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Racconto Fra Due Spiagge: Volume 1
Racconto Fra Due Spiagge: Volume 1
Racconto Fra Due Spiagge: Volume 1
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Racconto Fra Due Spiagge: Volume 1

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About this ebook

Un viaggio tra due spiagge,
tra passato e futuro.
In un mare di ricordi
si mischiano le confidenze
tra nonni e adolescenti
costretti a casa dalla pandemia,
tra sogno e realtà,
paure e incertezze.

“Ci piace dare voce ai nostri ricordi, ai nostri luoghi, esaltandone la bellezza, e ai nostri pensieri trasformandoli in un itinerario narrativo. E dunque, attraverso le parole di Franco Taormina, intendiamo dare ai nostri ricordi un’anima che, nel suo scritto ci pervengono fortemente permeati da una profonda sensibilità. A iniziare dall’adolescenza che è qui indagata con rigorosa cognizione dei turbamenti e sempre contrapposta, alla maturità caratterizzata anche dal superficialismo incipiente che l’incedere nella vita comporta.

In questa sua prima stagione letteraria, Franco ha l’opportunità di essere, e mostrare a se stesso, di trovare affetto e solidarietà perduti e di ricevere, poi, l’amore come un dono improvviso e inaspettato. Franco ha trovato il tempo e modo di ragionare sul passato e sulla sua identità, fino a trovare il coraggio che un uomo come lui non aveva mai mostrato di avere, regalandoci i suoi ricordi e i suoi pensieri.

La narrazione tessuta in questo libro, così intima e delicata, è tutta improntata sui binari della memoria che anima le rievocazioni e i tratti dei profondi sentimenti umani misurandone speranza e ansie.”
Giuseppe Alba
LanguageItaliano
Release dateDec 4, 2020
ISBN9791220233064
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    Racconto Fra Due Spiagge - Francesco Taormina

    sognatori.

    SPIAGGE

    Confine da valicare per tuffarsi verso l’ignoto, verso i piaceri e i pericoli che la vita ti offre.

    Confine da cui si parte verso la scoperta e la realizzazione dei propri sogni.

    Distesa dorata di infiniti granelli di sabbia che ti scivolano tra le dita come i giorni veloci della giovinezza.

    Spiagge che si lasciano con il cuore pieno di speranza e colmo di dolore.

    Confine da dove il mare si distende con le sue sfumature di azzurro e verso cui ritorna leggero a volte spumeggiante, a volte violento e minaccioso.

    Confine verso cui si arriva nella maturità alla ricerca di un posto tranquillo dove liberare i tuoi pensieri tra bilanci e ricordi.

    Silenzi e riflessi nell’acqua dove persino i tuoi passi sono rumori.

    INTRODUZIONE

    Andrea è un ragazzo di sedici anni intelligente, simpatico e comunicativo, costretto a stare a casa, suo malgrado, a causa della chiusura delle scuole e delle misure di restrizione imposte per fermare la diffusione di un virus che sta contagiando il pianeta. La limitazione ad uscire è assoluta e quindi niente auto, motorino, partite a calcio, niente riunioni di amici, insomma, una prigionia quasi totale. Dopo le lezioni on line, che vengono effettuate con i professori della sua classe, e qualche cazzeggio via cellulare con qualche suo compagno, ha tempo per recarsi dai suoi nonni che abitano al pian terreno del suo stesso palazzo. Così, tra un piatto di pasta al sugo ed una partita a carte, instaura con il veterano anche una serie di ragionamenti sul problema dell’epidemia in corso. Ma tu chi ni piensi ri stu corona virus?: disse il nonno ad Andrea che smise di mescolare le carte e rispose: Lasciami pensare un momento. Non passò molto tempo e cominciò: Io parto dal presupposto che, come tutti noi sappiamo, c’è in atto una guerra fredda tra America e Cina e spesso si è parlato di terza guerra mondiale anche se solo commerciale. Allora penso che l’America sia riuscita a creare in laboratorio questo virus e lo abbia diffuso per distruggere l’economia cinese e orientale. Adesso questo virus inaspettatamente si sta espandendo in tutte le parti del mondo e oggi l’Italia risulta essere il Paese più colpito.

    Andrea fece una pausa ed il nonno Si viri cà vai o Liceo Classico, Finisti?.

    Per ora rispose Andrea.

    "Allora ti vogghiu riri na cuosa, comu a pensu io: U virus ha sempre esistutu. Da milioni di anni si è adattato a vivere come ogni altra forma di vita sulla Terra sfruttando quello che l’ambiente gli metteva a disposizione per la sua sopravvivenza: gli altri esseri viventi, le piante, gli animali, l’uomo. E così da migliaia di anni si è evoluto, e lo farà ancora, mutando e propagandosi in forme diverse.

    E poi sti miricani su accussì fissa ri rarisi mazzate né palle?".

    Nonnooo!: esclamò Andrea.

    "Stai carmu ca tu sti frasi i canusci meghhiu ri mia e poi hai i pila nà varba ora. Voglio dire: gli Americani non si eliminerebbero da soli distruggendo pure la propria economia.

    Comunque, questo discorso avremo modo di continuarlo dopo, ora ti voglio raccontare una storia diversa e lo faremo a puntate visto che di tempo ne avremo abbastanza per fare tutte due le cose perché: un c’è un sulu tipu ri virus": concluse il nonno.

    UN MONDO INCONTAMINATO

    Hai presente quelle sfere di vetro dentro le quali si trovano come sospesi dei mondi incantati abitati da esseri incontamibili? Così doveva apparire a Marco la dimensione della sua infanzia, vissuta in una zona a ridosso della città a pochi passi dal mare al centro di una tavolozza di colori, raggi di sole, odori di mare e di pini e gracidare di rane. Marco viveva in una casetta a due piani con la sua famiglia: papà, mamma, una sorellina e una nonna. Papà e mamma erano impiegati statali quindi lui e la sorellina stavano a casa con la nonna ed una ragazza di paese che fungeva da domestica. Fuori, a pochi passi, in una villetta vicina, Marco frequentava saltuariamente Simonetta, una compagna di giochi con le treccine bionde e gli occhi azzurri, sempre allegra e vivace. Ebbe il suo primo palpito, quell’emozione nuova che non aveva ancora imparato a conoscere bene e che dava una luce più vivida a quelle giornate.

    Il fruscio del vento tra i pioppi e il cadere delle prime foglie annunciavano l’arrivo dell’autunno e insieme l’arrivo di una novità: bisognava andare a scuola. Marco si trovò ad affrontare quella nuova realtà, il primo giorno di scuola.

    A cavalcioni della Lambretta del padre si recò in città, ma l’edificio in cui sorgeva la scuola gli sembrò un posto grigio e quasi lugubre; la cosa si metteva male. Salutò il papà ma davanti al portone ebbe un’esitazione e tornò indietro, uscì dal cancello e cominciò a camminare lungo il marciapiede: lì non ci voleva proprio stare. Finito il marciapiede, allo svoltare dell’angolo si trovò di fronte proprio suo padre che aveva fiutato le sue intenzioni. Superato il primo momento, fu la scoperta di una maestra dolcissima, dei compagni col grembiule nero ed il fiocco, del calamaio, dei quaderni neri dai bordi rossi e delle liquirizie vendute fuori dalla scuola, che lo indussero ad apprezzare quella nuova vita.

    Marco era un bambino molto curioso e pieno di vita e quando non era fuori a giocare con qualche coetaneo del vicinato si dava appuntamento con le rane e gli insetti che lo aspettavano nei vicini prati. Quando era a casa stava in terrazza o dietro i vetri o dietro le porte. Proprio dietro una di queste porte, quella di Maria, la ragazza di paese che lavorava come cameriera, dal piccolo foro di una serratura scopriva un nuovo mondo fatto di movimenti, sfumature e di contrasti che venivano amplificati dalla consapevolezza di chi, sentendosi guardato, si presta ad un sottile gioco di provocazione.

    Ma il virus, quando meno te lo aspetti, si insinua e trova il suo spazio e la ragione della sua esistenza.

    Il nonno riprese la riflessione precedente e la volle comunicare al nipote. "Da milioni di anni i virus vivono su questo Pianeta. Si sono moltiplicati e modificati nel corso dei millenni.

    Alcuni si sono trasformati in pesci, altri in uccelli, altri ancora in varie specie di animali e piante, da quelli più grandi ai più piccoli.

    Con i pesci avevano trovato un accordo rispetto al quale i componenti e i discendenti di questa famiglia sarebbero stati i padroni delle acque, mari, fiumi, laghi. Lì avrebbero nuotato, si sarebbero riprodotti trovando ognuno un proprio habitat e fra di loro un proprio equilibrio.

    Lo stesso accordo fu trovato con gli uccelli che sarebbero stati i padroni dei cieli, volando ognuno con precise regole che avrebbero garantito una vita duratura per la specie.

    Anche con il mondo delle piante fu fatto lo stesso accordo: sarebbero state padrone della terraferma e sarebbero servite come nutrimento, medicamento e protezione di altre specie ancora.

    Infatti in questo habitat avrebbero trovato ospitalità anche animali diversi insetti, mammiferi

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