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Ci Vorrebbe un Visconte: Sposare una Canaglia, Libro 3, #3
Ci Vorrebbe un Visconte: Sposare una Canaglia, Libro 3, #3
Ci Vorrebbe un Visconte: Sposare una Canaglia, Libro 3, #3
Ebook290 pages4 hours

Ci Vorrebbe un Visconte: Sposare una Canaglia, Libro 3, #3

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About this ebook

Lady Alice Worthingham non si è mai omologata alle norme della società. Mai. Ama l’avventura, fare nuove esperienze e il suo approccio alla vita è sfacciato. Ma persino per lei è troppo essere derubata da un bandito.

Lord Arndel, vicino di casa di Lady Alice, sta giocando a un gioco pericoloso – visconte di giorno, di notte si trasforma nel Bandito del Surrey. E derubare la donna che ha catturato il suo cuore equivale a giocare col fuoco. Quando Lady Alice apprende la verità, il visconte scopre che quando una donna d’alto rango cerca vendetta, il ladro dovrà pagare per i suoi crimini… mettendo a rischio il proprio cuore.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateMay 26, 2021
ISBN9781071579794
Ci Vorrebbe un Visconte: Sposare una Canaglia, Libro 3, #3

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    Book preview

    Ci Vorrebbe un Visconte - Tamara Gill

    Capitolo 1

    Capitolo Uno

    Surrey, due anni dopo

    Alice guardò sua madre negli occhi sconvolti e poi si voltò per guardare fuori dal finestrino della carrozza. Non c’era nessuno sulla strada tra casa e Ashford, il piccolo villaggio dal quale stavano viaggiando. Tony, il cocchiere, urlò e la carrozza prese velocità. Alice si aggrappò al lembo di pelle dei sedili e si tenne in equilibrio come meglio poteva.

    Non vedo nessuno, mamma. Si sedette composta e si tenne al sedile con la mano libera. Eppure riesco a sentire quello che sembra un cavaliere dietro di noi.

    Sua madre si tolse il fazzoletto dalle labbra abbastanza a lungo per dire: Che ne pensi—

    Fermate la carrozza! Comandò una voce profonda e ovattata, seguito dal forte rumore di uno sparo che fece rabbrividire Alice. Hanno sparato a Tony – ai cavalli? Buon Dio, che succede?

    Ancora una volta, Alice guardò fuori dal finestrino della carrozza e poi saltò sull’altro sedile e aprì lo sportellino per parlare con Tony. Riuscite a continuare? Siamo così vicini a casa, non voglio fermarmi.

    Tony tenne gli occhi sulla strada ma si accucciò sulla cassetta. Certo, signorina. Non gli permetterò di prenderci.

    Sentirono un altro sparo alla fine delle parole di Tony. Alice afferrò e tenne stretta la mano della madre, non piacendole il suo colore terreo.

    Abbassati, mia cara, cercò di urlare sua madre per sovrastare il rumore delle ruote sulla strada sterrata.

    La carrozza continuò a ondeggiare a velocità smodata. Alice si sedette sul pavimento della carrozza e portò con sé sua madre prima di cercare sotto al sedile la pistola che suo padre era solito nasconderci. Si sedette sulle gambe quando la sua ricerca non produsse altro che uno spazio vuoto e ragnatele.

    Tony imprecò prima di urlare che non potevano continuare così senza mettere a rischio le loro vite. Alice provò un profondo orrore alla bocca dello stomaco. Sua madre le rivolse uno sguardo spaventato, le labbra una sottile linea di paura.

    Nemmeno in circostanze simili penso che Tony debba parlare così, imprecare non è mai accettabile.

    Alice lottò contro l’impulso di alzare gli occhi al cielo. Avevano cose più importanti a cui pensare di un’imprecazione. Se fosse stata lei a cassetta inseguita da un idiota che le sparava, Alice era certa che ben più di una sola imprecazione le sarebbe uscita dalla bocca. Tony sta rallentando, mamma. È questo che dovrebbe preoccuparti.

    Alice, siediti più vicina e non lasciarmi la mano per nessun motivo.

    Alice fece come chiesto e tenne stretta la mano della madre. Andrà tutto bene, mamma. Sono certa che voglia soltanto derubarci e che poi se ne andrà. Almeno era quello che Alice sperava, ma non si poteva mai sapere con i banditi. Tutto era possibile.

    Sua madre annuì ma le strinse la mano quando la carrozza si fermò. Alice ascoltò i suoni all’esterno quando Tony scese. Andò a mettersi di fronte alla loro porta, guardando in entrambe le direzioni per capire dove fosse il mostro.

    Attesero come anatre in attesa dell’attacco della volpe, ma il silenzio regnava.

    Chi pensi che possa essere? Chiese la madre.

    Alice aggrottò la fronte chiedendosi la stessa cosa. Forse è il bandito che sta terrorizzando il Surrey da un anno circa. Gli attacchi del bandito avevano impaurito tutta Londra per i gioielli che aveva rubato e la ricchezza che aveva accumulato estorcendola dai benestanti. Ora sembrava che anche loro avrebbero riempito le sue tasche. Alice fece un respiro profondo, non volendo credere alle proprie parole. Aveva pensato che fosse tanto divertente che quel gentiluomo rubasse solo ai ricchi e lasciasse in pace i poveri. Ma ora, vittime sfortunate nelle sue grinfie, non le piaceva così tanto.

    Che cosa vuoi? Urlò Tony in direzione degli alberi.

    Alice sentì un brivido lungo la schiena quando a quella domanda rispose una risata profonda. Una risata che era sia audace sia condiscendente allo stesso tempo.

    Fate uscire le signore. Ora!

    Alice zittì i singhiozzi della madre e annuì a Tony quando aprì la portiera guardandola in cerca della sua approvazione. Le aiutò a scendere e poi si mise in piedi di fronte a loro come un cavaliere in armatura splendente. Alice sorrise tra sé e sé alla devozione che il cocchiere di sua madre aveva per la loro famiglia, specialmente dal momento che era più anziano della stessa Inghilterra.

    Alice guardò lungo la strada, costeggiata da alberi grossi fitti che creavano delle ombre che si muovevano. Gli occhi di sua madre erano enormi e pieni di paura quando vide sbucare dall’oscurità un cavallo nero col proprio cavaliere. Il respiro affannato del cavallo sembrava pericoloso e non di questo mondo.

    Alice era certa che in quel momento sarebbero morte. Nulla di così malvagio poteva appartenere a quel mondo.

    Bene, bene, bene. Guardate chi abbiamo. Il cavaliere fece fermare il cavallo i cui occhi brillavano.

    Non sono affari vostri. Prendete quello che volete e andatevene, disse Tony rivolgendo uno sguardo preoccupato alle proprie spalle.

    Alice strinse gli occhi sentendo il tsk, tsk, tsk, che pronunciò il bandito. Guardò il cavallo e si chiese quale ladro potesse avere una bestia simile. O forse sarebbe stato meglio dire rubata. Studiò l’uomo, i pantaloni stretti sulle gambe ben formate. La giacca corta e la camicia, sebbene non fosse della qualità migliore, erano pulite e ben stirate. Per quanto riguardava il viso, non riusciva a individuarlo a causa della bandana nera che gli copriva il naso e la bocca. Ma i suoi occhi, scuri come la notte, erano intelligenti, calcolatori e, in quel momento, le studiava. Approfonditamente.

    Il bandito si piegò sul cavallo. Credo che oggi la mia preda sia la Duchessa di Penworth. E quella adorabile spilla che indossate andrà benissimo per il mio pagamento. Datemela e non vi sarà fatto alcun male.

    Alice confortò sua madre quando iniziò a singhiozzare, cercando invano di nascondere la spilla che aveva fatto brillare avidamente gli occhi del ladro.

    Chi vi dà il diritto di prendere ciò che non vi appartiene, signore? Alice alzò il mento in segno di sfida. Il pensiero che sua madre perdesse un prezioso tesoro di famiglia le faceva ribollire il sangue nelle vene.

    Si irrigidì quando l’uomo rivolse la sua attenzione a lei, alzando le sopracciglia in segno del fatto che non l’avesse notata prima o che l’avesse ignorata. Alice mise da parte l’ansia quando l’uomo smontò da cavallo, dirigendosi verso di lei sicuro di sé.

    Alice alzò il mento e si rifiutò di distogliere lo sguardo, sebbene fosse congelata dalla paura. Era alto, forte e avrebbe potuto spezzare entrambe in due se avesse desiderato, a giudicare dalla grandezza delle braccia. Oh, accidenti, ti prego, non farci del male. Mi spiace aver parlato. Deglutì quando si fermò di fronte a lei, troppo vicino per i suoi gusti.

    Siete una bellezza, mia bionda dea. Forse dovrei rubare voi, invece di quel gioiello creato dall’uomo. Allungò una mano e diede un colpo alla spilla della madre come se non avesse alcun valore.

    Alice spalancò la bocca e la richiuse subito al gesto impudente di quell’uomo. Non aveva davvero detto quello che aveva detto, vero? Ma vedendo il luccichio nei suoi occhi, Alice si rese conto che era assolutamente serio.

    Voi, signore, lascerete in pace mia figlia. Sua madre si mise di fronte a lei, distogliendo Alice dalla trance che sembrava averla colta guardando l’uomo.

    Il bandito sorrise e poi si diresse verso Tony, facendolo cadere a terra veloce come un fulmine e legandogli le mani con una tale abilità che Alice in circostanze diverse avrebbe trovato impressionanti. Sgomenta, Alice osservò la loro unica protezione agitarsi in terra, non più di alcun aiuto. Il bandito si rivolse nuovamente a loro, gli occhi che guardavano prima una e poi l’altra.

    Questo non è il momento di dare ordini, Vostra Grazia. Si avvicinò a loro e tolse la spilla di smeraldo. Alice afferrò la mano della mando quando le si riempirono gli occhi di lacrime. Guardò il ladro, il quale non rivolse nemmeno uno sguardo alla spilla prima di infilarsela in tasca.

    Vostra Grazia, apprezzerei molto se tornaste in carrozza. Ho qualcosa da dire a vostra figlia… in privato.

    Non avete nulla da dirmi, signore. Avete avuto il vostro pagamento, ora è il momento che ci lasciate in pace. Alice tenne stretta la mano di sua madre, non volendo sentire nulla di quanto quel bruto avesse da dire. Le venne paura che avrebbe potuto molestarla in qualche modo. Forse non si trattava del bandito che stava spaventando il Surrey dal momento che non aveva mai sentito di attacchi alle donne che aveva derubato.

    Il bandito rise e tenne aperta la portiera della carrozza. Poi, con uno strattone, le divise e condusse la mamma di Alice allo sportello. L’uomo tirò nuovamente fuori la pistola e, quando la madre di Alice esitò, il bandito gliela spinse sulla schiena. Sua madre rifiutò di muoversi ed Alice lesse la sfida nella posizione del suo corpo, ma l’ultima cosa che voleva era che sua madre venisse ferita. Aveva già perso un genitore, non era pronta a perdere anche l’altro.

    Aspetta in carrozza, mamma. Andrà tutto bene. Te lo prometto.

    Sua madre alla fine cedette ed Alice sussultò quando il bandito sbatté la portiera. Poi il mostro si diresse verso di lei, anche se forse avanzò felino sarebbe un termine migliore, prima di portarla dietro alla carrozza e lontano dallo sguardo della madre che era appoggiata al finestrino, determinata a tenere sotto controllo la figlia.

    L’uomo guardò Alice per un istante. I suoi occhi, che Alice aveva pensato fossero neri, erano in realtà blu con delle pagliuzze grigie. In qualunque altro momento, Alice li avrebbe trovati attraenti, ma quel giorno erano finestre sull’inferno.

    Sussultò quando l’uomo si piegò in avanti. Siete una bellezza, Lady Alice. Sussurrò al suo orecchio facendole provare uno strano calore nelle ossa. Alice diede la colpa alla paura e alla consapevolezza che non sapesse chi fosse quell’uomo né di quello di cui era capace. Alice rimase ferma in attesa, rifiutandosi di dire qualcosa o di reagire in alcun modo per evitare di istigarlo a fare peggio.

    Un peccato che una donna come voi debba sposarsi per convenienza. Una delizia simile dovrebbe essere amata molto e in maniera piacevole. L’uomo le afferrò una spalla e la spinse contro i pacchi legati sul retro della carrozza. Si piegò in avanti, più vicino di quanto sarebbe stato concesso a un gentiluomo di fare. È passato molto tempo da quando ho avuto una donna. Oh, quanto mi piacerebbe che entrambi godessimo del nostro piacere reciproco, rovinandovi per tutti tranne che per me.

    Alice deglutì, odiando il fatto che nel profondo il suo corpo stesse reagendo a quelle parole assurde e scandalose. Non avrebbe dovuto permettergli di dirle quelle cose. Avrebbe dovuto colpirlo in testa ma, in quel momento, non aveva nulla con cui farlo quindi era in un vicolo cieco.

    Come fate a conoscermi, signore? Riuscì a dire, il respiro bloccato nei polmoni e l’ansia contornata dal pensiero di avere quell’uomo sopra di lei, a darle piacere come le sue parole avevano promesso. C’era qualcosa di veramente sbagliato se pensieri simili, invece di essere vili, le facevano domandare come sarebbe stato. A parte la sua occupazione di bandito, l’uomo sembrava in salute, aveva la sclera degli occhi chiara, non rossa né gialla. Ma la cosa forse più strana di tutte era che, sebbene le avesse derubate, rubando la spilla e sparando alla carrozza, l’uomo non la spaventava.

    Nemmeno un po’.

    L’uomo ridacchiò, gli occhi che osservavano ogni centimetro del suo corpo. Imparo sempre qualcosa sulle persone che devo derubare. Spero che non siate arrabbiata con me, disse.

    Alice alzò un sopracciglio, sapendo dal bagliore nei suoi occhi che stava sorridendo, forse addirittura ridendo.

    Forse dovreste darmi un premio per evitare che io rubi quegli adorabili orecchini che indossate.

    Se vi darò gli orecchini, voi mi ridareste la spilla?

    Che ne dite, disse facendo un passo in avanti, di darmi un bacio e io ci penserò?

    Alice deglutì quando la mano del bandito le afferrò il fianco, le dita sul suo corpo. Si guardarono negli occhi ed Alice fu sorpresa di vederli scurirsi di un sentimento sul quale non voleva soffermarsi. Chi è? E come faceva a sapere che, a prescindere dalle sue parole, non l’avrebbe forzata a fare qualcosa che non desiderava fare? Era molto strano.

    Non mi bacerete, mia signora? Le disse in tono canzonatorio, sfidandola.

    Alice fece scorrere le mani sulle sue spalle, sui capelli scuri alla base del suo collo. Aveva i capelli morbidi e che riempivano l’aria del profumo del limone. Che strano per un uomo simile essere pulito e profumato. Decise di rispondere alla sua sfida rivolgendogli lo sguardo più ammiccante che poté.

    Signore, non sapete quanto a lungo ho atteso di incontrare il famoso Bandito del Surrey, se è lui che siete. E se le vostre labbra sono tentatrici come la vostra voce, sarei onorata di acconsentire al vostro favore, ma dovrete togliervi la bandana per farlo.

    Alice si fece avanti con tutto il desiderio che riuscì a dimostrare. Soppresse la paura che sorse al pensiero che stesse giocando con l’uomo sbagliato. Perché per quanto i suoi occhi fossero desiderabili, per quanto fosse pulito, era comunque un bandito. Crudele e probabilmente più pericoloso di quanto si potesse immaginare. Pregò che il suo intuito non stesse sbagliando e non si stesse dirigendo verso una strada senza ritorno.

    I suoi muscoli le sfioravano il corpo ed Alice diede la colpa alla mancanza di aria nei polmoni se provò trepidazione per ciò che stava per fare, non a quello che l’uomo le stava facendo provare dopo soltanto qualche minuto. Un ladro, per giunta. Alice gli fece scivolare le mani sul collo e le fermò sulle spalle. Si piegò in avanti, così tanto che il respiro dell’uomo attraverso la bandana le scaldò le labbra.

    Rivolse la sua attenzione alle sue labbra quando l’uomo sollevò il lembo di tessuto dandole la possibilità di baciarlo. Alice deglutì, la bocca secca alla vista di quella bocca fatta per peccare. Aveva le labbra troppo perfette per appartenere al sesso opposto. Quanto aveva sempre desiderato avere labbra piene come quelle del bandito, se non un po’ più rosee per tentare il sesso opposto a baciarla, cosa che sfortunatamente non era mai successa. E ora, sembrava che avrebbe dato il suo primo bacio all’uomo che l’aveva derubata.

    Alice si leccò le labbra e si rese conto del suo errore nel momento in cui gli occhi blu dell’uomo si accesero di desiderio. Il respiro di Alice crebbe e cercò di calmare il suo cuore che minacciava di saltarle fuori dal petto. Non avrebbe dovuto desiderare quel bacio, ma una scandalosa parte di lei lo voleva più di ogni altra cosa al mondo.

    Baciatemi, bellissima.

    Se ne fosse stata in grado, Alice si sarebbe sciola all’istante, come neve sotto al sole. Oh, quella voce profonda e virile era la tentazione incarnata: la invitava a qualcosa di più selvaggio che un solo bacio e al diavolo le buone maniere e ciò che ci si aspettava da lei a causa della sua famiglia. Alice non seppe mai come ebbe fatto a distogliere l’attenzione dalle sue labbra.

    Invece di piegarsi in avanti e prendersi ciò che voleva disperatamente, si scosse. Non voleva baciarlo. Era il sangue nelle vene che la faceva sentire su di giri e… qualcos’altro che le fluiva attraverso il corpo. Non era l’uomo o il piacere con il quale la stava tentando. Alice decise di fare ciò che doveva fare, poco prima che le loro labbra si incontrassero e, con tutta la forza di cui disponeva, Alice alzò la gamba e diede una ginocchiata in mezzo alle gambe al bandito.

    L’uomo cadde a terra, i suoi ululati di dolore che rimbombavano nella foresta. Alice lo guardò per un instante prima di voltarsi e correre davanti alla carrozza, accogliendo la vista di Tony che si alzava in piedi.

    Tony, salga in carrozza. Guido io.

    Ma, mia signora— balbettò.

    Niente ma. Fate quello che vi dico e subito. Alice salì velocemente a cassetta e prese le redini. Il bandito era ancora a terra e Tony ancora la fissava con occhi sgranati. Non abbiamo molto tempo. Andiamo! Adesso, urlò.

    Tony fece come chiesto ed Alice spronò i cavalli ad un immediato trotto proprio mentre la portiera della carrozza si chiudeva. Con una nuvola di polvere, Alice lasciò l’uomo dove doveva stare, per terra e da solo. Spronò ancora i cavalli e la realizzazione di quello che aveva fatto la colpì con forza. La ginocchiata all’inguine era stata davvero forte, forse più forse di quanto avrebbe dovuto, e una piccola parte di lei sperava che non fosse stata troppo, pur con tutta la rabbia provata per averle derubate.

    Vero, era un ladro, ma aveva un buonissimo profumo, come frutti d’estate o qualcosa del genere. E il suo respiro, quando aveva parlato, non aveva puzzato di birra stantia e della cena del giorno prima, ma di menta, fresca e tentatrice. Se fosse stato un gentiluomo a un ballo in maschera, avrebbe ricevuto il bacio che le aveva chiesto senza pensarci due volte. E senza dubbio sarebbe stato qualche minuto veramente bello e delizioso. Sua sorella Beth le aveva parlato del bacio di un uomo ed Alice aveva tanto desiderato riceverne uno, ma non voleva baciare un bandito. Non l’avrebbe mai fatto, non importava quanto avrebbe voluto cedere alla tentazione e vivere nel momento. I dissoluti e i libertini, come il mostro dietro di lei, erano sempre bravi a sedurre, ma non ci si poteva fidare di loro. Mai.

    Sospirò tra sé e sé. La sua vita sembrava un dramma dietro l’altro. Forse avrebbe dovuto fare come diceva la sua mamma e trovarsi un marito.

    Controllò la velocità dei cavalli mentre il suo corpo si ribellava all’idea del matrimonio. Se si fosse sposata, avrebbe dovuto esaudire ogni desiderio del marito, dargli dei bambini e renderlo felice. Non che Alice non volesse essere felice, ma soltanto l’amore più profondo l’avrebbe convinta a sposarsi e tutti gli uomini che aveva incontrato fino a quel momento, dalla sua prima stagione, erano stati meno che un’ispirazione.

    Certo, erano stati ricchi, persino con un titolo, e con tenute che avrebbero potuto competere anche con quelle della corona, ma erano noiosi come le gocce d’acqua che si asciugavano sull’erba. E di certo nessuno di loro l’aveva intrigata o attratta. La prima volta che aveva provato sensazioni simili era stata quel giorno – con un ladro.

    Sebbene non fosse esattamente la verità, dal momento che aveva provato attrazione per un uomo prima, e con niente di meno che con il loro vicino di casa Callum Edward, Visconte di Arndel.

    Alice fissò la strada, non vedendo nient’altro che i cavalli che trottavano. Forse sua madre aveva ragione e doveva smettere di esser schizzinosa e di vedere i benestanti come degli idioti privilegiati, perché se stava reagendo in quel modo a un bandito c’era qualcosa in lei che non andava.

    Le vennero in mente gli occhi blu penetranti dell’uomo che aveva lasciato sulla strada e sorrise, sperando di non avergli fatto troppo male. Perché, non riusciva a capirlo. Le aveva minacciate con una pistola. Si era meritato ciò che aveva ricevuto. Tuttavia, mai in vita sua si era sentita così esaltata e impaurita allo stesso tempo.

    Era una reazione assurda. Quell’uomo era un malvivente, per nulla meritevole delle sue attenzioni. Meritava di finire a Newgate per i suoi crimini, eppure le aveva risvegliato uno spirito indiavolato che aveva sempre cercato di liberare. Uno spirito che aveva desiderato un matrimonio basato sull’amore con un uomo che le accendesse la scintilla del desiderio – ogni giorno della sua vita. Non qualcuno che l’avrebbe sposata per la sua ricchezza e il bel faccino che sua madre le aveva sempre detto di avere. Alice non voleva essere il trofeo di nessuno. Un ornamento che qualcuno avrebbe appeso in casa per ammirarlo e far ammirare, ma altrimenti ignorato. Fece rallentare i cavalli quando li fece entrare nei cancelli di Dunsleigh e sospirò.

    Senza dubbio quel mostro viveva una vita selvaggia noncurante della società e degli obblighi familiari. Quanto desiderava poter essere libera come lui. Beh, fino a quando non sarebbe stato catturato e impiccato per le sue malefatte. Non era un finale che Alice desiderava.

    Però, che vita era un’esistenza priva di sogni e possibilità? Senza dubbio, non importava ciò che Alice volesse e desiderasse, alla fine avrebbe dovuto sistemarsi e vivere la vita che ci si aspettava da una delle figlie del Duca di Penworth. Anche se, non importava il suo lignaggio, nessuno poteva impedirle di sognare una vita diversa.

    Callum Edwards, Visconte di Arndel, si sedette sul terreno appoggiandosi alle ginocchia osservando la carrozza sparire lungo la strada lasciandolo in una nuvola di polvere. Scosse la testa e aggrottò la fronte, chiedendosi cosa diamine gli fosse preso per agire in maniera tanto impulsiva. Fece una smorfia e si alzò, spolverandosi i pantaloni e fischiando al suo cavallo. Quando il suo fedele stallone Bandit trottò verso di lui, Callum tirò fuori il prezioso gioiello dalla tasca e sorrise alla gemma verde. Quella spilla era l’ultimo gioiello richiesto per concludere il debito dell’intermediario – cosa che avrebbe fatto appena tornato a Londra.

    Il ricco smeraldo verse scuro incastonato in una spilla dorata brillava nella sua mano, i diamanti che circondavano la pietra quadrata erano perfetti e chiunque avrebbe saputo riconoscere che quel gioiello valesse una fortuna.

    Mise in tasca la spilla e afferrò le redini del suo cavallo, alzando una gamba sulla staffa senza però riuscire a issarsi a causa del

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