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Nato per essere il numero 1
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Ebook48 pages30 minutes

Nato per essere il numero 1

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Fantascienza - racconto lungo (27 pagine) - Nel futuro le guerre di religione si combatteranno sul campo di calcio. Ma non saranno meno cruente.


In un imprecisato futuro, successivo agli accordi di pace conseguenti al termine della Terza Guerra Mondiale, le partite di calcio diventano vera e propria occasione di battaglia. Violenze e scontri di religione sono traslati sul rettangolo di gioco con una funzione catartica che esorcizza la rabbia popolare proiettandola sui giocatori. I confronti vengono arbitrati da uomini armati, e vanno in scena in campi delimitati da lingue di fuoco, contornati da tribune che riproducono lo stile delle arene romaniche. La morte è l’unica regola di queste partite. La vittoria è il responso di un volere divino che garantisce la superiorità di una religione sull'altra.

Jorge Campuita, disilluso e vecchio portiere consumato dai rimpianti e da un dolce passato evaporato nel nulla, ha l'ultima occasione per chiudere in grande stile la propria carriera.


Matteo Mancini nasce a Pisa nel 1981, dove si è laureato in giurisprudenza. È conosciuto soprattutto per la tetralogia dedicata al cinema western italiano uscita per Il Foglio con il titolo Spaghetti Western (2012-19). Ha inoltre pubblicato il volume I re senza corona della Formula 1 (2017) e l'antologia Sulle rive del crepuscolo (2011). Curatore di diverse antologie horror nonché ospite di diversi volumi dedicati al cinema italiano (tra i quali L'ultimo artigiano, Soprassediamo e Io Daniela), è stato selezionato in numerosi concorsi da Carlo Lucarelli, Edoardo Montolli, Gianfranco De Turris, Pietro Guarriello e Giovanni De Matteo. Collaboratore della rivista Zotique e del sito Club Ghost, , nel 2021 darà alle stampe un saggio sullo scrittore Libero Samale meglio noto, nella collana horror I racconti di Dracula, quale Frank Graegorius. Per Delos Digital ha in uscita la novella La Zona.

Si è dilettato inoltre alla regia e ha scritto diverse sceneggiature per corti e mediometraggi. Di recente è stato menzionato al Premio Hypnos ed è stato finalista al concorso “La Paura fa 90” al Fipili Horror Festival di Livorno. Gestisce due blog, uno dei quali dedicato all'ostacolismo ippico italiano.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJan 19, 2021
ISBN9788825413823
Nato per essere il numero 1

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    Nato per essere il numero 1 - Matteo Mancini

    9788825414448

    Il portiere su e giù cammina come sentinella. Il pericolo è lontano ancora, ma se in un nembo s’avvicina, oh, allora una giovane fiera s’accovaccia e all’erta spia.

    Umberto Saba, Tre Momenti

    Prologo

    Le mani stringevano una cenere che mai come allora si sarebbe potuta definire eterna. Scivolavano via, tremanti, in cerca di un qualcosa che non avrebbero afferrato, ma che speravano di aver seminato. Un qualcosa donato al profondo della terra, destinato a esser raccolto un giorno che sarebbe presto giunto. I movimenti erano lenti, teatrali, penalizzati da una fatica che il cervello non avvertiva e che la carne doveva sopportare.

    Le particelle della cenere accarezzavano i lembi della pelle lasciati scoperti dai guanti. I nervi erano presi da un dolore anestetizzato dalla narcosi che percorreva l’organismo e lo rendeva incapace di frustare il cervello. Una passione simile al delirio di un fedele avviatosi sulla via del martirio, una convinzione che prende le menti dei puri e le eleva a un livello su cui la morte non potrà mai salire.

    L’uomo era piegato in due, in ginocchio, col capo inclinato e la fronte posata sul campo di concentramento in cui era rinchiuso. Un rettangolo maledetto in cui molti avevano sputato sangue e ancor di più erano coloro che vi avevano lasciato l’anima. Uomini di ogni nazione, di ogni cultura, accomunati da una cosa: la condanna di saper giocare a calcio.

    Il pubblico di tutto il mondo reclamava le loro gesta. Doveva patteggiare per i vari beniamini, soffrire con loro, vederli morire, in nome di propagande che facevano dello scontro la prova della superiorità di un’etnia sull’altra, e infine eleggerli profeti di un credo che non ammetteva contestazioni.

    I polsi del martire si irrigidirono, le ossa scricchiolarono sotto la spinta dei tendini. Le forze lo stavano per abbandonare. I gomiti, gravati dal peso di un corpo torturato da ferite tanto profonde da tingere di rosso l’asettico scenario della morte, si

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