La Cabala Massonica: Il Grande Architetto e il Libero Muratore
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Book preview
La Cabala Massonica - VINCENZO TARTAGLIA
Vincenzo Tartaglia
La cabala massonica
Copyright © 2020 Vincenzo Tartaglia
c.da San Salvatore, 76 – 65017 Penne (Pe)
esotartaglia@gmal.com
UUID: e3ef1ec9-7018-45fa-abaa-51a01c7c6718
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Indice dei contenuti
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
VINCENZO TARTAGLIA
LA CABALA MASSONICA
il Grande Architetto e il Libero Muratore
Alla sensibilità di Nicola Pomponi
chitarrista.
… Sia la tua anima
la fedele compagna della vita.
...Sia la vita
la fedele compagna
delle tue aspirazioni.
Artisticamente
Penne: 14.08.2020
Capitolo 1
Dalla TENEBRA la Luce: Vita e Sapienza
Sappiamo che l’Iniziazione massonica riguarda l’ascesa del Fratello al Grande Architetto, nostro Dio Creatore e Modello: è un risalire verso l’Invisibile, l’Ignoto e l’Astratto, partendo dal mondo sensoriale percepito dai sensi, ma che è tanto illusorio e passeggero quanto i sensi stessi (e tutto ciò che è materiale ed occupa uno spazio). Se tuttavia una tale ascesa è possibile e desiderabile (e gli Iniziati del passato ce ne danno conferma e testimonianza), significa che nell’uomo è qualcosa di divino e di eterno che, affine alla Natura del Grande Architetto e delle entità creatrici che lo assistono, tende verso il loro misteriosissimo mondo spirituale. Il qualcosa
a cui mi riferisco è l’Intelligenza divina, lo Spirito che chiamiamo Luce e che ai primordi dell’Umanità discende sulla Terra per illuminare dall’interno i nostri progenitori.
Lo Spirito-Luce è rappresentato dalla figura del Tesoriere che, dopo essersi sacrificato rinunciando alla Luce per soccorrere i Fratelli nel tenebroso Settentrione del Tempio, ricondurrà gli oscurati
all’Origine stessa della Luce, nostra celeste Culla. Per questo Fratello si tratta di ripercorrere, questa volta da sotto in sopra, lo spazio che ha percorso dal Cielo alla Terra: se tra gli Apprendisti non vi fosse peraltro una guida, come potrebbero essi lasciare l’oscurità dell’ignoranza (benda) ed elevarsi alla visione della Sapienza divina?
Ora dico che il Tesoriere è colui che ha rinunciato all’Oro Filosofico, la Luce eterna, per l’oro metallico distruttibile. Perché l’ha fatto? Poiché dalla Luce, sua Maestra, ha appreso che la morte non è la fine del vivere, ma l’inizio di una vita migliore nell’anima e via via nello spirito. Per gli Occultisti la morte non è che un sonno prolungato, nella VITA infinita: sicché ci sveglieremo prima o poi dopo essere morti, come ci svegliamo dal sonno notturno. Dopo ogni morte apprendiamo sempre più chiaramente che l’oro metallico è falso, e che vero è l’Oro immateriale dei Filosofi ermetici; che il corpo è temporaneo e lo spirito è eterno; che tra il corpo e lo spirito è l’anima duale, mortale-immortale, che vive per morire e muore per alimentare la vita.
Nel Tempio, l’Oro spirituale è il Venerabile; l’oro metallico è l’Apprendista. Essi sono due in Uno: l’entità simbolica che li lega è il Tesoriere, che ha la Chiave
(Gioiello) del Cielo e della Terra. E’ come affermare: il Tesoriere è, nel Settentrione, la Luce (Ego) di ogni Apprendista. Se allora ben intendiamo l’aspetto esoterico della Riga impugnata dal Maestro delle Cerimonie, possiamo dire che ciascun Apprendista sta al Tesoriere come la parte più bassa della Riga sta alla parte più alta. L’analoga relazione è tra il corpo fisico di una persona, e il suo spirito celeste.
In che senso il Tesoriere sacrifica se stesso, pur di elevare chi soffre nel buio e nella materialità del Settentrione? Nel senso che egli, Maestro di Sapienza, prende su di sé la responsabilità della vita iniziatica degli Apprendisti, ancora bendati
ed incoscienti: quanto più siamo bendati, tanto più necessitiamo di una guida; quanto più siamo guidati, tanto meno siamo responsabili dei nostri atti. E siccome proprio gli oscurati necessitano della Luce, la Cabala massonica, che inizia nel Cielo, sotto l’impulso del divino Amore arriva fino agli Apprendisti per illuminarli ed elevarli, sottraendoli all’umano per restituirli al Divino.
Chiamiamo Iniziazione massonica, l’ascesa dall’umano al Divino; chiamiamo Cabala massonica, il processo inverso. In verità non si tratta di due processi o percorsi, oppure di due scale, ma di un’unica scala nella quale i discendenti e gli ascendenti s’incontrano: i primi trasmettono la Scienza Muratoria, i secondi la ricevono. Tale incontro è quindi una Trasmissione-Ricezione: per i Compagni è Ricezione; per i Maestri è Trasmissione. Cosa è per gli Apprendisti? Sono anche questi Fratelli i destinatari della Scienza Muratoria, oppure è immaginabile che un Creatore malvagio li abbia dimenticati dopo averli creati?! In verità l’Artefice Universale riserva agli Apprendisti la Luce che essi sono in grado di sopportare in quanto, ancora per molti versi bendati e profani, si avvalgono soltanto della sensorialità: tale possibilità non è tuttavia cosa da poco, dato che esattamente tramite i sensi l’eletto apre il contatto con il mondo prima materiale, poi animico e via via più spirituale.
Del resto (riferendoci al Vecchio Testamento) Mosè non fu il solo a ricevere la Tora, dall’Angelo del Signore: seicentomila israeliti accolsero, ognuno secondo le personali capacità, l’Insegnamento. Analogamente, nel Tempio nostro, non è il solo Venerabile che riceve la Luce dal Maestro delle Cerimonie: tutti i Fratelli la ricevono, nel corso della tornata nella Camera di Apprendista, ma ognuno all’ora propizia stabilita dal salario
. Specifico che neppure l’ultimo Apprendista è dimenticato dalla Luce, onnipervadente: questa è persino nel nascituro;…è nel neonato;…è nello stolto individuo;…nel defunto… Quando anzi sembra assente, proprio allora la Luce è particolarmente presente: tanto presente, da poterci abbagliare e sottrarre la divina visione…
Nella Cabala massonica, gli dèi si assimilano agli uomini e questi agli dèi. Tale assimilazione armonizza, nel 4° anno muratorio, la verticalità dello Spirito (Riga, impugnata dal Maestro delle Cerimonie) con l’orizzontalità dell’Anima (Livella). Dal loro compenetrarsi nasce la Croce Greca, indicante l’incontro paritario del Divino con l’umano, incontro che suscita l’uomo autocosciente e liberamente pensante: dico l’io proteso alla ricerca della Verità, ossia degli Spiriti, o dèi, i celesti Avi degli individui spiritualisti.
Ciò del resto spiega perché Pitagora fu il primo a chiamarsi filosofo
, intendendo l’amante della divina Sapienza non già colui che già la possiede e chiamiamo sapiente. Sennonché l’esemplare Fratello non è quello che si limita alla contemplazione speculativa della Luce, bensì quello che saggiamente trasforma le speculazioni filosofiche in azioni concrete. E’ come dare alla Sapienza il più nobile volto della Saggezza, o Scienza del buon vivere ed operare. Chi è dunque il Saggio? E’ colui che, con spirito d’amore e di fratellanza, mette le sue conoscenze al servizio del bene collettivo.
Sicché, dall’illusoria Terra, soltanto gli altruistici pensieri e soprattutto gli atti d’amore voleranno al Cielo, dove quei pensieri ed atti aspetteranno i nostri spiriti che dopo l’evento della morte si saranno ormai liberati dei corpi e poi delle anime. Si configura dunque la Cabala massonica come la Scienza Muratoria che insegna come lasciare questo mortale mondo terreno, per ascendere al Cielo degli immortali dèi: è esattamente l’ascesa iniziatica dalla Camera di Apprendista alla Camera di Maestro. L’ascesa è realizzabile in quanto l’Ego, lo spirito di ciascun ascendente, è nel mondo spirituale (Camera di 3° Grado), quindi lavora
immaterialmente ed invisibilmente già dall’alto, sull’ascendente affine.
Intendo dire che l’apice della simbolica Piramide esiste prima della base… Chi ha tale visione, immagina pure come le Piramidi siano state costruite: ma è preferibile tacere, su questo.
Poiché i misteri della Cabala non sono alla portata del raziocinio ma dell’intuizione diretta, deduciamo che il Compagno, che abbia superato il 4° anno muratorio, è il Fratello cabalista che riceve la Scienza Muratoria dai Maestri. E cosa apprende, almeno secondo il Rituale? Apprende che dopo la morte continueremo a vivere; che con la morte è possibile perfezionare le nostre conoscenze, e la nostra stessa esistenza; e che per lui (Compagno) il Lavoro non si esaurisce dunque sulla Terra (Camera di Apprendista), ma prosegue vantaggiosamente nella Ricreazione che i disinformati chiamano morte. Apprendere che dopo la morte corporea il Grande Architetto ci dà la possibilità di continuare, nell’aldilà, il Lavoro iniziatico intrapreso sulla Terra, non ci solleciterà forse ad essere migliori già quaggiù?
Se l’Apprendista non presenzia nella Camera del 2° Grado è perché, secondo la Scienza Muratoria che cerchiamo d’interpretare, la corporeità e la sensorialità non appartengono al mondo animico bensì alla Terra: sicché all’Apprendista è propria la visione materialistica della vita. Al Compagno, a cui non è concesso di presenziare ai Lavori nella Camera di 3° Grado, è propria la visione animica; il Maestro ha sviluppato la visione spirituale. E’ quanto apprendiamo tramite il cammino iniziatico, lavorando e perseverando nella conoscenza della Scienza Muratoria.
Secondo questa Scienza cabalistica, trasmissibile, inizialmente il Compagno non comprende la Sapienza e le argomentazioni dei Maestri; a sua volta l’Apprendista, attratto per affinità dalla vita fisica, sensoriale, materiale e mortale, non comprende ciò che ha relazione con l’anima e con lo spirito. Se l’Apprendista è un genio nella vita profana, entrando nella nostra sacra Istituzione dovrà umilmente fare un passo indietro, tanto indietro quanto egli è umile. Il suo curriculum è zero; le sue conoscenze nel campo della materia, e persino dello spirito, sono parimenti zero… Una volta accolti, in quanto neofiti siamo infatti uguali, tutti livellati voglio dire: il cammino iniziatico dirà tuttavia chi e cosa ognuno di noi è realmente, interiormente, potenzialmente, nella segreta camera dell’io, ombra del divino Ego. Ciò che nel genio è conoscenza, in qualsiasi campo, dovrà oscurarsi; una nuova alba lo attende, quella dell’Apprendista Libero Muratore: se nel mondo profano il genio volava
, nel Tempio dovrà pertanto imparare ancora una volta a camminare… Se l’anima sua inclina alla spiritualità, egli non tarderà a spiccare il volo: tanto meglio per lui.
L’Apprendista deve iniziare il cammino dal basso, dal corpo terroso, dalla materia prestatagli dalla Terra e che, se diventerà anima e spirito, è perché ha in sé la dignità e la sacralità dell’anima e dello spirito: la materia è spirito visibile; lo spirito è materia ancora invisibile. Questo è uno dei principali postulati dell’Occultismo, e il credo dei filosofi ermetici di ogni tempo.
Per la Fratellanza massonica universale non vi è Sapienza più elevata, completa ed arcana di quella riguardante il manifestarsi del Sole iniziatico, Grande Architetto dell’universo: la Luce di questo Sole rappresenta un tesoro da custodire, e da nascondere a coloro che negano il Mistero ed ogni cosa vanifichi la ragione asservita al mondo sensoriale. Per l’eletto Fratello, la conquista dell’aureo tesoro
è come un passare dal visibile all’Invisibile, dall’illusorio al Reale, dalla falsa luce alla vera Luce che è TENEBRA, il TUTTO: sicché l’Origine teosofica e vera del visibile e dell’Invisibile è da ricercare non nella Genesi arcaica bensì nella Cosmogenesi che riguarda il CAOS, l’INDETERMINATO, l’IMPERSONALE, il GRANDE MISTERO che rivela agli Iniziati la natura sovrasensibile degli Dèi imperituri più vicini e simili all’Altissimo DIO, e che la Scienza Occulta chiama Serafini (Spiriti dell’Amore), Cherubini (Spiriti delle Armonie e della Sapienza Universale), Troni (Spiriti della Volontà).
Con lo SPIRITO divino questi Sublimi Spiriti formano il Sacro Quaternario, testimone
dell’ALTISSIMO. La Scienza Muratoria assimila al testimone
la figura iniziatica del Maestro delle Cerimonie, considerato nella condizione che precede la divisione delle Luci: sopra di noi
, intorno a noi
, entro di noi
. Con altre espressioni: Libro Sigillato; Compasso aperto; Squadra (o meglio Triangolo, o Delta, con vertice in basso).
La Cabala massonica rivela i misteri (rivelabili) della Creazione, ossia della Luce: essi dunque riguardano l’illuminarsi, nella divina TENEBRA, del Sole (Spirito Universale: Camera di Maestro); poi il distacco della Luna astrale (Anima Universale: Camera di Compagno), dal Sole; infine il distacco della Terra eterica, non ancora quindi solidificata (Camera di Apprendista), dalla Luna astrale.
La TENEBRA è la DURATA, senza inizio e senza fine;
la Camera di Maestro è nell’Eternità;
la Camera di Compagno è fra l’Eternità e il tempo, come l’anima è tra la vita e la morte;
la Camera di Apprendista è nel tempo, come i nostri corpi mortali.
In seguito al distacco della Terra eterica dalla Luna astrale, e al solidificarsi della Terra stessa, è apparso il pre-umano e infine l’uomo in carne, ossa e sangue, ma capace di pensare secondo volontà e con chiarezza. Sicché l’uomo terreno ha in sé la natura spirituale del Sole, quella animica della Luna e quella materiale-corporea della Terra: conosceremo realmente noi stessi soltanto se, interpretando correttamente il simbolismo muratorio, coglieremo la nostra natura ternaria: corpo-anima-spirito, che però non è che la base dell’uomo divinizzato ad immagine del Grande Architetto dell’universo, e simbolicamente del Venerabile nel Tempio.
E con questo non è detto tutto poiché lo spirito umano (Ego) è suscettibile di un’evoluzione infinita, come infinita è la progressione numerica e come illimitata è la COSTRUZIONE…Potrebbe questa essere illimitata, se nell’uomo mortale non ardesse la scintilla dell’immortalità?
La vita terrena è governata dalla Dualità (Compasso aperto), dalla legge degli opposti: questa ci obbliga a passare