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Londra mum-friendly: Guida completa per mamme italiane a Londra
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Londra mum-friendly: Guida completa per mamme italiane a Londra

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About this ebook

Londra mum-friendly è una guida che si rivolge a tutte le donne e madri o mum-to-be di origine italiana che a Londra vivono o vorrebbero trasferirsi con la famiglia.
Nata dall'esperienza londinese dell'autrice a cavallo di sette anni (2007-2013), ci presenta, con uno stile discorsivo e a tratti ironico, tutte le informazioni che facciamo normalmente fatica a trovare, raccolte in un unico luogo.
Tappe fondamentali di questo viaggio alla scoperta della Londra family e child-friendly sono:
- come affrontare la gravidanza;
- le scelte da fare in vista del parto (con una presentazione delle strutture sia pubbliche che private);
- come e dove registrare una nascita ed ottenere i documenti necessari;
- come affrontare i primi mesi con il neonato (red book, vaccinazioni, svezzamento e autosvezzamento);
- diritti e benefit del governo britannico per la maternità e la famiglia;
- come vivere gli anni prescolastici (iscrizione alla nursery e la ricerca di childminder, nanny, baby sitter);
- struttura e tipologie del sistema scolastico inglese;
- come affrontare l'iscrizione a scuola (primary e secondary school);
- cosa fare con i bambini in una città vivace e multiculturale come Londra (zoo e city farm, parchi e playground, musica, teatro, ristoranti, sport, centri di aggregazione, biblioteche, negozi, ecc.).
Tutto questo visto attraverso gli occhi dell'autrice che a Londra ha passato i «sette anni più splendidi, impegnativi, divertenti e incasinati» della propria vita.
La guida si conclude con racconti, sensazioni e impressioni all'indomani della Brexit e cosa dobbiamo fare per prepararci a rimanere, sia in caso di soft Brexit che di hard Brexit.
LanguageItaliano
Release dateNov 9, 2020
ISBN9791220218092
Londra mum-friendly: Guida completa per mamme italiane a Londra

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    Londra mum-friendly - Dalia Marchesi

    Dalia Marchesi

    Londra mum-friendly

    Guida completa per mamme italiane a Londra

    Copyright © 2020 Dalia Marchesi

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o archiviata in un sistema di recupero né trasmessa in qualsivoglia forma o mediante qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, tramite fotocopie o registrazioni o in altro modo, senza l'autorizzazione scritta esplicita dell'autrice.

    Prefazione: Daniela De Rosa

    Illustrazione di copertina: Giada Marchesi

    UUID: 51fc454f-b5fc-47f9-a450-f6b724a52d98

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Sommario

    Prefazione

    Introduzione

    Capitolo 1. Future e neomamme

    Capitolo 2. Yummy mummies

    Capitolo 3. Londra per bambini

    Capitolo 4. Brexit: cosa succederà

    Capitolo 5. Sintesi di un'esperienza londinese

    Link utili

    Glossario dei termini utili

    Bibliografia

    L'autrice

    A mio marito e mia figlia,

    che hanno condiviso con me sette splendidi,

    impegnativi, divertenti e incasinati anni a Londra.

    Prefazione

    Ricordo che i primi giorni dopo il mio trasferimento a Londra, la sera andavo a dormire distrutta dalla fatica, anche quando la giornata non era stata particolarmente pesante. Le mie energie erano ridotte al lumicino e per un po’ non ho compreso il perché.

    Poi ho capito che parlare tutto il giorno una lingua non mia, cercare di entrare in una diversa mentalità, in una parola adattarmi, lasciava un segno nella mia mente e di conseguenza nel mio fisico.

    Lasciare il proprio Paese per un altro, sia questa una scelta voluta oppure obbligata da circostanze di varia natura, è sempre eccitante, ma anche un po’ traumatizzante. Ci sono una lingua nuova da imparare o praticare, nuovi usi, nuove leggi, nuove abitudini.

    E per quanto ci si possa buttare con entusiasmo nell’avventura, come ho fatto io che ho scelto Londra senza nessuna costrizione, i momenti di stanchezza o di sconforto sono sempre in agguato.

    Ancora di più per chi arriva in UK con figli piccoli o ancora da nascere e deve aggiungere, ai propri timori, anche quelli relativi al bambino, alla sua salute, alla scuola, all’integrazione con altri esseri umani in un Paese diverso da quello a cui si è abituate.

    Quando sono arrivata a Londra, i miei figli erano già alle elementari. E leggendo il libro di Dalia Marchesi quasi quasi mi spiace, perché sarebbe stato bellissimo avere una guida così precisa, puntuale, informata e attenta alla maternità in terra britannica.

    Non c’è argomento che non sia trattato, sviscerato, spiegato. Diciamo che più che una guida all’essere mamma in Inghilterra, questa è una tesi di laurea da 110 e lode.

    E dato che l’essere mamma è un lavoro a tempo pieno e molto, molto indeterminato, anche se i miei figli sono laureati, una sbirciatina a questo prezioso libretto, ogni tanto e quando necessario, gliela darò volentieri.

    Daniela de Rosa

    Ideatrice di

    http://www.permesola.com/

    Introduzione

    Ho vissuto a Londra per sei anni.

    Anni intensi, felici, bellissimi e faticosi, eppure passati in un soffio.

    Intensi perché Londra è una città capace di coinvolgerti profondamente, sia nell'amore sia nell'odio, e di solito più nel primo per chi decide di viverci. Felici perché è lì, in un lower ground floor di poco più di cinquanta metri quadri, ritagliato in una classica casa vittoriana con giardino all'inglese, che è nata la mia piccola famiglia. Faticosi perché Londra non è assolutamente una metropoli facile da vivere per le sue dimensioni e per la sua complessità.

    È allora, dopo qualche anno di vita londinese da mamma expat, che mi è balzata in testa l'idea di scrivere questa guida. Arrivata a Londra nel 2007 e catapultata subito nell'avventura della maternità, ho faticato un po', all'inizio, a reperire le informazioni di cui avevo bisogno. Trovandole nei posti più disparati (dai blog ai siti internet, dal passaparola degli amici agli uffici pubblici) avevo la sensazione che mancasse un compendio in grado di riunirle tutte. « Londra mum-friendly» nasce quindi dalla mia esperienza personale, dalle difficoltà incontrate, quando ancora non conoscevo nessuno e non capivo bene il londinese stretto; nasce dalle arrabbiature, dalla solitudine, dalla scarsità, superficialità e frammentarietà delle informazioni ricevute; nasce dalla fatica iniziale di comunicare in una lingua straniera che credevo di padroneggiare ma che all'inizio mi sembrava arabo, sanscrito, o un rap strano cantato a singhiozzo e a tratti strascicato. Ti sarai già accorta che il londinese, la lingua di chi nella metropoli ci è cresciuto, è una realtà a sé stante, fuori dai canoni, incomprensibile e indomabile se non dopo anni di onorata sopravvivenza in città. Non deprimerti se, appena arrivata a Londra, ti troverai a dover chiedere una decina di volte al tuo interlocutore excuse-me, may you repeat it, please? (e soprattutto, fallo senza vergogna) , o a rispondere fischi per fiaschi a una domanda che ti hanno rivolto: sappi che è normale e che non sei tu la bestia rara con i neuroni addormentati. Ci vorrà del tempo, certamente, prima di comprenderlo almeno al 90%, ma ci riuscirai. Anche se all'inizio ti sembrerà tutto ostico e difficile, se le strade di molti quartieri ti daranno la sensazione di sporco e non curato, se le casette a schiera vittoriane, che credevi così romantiche e fascinose, ti sembreranno malmesse e impraticabili, se troverai la moquette vecchia e macchiata nella maggior parte delle abitazioni. Non ti spaventare se i britannici ti sembreranno quasi inesistenti: è perché si concentrano solo in alcuni quartieri, spesso fuori città, a una notevole distanza. Non aver paura se l'organizzazione sociale, municipale e sanitaria ti risulterà incomprensibile. Non preoccuparti: nonostante tutto questo riuscirai a sopravvivere; e perché no, perfino a vivere la città con gioia!

    « Londra mum-friendly» vuole essere un'amica da tenerti in tasca nei momenti in cui non sai dove sbattere la testa o hai bisogno di essere presa per mano. Nasce per aiutarti ad affrontare l'esperienza totalizzante della gravidanza e della maternità in una città che non conosci, a gestire le scelte che riguardano i figli, la nursery, la scuola, la salute, i divertimenti, le attività per bambini e famiglie; a decidere cosa fare, visitare, vedere, dove andare e a chi rivolgersi in ogni circostanza; insomma, nasce come un piccolo libriccino su cosa sapere della città per affrontare la vita quotidiana di famiglia in una delle più grandi ed affascinanti metropoli del mondo. All'interno, oltre a tutte le informazioni necessarie, troverai i link ai siti di alcuni council (prendi sempre quello di residenza come riferimento), quello della NHS, ovvero l'organizzazione sanitaria nazionale, e, se sei in cerca di lavoro, quello degli uffici di collocamento britannici, i cosiddetti job centres.

    Con il tempo Londra ti entrerà nel cuore, per non andarsene più.

    Così, almeno, è successo a me.

    Londra: una città di quasi 9 milioni abitanti (soltanto nella Greater London), 32 boroughs più la City di Londra, un totale di 1577 km quadrati di estensione in cui si concentrano oltre 60 gruppi etnici, in cui si parlano circa 300 idiomi, in cui si trovano 6 aeroporti internazionali ed una metropolitana tra le più antiche ed estese al mondo.

    Abbastanza da far girare la testa.

    Un paese child-friendly

    Una delle playground recentemente rinnovate all'interno del Clissold Park.

    La Gran Bretagna è uno dei paesi child e family-friendly per eccellenza.

    Ma cosa si intende esattamente con questa terminologia?

    La parola stessa lo indica: child-friendly è comunemente tradotto da noi con l'accezione amico dei bambini (o, nel secondo caso, amico delle famiglie) e indica tutte quelle strutture attrezzate per la cura e l'intrattenimento dei più piccoli, dal baby changing alle aree gioco.

    Se è vero che i servizi pubblici in particolare sono un indicatore del grado di civiltà di un paese, l'Inghilterra e Londra la fanno da padrone. Di seguito alcuni esempi, solo per dare un'idea di come è recepita l'idea del child-friendly e di ciò che ho trovato vivendo lì sei anni all'epoca in cui in Italia ancora quasi non se ne parlava.

    Ogni locale, ristorante, bar, pub, museo o spazio pubblico ha i servizi igienici dotati di un'area per il baby changing: a Londra non ti ritroverai a fare le acrobazie in bagno per cambiare il pannolino al neonato o esibirti in evoluzioni creative su un tavolo improvvisato di fronte al pubblico in sala, come, purtroppo, talvolta, succede da noi in Italia a causa della carenza di bagni attrezzati.

    I musei, i castelli, i luoghi per le esposizioni temporanee - privati, pubblici o semi-pubblici - sono equipaggiati anche per l'intrattenimento dei più piccoli: spesso hanno una play-area che può essere angolo gioco, angolo lettura, angolo disegno o perfino angolo relax; mi è addirittura capitato di vedere alcune chiese con una zona dedicata ai bambini, tra le panche delle navate, con libri a tema religioso e pupazzi da coccolare durante la messa.

    I ristoranti, i pub, le grandi catene e tutti posti di ristoro hanno il child menu, insieme al quale forniscono in genere anche una tovaglietta e un kit per disegnare e colorare (utile strumento per tenere occupati i bambini a tavola, almeno per un po').

    I parchi pubblici e le aree verdi, che a Londra hanno una densità notevole - non a caso è considerata una delle metropoli più verdi d'Europa - hanno tutti un'area giochi funzionale, attrezzata anche per i disabili e spesso recentemente rinnovata.

    Eventi ed esposizioni particolari, a cui i bambini hanno accesso con biglietto ridotto, forniscono in dotazione all'ingresso anche un child kit, che di solito consiste in un foglio con domande, giochi e quiz per coinvolgerli nella valutazione ed osservazione della mostra: una sorta di percorso esplorativo per conoscere il tema dell'esposizione, insomma.

    L'esistenza dei family days, giornate riservate alle famiglie organizzate da musei, teatri, associazioni culturali e municipali, durante le quali i bambini vengono coinvolti in attività creative e ludiche.

    L'offerta culturale di una città come Londra è affascinante non soltanto per noi, ma anche per i nostri piccoli: dai teatri di burattini agli spettacoli di balletto, dai concerti di musica classica a carattere educativo alla messinscena di commedie e altri tipi di spettacoli. Il consiglio è di vivere queste esperienze come una delle meraviglie che la metropoli è in grado di offrire.

    L'esperienza della maternità e della vita di famiglia a Londra non è concepita come un momento da vivere chiusi tra le quattro mura di casa per paura di recare disturbo e imbarazzo, bensì un'esperienza piena che consente alle giovani coppie di continuare ad avere una vita sociale e culturale soddisfacente e a non rimanere isolati nella propria bolla casalinga. Una prospettiva completamente diversa da quella italiana, dove invece i neogenitori, in particolare le neomamme, rinunciano a qualunque tipo di divertimento perché circondate dalla famiglia (spesso anche troppo!) e molto prese dalla propria condizione di madri che accudiscono un neonato.

    Mamme inglesi e differenze culturali

    La maternità è un'esperienza universale. Così universale che accomuna persone di ogni luogo della terra: donne di lingua, cultura, nazionalità o religione diversa che ogni giorno partoriscono (o adottano) e crescono figli. Alcune di queste donne vivono e abitano a Londra, e condividono, spesso, le stesse problematiche, seppur con canoni culturali diversi.

    Il lato positivo dell'essere una mamma expat a Londra è proprio il fatto di non sentirti sola. Ciò non significa necessariamente integrazione, visto che le madri inglesi fanno spesso gruppo tra loro, ma l'internazionalità della metropoli ti aiuterà a vivere l'esperienza della maternità con un grande senso di libertà e di solidarietà reciproche, a trovare persone che senti vicine, che provano i tuoi stessi pensieri, gioie e difficoltà. In questo senso Londra accoglie, non rifiuta.

    Ma parliamo delle madri inglesi.

    Esistono differenze piuttosto grandi nel modo di concepire la maternità e la cura dei figli tra la cultura inglese e quella italiana. Sostanziali, direi. Eppure i loro figli sopravvivono, crescono e vanno a scuola con i tuoi.

    Se ti capiterà di frequentarle, nei corsi preparto, al parco o durante le centinaia di attività per neonati organizzate dalla NHS e dalle altre associazioni pubbliche e private che le gravitano attorno, ti accorgerai immediatamente dell'abisso culturale che vi separa. A te, madre italiana, rimane comunque addosso un po' di quel retaggio trasmessoci dalle nostre mamme e nonne (metti la canottiera che sennò prendi freddo, fai attenzione quando sali sullo scivolo, non ti sporgere troppo che cadi, ecc.). Loro, sportivissime nei loro abiti svolazzanti, hanno un atteggiamento di totale mancanza di ansia nei confronti dei figli. Il bambino «deve sperimentare i propri limiti» dicono (spesso anche troppo). Non importa se cade o si fa male, se prende il raffreddore perché non è coperto o se sparisce correndo dietro ad un piccione. Tutto serve a formarlo e a fargli capire - sulla sua pelle - cosa può o non può fare. Inconcepibile, per noi madri italiane un po' chiocce, vero?

    Dovrà passare del tempo prima di renderti conto che anche tu hai qualcosa da imparare da loro. Nel momento in cui questo succederà potrai ritenerti perfettamente integrata.

    Eccoti un assaggio di alcune differenze nell'approccio alla maternità che avrai sicuramente modo di osservare molto presto:

    la mamma inglese ha la tendenza a sottovalutare ogni tosse, raffreddore, febbre, o quantomeno a non dargli troppa importanza, tanto non è nulla e così i bambini si fanno gli anticorpi;

    il freddo: ti stupirà la sua impassibilità di fronte alle intemperie e l’abitudine radicata di scoprirsi braccia, gambe e piedi anche con temperature per te inaccettabili. Ma non hanno freddo?, penserai. No, gli inglesi non hanno freddo. O almeno, ne sono convinti. È per questo che forse li temprano fin dalla tenera età. Se ti dovesse capitare di vedere i piccoli in passeggino, in primavera o autunno, con gambe e piedini nudi di un colorito blu violaceo non ti preoccupare: li stanno irrobustendo per il futuro. Alla nursery farai molto probabilmente la figura della madre italiana ansiosa raccomandandoti cento volte con le insegnanti di mettere loro il golfino o la giacca nel caso in cui li portino all'aperto a giocare (pioggia o non pioggia); e il più delle volte lo dimenticheranno. La cosa migliore è insegnare ai tuoi figli a fare da soli, oppure temprarli come i veri britannici;

    i picnic al parco: sono una vera istituzione anche con la pioggia o con le temperature vicine allo zero. Dovrai abituarti, soprattutto in caso di gite scolastiche, perché cambiare programma a seconda della temperatura non è contemplato dalla scaletta scolastica inglese. Il consiglio in questi casi è solo uno: attrezzarti, a costo di portarti dietro una valigia e fare la figura della (solita) madre italiana;

    l'abbigliamento: una delle cose belle della metropoli è che nessuno ti giudicherà per come sei vestita. Potrai uscire in pigiama, con un vestito leopardato e ciabatte, con i leggings viola lucido e un top giallo canarino, coi jeans strappati e la pelliccia di visone: nessun problema, spazio alla fantasia! Anche vestirsi, a volte, è un optional: troppi strati addosso sembra che facciano male alla salute;

    se ti dovesse capitare che qualche mamma, all'uscita di scuola o da un qualche playgroup, ti dica con il classico aplomb inglese, We could meet us for a coffee, once, ricorda che quell' once non è necessariamente un invito per il giorno successivo, e probabilmente nemmeno per quello dopo. Sarà sempre troppo occupata per poter prendere un caffè con te;

    gli inviti: se intendi fare degli inviti per un Sunday lunch, un brunch o un birthday party, ricorda di mandarli con largo anticipo, almeno uno/due mesi prima; se la festa è all'aperto, ricordati di controllare il meteo e di avere sempre pronto un piano B in caso di pioggia;

    la cena: se ti sei messa d'accordo con qualche compagno/a di scuola per passare il pomeriggio insieme, se andrai a prenderlo/a intorno alle 5.30/6.00 pm lo troverai sicuramente già sazio di cibo, o più probabilmente un po' scosso dalla sostanziosa merenda che gli hanno propinato. «Mamma, mi hanno dato gli spaghetti!». Niente di trascendentale: si trattava della cena;

    ai giardinetti (o più propriamente playground), ti si presenteranno queste situazioni:

    - vedi qualche bambino fare cose un po' pericolose per la sua età; pensi che sia sfuggito alla vista del genitore, ma non è così: è tutto perfettamente sotto controllo. Loro (i genitori) sono solo più sportivi di noi italiani, se i bimbi cadono si faranno qualche livido e impareranno che quella cosa è pericolosa per loro;

    - sullo scivolo, sull'altalena o su qualunque altro gioco, i bambini fanno tutti ordinatamente la coda, mentre il tuo italianissimo infante cerca spudoratamente di superarla: verrà ripreso dagli altri e rimesso a posto, dato che qui iniziano presto la civile consuetudine che, scoprirai strada facendo, non è così malvagia come sembra;

    - vedrai qualche bambino in pianto che cerca disperatamente la mamma; probabilmente è lì intorno che chiacchiera con qualche amica o conversa tranquillamente al cellulare; fai educatamente compagnia al piccolo e dopo circa una mezz'ora la madre comparirà di nuovo assolutamente tranquilla e serena. Non aspettarti che ti ringrazi. Chiamerà il suo piccolo senza degnarti di un'occhiata e gli chiederà con britannico aplomb: «Where have you been, my little boy?».

    Al di là di queste differenze le altre madri saranno le tue migliori alleate e la fonte di informazioni più attendibile in ogni situazione. Fanne tesoro.

    A Londra puoi trovare diversi raggruppamenti di mamme italiane. Impossibile elencarli tutti, poiché ne nascono a dozzine ogni anno, ma cercando in rete Italian playgroups in London oppure nella tua zona di residenza, ne troverai sicuramente qualcuno. Recentemente è nato anche Italian Mums , un sito dedicato alla comunità italiana di Londra e centrato sulla maternità e la genitorialità.

    Rivolgendo lo sguardo alla comunità inglese, invece, è noto nel mondo e molto ricco di informazioni sul parenting il gruppo Mumsnet , una sorta di raduno virtuale che permette scambi di esperienze tra le madri di ogni nazionalità in territorio britannico. In fondo a questa guida trovi un elenco di tutti i gruppi sulla maternità, compresi i relativi link.

    Per gli italiani che vivono a Londra, o che hanno intenzione di trasferirvisi, segnalo anche: Londonita , Vivere a Londra , Italiani a Londra , Londra da vivere , il magazine Londra, Italia e la comunità internazionale di Internation .

    Capitolo 1. Future e neomamme

    L'Inghilterra è un paese solo apparentemente democratico. O meglio, democratico per alcuni aspetti (riconoscimento dei diritti, meritocrazia, assistenza sociale), ma estremamente classista per altri. In UK, in realtà, il divario sociale condiziona pesantemente la vita quotidiana; soprattutto a Londra, città metropolitana con un mercato immobiliare tra i più cari in Europa.

    Anche la cura della salute - che in alcune strutture della capitale raggiunge punte di eccellenza - rientra tra i privilegi di chi se lo può permettere, considerate le lunghe liste d'attesa della sanità pubblica e gli ingenti tagli finanziari fatti negli ultimi anni.

    Ma come affrontare, a Londra, l'iter della gravidanza e del parto?

    Ho avuto personalmente un'esperienza insolita, una gravidanza fatta a metà tra l'Italia e l'Inghilterra, poiché, avendo scoperto di essere in attesa appena arrivata a Londra e non conoscendo bene né il sistema né la lingua, ho preferito seguire il doppio iter: quello inglese e quello italiano. Ciò mi ha permesso di metterli a confronto, ma mi ha anche creato dosi di ansia non indifferenti, convincendomi a rientrare in Italia una volta vicina al

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