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Amore alla fragola
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Amore alla fragola

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About this ebook

Romance - romanzo breve (89 pagine) - Lisa e Beatrice, due donne e due amiche che avranno il coraggio di cambiare vita per amore, scegliendo la via più scomoda.


Lisa è una segretaria stanca del suo matrimonio, Beatrice una donna in carriera che ha appena incontrato il suo grande amore. Dopo anni di lontananza, le due si rivedono a Milano e vogliono tornare a essere le migliori amiche di un tempo. Felici di essersi ritrovate vogliono far conoscere i rispettivi compagni, che ogni volta si defilano. Le ragazze cominciano a insospettirsi e cercheranno un modo per farli uscire allo scoperto, ma il destino giocherà loro uno scherzo crudele che rischierà di mettere in crisi la loro amicizia.


Ada Capobianco, nata a Torino, vive nell'hinterland milanese con il marito, tre figli e un cane. Lavora come contabile in un'azienda di trasporti e nel tempo libero si dedica alla lettura. Le piace molto viaggiare, soprattutto con la fantasia, ma appena può parte alla scoperta di nuovi luoghi e nuove culture. È presente nelle antologie 365 Racconti d'estate e Il magazzino dei mondi 3 di Delos Books, Tovagliolo racconta e Tutte le sfumature di senza sfumature di Delos Digital e Favolando, Certamente viaggiare e Qualcosa di rosso di Alcheringa Edizioni. Ha pubblicato nella collana Senza Sfumature di Delos Digital Un weekend inaspettato, racconto scritto a quattro mani con Silvia Forte.

Isabella Valerio, nata a Gallarate nel 1962. Le piace scrivere, il suo genere preferito è il rosa, di cui è anche appassionata lettrice. Come editor aiuta scrittori emergenti a migliorare i loro scritti. Tiene corsi di scrittura e di informatica per Smartphone per l'Unitre di Sesto Calende.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateDec 15, 2020
ISBN9788825414134
Amore alla fragola

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    Amore alla fragola - Ada Capobianco

    9788825401509

    Prologo

    – Tommaso? Dove sei? – Bea era stesa sul letto con una benda sugli occhi.

    – Eccomi tesoro – rispose lui, comparendo sulla soglia della camera da letto. – Bello questo coso – continuò, ammirandosi allo specchio.

    – Di cosa stai parlando?

    – Del tuo kimono.

    – È un regalo dato a mio padre dall’ambasciatore thailandese. Un secolo fa.

    – Wow! E com’è che tuo padre era così intimo con quel tipo?

    – Affari, mio padre stava valutando in quale paese asiatico convenisse comperare tessuti per la sua fabbrica di abbigliamento.

    – Ho preso un bottino per te, mia signora. – Lei sorrise, si tolse la benda, ammirò i capelli biondi, ricci e spettinati, il corpo abbronzato, gli occhi azzurri che la fissavano con passione, e la bocca, cui Bea era attratta come le api venivano attratte dai fiori.

    È un bellissimo Narciso.

    – Non vale… Dovevi tenere la benda.

    – Fragole! – esultò lei, ignorando il commento. – Il mio frutto preferito. Come facevi a saperlo?

    – Mi sembra di conoscerti da sempre.

    E invece era passata solo una settimana da quando si erano incontrati.

    Tommaso era il pilota del volo Milano-Bruxelles, su cui lei si era imbarcata per tornare al lavoro dopo una vacanza in Italia. Si erano incrociati all’uscita dell’aereo, uno scambio di sguardi, lui l’aveva lasciata passare con un movimento che lei aveva trovato molto cavalleresco e l’aveva seguita per il tunnel che portava all’aerostazione. Mentre camminavano, con il rumore dei loro trolley in sottofondo, cominciarono a parlare scoprendo che da piccoli avevano abitato nella stessa zona di Milano, in una delle traverse di viale Monza.

    Avevano finito per passare tutti i loro momenti liberi nel monolocale che Bea aveva preso in affitto da quando si era trasferita a Bruxelles per lavoro; viveva al secondo piano di un lungo stabile di inizio Novecento, con le finestre che davano sulla Senne.

    – Chiudi gli occhi – le ordinò lui. Lei obbedì. Lui addentò una fragola e gliela mise in bocca, baciandola.

    Si svegliarono la mattina, l’uno nelle braccia dell’altra. La sveglia impietosa gridava che il loro tempo era scaduto. Quel giorno Bea avrebbe ripreso la sua routine lavorativa, invece Tommaso sarebbe decollato verso Milano.

    – Sono stato felice con te – disse lui, alzandosi dal letto.

    – Anch’io – rispose Bea, mentre quel fisico da dio greco spariva in bagno. Lei lo seguì, accarezzandogli una natica: – Questa macchia che hai…

    – Una voglia di fragola – disse lui, malizioso. – Che ne dici di un ultimo assaggio?

    Entrarono nel taxi che li stava aspettando sotto casa, rimanendo attaccati fino davanti il negozio dove lavorava Bea, poi un ultimo bacio e via, ognuno verso strade diverse, mondi diversi.

    – Mi piacerebbe rivederti – disse Tommaso.

    – Troveremo un modo – rispose Bea.

    Lisa

    Si era seduta sulla scalinata del Duomo per osservare meglio l’enorme albero che, dall’alto dei suoi trentasette metri, regalava giochi di luci colorate. Il Natale era alle porte e lei non aveva ancora idea di cosa regalare a Loris. La scelta non era per niente facile. Aveva praticamente tutto, si disse, oppure non lo conosceva abbastanza per sortire un effetto sorpresa con un regalo originale, o peggio ancora, non le importava più nulla di lui.

    Cinque anni di matrimonio di cui quattro passati nell’indifferenza totale. Loris era un quarantenne in perfetta forma fisica che faceva ancora girare la testa alle donne di qualsiasi età, soprattutto quando indossava la divisa da pilota. Ah, il fascino della divisa! Ne sapeva qualcosa. Anche a lei aveva fatto quell’effetto la prima volta: era stata stregata dal suo portamento. Se ne era innamorata subito e nel giro di un anno si erano sposati, in barba ai consigli dei parenti sulla differenza di età. Ora, alla soglia dei trent’anni, si era resa conto di aver bruciato le tappe, ma non tutto è perduto, si disse, avrebbe fatto il possibile per recuperare il matrimonio: posso farcela, pensò convinta.

    Il buio era sceso su Milano e adesso l’albero era ancora più bello, quasi magico.

    Si alzò e si diresse alla Rinascente, era da molto tempo che non vi entrava, ma aveva la certezza che qualcosa avrebbe di sicuro trovato.

    Dopo aver girato a vuoto per i piani del negozio si ritrovò, senza accorgersi, all’ultimo. Il bar era gremito di gente dai volti sorridenti. Si respirava serenità, amore: a Natale si è tutti più buoni e lo si percepiva nell’aria.

    Decise di entrare a bere un aperitivo, si guardò attorno alla ricerca di un tavolino libero, ne era rimasto uno solo, si affrettò per occuparlo quando fu superata da una ragazza bionda che glielo portò via da sotto il naso.

    Ma vedi questa che faccia di tolla! Era indignata, però non aveva voglia di discutere, avrebbe preso l’aperitivo al banco.

    – Lisa! Sei proprio tu?

    Si bloccò di colpo riconoscendo la bionda che le aveva appena rubato il posto:

    – Bea! Non posso crederci!

    Si strinsero in un lungo abbraccio, incredule.

    Lisa era felice. Rivedere l’amica dopo tanto tempo le aveva ricordato gli anni spensierati del liceo, e anche se davanti a lei, ora, c’era una donna, quei momenti erano rimasti impressi nella sua mente. Dieci anni di lontananza erano tanti, ma non abbastanza da cancellare la loro amicizia.

    – Ti pensavo a Londra.

    – Sono tornata qui per amore, sto nella casa che era di mia nonna, in via Torino.

    – Anche io abito lì vicino! Mi piacerebbe se venissi a cena da me, con il tuo ragazzo ovviamente.

    – Volentieri.

    – Chiedo a mio marito quando è libero, poi ti faccio sapere.

    – Spero di non pentirmi per aver dato ascolto al cuore.

    – Devi essere proprio innamorata! Ma dimmi com’è?

    – Affascinante.

    – Hai qualche foto?

    – Pochissime e prese di nascosto, non gli piace essere fotografato – rispose Bea con un certo imbarazzo.

    – E cosa si vede, allora? – chiese, divertita. – Mi hai incuriosita.

    Avvicinandosi a Bea, che nel frattempo era arrossita, ironizzò:

    – Non ti ricordavo così pudica.

    Le foto erano quasi tutte sfuocate, ma una attirò la sua attenzione:

    – Aspetta, torna indietro.

    – Va tutto bene? – Bea la stava fissando. – Lisa, che ti prende?

    – Scusa ma non riesco a capire cosa sia quella macchia sulla natica – rispose, fingendo un’aria divertita.

    – Una fragola. È impressionante quanto sembri vera vista da vicino.

    – Ci credo, non è così frequente trovare qualcuno che possiede questo dono. – Risero entrambe.

    – Non so a te, ma a me le fragole piacciono molto – aggiunse Bea, continuando a ridere di gusto.

    Lisa fece un cenno affermativo con la testa.

    Aveva iniziato a nevicare: solo qualche fiocco scendeva lieve dal cielo, rendendo tutto ancora più magico. Bea prese il cellulare e scattò un selfie, lei e Lisa, con alle spalle il Duomo, sorridevano felici.

    Bea

    Da Piazza Duomo Beatrice entrò in Galleria Vittorio Emanuele. Nonostante i tacchi alti camminava a passo veloce, si tirò indietro i lunghi boccoli biondi con un movimento elegante stringendosi nella pelliccia di finto visone rosa.

    Da bambina la mamma la portava a passeggiare fino al Duomo e le dava un pugno di mais che lei lanciava in aria.

    – Più in alto! – la incitava la mamma, riempiendole ancora una volta la manina. Bea guardava incantata quella pioggia di granturco che ticchettava per terra, mentre un nugolo di piccioni zampettava verso di lei beccando cibo e asfalto. Bea bambina correva, inseguendoli spensierata e felice.

    Ogni passeggiata finiva nella grande libreria a più piani della Rizzoli. Quel giorno oltrepassò le porte del negozio senza neppure accorgersene, immersa com’era nei ricordi d’infanzia, che divennero ancora più vivi, incoraggiati dall’odore della carta stampata che negli anni era rimasto lo stesso, nonostante lo scorrere del tempo. Quanti libri aveva scelto in quel posto, insieme a sua madre, storie illustrate che aveva conservato gelosamente, fino al trasloco per andare a vivere a Bruxelles, dove aveva vissuto per cinque anni, prima di tornare a Milano.

    Quella sera avrebbe preparato una cenetta a lume di candela per il suo Tommaso. Da quando si erano visti per la prima volta, nonostante gli impegni e i chilometri che li dividevano, avevano cercato di incontrarsi il più possibile, ma per Bea era sempre troppo poco. Per stare più vicino a lui era tornata a Milano, nella casa ereditata dalla nonna materna, non lontano dall’appartamento di Tommaso.

    Sfogliò vari libri impilati su uno dei tavoli del negozio, cercava un titolo adatto a Tommaso che come lei adorava leggere. Fu attratta dalla copertina di uno dei best seller ai primi posti delle classifiche: in primo piano c’era il dipinto di un uomo nudo, girato di spalle, con una voglia di fragola sulla natica. Sorrise e arrossì al ricordo di quando aveva visto quella voglia sul fondoschiena di Tommaso.

    La verità sul caso dell’uomo con la voglia di Fragola era il titolo. Lo prese e andò alla cassa a pagare.

    Entrò in Rinascente e prese l’ascensore fino alla terrazza dell’ultimo piano.

    Il sottofondo musicale e gli

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