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Stalin
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Ebook62 pages42 minutes

Stalin

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Per un quarto di secolo (1929-1953) Iosif Stalin è stato il padrone assoluto dell'Unione Sovietica. Dall'ufficio al Cremlino, o dalle dacie fuori Mosca dove spesso risiedeva, il dittatore gestiva con pugno di ferro ogni aspetto della vita sociale, sulla base di un'interpretazione estremistica e ultrasemplificata del marxismo. Ossessionato dall'idea di "nemici interni" pronti a tradirlo, Stalin instaurò un regime di terrore che non permise mai a nessuno dei suoi sudditi di sentirsi al sicuro. Si calcola che ben 60 milioni di persone incolpevoli abbiano subito i tragici effetti della discriminazione e repressione, fino alla pena capitale. Eppure, oggi in Russia sembra rifiorire il mito di Stalin quale figura storicamente "necessaria", che ha avuto quantomeno il merito di trasformare un paese arretrato in una superpotenza industriale in grado di affrontare e sconfiggere Hitler. Questa biografia ripercorre la vita del dittatore sovietico dagli anni del seminario di Tiflis alla rivoluzione d'Ottobre fino all'apogeo del potere. Ne delinea gli aspetti salienti della vita privata e pubblica ed evidenzia la complessità dell'uomo che ha affrontato e orientato eventi epocali che ancora oggi agiscono sugli asseti mondiali. -
LanguageItaliano
PublisherSAGA Egmont
Release dateSep 25, 2020
ISBN9788726561333

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    Stalin - Giancarlo Villa

    Stalin

    Copyright © 2020, 2020 Giancarlo Villa, Lucas Pavetto and SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726561333

    1. e-book edition, 2020

    Format: EPUB 2.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    SAGA Egmont www.saga-books.com – a part of Egmont, www.egmont.com

    1 – Il padrone del Partito

    16 ottobre 1952, riunione del Comitato Centrale del Partito Comunista Russo. (I dialoghi sono originali)

    L'atmosfera, nella Sala dove si svolgerà la riunione tra le principali cariche dell'URSS, è tesa. Gira voce che il Grande Compagno sia di pessimo umore: pare sia venuto a conoscenza di alcune discussioni private, all'interno del partito, riguardo una sua possibile sostituzione.

    Joseph Stalin entra in sala, in ritardo e taciturno, tra i soliti, fragorosi applausi. Applausi di terrore, non di ammirazione.

    Cos'è questo? scatta nervosamente Stalin. Una riunione del Comitato oppure uno spettacolo teatrale? Smettetela di fare tanto baccano e sedetevi!

    Tutti obbediscono senza fiatare. Molti dei presenti diventano immediatamente paonazzi in viso, mortificati, quasi fossero degli scolaretti. Nessuno osa muovere un dito.

    Dunque comincia Stalin. All'ordine del giorno vi sono due questioni. La prima è l'elezione di un nuovo Segretario Generale.

    E' proprio quello che tutti temevano. Stalin guarda i suoi uomini uno ad uno. Vi chiedo di liberarmi da questa carica, sono vecchio, ormai. Sono cresciuti dei dirigenti più giovani, più adatti. Propongo quindi di ascoltare i loro nomi.

    Il silenzio che ora avvolge la sala è di tomba.

    Malenkov, Molotov, Mikojan: tutte le cariche principali del partito perdono il poco colorito che gli è rimasto. Sanno che basterebbe una voce, una sola voce tra la folla, ingenua abbastanza da incitare il loro nome come possibile nuovo segretario, per segnare per sempre il loro destino.

    Dopo pochi secondi di tensione crescente, tuttavia, una voce dal fondo urla: non siamo d'accordo!

    No, non siamo d'accordo! grida qualcun altro. Vi sono pericoli ad oriente, pericoli ad occidente! Come faremmo senza di voi. Vi chiediamo di rimanere, compagno Stalin!.

    Vi chiedo di liberarmi… ripete di nuovo Stalin, ma poi si arresta, davanti al frastuono di voci che lo incita, che lo implora di restare. Passiamo dunque alla seconda questione.

    Vi è un grave sciscma interno al nostro partito Molotov, ad esempio, ha espresso posizioni antileniniste. Propongo di ascoltare cosa ha da dire ora.

    Prende la parola Molotov, tremante e bianco come un cadavere. S-s-sono s-sempre stato un felele a-allievo del Compagno Stalin…

    Stalin non ha allievi soltanto il compagno Lenin ne ha.

    Molotov si lascia cadere sulla poltrona, terrorizzato al punto da non essere in grado di continuare. Si guarda intorno, disperato, in cerca di qualcuno che lo aiuti, che parli in suo favore, ma trova solo sguardi bassi, volti paonazzi, terrorizzati.

    Nessuno interverrà in sua difesa. A che serve, dopotutto, sprecare fiato per un uomo morto

    Dalla morte di Vladimir Lenin, nel 1924, fino alla sua, avvenuta nel 1953, Joseph Stalin non è stato soltanto il capo politico dell'Unione Sovietica; ne è stato la quintessenza. Nessuno, tra gli altri membri della classe dirigente sovietica, aveva davvero un ruolo decisionale, nessuno poteva prendere iniziative che non fossero state pensate o almeno approvate dal Grande Compagno. Forse nemmeno Adolf Hitler, in Germania, arrivò mai ad accentrare così tanto il potere

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