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Una sfida a 5 stelle
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Una sfida a 5 stelle

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About this ebook

“Una sfida a 5 stelle. Il rilancio degli imprenditori del TURISMO” svela l’innovativo metodo #RestartYourTravel: 5 step per il rilancio delle aziende del settore turistico.
Il libro è strutturato come un viaggio: un percorso che conduce alla rinascita delle attività turistiche in ottica 4.0 Partendo dalla ricerca dei punti di forza, comprenderai come distinguerti e sfruttare le tue doti per la rinascita dell’azienda. Definirai la strategia di marketing, fisserai gli obiettivi e gli strumenti per arrivare dritto al traguardo. Dando la giusta importanza alle emozioni. Una sfida a 5 stelle non significa lusso e first class, ma condurre un'esistenza gratificante, inseguire i propri sogni e lottare per realizzarli. A conclusione del testo avrai l’elenco completo di tutti i passi da seguire perché la tua attività turistica possa spiccare il volo. Azioni precise e concrete, esempi e consigli pratici, per ottenere risultati misurabili. Il libro è dedicato agli imprenditori del turismo, agenti di viaggio, tour operator, strutture ricettive, guide turistiche…
La lettura di questo libro sarà la prima pagina di un nuovo viaggio. Più centrato, consapevole e redditizio. Il ricavato della vendita degli ebook verrà interamente devoluto in beneficenza a Treedom per piantare un albero.
#RestartYourTravel
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateOct 29, 2020
ISBN9788831698153
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    Una sfida a 5 stelle - Giada Marabotto

    #RestartYourTravel

    CAPITOLO 1

    Tutto può succedere. E non puoi prevederlo.

    Ho salutato ancora una volta Nicole e sono andata a dormire.

    Ho la sensazione di aver perso la cognizione del tempo.

    Mi addormento ripensando agli ultimi anni e non riesco a fermare la clessidra dei miei pensieri: la nascita di mia figlia, il covid-19, il matrimonio, il lavoro.

    La mia vita.

    Mi ritrovo stanchissima, come se avessi passato sedici ore in ufficio, invece sono ferma ai box di casa, esattamente come tutti gli altri.

    Ecco!

    Arriva l’altro, il diverso da me eppure così simile; siamo tutti fermi a casa e il Coronavirus ci sta mettendo davanti ai nostri limiti, alla nostra umanità che abbiamo lasciato indietro, presi dai troppi impegni quotidiani.

    Filippo è mio marito, la nostra vita va a gonfie vele e l’arrivo della piccola Nicole ha contribuito a renderci maggiormente consapevoli del nostro rapporto, facendoci sentire realizzati come solo la nascita di un figlio è in grado di far percepire concretamente.

    Io avevo messo in fila tutte le mie priorità; posso affermare con certezza di aver sempre fatto tutti i compiti a casa e i risultati erano più che buoni, ci penso mentre mi ritrovo così con gli occhi socchiusi e confondo la vita con la notte… nelle turbe del sonno è subito un’altra realtà e arriva il sogno.

    Così, sto passeggiando per la strada e una piccola serie di curve precede lo Stop che mi obbliga a fermarmi al bivio che mi si presenta davanti.

    Mi fermo e penso che in fondo mi sembrava d’esser uscita solo per fare due passi: ma ho improvvisamente voglia di correre e scatto senza pensarci.

    La strada che da casa mi conduce alla piazza è deserta.

    Ogni giorno, camminando freneticamente per questo spazio, vedo volti sconosciuti che sembrano quasi essermi amici.

    I vicini di sempre non ci sono.

    Il panettiere, il rumore dei piattini da caffè del bar e tutti i piccoli dettagli di una domenica mattina da passeggio, svaniti.

    Sono sola e tutto è fermo, chiuso.

    Percorro la salita di casa correndo sempre più velocemente, con il cuore che accelera e batte sempre più forte, le gambe tremano, finalmente riesco a intravedere di nuovo casa mia e mi sento esausta ma felice, osservo la me stessa di un tempo prima di guardarmi giunta al traguardo.

    Eravamo tutti fermi, ma non sono riuscita a resistere e ho corso più che potevo, perché nella mia natura non esistono limiti.

    Ma finora ne abbiamo avuti anche troppi.

    Un soprassalto.

    Nicole piange.

    Io resto ferma, immobile, osservando il soffitto come nella più classica delle notti, realizzo l’irrealizzato.

    La mia vita era perfetta.

    Però tutto può succedere, non puoi prevederlo

    ma devi farti trovare preparata e reagire.

    Èquesto l’incipit del mio percorso fino a questo momento.

    Avevo dedicato moltissimo impegno e sacrificio a costruire da zero un’azienda, sana e forte, con un fatturato sempre crescente e un team validissimo. Nel 2018 ho deciso di investire in un ufficio tutto mio, nuovo e centrale. Il 2020 era cominciato alla grande, con una nuova assunzione e il cambio di tutte le attrezzature tecniche, forte dei numerosi contratti che avevamo già confermato e delle rosee prospettive di business.

    Poi un fulmine a ciel sereno: dal 24 febbraio le gite scolastiche sono state sospese e noi avevamo quasi 200 gruppi con i fornitori già saldati.

    Tutto il fatturato di inizio anno si è improvvisamente trasformato in un enorme debito,tutto sulle mie spalle.

    Clienti a cui dover rimborsare quanto incassato e fornitori non disponibili a restituire le somme che avevamo già pagato loro. Dipendenti a cui non poter dare più certezze e il futuro della mia azienda, faticosamente conquistato negli anni, che mi si sgretolava sotto i piedi.

    Una situazione surreale: tanto lavoro per vincere le gare d’appalto e organizzare i viaggi nei minimi dettagli e poi uno sforzo immane per cercare di recuperare quanto più possibile. Il personale da pagare, nonostante l’unico lavoro in quel momento fosse provare a ridurre le perdite.

    Incessanti telefonate, missive e problemi legali. Io che in dieci anni di azienda non avevo mai avuto bisogno di un avvocato.

    Dal 24 febbraio in avanti è iniziato il declino, il mondo si è fermato e nessun viaggio aveva più ragione di esistere. Né i viaggi d’istruzione né tutte le altre attività del mio tour operator. Tutto disdetto. Mesi di lavoro precedente andati in fumo e la prospettiva di quelli successivi a fatturato zero, ma con il fardello delle spese fisse sempre presente.

    In estate le attività commerciali sono pian piano riprese tutte, ma non i viaggi, con voli soppressi, frontiere chiuse e l’incubo della quarantena. E l’enorme incertezza su quando si potrà ritornare a viaggiare serenamente per il mondo.

    Io sono Giada e prima di essere una madre, un’imprenditrice, una moglie, in questo caleidoscopio di appellativi, sono soprattutto un essere umano, con pregi e difetti.

    Dobbiamo ripeterlo spesso a noi stessi quanto si possa essere umani e non infrangibili, quanto si possano avere delle crepe, imperfezioni nel nostro modo di essere.

    Quelle stesse crepe che cerco di riparare impegnandomi con curiosità e determinazione da sempre.

    Del resto, i giapponesi lo insegnano benissimo attraverso la nobile e millenaria arte del Kintsugi, che ci racconta la metafora della vita nella sua semplice essenza.

    Questa parola proviene da kin (oro) e tsugi (riunire, riparare, ricongiungere), significa letteralmente riparare con l’oro e rispecchia la tradizione del Sol Levante di non buttare un oggetto in ceramica che si rompe, ma nemmeno limitarsi a ripararlo.

    Una visione prettamente occidentale della vita ci insegna il consumo e l’abbandono di qualsiasi cosa sembri imperfetta.In Oriente, invece, tra quelle stesse crepe create dal caso si insinua oro colato per evidenziarne ancor di più la rottura, sottolineando il pregio della rinascita.

    Un modo per raccontare all’umanità come da ogni singola imperfezione o difficoltà della vita si possano cogliere smisurate occasioni di riscatto.

    Per andare oltre noi stessi e superare i nostri limiti, dobbiamo necessariamente imparare ad accettarne i contorni, ad affrontare le crepe della vita, a dar loro una nuova forma, perché l’oro scorre dentro di noi.

    Esattamente come nel Kintsugi, anche nelle nostre vicende quotidiane accadono cose che non possiamo prevedere, momenti che non possiamo programmare.

    Nelle mie lunghe nottate mi sono ritrovata a cercare una soluzione per tutto quello che mi stava capitando, dalla mia azienda alla gestione post pandemia della mia vita privata.

    Il Coronavirus stava rivoluzionando la mia concezione del lavoro, degli affetti e della realtà.

    Ho sentito dentro di me, inesorabile, una mancanza, come se il tempo mi stesse sfuggendo di mano, e quando questo si è fermato con il lockdown ho ritrovato, come una fenice, le mie forze, risorgendo dalle mie stesse ceneri.

    Durante questa lunga notte che ha rappresentato il mio stato interiore, ho trovato la chiave del successo, sono riuscita a riempiere d’oro tutte le crepe che avevo nascosto, convinta che la mia vita fosse perfetta.

    Ho deciso di raccontarvi come ho fatto.

    "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior"

    (Fabrizio De Andrè)

    Durante il lockdown, molti di noi sono inciampati in una serie di piccoli imprevisti quotidiani, situazioni semplici, ma che apparivano come inconvenienti enormi e insuperabili. Nel mio piccolo, oltre alle tante difficoltà legate alla mia attività imprenditoriale, ho dovuto letteralmente riorganizzare le mie giornate in funzione di Nicole e l’assenza di un sostegno nel quotidiano si è fatta sentire.

    All’improvviso sono rimasta sola, con le spalle scoperte, il telefono che continuava a squillare e l’agenda piena di impegni improrogabili, l’ansia per la salute dei miei cari e in più l’apatia della relegazione in casa.

    Un sentimento condiviso da molti, ma che ho saputo rivalutare e intendere come una risorsa.

    Come?

    Ho cambiato prospettiva.

    Ho iniziato a capire come ogni piccolo inciampo potesse essere un momento per fermarsi, respirare e ricominciare.

    In questo caos emotivo, la figura di mio marito ha giocato un ruolo fondamentale, confrontandomi con lui sono riuscita a far tesoro dei suoi consigli, uno su tutti.

    Per riflettere e avere un’idea brillante devi estraniarti dalla routine di tutti i giorni e avere la mente libera. Sfrutta questo strano momento a tuo favore.

    Da qui ho cominciato ad applicare la mia tecnica #RestartYourTravel, ovvero un metodo preciso per cambiare il proprio approccio non solo al lavoro, ma anche verso tutto ciò che riguarda la sfera privata.

    Bisogna scegliere di ricominciare il proprio viaggio o semplicemente rivedere la strada.

    Non possiamo incolpare gli altri oppure il fato per giustificare i nostri problemi o fallimenti.

    Da ogni condizione di fermo, stop e difficoltà può nascere un’opportunità, grazie alla meditazione e riorganizzando il tempo disponibile.

    Il tempo. La risorsa più preziosa che abbiamo.

    Il lockdown mi è stato fedele alleato e ho cominciato a ripensare le giornate, cercando di sfruttare al meglio le ore che dedicavo al lavoro grazie allo smart working e imparando a trovare il giusto equilibrio tra la mia vita pubblica e quella privata.

    Per farlo mi sono ispirata alle numerosissime situazioni di vita che ho letto qua e là sul web.Non mi sono fermata

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