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Il segreto di Hannah: Harmony Collezione
Il segreto di Hannah: Harmony Collezione
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Ebook155 pages2 hours

Il segreto di Hannah: Harmony Collezione

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About this ebook

Per tutti i rampolli della famiglia Hart l'aria della Carolina profuma di... matrimonio.
La cittadina di Holly Springs ha sempre avuto il suo maschiaccio. Hannah Reid, professione meccanico, è sempre stata per tutti soltanto "uno dei ragazzi". Così era anche per Dylan Hart, giornalista sportivo, per il quale Hannah fa parte degli affetti che ha lasciato a casa quando se ne è andato per inseguire la propria carriera televisiva. Tutto ciò, però, è destinato a cambiare radicalmente quando la giovane decide di accettare un incarico per conto di Cal, fratello di Dylan. Un incarico che richiede l'uso di minigonne cortissime e tacchi mozzafiato, e che attira su di lei molta più attenzione di quanto avesse previsto.
LanguageItaliano
Release dateDec 10, 2020
ISBN9788830522251
Il segreto di Hannah: Harmony Collezione
Author

Cathy Gillen Thacker

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Il segreto di Hannah - Cathy Gillen Thacker

    Copertina. «Il segreto di Hannah» di Thacker Cathy gillen

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Plain Jane’s Secret Life

    Harlequin American Romance

    © 2004 Cathy Gillen Thacker

    Traduzione di Edy Tassi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-225-1

    Frontespizio. «Il segreto di Hannah» di Thacker Cathy gillen

    1

    «Incredibile» borbottò Hannah Reid fra sé e sé, osservando Dylan Hart che usciva con tutta calma dall’aeroporto di Raleigh-Durham. Il matrimonio di sua sorella Janey sarebbe cominciato in meno di un’ora e l’attraente telecronista sportivo trovava il tempo di fermarsi per firmare autografi e stringere mani. Okay, gli autografi erano per dei ragazzini entusiasti e le strette di mano per i loro genitori. Ciò nonostante, Hannah fumava dalla rabbia quando finalmente lo vide dirigersi verso il furgoncino della Classic Car Auto Repair.

    «Che fine ha fatto la Bentley?» le chiese Dylan. Aprì lo sportello posteriore e salì a bordo.

    Seccata, Hannah si immise nel traffico in uscita dall’aeroporto. Avrebbe almeno potuto salutarla. «È a Holly Springs. A disposizione della sposa e dello sposo. Parlando dei quali...»

    «Sì, sì, lo so. Sono in ritardo» ammise Dylan allegro. «Ma lo stesso mi sembra si possa dire di te. A meno che tu non abbia programmato di partecipare al matrimonio con la faccia sporca di grasso.»

    Hannah si sfiorò una guancia e poi pulì i polpastrelli unti su una gamba dei jeans. Maledizione. Le rimaneva così poco tempo per prepararsi...

    «Non preoccuparti.» Dylan catturò lo sguardo di Hannah nello specchietto retrovisore e ammiccò. «Non lo racconterò a nessuno.»

    Con uno sforzo, Hannah si concentrò sulla strada. Non c’era nessun bisogno di notare quanto Dylan Hart sembrasse diventare sempre più attraente ogni volta che lo vedeva. Non c’era nessun bisogno di rimbambirsi per lui, solo perché aveva un paio di occhi sexy, un sorriso che incantava e delle fossette tanto maliziose da farla sospirare.

    «Dove sei stata?» le chiese Dylan, muovendosi sul retro del furgone.

    «Una chiamata d’emergenza per una Jaguar d’epoca» borbottò lei sopra il fruscio di abiti che venivano estratti da una borsa da viaggio. Cosa diamine stava facendo là dietro?

    Altri fruscii e Dylan si sfilò la giacca e la cravatta. «Oggi?» Poi estrasse dalla borsa un rasoio elettrico e incominciò a passarselo sulla guancia.

    «Avevo tempo» si giustificò Hannah malvolentieri, «visto che il tuo volo era in ritardo.»

    «È stata colpa del brutto tempo.» Dylan scrollò le spalle. Si spalmò un dopobarba dall’aroma delizioso e si protese verso il finestrino per guardare fuori. «Qui sembra che il cielo si stia schiarendo.»

    «Era ora» sospirò Hannah sollevata, imboccando l’autostrada in direzione di Holly Springs. «Dopo tanta pioggia...» Era una sua impressione, o lui si stava spogliando? «Ti sei allacciato la cintura di sicurezza?» gli chiese con la fronte corrugata.

    Dylan ridacchiò e continuò a muoversi alle sue spalle con molta più libertà di quanto avrebbe dovuto. «Ehm... no, al momento no.»

    Hannah si aggrappò con tutte le sue forze al volante, il battito cardiaco e l’immaginazione ormai fuori controllo. «Siamo su un’autostrada, Dylan!» gli ricordò con voce stridula. Con la coda dell’occhio vide volare via la camicia che indossava e il bagliore di una camicia da smoking.

    «Mi fido della tua guida» replicò lui, mettendo in mostra i muscoli del petto.

    L’abitacolo sembrò surriscaldarsi all’improvviso.

    Hannah armeggiò con l’aria condizionata e la regolò al massimo. «Comunque...» cominciò a dire, ma venne bloccata da un rumore di cerniera e dal fruscio della stoffa sulla pelle.

    «Non vedo come potrei sfilarmi i pantaloni con la cintura allacciata» borbottò Dylan.

    Hannah sbirciò oltre la spalla e i suoi occhi si spalancarono davanti al petto muscoloso che si intravedeva sotto i lembi scostati della camicia. Con il suo metro e ottantatré, Dylan poteva anche essere il più basso dei fratelli Hart, ma faceva sempre la sua figura.

    In tutta fretta, Hannah riportò lo sguardo sulla strada, cercando, senza successo, di dimenticare il resto di ciò che aveva visto. Lunghe gambe muscolose. Un paio di boxer di seta nera...

    «Qualcuno deve invitare Hannah a ballare» suggerì Mac Hart.

    Dylan guardò il fratello maggiore. Chissà perché, non lo sorprendeva affatto che proprio lui avesse sollevato la questione. Mac era da sempre il membro più ligio al dovere di tutta la famiglia, ancora prima di diventare sceriffo.

    «Esatto» s’intromise Fletcher, che da quando aveva trovato l’amore con Lily Madsen era diventato tutto cavalleria. «Il ricevimento è quasi finito e nessuno l’ha ancora invitata.»

    «Be’, non c’è da sorprendersi» borbottò Dylan, cercando con gli occhi il meccanico più in gamba della città, e rimanendo sollevato di non vederla da nessuna parte. «Hannah è come...»

    Stava per dire una sorella, ma quel termine era stato cancellato dalla sua mente nel momento esatto in cui l’aveva vista con addosso l’abito sexy bianco e nero che Janey aveva scelto per le sue damigelle.

    «Come una di noi» concluse allora. Aveva sempre pensato a lei come a una ragazza scialba. Ma quel giorno si era trasformata in una fata dai capelli ramati. Come aveva fatto a non notare prima la sua pelle color crema e i suoi vibranti occhi verdi? E non si poteva nemmeno dire che non avesse mai avuto la sua bella dotazione di curve. Solo, le aveva sempre tenute nascoste sotto un abbigliamento informe e maschile. «Il modo in cui parla di sport e beve birra, o guarda gare di automobilismo e scambia battute con i ragazzi...»

    «Non guarda più quelle gare» lo interruppe Mac.

    «Infatti» confermò Joe Hart.

    Dylan si voltò verso il fratello minore, stupito dal cambiamento che era avvenuto in lui. Fino a tre mesi prima, a Joe importava solo di giocare a hockey. Poi si era sposato con la figlia del presidente dei Carolina Storm, Emma Donovan. E da quel momento, si era trasformato in un esperto di vita matrimoniale. Quando, all’insaputa di tutti, quel titolo sarebbe dovuto spettare a Dylan.

    «Ha smesso da quando lei e Rupert Wallace hanno rotto due anni fa» spiegò Joe, servendosi di un’altra fetta di torta nuziale.

    Dylan si guardò attorno, alla ricerca di suo fratello Cal. Da quando sua moglie Ashley aveva chiamato per avvisare che non avrebbe partecipato al matrimonio a causa degli impegni con il dottorato in ginecologia e ostetricia a Honolulu, Cal si era tenuto ai margini dei festeggiamenti.

    «Non importa che sia come una di noi» rincarò la dose Fletcher. «È anche una delle damigelle d’onore. Ha diritto almeno a un ballo. E visto che tu sei il testimone che l’ha scortata lungo la navata...»

    Dylan non voleva pensare a cosa avrebbe provato a stringere il corpo femminile di Hannah fra le braccia. Se avesse passato troppo tempo da solo con lei, avrebbe potuto finire col fare qualcosa di davvero stupido. Come baciarla.

    «Va bene, va bene» sospirò alla fine esasperato. «Dov’è?»

    «L’ultima volta che l’ho vista, stava andando di sopra» rispose Mac.

    «Per aiutare Janey a cambiarsi?» domandò Dylan. Thad, lo sposo, era appena sceso per unirsi ai più di duecento invitati riuniti nella sala da ballo del Wedding Inn.

    Suo fratello scrollò le spalle. Allora Dylan si avviò attraverso il salone di marmo e salì la scalinata che portava al piano superiore.

    La porta della suite matrimoniale era chiusa, ma il suono di risate femminili filtrava attraverso i battenti. Con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni neri, Dylan cominciò a camminare avanti e indietro lungo il corridoio, per ingannare il tempo nell’attesa che le ragazze uscissero. E fu così che udì le voci che provenivano dalla camera che di solito veniva messa a disposizione dei genitori dello sposo.

    «Ti è venuta qualche idea per affrontare... come hai detto che si chiama?» stava chiedendo Hannah.

    Incuriosito, Dylan si avvicinò con passi silenziosi.

    «R. G. Yarborough» rispose la voce di Cal in tono spiccio. «È di fondamentale importanza partire con il piede giusto» aggiunse con lieve impazienza. «Perciò mettiti una gonna. Corta...»

    Dylan si accigliò. Non gli risultava che Hannah usasse abiti così femminili.

    Hannah sospirò rassegnata. «E poi?»

    Dylan si appoggiò contro il muro. Perché suo fratello, il cui matrimonio navigava in cattive acque, avrebbe dovuto dare dei consigli ad Hannah su chi vedere e cosa indossare?

    «Probabilmente farà il difficile» continuò a spiegare Cal, come fa un allenatore con i suoi giocatori prima di un incontro impegnativo. «Ma se userai tutto il tuo fascino... dimostrando a Yarborough che sai quello che stai facendo...»

    Che sai quello che stai facendo? Gli occhi di Dylan si spalancarono davanti alle molteplici interpretazioni che si potevano dare a quel consiglio.

    «Quanti anni hai detto che ha?» intervenne Hannah.

    «Quarantacinque... cinquanta, immagino. Ed è sposato» aggiunse Cal in tono di avvertimento. «Perciò...»

    «Me lo ricorderò» promise Hannah.

    «Bene.» Cal sembrò sollevato. Ma secondo la modesta opinione di Dylan, ciò che suo fratello avrebbe dovuto provare era rimorso. Molto rimorso. Per aver organizzato qualcosa fra Hannah e un uomo sposato fin troppo vecchio per lei. Per l’amor del cielo! Possibile che Cal non avesse riflettuto sul fatto che Hannah era tutt’altro che esperta di uomini? Dylan non riusciva a ricordare che fosse uscita con qualcun altro oltre a Rupert Wallace. Se stare tutti e due con la testa infilata fra gli ingranaggi di un motore si poteva definire un appuntamento!

    «Allora, dove lo trovo questo tizio?» domandò Hannah.

    «Allo Sharkey’s Pool Hall di Raleigh. Tra un’ora.»

    Non certo la zona migliore della città. O il luogo d’incontro più elegante per una signora, pensò Dylan.

    «Se la prima impressione sarà positiva, forse ti porterà a casa sua direttamente da lì.»

    Prima impressione?, rimuginò Dylan incredulo. In che senso, prima impressione?

    «Alla moglie di Yarborough non darà fastidio?» indagò ancora Hannah, preoccupata e scettica insieme.

    «È fuori città» tagliò corto Cal. «Ha portato i bambini per due settimane in California per far visita a dei parenti.»

    Senza nessun sospetto su quello che stava per accadere alle sue spalle, scommise Dylan, ricordando con agghiacciante nitidezza come si era sentito lui a essere tradito nello stesso modo.

    «Quindi, in sostanza, avrei tutto questo tempo...»

    Ci fu una pausa densa di significato.

    E a quel punto, Dylan si azzardò a lanciare un’occhiata attraverso la porta socchiusa. Le luci non erano accese e la stanza era in penombra. Tuttavia, riuscì a individuare Hannah, appoggiata contro una parete, che guardava verso Cal. L’espressione sul suo volto era la stessa di quando doveva risolvere un problema meccanico particolarmente spinoso.

    «Hai detto che è ricco» mormorò in quel momento Hannah, socchiudendo gli occhi.

    Con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni da smoking, Cal scosse la testa disgustato. «Yarborough ha talmente tanti soldi da non sapere cosa farsene» replicò in tono altrettanto calcolatore. «Il che, ovviamente, rappresenta parte del problema. Se avesse un po’ meno...»

    Hannah annuì. «Avresti potuto trattare con lui con più facilità.»

    «Giusto.»

    Dylan si ritirò in fretta, temendo di essere scoperto, ma rimase in ascolto delle loro voci

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