Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi
Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi
Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi
Ebook1,069 pages13 hours

Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

In quest'opera vengono raccolte le norme statali emesse in Italia dalle origini fino ai giorni nostri riguardanti il cinema.
Si parte con le prime norme di età liberale, le norme riguardanti la censura e la vigilanza risalenti all'età giolittiana, per poi seguire lo sviluppo dell'intervento pubblico, sempre più massiccio e incisivo soprattutto nel periodo fascista con una sostanziale statalizzazione del settore della settima arte, interventi sia nel campo economico che distributivo e di altro genere. Vengono quindi riportate, tra le molte, anche le norme istitutive dell'Ente nazionale industrie cinematografiche (ENIC), del CNC ecc., oltre a quelle che hanno regolato l'importazione di film stranieri o le molte che ancora adesso riguardano i finanziamenti pubblici e la loro erogazione, fino a giungere al recente regolamento del 2021 on materia di definizione delle opere audiovisive.
LanguageItaliano
Release dateNov 27, 2020
ISBN9791220228664
Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi

Read more from Mirko Riazzoli

Related to Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi

Titles in the series (9)

View More

Related ebooks

European History For You

View More

Related categories

Reviews for Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Le norme italiane sul cinema Una loro raccolta dalle origini ad oggi - Mirko Riazzoli

    Le norme italiane sul cinema

    Una loro raccolta dalle origini ad oggi

    Introduzione

    In quest'opera vengono raccolte le norme statali emesse in Italia dalle origini fino ai giorni nostri riguardanti il cinema.

    Si parte con le prime norme di età liberale, le norme riguardanti la censura e la vigilanza risalenti all'età giolittiana, per poi seguire lo sviluppo dell'intervento pubblico, sempre più massiccio e incisivo soprattutto nel periodo fascista con una sostanziale statalizzazione del settore della settima arte, interventi sia nel campo economico che distributivo e di altro genere. Vengono quindi riportate, tra le molte, anche le norme istitutive dell'Ente nazionale industrie cinematografiche (ENIC), del CNC ecc., oltre a quelle che hanno regolato l'importazione di film stranieri o le molte che ancora adesso riguardano i finanziamenti pubblici e la loro erogazione, fino a giungere al recente regolamento del 2021 on materia di definizione delle opere audiovisive.

    Legge 25 giugno 1913, n. 785. Che autorizza il Governo del Re ed esercitare la vigilanza sulle produzioni cinematografiche e ad imporre una tassa su di esse.

    (GURI n. 163, 14 luglio 1913)

    VITTORIO EMANUELE III

    per grazia di Dio e par Volontà della Nazione

    RE D'ITALIA

    Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato:

    Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue

    Articolo unico:

    È autorizzato il Governo del Re a esercitare la vigilanza sulla produzione dello pellicole cinematografiche siano esse prodotte all'interno, sia importato dall'Estero, o a stabilire una tassa di centesimi dieci per ogni metro di pellicola.

    Il ministro del tesoro è autorizzato a fare con suo decreto gli stanziamenti dipendenti da questa legge nello stato di previsione dell'entrata ed in quello della spesa del Ministero dell'interno por l'esercizio finanziario 1913-914.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Data a San Rossore, addì 25 giugno 1913.

    VITTORIO EMANUELE.

    Regio Decreto 31 maggio 1914, n. 532. Col quale è approvato l'annesso regolamento per l'esecuzione della legge 25 giugno 1913, numero 785, circa la vigilanza sulla produzione della pellicola cinematografiche.

    (GURI n. 162, 9 luglio 1914)

    VITTORIO EMANUELE III

    per grazia di Dio e par Volontà della Nazione

    RE D'ITALIA

    Vista la legge 25 giugno 1913, n. 785, che ha autorizzato il Governo del Re ad esercitare la vigilanza sulla produzione delle pellicole cinematografiche;

    Udito il parere del Consiglio di Stato;

    Sentito il Consiglio dei ministri;

    Sulla proposta del Nostro ministro, segretario di Stato per gli affari dell'interpartitico, presidente del Consiglio dei ministri;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    È approvato l'unito regolamento per l'esecuzione della legge 2fi giugno 1918; n 18§, circa la vigilanza sulla produzione delle pelljcole cinematografiche, che sarà visto e sottoscritto d'ordine Nostro dal ministro

    dell'interno.

    Ordiamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia insorto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno l'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 31 maggio 1914.

    VITTORIO EMANUELE.

    SALANDRA.

    Visto il guardasigilli Dari

    REGOLAMENTO

    per l'esecuzione della legge 25 giugno 1913, n. 785, relativa alla vigilanza sulle pellicole cinematografiche.

    Art. 1.

    La vigilanza sulle pellicole cinematografiche ha per scopo di impedire la rappresentazione al pubblico:

    a) di spettacoli offensivi della morale, del buon costume, della pubblica decenza e dei privati cittadini;

    b) di spettacoli contrari alla reputazione e al decoro nazionale o all'ordine pubblico ovvero che possono turbare i buoni rapporti internazionali;

    c) di spettacoli offensivi del decoro o del prestigio delle istituzioni; e autorità pubbliche, del funzionari e degli agenti della forza pubblica;

    d) di scene truci, repugnanti o di crudeltà, anche se a danno di animali, di delitti o di suicidi impressionanti; ed in generale di azioni perverse o di fatti che possano essere scuola o incentivo al delitto, ovvero turbare gli animi o eccitare al male.

    Art. 2.

    Nessuna pellicola può essere rappresentata in pubblico senza il nulla osta rilasciato dal Ministero dell'interno previa revisione da eseguirsi mediante l'integrale riproduzione cinematografica della pellicola.

    Qualora di una stessa pellicola esistano più esemplari è sufficiente la riproduzione di uno solo, purché gli altri, siano ad esso identici.

    Art. 3.

    La domanda per ottenere il nulla osta si deve presentare al Ministero dell'interno (Servizio di revisione cinematografica), insieme con la pellicola da rivedere, o dev'essere redatta in due esemplari, uno del quali munito di marca da bollo da L. 1,20, su modulo conforme all'allegato A.

    La marca da bollo deve essere annullata o dal ricevitore del registro, prima che la domanda sia firmata, ovvero dall'interessato, mediante la scritturazione della data in tutte lettere.

    La domanda deve essere fatta per conto e in nome della ditta fabbricante o importatrice da chi legalmente la rappresenta.

    Le ditte estere devono avere nel Regno sede o un legale rappresentante responsabile dell'adempimento delle prescrizioni del presente regolamento.

    I due esemplari della domanda debbono essere identici e contenere:

    a) l'indicazione della ditta richiedente e quella della sua sede nonché del nome e domicilio del suo legale rappresentante;

    b) l'indicazione del titolo, della marca di fabbrica e della lunghezza in metri della pellicola;

    c) la particolareggiata descrizione del soggetto, distinta in quadri, col titoli, sottotitoli o lo scritturo comprese nella pellicola, nello stesso ordine con cui si susseguono in questa, in guisa che il tutto corrisponda esattamente alla produzione cinematografica.

    I titoli, i sottotitoli e le scritture, tanto sulla pellicola, quanto sugli esemplari della domanda, debbono essere in corretta lingua italiana.

    Possono tuttavia essere espressi in lingua straniera, purché riprodotti fedelmente e correttamente anche in italiano.

    Art. 4.

    La tassa di centesimi dieci per ogni metro della lunghezza dichiarata della pellicola da rivedere deve essere versata o direttamente presso l' ufficio del registro (manomorta e concessioni governative) in Roma, ovvero, a spese della parte, mediante vaglia postale intestato all'ufficio medesimo.

    Il ricevitore del registro rilascia nell'uno e nell'altro caso speciale quietanza. Questa deve essere presentata unitamente alla domanda di cui all'articolo precedente e conservata negli atti del Ministero.

    Qualora si accerti mediante misurazione che la lunghezza della pellicola è maggiore di quella dichiarata, la revisione resta sospesa fino a tanto che l'interessato non dimostri di aver versato il supplemento di tassa presso l'ufficio del registro.

    Art. 5.

    La revisione viene effettuata secondo l'ordine di presentazione delle domande, salva la precedenza alle pellicole che riproducono

    avvenimenti di attualità. Per queste ultime, in caso di particolare urgenza, il Ministero può delegare di volta in volta i prefetti del Regno a rilasciare il nulla osta per la libera rappresentazione in tutto il Regno.

    Tale nulla osta non può essere concesso se non dopo la revisione integrale della pellicola da eseguirsi a cura del prefetto, nel quale dovrà essere esibita la domanda a norma dell'art. 3 e la prova dell'effettuato pagamento della tassa.·Qualora il pagamento si faccia mediante vaglia, in luogo della quietanza del ricevitore basterà consegnare al prefetto il vaglia già intestato al ricevitore del registro in Roma.

    Anche in caso di delega, la revisione della pellicola resta sospesa sino all'effettuato pagamento del supplemento di tassa, ove si accerti che la lunghezza della pellicola· sia· maggiore di quella dichiarata.

    Il prefetto informa il Ministero dei provvedimenti adottati in seguito alla delega e gli rimette l'esemplare della domanda non bollato.

    Art. 6.

    La revisione delle pellicole è affidata a singoli funzionari di prima categoria appartenenti alla Direzione generale di pubblica sicurezza, ovvero a commissari di pubblica sicurezza.

    Nei casi in cui sia stato delegato il prefetto a termini dell'articolo precedente,1arevisione potrà essere affidata al funzionario incaricato dell'esame delle produzioni teatrali.

    Al revisori spetta a carico del bilancio dello Stato un'indennità non superiore a lire cinque per ciascuna ora di revisione in eccedenza all'orario d'ufficio. Quando la revisione si effettui durante tale orario, i revisori hanno diritto allo stesso compenso, purché prolunghino del tempo corrispondendo l'orario medesimo.

    Gli interessati non possono assistere alla revisione.

    Art. 7.

    Il revisore deve dichiarare por iscritto, sull'esemplare della domanda non bollato, se il nulla osta possa essere concesso, ovvero uso debbano sopprimersi determinate parti della pellicola riveduta, oppure taluni titoli, sottotitoli o scritture contenute in essa.

    Il nulla osta viene concesso dal ministero in conformità al giudizio del revisore, o puramente o semplicemente, ovvero sotto condizione che siano soppresse le parti da lui indicato, ed è rilasciato sull'esemplare bollato della domanda.

    Del provvedimento negativo o condizionato e dei motivi di esso l'ufficio fa prendere visione all'interessato, il quale in prova della ricevuta comunicazione, appone la data e la firmar sull'esemplare della domanda, di cui al primo comma.

    E in facoltà dell'interessato di ottenere duplicati del nulla osta, esibendo appositi moduli conformi all'allegato B con altrettante marche da bollo da L. 0,60, annullate a cura dell'Ufficio del registro, ovvero muniti del bollo straordinario equivalente.

    Art. 8.

    Contro il disegno del nulla osta ministeriale o prefettizio ovvero contro le condizioni del medesimo al medesimo apposto è ammesso ricorso al Ministero per nuovo esame, entro il termine di trenta giorni da quello della comunicazione, di cui all'articolo precedente.

    Salvo che l'interessato non dichiari per iscritto di rinunciare alla facoltà di ricorrere, la pellicola cinematografica non sarà restituita che dopo l'esito del ricorso o dopo trascorso il termine per ricorrere.

    La tassa di cui all'art. 4 sarà sempre trattenuta qualunque sia l'esito della domanda presentata per ottenere il nulla osta.

    Art. 9.

    II Ministero decido definitivamente sul ricorso in seguito a nuova revisione della pellicola da parte di una Commissione composta del ice direttore generale della pubblica sicurezza presidente, di due capi di divisione della Direzione generale stessa.

    In caso di assenza o di impedimento, il vice direttore generale è sostituito nella presidenza dal capo di divisione più Anziano ed i capi di Divisione da quelli di sezione.

    Non può far parte della Commissione il funzionario che già si è pronunciato come revisore della pellicola in primo grado.

    A ciascuno dei membri della Commissione spetta a carico del bilancio dello Stato una indennità non superiore alle lire dieci per ciascuna ora di revisione compiuta con le modalità e condizioni, i cui al penultimo comma dell'art. 6. anche in tal caso gli interessati non possono assistere alla revisione.

    Art. 10.

    Quando vi sia fondato motivo di ritenere che il giudizio del revisore, in base al quale fu concesso il nulla osta per la rappresentazione cinematografica di una pellicola, non sia stato conforme al disposto dell'art. 1, il Ministero può ordinare che il concessionario o il possessore del nulla osta ripresenti la pellicola, perché venga sottoposta all'esame della Commissione di cui all'articolo precedente.

    In base al giudizio della Commissione il Ministero decido definitivamente.

    Art. 11.

    Chiunque voglia attivare una fabbrica di pellicole cinematografiche dove darne preventivo avviso al prefetto della Provincia, che no darà comunicazione al Ministero.

    Lo stesso obbligo spetta a chiunque voglia importare pellicole cinematografie destinato in tutto o in parte a pubblico spettacolo.

    Il prefetto rilascia ricevuta dell'avviso.

    Tanto i fabbricanti, quanto gli importatori sono obbligati a tenero un registro in ordine cronologico delle pellicole prodotte o importate, e a fare in esso annotazione dei singoli nulla osta.

    Gli ufficiali di pubblica sicurezza hanno diritto in- ogni tempo di prendere visione dei registri.

    Art. 12

    Ogni ditta produttrice che intenda svolgere in luogo pubblico o aperto al pubblico azioni, o scene destinato ad essere riprodotto cinematograficamente, deve darne preventiva comunicatine scritta all'autorità locale di pubblica sicurezza;

    Art. 13.

    Chiunque dia in pubblico rappresentazioni cinematografiche ha l'obbligo di assicurarsi che le pellicole siano esattamente quelle per la quali sono stati rilasciati i rispettivi nulla osta e che lo condizioni eventualmente con essi imposte siano esattamente osservate.

    Egli deve inoltre presentare tali nulla osta alla autorità locale di pubblica sicurezza ed esibirli poi ad ogni richiesta degli ufficiali ed agenti della forza pubblica.

    L'autorità competente, prima di concedere la licenza prescritta dall'art. 65 della legge di pubblica sicurezza per l'affissione e distribuzione di manifesti relativi alle rappresentazioni cinematografiche, deve accertare che tali manifesti rispondano ai criteri stabiliti dall'articolo 1 del presente regolamento.

    Art. 14.

    Il prefetto, per eccezionali circostanze d'indole locale attinenti all'ordine pubblico, può sospendere la riproduzione di pellicole ancorché munite di nulla osta, ritrasferendo al Ministero dell'interno.

    Art. 15.

    Al possessore della pellicola è fatto obbligo di non modificare in guisa alcuna il titolo, i sottotitoli e le scritture di essa, di non sostituire i quadri e le scene relative, di non aggiungerne altri o di non alterarne in qualsiasi modo l'ordino; essere autorizzazione del Ministero.

    Di tale obbligo, e, al caso, dell'autorizzazione ministeriale, deve farsi annotazione nel nulla osta.

    Quando tali prescrizioni non siano osservate da parte del possessore o quando la pellicola non corrisponda esattamente, in qualsiasi modo, a quella per la quale o stato rilasciato il nulla osta. la relativa riproduzione al pubblico sarà considerata agli effetti del presente regolamento come mancante del nulla osta medesimo, salva l'eventuale applicazione delle disposizioni del Codice penale.

    Art. 16.

    Qualora venga rappresentata in pubblico una pellicola non autorizzata, ovvero si verifichino le ipotesi di sostituzioni o di modificazioni arbitrarie,previste nell'articolo precedente, oppure non sia stato curato l'adempimento delle disposizioni stabilite nell'art. 13, l'autorità di pubblica sicurezza potrà sospendere o revocare le licenze concesse ai termini degli articoli 37 o 39 della legge di pubblica sicurezza.

    Art. 17.

    Al ricevitore del registro spetta un aggio di centesimi 75 per ogni 100 lire sulle somme riscosse in dipendenza della legge 25 giugno 1913, n. 785, e del presente regolamento.

    La liquidazione ed il pagamento relativi si fanno con le stesse norme vigenti per la liquidazione ed il pagamento dell'aggio ordinario accordato ai ricevitori.

    Art. 18.

    Per l'acquisto di macchine o di altro materiale con destinazione stabile inerente al servizio di revisione cinematografica si provvede con mandati diretti.

    Per ogni altra sposa si provvede con mandati di anticipazione tratti a favore del cassiere del Ministero dell'interno, il quale ne renderà conto nei modi e nei termini prescritti dalla legge e dal regolamento di contabilità generale dello Stato.

    Disposizioni transitorie

    Art. 19.

    Trascorsi sei mesi dal giorno in cui entrerà in vigore il presente regolamento, non sarà più ammessa la rappresentazione in pubblico di pellicole cinematografiche in base ad approvazioni concesse dalle autorità locali di pubblica sicurezza anteriormente alla data suddetta.

    Entro il termine suindicato, i documenti dai quali risultano le approvazioni come sopra concesse, saranno dai possessori presentati al Ministero dell'interno insieme con le pellicole, osservate le norme dell'art. 3, ma senza pagamento della tassa di centesimi 10, per essere sostituiti coi nulla osta.

    In tale occasione si procederà alla revisione delle pellicole anche agli effetti della eventuale riforma o revoca delle concessioni suddette, salva la facoltà di ricorrere ai sensi dell'art. 8.

    In pendenza del ricorso è sospesa la concessione precedentemente rilasciata dall'autorità locale.

    Art. 20.

    Gli esercenti fabbriche di pellicole cinematografiche e coloro che importano pellicole cinematografiche destinate in tutto o in parte a pubblico spettacolo devono nel termine di 30 giorni da quello in cui entrerà in vigore il presente regolamento ottemperare agli obblighi stabiliti all'art. 11 del regolamento stesso.

    Visto, d'ordine di Sua Maestà.

    Il ministro dell'interno

    SALANDRA.

    Legge 4 ottobre 1914, n. 1114. Che dà esecuzione, con determinate riserve, alla Convenzione firmata a Berlino il 13 novembre 1908, fra l'Italia e altri Stati, per la protezione della proprietà letteraria e artistica.

    (GURI n. 253, 22 ottobre 1914)

    VITTORIO EMANUELE III

    per grazia di Dio e per volontà della Nazione

    RE D'ITALIA

    Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato;

    Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:

    Art. 1.

    È approvata la convenzione, firmata a Berlino il 13 novembre 1908 dall'Italia e da altri Stati, ed allegata alla presente legge nel testo e nella traduzione italiana, la quale modifica la Convenzione per la tutela delle opere letterarie ed artistiche, firmata a Berna il 9 settembre 1886 e approvata con R. decreto 6 novembre 1887, n. 5024, e l'atto addizionale e la dichiarazione interpretativa firmata a Parigi il 4 maggio 1896, approvata con R. decreto 21 novembre 1897, n. 517. Tale approvazione comporta tuttavia le riserve, di cui all'articolo seguente, basato sulla disposizione dell'articolo 27 della stessa Convenzione.

    Art. 2.

    Il diritto esclusivo degli autori di fare o di autorizzare la traduzione delle loro opere resterà regolato, anziché dall'articolo 8 della Convenzione allegata, dall'articolo 5 della Convenzione di Berna del 9 settembre 1886, modificata dall'articolo 1°, III, dell'atto addizionale di Parigi.

    Il diritto esclusivo di autorizzare la rappresentazione pubblica di opere tradotte resterà regolato, anziché dall'articolo 11, comma 2°, della Convenzione allegata, dall'articolo 9 della Convenzione di Berna del 9 settembre 1886.

    Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

    Data a Roma, addì 4 ottobre 1914.

    VITTORIO EMANUELE.

    CONVENZIONE DI BERNA RIVEDUTA per la protezione delle opere letterarie ed artistiche Sua Maestà l'Imperatore di Germania, Re di Prussia, in nome dell'impero germanico; Sua Maestà il Re dei belgi; Sua Maestà il Re di Danimarca; Sua Maestà il Re di Spagna; il Presidente della Repubblica francese; Sua Maestà il Re del Regno Unito della Gran Bretagna e d'Irlanda, Imperatore delle Indie; Sua Maestà il Re d'Italia; Sua Maestà l'Imperatore del Giappone; il Presidente della Repubblica di Liberia; Sua Altezza Reale il Gran Duca di Lussemburgo, Duca di Nassau; Sua Altezza serenissima il Principe di Monaco; Sua Maestà il Re di Norvegia; Sua Maestà il Re di Svezia; il Consiglio federale della Confederazione Svizzera; Sua Altezza il Bey di Tunisi;

    Egualmente animati dal desiderio di proteggere nel modo più efficace ed uniforme che sia possibile i diritti degli autori sulle loro opere letterarie ed artistiche,

    Hanno deciso di concludere una Convenzione allo scopo di rivedere la Convenzione di Berna del 9 settembre l886, l'articolo addizionale ed il Protocollo di chiusura aggiunti alla stessa Convenzione, come pure l'atto addizionale e la dichiarazione interpretativa di Parigi, del 4 maggio 1896.

    Hanno, perciò, nominato a loro plenipotenziari:

    Sua Maestà l'Imperatore di Germania, Re di Prussia:

    Sua Eccellenza il dottor von Studt, ministro di Stato reale prussiano;

    Sua Eccellenza il dottor von Koerner, consigliere intimo effettivo, direttore al dicastero degli affari esteri;

    Il signor dottor Dungs, consigliere intimo superiore di governo, consigliere relatore al dicastero della giustizia;

    Il signor dottor Goebel von Harrant, consigliere intimo di legazione, consigliere relatore al dicastero degli affari esteri;

    Il signor Robolski, consigliere intimo superiore di governo, consigliere relatore al dicastero dell'interno:

    Il signor dottor Kohler, consigliere intimo di giustizia, professore alla facoltà di diritto dell'università di Berlino;

    Il signor dottor Osterrieth, professore, segretario generale dell'Associazione per la protezione della proprietà industriale.

    Sua Maestà il Re dei Belgi:

    Il signor conte Della Faille de Leverghem, consigliere di legazione a Berlino;

    Il signor J. De Borchgrave, avvocato presso la corte di appello di Bruxelles, già membro della Camera dei rappresentanti;

    Il signor P. Wauwermans, avvocato presso la Corte d'appello di Bruxelles, membro della Camera dei rappresentanti.

    Sua Maestà il Re di Danimarca:

    Il signor J. H. De Hegermann Lindencrone, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di Sua Maestà il Re di Danimarca a Berlino.

    Sua Maestà il Re di Spagna:

    Sua Eccellenza il signor Luis Polo De Bernabé, ambasciatore straordinario e plenipotenziario di Sua Maestà il Re di Spagna a Berlino;

    Il signor Eugenio Ferraz y Alcala Galiano, consigliere d'ambasciata a Berlino.

    Il presidente della Repubblica francese:

    Sua Eccellenza il signor Giulio Cambon, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica francese a Berlino;

    Il signor Ernesto Lavisse, membro dell'Accademia francese, professore alla Facoltà di lettere di Parigi, direttore della scuola normale superiore;

    Il signor Paolo Hervieu, membro dell'Accademia francese, presidente della Società degli autori e compositori drammatici;

    Il signor Luigi Renault, membro dell'Istituto, ministro plenipotenziario onorario, professore alla Facoltà di diritto di Parigi;

    Il signor Fernando Gavarry, ministro plenipoteziario di prima classe, direttore degli affari amministrativi e tecnici al Ministero degli affari esteri;

    Il signor Breton, direttore dell'Ufficio nazionale della proprietà industriale;

    Il signor Giorgio Lecomte, presidente della Società dei letterati.

    Sua Maestà il Re del Regno Unito della Gran Bretagna e d'Irlanda,Imperatore delle Indie:

    Sir Henri Bergne, già capo del dipartimento commerciale al Ministero degli affari esteri;

    Il signor Giorgio Ranken Askwith, del consiglio del Re, assistente segretario al ministero del commercio;

    Il signor conte De Salis, consigliere d'ambasciata a Berlino.

    Sua Maestà il Re d'Italia:

    Sua Eccellenza il comm. Alberto Pansa, ambasciatore straordinario e plenipotenziario di Sua Maestà il Re d'Italia a Berlino;

    Il signor comm. Luigi Roux, avvocato, senatore:

    Il signor comm. Samuele Ottolenghi, direttore della divisione per la proprietà intellettuale;

    Il cav. Emilio Venezian, ingegnere, ispettore dell'insegnamento industriale;

    Il signor Augusto Ferrari, avvocato, vice presidente della Società italiana degli autori Sua Maestà l'Imperatore del Giappone:

    Il signor dott. Misuno Rentaro, consigliere relatore al Ministero dell'interno;

    Il signor Horiguchi Kumaichi, secondo segretario di legazione a Stoccolma.

    Il Presidente della Repubblica di Liberia:

    La delegazione dell'Impero germanico e, in nome di questa, Sua Eccellenza il dottor Von Koerner, consigliere intimo effettivo, direttore al dicastero degli affari esteri.

    Sua Altezza Reale il Gran Duca di Lussemburgo Duca di Nassau:

    Il signor dottor conte Ippolito De Villers, incaricato d'affari del Lussemburgo a Berlino.

    Sua Altezza serenissima il Principe di Monaco:

    Il signor barone De Rolland, presidente del tribunale superiore.

    Sua Maestà il Re di Norvegia:

    Il signor Klaus Hoel, capo divisione al dicastero dei culti e della pubblica istruzione.

    Sua Maestà il Re di Svezia:

    Il signor conte Taube, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di Sua Maestà il Re di Svezia a Berlino;

    Il signor barone Peder-Magnus de Ugglas, referendario alla Corte suprema.

    Il Consiglio federale della Confederazione Svizzera:

    Il signor dottor Alfredo De Claparede, inviato straordinario e ministro plenipotenziario della Confederazione svizzera a Berlino;

    Il signor W. Kraft, aggiunto dell'ufficio federale per la proprietà intellettuale.

    Sua Altezza il bey di Tunisi:

    Il sig. Giovanni Gout, console generale al Ministero degli affari esteri a Parigi.

    I quali, dopo essersi comunicati i loro rispettivi pieni poteri, trovati in buona e debita forma, convennero negli articoli seguenti:

    Art. 1.

    I paesi contraenti sono costituiti in unione per la protezione dei diritti degli autori sulle loro opere letterarie ed artistiche.

    Art. 2.

    L'espressione «opere letterarie ed artistiche» comprende ogni produzione del dominio letterario scientifico od artistico, qualunque sia il modo o la forma della riproduzione, come: i libri, opuscoli ed altri scritti; le opere drammatiche o drammatico-musicali, le opere coreografiche e le pantomime, la cui messa in scena è fissata per iscritto od altrimenti; le composizioni musicali, con o senza parole;

    le opere di disegno, pittura, architettura, scultura, incisione e litografia; le illustrazioni, le carte geografiche; i piani, schizzi e lavori plastici relativi alla geografia, alla topografia, all'architettura od alle scienze.

    Sono protetti come opere originali, senza pregiudizio dei diritti dell'autore dell'opera originale: traduzioni, adattamenti, riduzioni di musica ed altre riproduzioni trasformate di un'opera letteraria od artistica, come pure le raccolte di differenti opere.

    I paesi contraenti sono tenuti ad assicurare la protezione delle opere qui sopra menzionate.

    Le opere d'arte applicata all'industria sono protette in quanto permetta di farlo la legislazione interna di ciascun paese.

    Art. 3.

    La presente convenzione si applica alle opere fotografiche ed alle opere ottenute con un processo analogo alla fotografia. I paesi contraenti sono tenuti ad assicurarne la protezione.

    Art. 4.

    Gli autori che appartengono ad uno dei paesi dell'Unione godono nei paesi diversi da quello d'origine dell'opera, per le loro opere non pubblicate, o pubblicate per la prima volta in un paese dell'Unione, i diritti che le leggi rispettive concedono attualmente o concederanno in seguito ai nazionali, e cosi' pure i diritti specialmente concessi dalla presente Convenzione.

    Il godimento e l'esercizio di questi diritti non sono subordinati ad alcuna formalità; questo godimento e questo esercizio sono indipendenti dalla esistenza della protezione nel paese d'origine dell'opera. Per conseguenza, all'infuori delle stipulazioni della presente Convenzione, l'estensione della protezione, e cosi' pure i mezzi di ricorso garantiti all'autore per salvaguardare i propri diritti, si regolano esclusivamente secondo la legislazione del paese dove è reclamata la protezione.

    Si considera come paese d'origine dell'opera: per le opere non pubblicate, quello cui appartiene l'autore; per le opere pubblicate, quello della prima pubblicazione, e per lo opere pubblicate simultaneamente in vari paesi dell'Unione, quello fra essi la cui legislazione concede la durata di protezione più breve. Per le opere pubblicate contemporaneamente in un paese estraneo all'Unione ed in un paese dell'Unione, sarà considerato esclusivamente quest'ultimo come il paese d'origine.

    Per opere pubblicate vanno intese, nel senso della presente Convenzione, le opere edite. La rappresentazione di un'opera drammatica o drammatico-musicale, l'esecuzione di un'opera musicale, l'esposizione di un'opera d'arte o la costruzione di un'opera di architettura non costituiscono pubblicazione.

    Art. 5.

    Gli appartenenti ad uno dei paesi dell'Unione, i quali pubblichino per la prima volta le proprie opere in un altro paese dell'Unione, hanno, in quest'ultimo paese, gli stessi diritti degli autori nazionali.

    Art. 6.

    Gli autori non appartenenti ad uno dei paesi dell'Unione, i quali pubblichino per la prima volta le proprie opere in uno di questi paesi, godono in questo paese i medesimi diritti degli autori nazionali, e negli altri paesi dell'Unione i diritti concessi dalla presente Convenzione.

    Art. 7.

    La durata della protezione concessa dalla presente Convenzione comprende la vita dell'autore e cinquanta anni dopo la morte di lui.

    Tuttavia, nel caso in cui questa durata non fosse uniformemente adottata da tutti i paesi dell'Unione, la durata sarà regolata dalla legge del paese in cui si reclama la protezione, e non potrà eccedere la durata fissata nel paese d'origine dell'opera. I paesi contraenti non saranno, per conseguenza, tenuti ad applicare la disposizione del comma precedente se non nella misura in cui essa sia conciliabile col loro diritto interno.

    Per le opere fotografiche e per le opere ottenute con un processo analogo alla fotografia, per le opere postume, per le opere anonime o pseudonime, la durata della protezione è regolata dalla legge del paese in cui si reclama la protezione, senza che questa durata possa eccedere quella fissata nel paese d'origine dell'opera.

    Art. 8.

    Gli autori di opere non pubblicate che appartengono ad uno dei paesi dell'Unione, e gli autori di opere pubblicate per la prima volta in uno di questi paesi, godono, negli altri paesi dell'Unione, per tutta la durata del diritto sull'opera originale, del diritto esclusivo di fare o di autorizzare la traduzione delle loro opere.

    Art. 9.

    I romanzi d'appendice, le novelle ed ogni altra opera, sia letteraria, sia scientifica, sia artistica, qualunque ne sia l'oggetto, pubblicati nei giornali o nelle raccolte periodiche d'uno dei paesi dell'Unione non possono riprodursi negli altri paesi senza il consenso degli autori.

    Esclusi i romanzi d'appendice e le novelle, qualunque articolo di giornale può essere riprodotto da un altro giornale se non ne sia espressamente vietata la riproduzione. Tuttavia dovrà indicarsi la fonte; la sanzione di questo obbligo è determinata dalla legislazione del paese dove è reclamata la protezione.

    La protezione della presente Convenzione non si applica alle notizie del giorno od ai fatti vari che hanno il carattere di semplici informazioni di stampa.

    Art. 10.

    Per quanto concerne la facoltà di fare lecitamente degli estratti da opere letterarie od artistiche per pubblicazioni destinate all'insegnamento od aventi carattere scientifico, o per antologie, restano riservati gli effetti della legislazione dei paesi dell'Unione e degli accordi particolari stipulati o da stipularsi fra essi.

    Art. 11.

    Le stipulazioni della presente Convenzione si applicano alla rappresentazione pubblica delle opere drammatiche o drammatico-musicali, ed all'esecuzione pubblica delle opere musicali, siano tali opere pubblicate o no.

    Gli autori di opere drammatiche o drammatico-musicali sono protetti, per la durata del loro diritto sull'opera originale, contro la rappresentazione pubblica, non autorizzata, della traduzione delle opere loro.

    Per godere la protezione del presente articolo gli autori non sono tenuti, nel pubblicare le loro opere, a vietarne la rappresentazione o l'esecuzione pubblica.

    Art. 12.

    Fra le riproduzioni illecite alle quali si applica la presente Convenzione sono specialmente comprese le appropriazioni indirette, non autorizzate, di un'opera letteraria od artistica, come adattamenti, riduzioni musicali, trasformazioni di un romanzo, di una novella, o di una poesia in opera teatrale e viceversa, ecc., quando esse non sono che la riproduzione di quell'opera, nella stessa o sotto diversa forma, con variazioni, aggiunte o tagli, non essenziali, o senza presentare il carattere di una nuova opera originale.

    Art. 13.

    Gli autori di opere musicali hanno il diritto esclusivo di autorizzare: 1° l'adattamento di opere ad istrumenti che servono a riprodurle meccanicamente; 2° l'esecuzione pubblica delle opere stesse per mezzo di detti strumenti.

    La legislazione interna di ogni paese potrà, in quanto lo concerne, determinare riserve e condizioni relative all'applicazione di questo articolo; ma tutte le riserve e le condizioni di questa specie avranno effetto strettamente limitato al paese che le avesse stabilite.

    La disposizione del primo comma non ha effetto retroattivo, e per conseguenza, non è applicabile, in un paese dell'Unione, alle opere che nello stesso paese saranno state lecitamente adattate agli strumenti meccanici prima che entri in vigore la presente Convenzione.

    Gli adattamenti fatti in virtù dei comma due e tre del presente articolo ed importati, senza autorizzazione delle parti interessate, in un paese dove non fossero leciti, potranno esservi sequestrati.

    Art. 14.

    Gli autori di opere letterarie, scientifiche od artistiche hanno il diritto esclusivo di autorizzare la riproduzione e la rappresentazione pubblica delle opere loro per mezzo della cinematografia.

    Sono protette come opere letterarie od artistiche le produzioni cinematografiche, quando con le disposizioni della messa in scena, o con le combinazioni degli incidenti rappresentati, l'autore abbia dato all'opera un carattere personale ed originale.

    Senza pregiudizio dei diritti dell'opera originale, la riproduzione cinematografica di un'opera letteraria, scientifica od artistica è protetta come un'opera originale.

    Le disposizioni che precedono si applicano alla riproduzione od alla produzione ottenuta con qualsiasi altro processo analogo alla cinematografia.

    Art. 15.

    Perché gli autori delle opere protette dalla presente Convenzione sieno considerati, fino a prova contraria, come tali, e perciò ammessi, dinanzi ai tribunali dei vari paesi dell'Unione, ad esercitare azioni contro i contraffattori, basta che il loro nome sia indicato sull'opera nel modo consueto.

    Per le opere anonime o pseudonime, l'editore il cui nome sia indicato sull'opera è autorizzato a salvaguardare i diritti spettanti all'autore. Egli sarà reputato, senz'altra prova, come un avente causa dall'autore anonimo o pseudonimo.

    Art. 16.

    Ogni opera contraffatta può essere sequestrata dalle autorità competenti dei paesi dell'Unione dove l'opera originale ha diritto alla protezione legale.

    Negli stessi paesi il sequestro può pure applicarsi alle riproduzioni provenienti da un paese ove l'opera non è protetta od ha cessato di esserlo.

    Il sequestro è fatto in conformità della legge interna di ciascun paese.

    Art. 17.

    Le disposizioni della presente Convenzione non possono portare pregiudizio di sorta al diritto spettante al governo di ciascuno dei paesi dell'Unione di permettere, sorvegliare, vietare con misure legislative o di polizia interna, la circolazione, la rappresentazione, l'esposizione di qualsiasi opera o produzione rispetto alla quale l'autorità competente abbia ad esercitare tale diritto.

    Art. 18.

    La presente Convenzione si applica a tutte le opere le quali al momento in cui essa entra in vigore non sono ancora divenute di pubblico dominio, nel loro paese d'origine, per lo spirare della durata della protezione.

    Tuttavia se un'opera, per lo spirare della durata di protezione che le era anteriormente riconosciuta, è caduta nel dominio pubblico del paese dove si reclama la protezione, quest'opera non vi sarà nuovamente protetta.

    L'applicazione di questo principio si farà secondo le stipulazioni contenute nelle Convenzioni speciali esistenti o da concludersi a tale effetto fra paesi dell'Unione. Quando manchino tali stipulazioni, i paesi rispettivi regoleranno, ciascuno per quanto lo concerne, le modalità relative a detta applicazione.

    Le disposizioni che precedono si applicano ugualmente in caso di nuove accessioni all'Unione e nel caso in cui la durata della protezione fosse estesa in applicazione dell'art. 7.

    Art. 19.

    Le disposizioni della presente Convenzione non impediscono di reclamare l'applicazione di disposizioni più larghe che fossero emanate dalla legislazione d'un paese dell'Unione in favore degli stranieri in generale.

    Art. 20.

    I Governi dei paesi dell'Unione si riservano il diritto di stipulare fra loro accordi particolari, in quanto questi accordi conferiscano agli autori diritti più estesi di quelli concessi dall'Unione, o contengano altre stipulazioni non contrarie alla presente Convenzione. Restano applicabili le disposizioni degli accordi esistenti che rispondono alle condizioni precitate.

    Art. 21.

    È conservato l'ufficio internazionale istituito sotto il nome di «Ufficio internazionale per la protezione delle opere letterarie ed artistiche».

    Quest'Ufficio è posto sotto l'alta autorità del Governo della Confederazione Svizzera, che ne regola l'organizzazione e ne sorveglia il funzionamento.

    La lingua ufficiale dell'Ufficio è la francese.

    Art. 22.

    L'Ufficio internazionale accentra le informazioni di qualunque sorta relative alla protezione dei diritti degli autori sulle loro opere letterarie ed artistiche. Esso le coordina e le pubblica.

    Procede agli studi di comune utilità interessanti l'Unione e redige, sulla scorta dei documenti messi a sua disposizione dalle varie amministrazioni, un foglio periodico, in lingua francese, sulle questioni concernenti l'oggetto dell'Unione. I Governi dei paesi dell'Unione si riservano di autorizzare, di comune accordo, l'Ufficio a pubblicare un'edizione in una o più lingue, per il caso in cui l'esperienza ne avesse dimostrato il bisogno.

    L'Ufficio internazionale deve sempre tenersi a disposizione dei membri dell'Unione per fornire loro, sulle questioni relative alla protezione delle opere letterarie e artistiche, le informazioni speciali di cui potessero abbisognare.

    Il direttore dell'Ufficio internazionale fa un rapporto annuale della sua gestione, il quale è comunicato a tutti i membri dell'Unione.

    Art. 23.

    Le spese dell'Ufficio dell'Unione internazionale sono sostenute in comune dai paesi contraenti. Fino a nuova decisione, non potranno superare la somma di 60 mila franchi all'anno. Questa somma potrà essere aumentata, quando occorra, con semplice decisione di una delle Conferenze, prevedute all'art. 24.

    Per determinare il contributo di ciascun paese alla somma totale delle spese, i paesi contraenti e quelli che ulteriormente aderiranno all'Unione sono divisi in sei classi, ciascuna delle quali contribuirà in proporzioni d'un certo numero d'unità, cioè:

     1ª classe . . . 25 unità

     2ª » . . . . 20 »

     3ª » . . . . 15 »

     4ª » . . . . 10 »

     5ª » . . . . . 5 »

     6ª » . . . . . 3 »

    Questi coefficienti sono moltiplicati pel numero dei paesi di ciascuna classe e la somma dei prodotti cosi' ottenuti dà il numero di unità per il quale deve essere divisa la spesa totale. Il

    quoziente dà l'ammontare dell'unità di spesa.

    Ogni paese, al momento della sua accessione, dichiarerà in quale delle dette classi chiede di essere inscritto.

    L'Amministrazione elvetica prepara il bilancio dell'Ufficio e ne sorveglia le spese, fa le anticipazioni necessarie e stabilisce il conto annuale che sarà comunicato a tutte le altre Amministrazioni.

    Art. 24.

    La presente Convenzione può essere sottoposta a revisioni allo scopo d'introdurvi miglioramenti atti a perfezionare il sistema dell'Unione.

    Le questioni di tale natura, come pure quelle che interessano da altri punti di vista lo sviluppo dell'Unione, sono trattate in Conferenze che avranno luogo successivamente nei paesi dell'Unione fra i delegati dei paesi stessi.

    L'amministrazione del paese ove una Conferenza deve adunarsi ne prepara, col concorso dell'Ufficio internazionale, i lavori. Il direttore dell'Ufficio assiste alle sedute delle Conferenze e prende parte alle discussioni senza voto deliberativo.

    Non è valida per l'Unione alcuna modificazione alla presente Convenzione se non vi sia l'assenso unanime dei paesi che la compongono.

    Art. 25.

    Gli Stati estranei all'Unione, che assicurano la protezione legale dei diritti formanti oggetto della presente Convenzione, possono accedervi a loro domanda.

    Questa accessione sarà notificata per iscritto al Governo della Confederazione elvetica e da questo a tutti gli altri.

    Essa importerà, di pieno diritto, adesione a tutte le clausole ed ammissione a tutti i vantaggi stipulati nella presente Convenzione.

    Tuttavia potrà contenere l'indicazione delle disposizioni della Convenzione 9 settembre 1886 o dell'atto addizionale 4 maggio 1896, che essi ritenessero necessario di sostituire, provvisoriamente almeno, alle corrispondenti disposizioni della presente Convenzione.

    Art. 26.

    I paesi contraenti hanno il diritto di accedere in qualunque tempo alla presente Convenzione per le loro colonie o pei loro possedimenti all'estero.

    Possono a tale effetto o fare una dichiarazione generale con cui tutte le loro colonie o possedimenti sono compresi nell'accessione o designare espressamente quelle o quelli che vi sono compresi, ovvero limitarsi ad indicare quelle o quelli che ne sono esclusi.

    Tale dichiarazione sarà notificata per iscritto al Governo della Confederazione elvetica, e da questo a tutti gli altri.

    Art. 27.

    La presente Convenzione sostituirà, nei rapporti fra gli Stati contraenti, la Convenzione di Berna del 9 settembre 1886, compresovi l'articolo addizionale ed il protocollo di chiusura dello stesso giorno, come pure l'atto addizionale e la dichiarazione interpretativa del 4 maggio 1896. Gli atti convenzionali precitati resteranno in vigore nei rapporti cogli Stati che non ratificassero la presente Convenzione.

    Gli Stati firmatari della presente Convenzione potranno, all'atto dello scambio delle ratifiche, dichiarare che intendono restare ancora vincolati, su questo o quel punto, dalle disposizioni delle convenzioni da essi anteriormente stipulate.

    Art. 28.

    La presente Convenzione sarà ratificata, e le ratifiche saranno scambiate a Berlino al più tardi il 1° luglio 1910.

    Ognuna delle parti contraenti rimetterà, per lo scambio delle ratifiche, un solo istrumento, che sarà depositato, con quelli degli altri paesi, negli archivi del Governo della Confederazione Svizzera.

    Ognuna delle parti riceverà in cambio un esemplare del processo verbale di scambio delle ratifiche sottoscritto dai plenipotenziari che vi avranno preso parte.

    Art. 29.

    La presente Convenzione entrerà in vigore tre mesi dopo lo scambio delle ratifiche e resterà in vigore per un tempo indeterminato, fino a che sia spirato un anno dal giorno in cui ne sarà stata fatta denunzia.

    Questa denunzia sarà diretta al Governo della Confederazione Svizzera. Essa non avrà effetto che relativamente al paese che l'avrà fatta, restando la Convenzione in vigore per gli altri paesi dell'Unione.

    Art. 30.

    Gli Stati che introdurranno nella loro legislazione la durata di protezione di cinquanta anni, prevista dall'articolo 7, primo comma, della presente Convenzione ne daranno partecipazione al Governo della Confederazione Svizzera con una notificazione scritta che sarà tosto comunicata da quel Governo a tutti gli altri Stati dell'Unione.

    Lo stesso avverrà per gli Stati che rinuncieranno alle riserve da essi fatte in virtù degli articoli 25, 26, 27.

    In fede di che, i rispettivi plenipotenziari hanno sottoscritto la presente Convenzione e vi hanno apposto i loro sigilli.

    Fatto a Berlino il 13 novembre 1908 in un solo esemplare, che sarà depositato negli archivi del Governo della Confederazione Svizzera, copia del quale, certificata conforme, sarà rimessa, per la via diplomatica, ai paesi contraenti.

    Regio Decreto 12 novembre 1914, n. 1233. Relativo alla tassa di bollo sui biglietti d'ingresso ai cinematografi

    (GURI n .273, 14 novembre 1914)

    Art. 1.

    La tassa sul prodotto lordo quotidiano dei pubblici spettacoli, di cui all'art. 68 della legge 4 luglio 1897, n. 414, testo unico, a datare dal 15 dicembre 1914 è sostituita, por i cinematografi, da una tassa di bollo sui biglietti di ingresso.

    Art. 2.

    La tassa è dovuta in ragione di centesimi 5 se il prezzo del biglietto per ogni rappresentazione di cinematografo e per ogni persona sia di oltre centesimi 10 e non più di 50 centesimi; in ragione di centesimi 10 se sia di oltre centesimi 50 sino ad una lira; ed in ragione di centesimi 20 se sia superiore ad una lira.

    Il costo dei biglietti, nei casi in cui venga percepito un prezzo speciale, oltre a quello di ingresso, per là occupazione di posti distinti, come sedie, poltrone, loggie, gallerie e simili, è determinato in base al prezzo totale complessivo pagato per l'occupazione del posto.

    A tale effetto per ciascuna categoria di posti dovrà essere distribuito un unico biglietto comprensivo del costo dell'ingresso, del diritto di occupazione del posto e di qualsiasi altro eventuale supplemento di prezzo.

    Per i palchi, barcaccie e simili riparti a più posti non è dovuta alcuna tassa speciale; però ciascuna persona che vi occupi un posto dovrà essere munita di uno speciale biglietto d'ingresso e su tali biglietti, qualunque ne sia il costo, sarà sempre dovuta la tassa di centesimi 20.

    Delle riduzioni di prezzo che sono concesse a mezzo di biglietti a serie, di abbonamento, a sezioni e simili non si tiene conto agli effetti della tassa.

    Pertanto, sieno tali tessere o biglietti, a prezzo ridotto, individuali o collettivi, tutti coloro che ne usufruiranno per l'occupazione dei rispettivi posti dovranno essere di volta in volta, muniti di un biglietto d'ingresso che abbia scontata la tassa nell'ordinaria misura stabilita per la categoria dei posti da occupare.

    Le tessere gratuite permanenti distribuite dagli impresari debbono essere nomi,native e sono esenti da tassa; ma il loro numero non deve, in nessun caso, eccedere il cinque per cento del numero dei posti di cui il locale complessivamente dispone e l'elenco dei titolari di tali tessere sarà comunicato all'Ufficio del registro.

    Tutti gli altri ingressi gratuiti o di favore debbono risultare da apposito biglietto che sarà assoggettato alla tassa stabilita per il posto cui dà diritto.

    Le tasse anzidette non sono soggette ad aumento per decimi né per addizionale.

    Art. 3.

    I biglietti di ingresso, i quali devono portare impressa l'indicazione della Società o Ditta venditrice, la denominazione del cinematografo cui servono e il relativo importo, sono costituiti da una matrice e due tagliandi uniformemente numerati in ordine progressivo e, divisi mediante una punteggiatura perforata;

    la matrice è trattenuta dall'impresario all'atto della vendita, il primo o il secondo tagliando sono consegnati all'acquirente, che, al momento dell'ingresso, trattiene il secondo del quale in nessun caso l'impresario può pretendere la restituzione.

    La tassa deve corrispondersi mediante marche speciali applicate direttamente dagli impresari,sul secondo tagliando dei biglietti.

    Dette, marche devono annullarsi dagli impresari con perforatore a data, oppure con bollo ad inchiostro grasso indicanti la data del giorno di vendita. La leggenda del bollo ad inchiostro grasso conterrà la data in una riga sola e dovrà essere di altezza non inferiore a sei né superiore ad otto millimetri.

    Art. 4.

    Fino a quando non verranno istituite le marche speciali di che all'art. 3, la tassa di bollo sui biglietti di ingresso ai cinematografi verrà riscossa con l'applicazione delle esistenti marche da bollo a tassa fissa da cent. 5, 10 e 20 portanti sovraimpressa in nero la leggenda «Cinema».

    Art. 5.

    Ogni contravvenzione al disposto degli articoli 2 e 3 sarà punita con l'ammenda di lire sessanta.

    Nel caso di biglietti sforniti di marche o con marche irregolarmente annullate s'incorre in tante ammende quanti sono i biglietti in contravvenzione.

    Metà di dette ammende compete agli scopritori. Indipendentemente da tali ammende l'Intendenza di finanza potrà, nei casi gravi e in quelli di recidiva, provocare dall'autorità competente la chiusura del cinematografo.

    Art. 6.

    A favore dei Comuni, nei quali i cinematografi vengono esercitati, è devoluta metà del prodotto delle tasse, dedotto su tale metà il 5 per 100 per le spese di accertamento, riscossione od amministrazione.

    Il relativo pagamento viene effettuato a cura dello Stato dopo la chiusura dell'esercizio finanziario.

    Art. 7.

    Con decreti Reali potranno essere istituiti nuovi tipi di marche e variato il sistema di applicazione e di annullamento, e potranno venire introdotte successivamente nuove garanzie e modalità dirette ad assicurare la esatta applicazione della tassa.

    Il presente decreto sarà comunicato al Parlamento entro il 30 novembre 1914.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 12 novembre 1914

    VITTORIO EMANUELE

    Decreto Luogotenenziale 6 maggio 1917, n. 851. Col quale il ministro dell'interno è autorizzato a regolare la distribuzione fra i cinematografi del Regno delle films prodotte nel pubblico interesse ed attinenti alla guerra.

    (GURI n. 135, 9 giugno 1917)

    TOMASO DI SAVOIA DUCA DI GENOVA

    Luogotenente Generale di Sua Maestà

    VITTORIO EMANUELE III

    per grazia di Dio e per volontà della Nazione

    RE D'ITALIA

    In virtù dell'autorità a Noi delegata e dei poteri conferiti al Governo del Re con la legge 22 maggio 1915, n. 671;

    Sentito il Consiglio dei ministri;

    Sulla proposta del ministro segretario di Stato per l'interno, di concerto coi ministri della guerra e della marina;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1.

    Il ministro dell'interno è autorizzato a regolare, con suoi decreti, la distribuzione fra i cinematografi del Regno delle films edite dal Comando supremo dell'esercito e dal Comando supremo della R. marina, dai Ministeri della guerra e della marina, nonché di tutte le altre films prodotte nel pubblico interesse e attinenti alla guerra.

    Il regolamento di cui sopra disporrà pure l'ordine obbligatorio della riproduzione di tali films, nonché le tasse che dovrebbero essere corrisposte per l'uso.

    Art. 2.

    Le contravvenzioni alle disposizioni come sopra emanate, oltre la generale applicazione dell'art. 434 del Codice penale, potranno dar luogo al ritiro della licenza di cui agli articoli 37 e 39 della legge di pubblica sicurezza.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a Roma, addì 6 maggio 1917.

    TOMASO DI SAVOIA

    Regio Decreto-Legge 9 ottobre 1919, n. 1953. Che autorizza il ministro dell'interno a sottoporre a revisione i copioni o scenari di soggetti cinematografici, stabilendo le pene per le relative trasgressioni

    (GURI n. 259, 31 ottobre 1919)

    Vista la legge 25 giugno 1913, n. 785, che ha autorizzato il Governo del Re ad esercitare la vigilanza sulla produzione delle pellicole cinematografiche;

    Sentito il Consiglio dei ministri;

    Sulla proposta dei Nostri ministri segretari di Stato per l'interno e per le finanze, di concerto con quelli per la grazia e giustizia e per il tesoro;

    Abbiamo decretato e decretiamo:

    Art. 1

    La tassa di cui alla legge 25 giugno 1913, n. 785, sulle pellicole cinematografiche sottoposta a revisione, siano esse prodotte all'interno, sia importate dall'estero, aumentata col decreto Luogotenenziale 9 novembre 1916, n. 15?5, è stabilita in centesimi trenta per ogni metro di pellicola.

    Art. 2.

    Il ministro dell'interno è autorizzato a sottoporre a revisione i copioni o scenari dei soggetti destinati ad essere tradotti in pellicole cinematografiche per la rappresentazione al pubblico.

    Art. 3.

    È stabilita una tassa fissa di lire 100 per ogni copione da sottoporsi a revisione.

    U nove per cento del provento di questa tassa sarà devoluto, in parti eguali, all'Opera nazionale per la protezione e assistenza degli invalidi della guerra, al Fondo a favore degli orfani di guerra costituito presso il Ministero dell'interno, a termini dell'art. 31 della legge 18 luglio 1917, n. 1143, ed all'Istituto nazionale per gli orfani degli impiegati civili dello Stato, eretto in ente morale con R. decreto 28 febbraio 1892, n. 90.

    Art. 4.

    Il ministro del tesoro è autorizzato a fare gli stanziamenti dipendenti dal presente decreto nello stato di previsione dell'entrata ed in quello della spesa del Ministero dell'interno per l'esercizio finanziario 1919-920.

    Art. 5.

    Chiunque dà in pubblico spettacolo pellicole cinematografiche che non siano stato, in tutto, om parte, sottoposte alla revisione ai sensi della legge 25 giugno 1913, n. 785, e del regolamento relativo.

    È punito con l'ammenda da lire cinquanta a cinquecento, ovvero con l'arresto fluo ad un mese.

    In caso di recidiva nello stesso reato, ovvero se si tratti di pellicole in tutto o in parte Vietate, la pana è dell'ammenda da lire cento a mille e anche dell'arresto da tre giorni ad un mese.

    Il contravventore, nel caso previsto dalla prima parte di questo articolo, è tenuto altresì a versare all'Erario dello Stato una somma pari al quintuplo della tassa di revisione della pellicola dovuta ai sensi delle suindicato disposizioni, somma che non può essere inferiore a lire 50.

    In caso di recidiva la somma è uguale al decuplo.

    Art. 6.

    E punito ai termini dell'art. 285 del Codice penale:

    1° chiunque contraffà il nulla osta per la rappresentazione in pubblico di pellicola cinematografiche rilasciato ai sensi della legge 25 giugno 1913, a 785, e del relativo regolamento;

    2° chiunque altera, in qualsiasi modo, documenti veri della specie suindicata al fine di riferirli a pellicole in tutto, o in parte diverse da quelle per le quali furono rilasciati;

    3° chiunque fa uso di nulla osta contraffatti o alterati, o li rimette ad altri perché ne faccia uso.

    Art. 7.

    Il presente decreto verrà presentato al Parlamento per essere converti o in legge.

    Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

    Dato a San Rossore, addì 9 ottobre 1919.

    Regio Decreto 22 aprile 1920, n. 531. Che approva il nuovo regolamento per la vigilanza sulla produzione delle pellicole cinematografiche.

    (GURI n. 109, 8 maggio 1920)

    REGOLAMENTO

    per l'esecuzione della legge 25 giugno 1913, n. 785, e del R. decreto-legge 9 ottobre 1919, n. 1953, relativo alla vigilanza sulle pellicole cinematografiche.

    CAPO I. Vigilanza sulle pellicole cinematografiche destinate alla rappresentazione in pubblico.

    Art. 1.

    Nessuna pellicola cinematografica può essere rappresentata in pubblico, senza nulla osta del Ministero dell'interno, previa revisione da eseguirsi mediante l'integrale proiezione cinematografica della pellicola. Qualora di una stessa pellicola esistano più esemplari è sufficiente la proiezione di uno solo, purché gli altri siano ad esso identici.

    Art. 2.

    Nessuna pellicola cinematografica potrà essere ammessa alla revisione di cui all'articolo precedente, se non sia stato sottoposto al preventive esame di una delle Commissioni, di cui all'art. 8, il relativo copione o scenario, e se il soggetto in esso descritto non sia stato in massima riconosciuto rappresentabile.

    A tale scopo il copione contenente la particolareggiata descrizione delle varie azioni e l'indicazione dello singole didascalie, dovrà essere presentato in doppio esemplare, con domanda redatta in competente bollo, all'Ufficio centrale di revisione cinematografica.

    Non è richiesta la presentazione del copione per le pellicole di attualità e per quelle di carattere istruttivo che riproducano:

    a) sports, monumenti, opere d'arte, città, paesaggi;

    b) Vite e costumi di popoli; fatti della storia naturale; fenomeni ed esperimenti scientifici;

    c) lavorazioni agricolo, impianti ed esercizi industriali.

    Art. 3.

    Il nulla osta per le pellicole da rappresentarsi in pubblico non pub essere rilasciata quando si tratti della riproduzione:

    a) di scene, fatti e soggetti offensivi del pudore, della morale, del buon costume e della pubblica decenza;

    b) di scene, fatti o soggetti contrari alla reputazione o al decoro nazionale o all'ordine pubblico; ovvero che possano turbare buoni rapporti internazionali;

    c) di scene, fatti o soggetti offensivi del decoro e del prestigio delle istituzioni o autorità pubbliche, dei funzionari ed agenti della forza pubblica, del R. esercito e della R. armata, ovvero offensivi dei privati cittadini;

    d) di scene, fatto o soggetti truci, ripugnanti o di crudeltà, anche se a danno di animali, di delitti o suicidi impressionanti;

    di operazioni chirurgiche e di fenomeni ipnotici o medianici; e, in generale, di scene, fatti o soggetti che possano essere scuola o incentivo al delitto.

    Art. 4.

    La domanda per ottenere il nulla osta si deve presentare al Ministero dell'interno (Servizio di revisione cinematografica) insieme con la pellicola da rivedere e deve essere redatta in due esemplari, uno dei quali munito della prescritta marca da bollo di lire due, sul modulo conforme all'allegatovi.

    La marca da bollo dev'essere annullata o dal ricevitore del registro, prima che la domanda sia firmata, ovvero dallo interessato, mediante la scritturazione della data in tutte lettere.

    Quando la descrizione nella domanda del soggetto trattato nella pellicola importi l'impiego di più fogli, su ciascun foglio deve corrispondersi la tassa di bollo di lire due.

    La domanda dev'essere fatta per conto e in,nome della ditta fabbricante o importatrice da ohi legalmente la rappresenta.

    Le ditte estere devono avere nel Regno sede o un legale rappresentante responsabile dell'adempimento delle disposizioni del presente regolamento.

    I due esemplari della domanda debbono essere identici e contenere:

    a) l'indicazione della ditta richiedente, della sua sede, nonché il nome e domicilio del suo rappresentante;

    b) l'indicazione del titolo della marca di fabbrica e della lunghezza in metri della pellicola;

    c) la particolareggiata descrizione del soggetto, distinta in quadri, col titoli, sottotitoli e le scritture comprese nella pellicola, nello stesso ordine con cui si susseguono in questa, in guisa che l'atto corrisponda esattamente alla produzione cinematografica.

    I titoli, sottotitoli e le scritture, tanto sulla pellicola, quanto sugli esemplari della domanda, debbono essere in corretta lingua italiana.

    Possono tuttavia essere espressi in lingua straniera, purché riprodotti fedelmente e correttamente anche in italiano.

    Art. 5.

    La ditta la quale ha ottenuto il nulla osta per la rappresentabilità di pellicole cinematografiche ha l'obbligo di assicurarsi che gli esemplari delle pellicole stesse, comunque ceduti per la rappresentazione in pubblico nel Regno, siano esattamente conformi a quello per il quale il nulla osta medesimo venne rilasciato.

    Quante volte poi le ditte interessate richiedano che delle soppressioni o modificazioni intervenute non sia fatto cenno nel nulla osta, esse dovranno dichiarare per iscritto di averne preso atto e di assumere l'obbligo di osservarle esattamente, in tutti gli esemplari destinati alla rappresentazione nel Regno. In questi casi le ditte medesime sono altresì tenute a depositare nell'Ufficio di revisione quel tratti di pellicola che il Ministero reputasse opportuno di tenere a disposizione per gli eventuali raffronti.

    Art. 6.

    La tassa fissa per la revisione dei copioni e quella dovuta per ogni metro della lunghezza dichiarata della pellicola da rivedere, devono essere versate o direttamente presso l'Ufficio del registro (manomorta e concessioni governative) in Roma, ovvero a spese della parte mediante vaglja postale intestato all'Ufficio medesimo.

    Il ricevitore del registro rilascia, nell'uno e nell'altro caso, speciale quiescenza.

    Questa dev'essere presentata unitamente alle domande di cui agli articoli 2 e 4 e conservata negli atti del Ministero.

    Qualora si accerti mediante misurazione che la lunghezza della pellicola è maggiore di quella dichiarata, la revisione resta sospesa fino a quando l'interessato non dimostri di aver versato il supplemento di tassa presso l'Ufficio del registro.

    Art. 7.

    La revisione viene eseguita secondo: l'ordine di presentazione delle domande, salva la precedeva alle pellicole che riproducono avvenimenti di attualità e che siano riconosciute 'di carattere istruttivo, ai sensi dell'art. 2.

    Per le pellicole di attualità, in caso di particolare urgenza, il Ministero può delegare di volta in volta i prefetti del Regno a rilasciare il nulla osta por la rappresentazione in tutto il Regno.

    Tale nulla osta non può essere concesso se non dopo la revisione integrale della pellicola da eseguirsi a cura del prefetto al quale dev'essere esibita la domanda a norma dell'art. 4 e la prova dell'effettuato pagamento della tassa.

    Qualora il pagamento si faccia mediante vaglia, in luogo della quietanza del ricevitore, basta consegnare al protetto il vaglia intestato al ricevitore del registro di Roma.

    Anche in caso di delegazione, la revisione della pellicola resta sospesa sino all'effettuato pagamento del supplemento di tassa, ove si accerti che la lunghezza della pellicola sia maggiore di quella dichiarata.

    Il prefetto informa il Ministero dei provvedimenti adottati in seguito alla delegazione e gli rimette l'esemplare della domanda non bollato.

    Art. 8.

    L'esame dei copioni e la revisione delle pellicole sono affidati a Commissioni composte:

    a) di due funzionari di prima categoria appartenenti alla Direzione generale della pubblica sicurezza, uno dei quali di grado non inferiore a consigliere di prefettura, con funzioni di presidente;

    b) di un magistrato;

    c) di una madre di famiglia;

    d) di un membro da scegliersi tra gli educatori e i rappresentanti di Associazioni umanitarie che si propongono la protezione morale del popolo e in particolare della gioventù;

    e) di persona competente in materia artistica e letteraria;

    f) di un pubblicista.

    I componenti di cui alle lettere b), c), d), e), f) sono nominati con decreto del Ministero dell'interno e durano in carica un anno.

    Per la validità della deliberazione della Commissione basta la presenza di cinque componenti e, quando essi siano sei, in caso di parità di voti, prevale quello del presidente.

    I commissari che senza giustificato motivo non intervengano a cinque sedute consecutive possono essere dichiarati decaduti dall'ufficio o venire sostituiti.

    Un impiegato della Direzione generale della pubblica sicurezza potrà essere destinato, con decreto del Ministero, ad esercitare la funzione di segretario delle Commissioni.

    Nei casi in cui sia stato delegato il prefetto, a termini dell'articolo precedente, la _revisione affidata al funzionario incaricato dell'esame delle produzioni teatrali.

    Gli interessati non possono assistere alla revisione. I componenti le Commissioni possono accedere, in qualunque ora, nei locali Ove si danno spettacoli cinematografici.

    Art. 9.

    Ai componenti le Commissioni spetta a carico del bilancio dello Stato un'indennità non superiore a L. 5 per ciascun copione esaminato e per ciascuna ora di revisione delle pellicole.

    Per i membri appartenenti alle Amministrazioni dello Stato, l'indennità spetta soltanto quando le sedute abbiano luogo in eccedenza all'orario di ufficio: quanto si tengano, invece, durante tale orario, essi hanno diritto al medesimo compenso, purché prolunghino del tempo corrispondente l'orario stesso.

    Alle condizioni di cui al comma precedente può essere assegnata con decreto del ministro un'indennità mensile al segretario.

    Art. 10.

    La Commissione di cui all'art. 8 deve dichiarare per iscritto, sull'esemplare della domanda non bollato, sé il nulla osta possa essere concesso, ovvero se debbono sopprimersi determinate parti della pellicola riveduta, oppure alcuni i titoli, sottotitoli o scritture contenute in essa.

    Il nulla osta viene concesso del Ministero dell'interno, o puramente e semplicemente, ovvero sotto condizione che siano soppresso determinate parti ed è rilasciato sull'esemplare bollato della domanda.

    Il ministro, quando abbia motivo di ritenere che siano incorse violazioni dell'art. 3, può in qualunque tempo disporre un nuovo esame del copione o della pellicola, ordinando la ripresentazione della pellicola già munita di nulla osta.

    È in facoltà dell'interessato di ottenere duplicati di nulla osta, esibendo appositi moduli, conformi all'allegato B, con le prescritte marche da bollo da una lira annullate a cura dell'Ufficio del registro, ovvero muniti del bollo straordinario equivalente.

    Nel caso di duplicati di nulla osta composti di più fogli; la tassa di bollo da lire una deve corrispondersi su ciascun foglio.

    CAPO II. Della rappresentazione in pubblico.

    Art. 11.

    Chiunque in pubblico rappresentazioni cinematografiche ha l'obbligo di assicurarsi che le pellicole siano esattamente quelle per le quali siano stati rilasciati i rispettivi nulla osta e che le condizioni con essi imposte siano esattamente osservate.

    Egli deve altresì presentare preventivamente tali nulla osta all'autorità di pubblica sicurezza ed esibirli, poi, ad ogni richiesta degli ufficiali ed agenti della forza pubblica.

    Art. 12.

    L'Autorità competente, prima di concedere la licenza prescritta dall'art. 65 della legge di pubblica sicurezza per l'affissione e distribuzione di manifesti relativi alle rappresentazioni cinematografiche, deve accertare che tali manifesti rispondano ai criteri stabiliti dall'art 3 del presente regolamento e che non riproducano scene vietate in sede di revisione.

    Art. 13.

    Il prefetto, per eccezionali circostanze di indole locale attinenti all'ordine pubblico, può sospendere la rappresentazione in pubblico di pellicole, ancorché munite di nulla osta, riferendone al Ministero dell'interno.

    Art. 14.

    Al possessore della pellicola è fatto obbliga di non modificare in guisa. alcuna il titolo, i sottotitoli e le scritture di essa, di non sostituire i quadri e le scene relative, di non aggiungerne altri e di non alterarne in qualsiasi modo l'ordine, senza l'autorizzazione del Ministero.

    Di tale obbligo e, al caso, dell'autorizzazione ministeriale, deve farsi annotazione nel nulla osta.

    Quando tali prescrizioni non siano osservate da parte del possessore, o quando la pellicola non corrisponda esattamente, in qualsiasi periodo, a quelli per la quale è stato rilasciato il nulla osta la relativa riproduzione al pubblico sarà considerata agli effetti del presente regolamento come mancante del nulla osta medesimo, salva l'eventuale applicazione delle disposizioni comminate dalla legge.

    Qualora poi nelle infrazioni di cui sopra risulti la responsabilità delle ditte editrici od importatrici per inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 5, il Ministero, salvo le pene comminate dalla legge e l'eventuale revoca del nulla osta, potrà sospendere per un periodo da determinarsi volta per volta, l'accettazione delle domande di esame dei copioni e di revisione delle pellicole da parte di tali ditte.

    Le pellicole per le quali sia stato revocato come sopra il nulla osta, non potranno essere riammesse alla rappresentazione in pubblico, se non in seguito a nuova visione, previo nuovo integrale pagamento della relativa tassa.

    CAPO III Stabilimenti di produzioni di pellicole per cinematografo.

    Art. 15.

    Chiunque

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1