cui Morgan aveva intrapreso un processo di cambiamento interno, volendosi calare in una realtà che dava porte aperte dall’amministrazione americana, concedendo autorizzazioni senza troppe indagini e che garantiva libertà di movimento in un settore che voleva e doveva essere degli Stati Uniti. Si doveva, ancora una volta, imprimere l’immagine della bandiera a stelle e strisce su un terreno non fisico ma virtuale. Morgan vedeva nel paese a stelle e strisce uno dei maggiori punti di successo per il lancio delle nuove reti e sapeva che avrebbe fatto da apri pista verso i mercati cofirmatari degli accordi commerciali sul 5G. Aver trasferito la ragione sociale negli Stati Uniti dava la possibilità a Morgan di beneficiare dell’appoggio governativo, pur mantenendo base operativa a Londra.

    Tale operazione giudicata intraprendente e votata alla maggioranza nell’ultimo CDA, necessitava della nomina di un nuovo direttore generale della business unit e di un nuovo Operation Manager che gestisse la produzione.

    L’incarico di riorganizzare la produzione seppure complicato era già stato affidato al Dr. Stanley, già capo delle operazioni, che negli ultimi 15 anni aveva saputo tenere le redini della produzione del settore energetico e che ora aveva accettato di buon grado questa sua ultima sfida, avendo in serbo nei successivi cinque anni, di ritirarsi a vita da pensionato e i bonus previsti avevano svolto un ruolo decisivo nell’accettazione dell’incarico.

    Il problema vero, risiedeva nella nomina del direttore generale.

    C’era anche un altro motivo.

    Morgan aveva imparato a gestire affari di importanza strategica e molto remunerativi, ma non era riuscito ad entrare in quella cerchia che lo governava, seppure si ritenesse libero delle proprie scelte strategiche, era conscio che il terreno sul quale si muoveva poteva sgretolarsi. Questa sensazione di insicurezza lo dilaniava interiormente e non poteva accettare che rimanesse tale ancora a lungo. In questo momento c’era una forte guerra tra due colossi, nel quale si stava inserendo con audacia. Vedeva porte aperte e capacità finanziaria che avrebbe saputo sfruttare per portare a termine quanto richiesto, ma quello che voleva era diverso. La sua idea era quella di poter presentare un investimento così redditizio ai suoi investitori da rendere il suo progetto la chiave di accesso a quella cerchia alla quale tanto ambiva.

    Pertanto la figura che avrebbe dovuto gestire la divisione TLC avrebbe dovuto intrattenere rapporti interni ed esterni, e doveva avere capacità, esperienza e attitudini di alto livello e soprattutto un grande equilibrio e un autorevolezza non comuni.

    Questo genere di figure non potevano essere selezionate dall’ufficio HR interno all’azienda, si trattava di dover gestire la selezione in maniera discreta pur potendo attingere ad un bacino di candidati di rilievo.

    Morgan, aveva iniziato la ricerca e attendeva i primi esiti a breve. Come sempre si era affidato a chi aveva già dato prova di saper portare risultati.

    Una luce intermittente si accese sul telefono, seguita da una bip-bip. La chiamata proveniva dalla segretaria:

    Si signorina?

    Mr. Clarke, ho in linea il Dr. Benoit…

    Me lo passi pure, grazie

    Era la telefonate che attendeva. I 12 azionisti avevano fatto già le loro considerazioni e volevano chiedere un incontro. Morgan aveva la barra della nave ben salda e aveva chiari i piani di sviluppo per i prossimi cinque anni, ma sapeva bene che se tali visioni non venivano condivise, non avrebbe potuto realizzarle, pertanto era questa l’occasione per mettere sul tavolo i programmi futuri.

    Morgan attese il click dall’altro capo del telefono che presupponeva il passaggio della linea e con tono sereno disse:

    Buongiorno Dr. Benoit

    Buongiorno Morgan – senza alcuna pausa proseguì – come saprà gli andamenti dei nostri titoli negli ultimi due mesi stanno creando alcune domande che gli azionisti vorrebbero discutere con lei e ascoltare la sua strategia futura.

    Con piacere le darei delucidazioni ora ma sto per uscire. Venerdì possiamo effettuare una call… – Morgan non ebbe il tempo di rispondere che Mr. Benoit aggiunse:

    Domani saremo in sede per ascoltarla. – disse Mr. Benoit senza ammettere repliche

    Certamente, a domani allora.

    Mr. Benoit chiuse la conversazione senza ricambiare il saluto. Morgan sapeva che non lasciava mai troppo spazio all’esuberanza, ma quella volta aveva saputo trasferire il senso di agitazione degli azionisti. Era infatti la persona incaricata del coordinamento delle comunicazione verso di lui. Raccoglieva gli ordini del giorno e comunicava all’amministratore delegato le esigenze degli azionisti. Era un belga di cinquantasei anni, elegante e dai modi assertivi. Il suo status sociale lo rendeva evidente indossando abiti in doppiopetto e orologi del valore di un’auto sportiva. Aveva partecipazioni in diverse società e sedeva in diversi consigli di amministrazione, ma non alla Janus. Era stato scelto lui come figura imparziale nelle comunicazioni e per rimanere tale non doveva avere interessi nella società per la quale faceva da tramite. Sulla sua discrezione poi non c’erano dubbi. La sua vita privata era più segreta del luogo di sepoltura del Santo Graal. Presenziava alle riunioni con i delegati dagli azionisti, per tenere le fila della riunione, evitare divagazioni sul tema e redigere il report finale. L’indomani Morgan avrebbe incontrato pertanto anche lui.

    Tornò con gli occhi verso il suo pc e diede il comando di chiusura del sistema operativo. Un ritardo accompagnato da un messaggio che indicava la chiusura di un processo rallentava la chiusura:

    Quanto ci mette a chiudersi oggi? – disse a voce alta.

    Poco prima di spegnersi, i suoi occhi, per un istante che durò un battito di ciglia, rividero la sua immagine sul monitor, come se la webcam fosse attiva. Non ci diede peso e uscì dall’ufficio.

    Mrs. Lady Golan

    Lady era seduta ad un tavolo di un caffè nel centro di Gerusalemme, poco distante dalla Porta del Leone.

    L’arredo in stile classico denotavano non solo l’importanza di quel luogo e la sua storicità, ma definiva anche il tipo di clientela, prevalentemente ebrei ortodossi ed esponenti dell’alta finanza. Il suo abbigliamento era adatto a quel luogo sacro che è Gerusalemme, capelli raccolti, coperti da un foulard di seta damascata, acquistata proprio nel centro storico il giorno precedente. L’abito scuro, lungo, non riusciva a nascondere il fisico atletico della donna che però, in quel contesto, non attirava sguardi maschili.

    Aveva appena ordinato un caffè e stava scrivendo alcune note sul suo portatile. Con la coda dell’occhio guardava un uomo vestito elegantemente, dialogare con un funzionario dell’amministrazione cittadina. Ebreo ortodosso, vestito nella maniera tradizionale, con la mano sinistra che stringeva la Torah e la destra che fugacemente ritirava una sacchettino di velluto dalle mani dell’interlocutore.

    Pur essendo un tavolo nell’angolo del locale, il movimento dell’uomo in giacca, era risultato agli occhi di Lady innaturale e il passaggio di mano sotto al tavolino in ferro battuto ai suoi occhi attenti non era passato inosservato.

    Lo sguardo severo del funzionario però denotava insoddisfazione. La pressione che esercitava sull’involucro dava l’idea di sgranare un rosario al quale mancavano dei grani.

    Lady sapeva che il sacchetto conteneva diamanti, frutto di una trattativa per il pagamento di una tangente che avrebbe sbloccato una acquisizione finanziaria di una start up israeliana a favore di compratori sudafricani.

    L’uomo in doppio petto tamponandosi il sudore con il fazzoletto comunicò a bassa voce con il suo interlocutore, che parve rasserenarsi. Qualunque fosse l’oggetto di quel breve scambio di parole, l’ortodosso si alzò, salutò e andò via.

    Il caffè arrivò al tavolo di Lady che non smise mai di battere sui tasti, digitando puntualmente quanto appena accaduto e salvando il video che aveva girato con una microcamera piazzata sul dorso del monitor del suo laptop, così in vista da risultare nascosta.

    Anche all’uomo rimasto ormai solo al tavolo arrivarono due tazze di tè. Le guardò, lasciando una grossa banconota sul tavolo a saldo del conto e si avviò verso l’uscita. Non prima però di avere dato un occhiata veloce ma diretta a Lady.

    Seduta al suo tavolo e indifferente a quello sguardo digitò un codice sul suo pc.

    Si aprì una connessione protetta su VPN tramite la quale inviò un semplice messaggio tramite un software di criptazione:

    La transazione è ultimata, allego i documenti a riprova.

    La risposta fu quasi istantanea e apparve sul monitor sul monitor:

    Ottimo lavoro. Come sempre.

    Si portò la tazzina alla bocca, ne prese l’ultimo sorso e chiuse il pc. Lasciò una banconota sul tavolo che comprendeva abbondantemente anche la mancia e si allontanò dal locale con passo morbido, verso un taxi che la stava aspettando: Al King David Hotel per favore. Il tassista con un cenno del capo accolse la richiesta e partì.

    Non aveva voglia di camminare nonostante l’hotel fosse poco distante, tanto che il tragitto durò solo pochi minuti. Amava quella città per la sua magia e per la sua storia, ma non amava trovarsi in un contesto ortodosso ed estremista. Preferiva l’apertura e la socialità che si respira a Tel Aviv, sua città natale.

    Prima di scendere dal taxi allungò una banconota dicendo di tenere il resto, sapendo bene il costo di quella tratta e lasciando spiazzato il tassista che l’aveva vista come una turista inglese, evidentemente abituata a girare a Gerusalemme in taxi.

    Gli studi in Inghilterra e il master negli stati uniti erano serviti per perfezionare il suo inglese già ottimo, lasciandole un particolare accento britannico. La sua propensione a non sentirsi appartenente a nessun luogo l’aveva poi spinta a imparare anche francese, spagnolo e mandarino, tenendo però l’inglese come prima lingua, anche nel suo paese.

    Scendendo quasi sbadatamente dal taxi, si trovò di fronte l’uomo in doppio petto che pochi minuti prima l’aveva guardata prima di uscire, evidentemente più leggero di qualche diamante.

    Cosa posso fare per lei Mr. Beuke?

    L’uomo dall’aria preoccupata riuscì solo a domandare:

    Posso considerare pagato il mio debito vero?

    Non dipende da me, lo sa bene, la sua collaborazione è stata preziosa, ma la sua compagnia deciderà sul suo futuro.

    Il movimento di lato di Lady, per superarlo venne bloccata da un passo laterale dell’uomo che insistette: Ho fatto quanto mi avete richiesto, che altro volete?

    Vede, io non mi occupo di spionaggio interno, né tantomeno di corruzione. La legalità per me è solo uno strumento per decidere con chi voglio e posso lavorare. Nel suo caso è stato necessario una dimostrazione di buona volontà da parte sua affinché io potessi rendere impresentabile il suo interlocutore. Del suo futuro non me ne occupo e se ora mi vuole scusare...

    L’uomo venne finalmente scansato ma rimase di sasso davanti a tanta determinazione e freddezza. Soprattutto sapeva in cuor suo di essere stato usato e che il suo futuro nell’attuale azienda aveva vita breve, grazie alla scoperta di un suo coinvolgimento in un giro di mazzette, usato per spingerlo a collaborare.

    Figlia di un armatore israeliano e di una linguista tedesca, Lady fin da piccola vedeva il suo paese come un piccolo cerchio, la cultura, le lotte interne al paese e le assenze per lavoro del padre facevano volare la sua mente verso paesi europei o dell’America Latina.

    La madre, donna premurosa e attenta alle inclinazioni della figlia le insegnò spagnolo e francese, nei pomeriggi dopo la scuola, tentando di calmare quell’irrequietezza che sapeva, ben presto, l’avrebbe portata altrove. Così fu. Finiti gli studi superiori la conoscenza delle persone e i loro tratti distintivi erano l’attrattiva principale. La sua presenza nei salotti letterari organizzati dalla madre, non era mai fuori luogo, anzi, gli argomenti timidamente

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