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Extrema ratio
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Extrema ratio

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Spionaggio - racconto lungo (35 pagine) - La Guerra Fredda non è mai esistita!


Helsinki, 1990, Roberto Bonera, deve sondare la possibilità di un riavvicinamento della Finlandia al blocco occidentale. Viene avvicinato da Sanna, una squillo che si rivela una defezionista della Loggia, organizzazione segreta che mira a destabilizzare l’ordine mondiale. La ragazza ha materiali estremamente scottanti da vendere.


Errico Passaro è nato nel 1966 a Roma, dove lavora come colonnello commissario dell’Aeronautica Militare. Giornalista pubblicista, ha collaborato con oltre 1800 fra saggi e recensioni a pubblicazioni professionali. Come narratore ha pubblicato i romanzi Il delirio (Solfanelli, 1988), Nel solstizio del tempo (Keltia, 1992, con R. Genovesi), Gli anni dell’Aquila (Settimo Sigillo, 1996), Le maschere del potere (Nord, 1999), Il Regno Nascosto (Dario Flaccovio, 2008, con G. Marconi), Inferni (Bietti, 2010), Zodiac (Mondadori, 2010), La Guerra delle Maschere (Mondadori, 2012), Mondo Fabbrica (Homo Scrivens, 2013), LEX – Inverno arabo (Mondadori, 2014), LEX – Bomba Umana (Mondadori, 2017), LEX – Tolleranza Zero (Mondadori, 2018), LEX – Le Biblioteche Profonde (a puntate su La biblioteca di via Senato, 2015-2019), Pianeta di sangue (Elara, 2020) e L’Arca della Civiltà (Tabula Fati, 2020), nonché oltre 130 racconti sui periodici e antologie.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateOct 27, 2020
ISBN9788825413496
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    Extrema ratio - Errico Passaro

    9788865305324

    Non si sa nulla della vera storia degli uomini, perché tutto ciò che è interessante accade nell’ombra

    Louis Ferdinand Celine

    Il diritto è terribile come la vita

    Salvatore Satta

    1

    Helsinki, 25 giugno 1990, ore 20.00

    Le spie sono come i funghi: vivono lontano dagli sguardi e spesso sono tossiche.

    A questo pensava Roberto Bonera, capitano dell’Aeronautica Militare in incognito, mentre passava i controlli di frontiera all’aeroporto Vantaa di Helsinki. Non si aspettava problemi da parte del funzionario addetto, ma lo spionaggio non era una faccenda per signorine e le sorprese erano sempre dietro l’angolo.

    Il funzionario alzò gli occhi dalla foto del passaporto di Bonera e la confrontò con il titolare in carne e ossa.

    Bonera aveva una certa qual presenza scenica. La mamma e il papà gli avevano dato fattezze virili e muscoli a vista sul petto ben sagomato. I capelli, divisi da una scriminatura precisa, viravano precocemente al grigio. Nel viso scoglioso gli occhi nereggiavano, profondi e espressivi, dietro le lenti fotocromatiche degli occhiali. Le labbra si arruffianavano sempre il prossimo con un sorriso grande così. Come tanti italiani, poteva passare credibilmente per un turista in cerca di avventure erotiche nell’Estremo Nord.

    Il funzionario gli riservò lo sguardo sospettoso d’ordinanza, poi gli restituì il documento e fece segno di avanzare al passeggero successivo.

    Ce la potevamo risparmiare, tutta questa manfrina…

    Era atterrato alle 17.30 locali su una pista secondaria, alla cloche di un Falcon 50 decollato dall’aeroporto di Ciampino. L’aereo non aveva un numero di registrazione ed era immatricolato solo con la sigla I-FICV.

    Vale a dire Fatevi I Cazzi Vostri, ridacchiò Bonera tra sé.

    Il velivolo apparteneva alla flotta della Compagnia Aerea Italiana, per gli amici Air Spioni. Società di copertura classificata formalmente come attività economica simulata, scomparsa dai registri ufficiali delle imprese. Figlia non riconosciuta nata dalla copula dell’ammiraglio Hanke e del generale Miceli.

    I finlandesi ci aspettavano. Potevamo ben passare da un varco secondario senza tante storie.

    Gli avevano spiegato che una procedura riservata, paradossalmente, avrebbe dato più nell’occhio: meglio transitare alla luce del sole, mescolandosi ai normali viaggiatori. Non individuò segni di sorveglianza attiva, ma era certo che più avanti sarebbero spuntati fuori fin troppi osservatori: Helsinki era diventata un crocevia di servizi segreti, altro che Berlino.

    Il Muro è appena caduto, ma qui circolano ancora più agenti del KGB che alla Ljubanka.

    Non era il caso di informarli della delegazione italiana in visita decisamente ufficiosa. E neppure quelli del SUPO, i servizi segreti locali, anche se erano abituati a monitorare i comunisti del posto, oltre ai funzionari sovietici in libera uscita per spendere soldi illegali in valuta nel Paese dei Balocchi.

    Ma pappa e ciccia con KGB e GRU.

    Assignment 25 era il nome in codice di una missione di cui nessuno avrebbe parlato: il gruppo, composto da funzionari del SISMI di medio livello, era incaricato di sondare la possibilità di un riavvicinamento della Finlandia al blocco occidentale dopo decenni di sudditanza politica all’URSS, che l’aveva resa di fatto un Paese-satellite anche se non c’erano in giro carri armati con la stella rossa. Volevano giocare di anticipo rispetto all’incontro Bush-Gorbaciov che si sarebbe tenuto proprio a Helsinki di lì a qualche mese.

    Spionaggio, mistero senza fine brutto, amava ripetere il suo direttore di

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