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La lezione di tedesco - Racconto erotico breve
La lezione di tedesco - Racconto erotico breve
La lezione di tedesco - Racconto erotico breve
Ebook81 pages1 hour

La lezione di tedesco - Racconto erotico breve

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About this ebook

Per Alex le lezioni di tedesco sono le peggiori e le migliori della settimana. Il desiderio che prova per il suo insegnante, affascinante ma molto più vecchio di lei, rende difficile a questa studentessa modello di concentrarsi. Il fatto che la tratti come qualsiasi altro studente non le impedisce di fantasticare. Dopo l'ultima lezione in un pomeriggio caldo e afoso, si ritrova sola in classe con lui: questa è la sua occasione, ma troverà il coraggio di mostrargli cosa prova davvero?-
LanguageItaliano
PublisherLUST
Release dateOct 28, 2020
ISBN9788726386653

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    La lezione di tedesco - Racconto erotico breve - Vanessa Salt

    Vanessa Salt

    La lezione di tedesco

    LUST

    La lezione di tedesco

    Original title:

    Tyskalektionen

    Translated by: Emma Ericson

    Copyright © 2020 Vanessa Salt and LUST, an imprint of SAGA, Copenhagen

    All rights reserved

    ISBN: 9788726386653

    E-book edition, 2019

    Format: EPUB 3.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    La lezione di tedesco

    Alzo la mano.

    Nessun altro? Peter dà un’occhiata alla classe. Keiner?

    Agito la mano più in alto che posso. Ho dolore alla spalla e anche il gomito sta iniziando a farmi male. Mi sposto di lato, tenendo la mano ancora ben alta e fisso Peter. Il mio banco si sposta di un paio di centimetri stridendo sul pavimento. La classe odora di gomme, matite e sudore essendoci ventitré persone che respirano in una stanza quasi senza ricambio d’aria.

    Dietro le tende color vomito il sole cocente fa del suo meglio per riuscire a entrare. L'aria è umida, calda e densa. Le pareti sono tappezzate di immagini e diagrammi, dipinti e racconti brevi scritti al computer. Alcuni sono macchiati, altri strappati. Gli scaffali sono talmente strapieni di roba che potrebbero rompersi da un momento all'altro. Sono sorpresa che non si lamentino. Interminabili file di libri rossi, gialli e multicolore ormai completamente sbiaditi da anni di usura. Carte ovunque, alcune nuove e altre usate, altre ancora accartocciate in palline.

    È bello tenere il braccio sollevato, far prendere un po’ d’aria alla mia ascella. Sono felice di aver indossato la canottiera oggi, non vorrei ritrovarmi con macchie di sudore sui vestiti. Non durante la lezione di tedesco… La lezione di tedesco è sacra.

    Tara e Alice si voltano, mi guardano e sussurrano qualcosa. I loro capelli sono lisci e neri, i loro nasi sono leggermente rivolti all’insù e il loro lucidalabbra profuma di lamponi. Arricciano le labbra. Le loro camicette non hanno nemmeno una piega e le loro scollature sono profonde come il Grand Canyon. Il potere del silicone… Normalmente si siedono in fondo all'aula, ma questa volta Peter le ha costrette a stare davanti intimandogli di prestare attenzione se intendono raggiungere la sufficienza. È strano, non sono abituata ad avere gente seduta di fronte a me.

    Ahlgren? Flink? Peter lascia vagare lo sguardo nella classe, ma sembra che non mi veda, come se fossi trasparente. Julin?

    Tutti gli studenti sospirano e si lamentano, mentre sventolano fogli di carta davanti al viso per ottenere un po' di sollievo dal caldo. La maggior parte di loro sembra farsi piccola sulla sedia, sforzandosi di non attirare l'attenzione. Alcuni giocano con le penne e fissano i loro piedi, altri sbadigliano. Sguardi sognanti vengono lanciati in direzione delle tende. Sembra che Kim stia dormendo. Stiamo per finire per la giornata e Peter si sta lentamente arrendendo, le sue spalle si rilassano e guarda dalla mia parte. Mi fa male il braccio, si è intorpidito. È ancora alzato? Sembra proprio di sì, ma non riuscendo più a tenerlo dritto ormai pende da un lato. Ferito in un incidente in classe. Arriverà a quel punto prima che possa rispondere? Dovrei davvero essere punita per essere l'unica che studia? Il tedesco è divertente, la miglior materia di tutte. Avrei sostenuto più esami e fatto più lezioni se solo avessi potuto. I compiti sono troppo facili e i miei compagni sono troppo stupidi. Siamo all’ultimo anno di liceo e studiamo il tedesco da un sacco di tempo, è imbarazzante che solo io conosca la risposta. Tanto meglio, ho l’occasione di mettermi in mostra davanti a Peter.

    Si volta verso di me. Finalmente!

    Jensen?

    Sentire la sua voce pronunciare il mio nome invia una scossa attraverso il mio corpo. Una tensione elettrizzante. Vorrei che mi chiamasse Alex, non so perché continui a chiamare le persone con il loro cognome. In realtà non penso mi dia fastidio, vorrei solo sentirlo dire il mio nome. Almeno una volta, vorrei che dicesse il mio vero nome, vorrei solo sapere come suona. Lo pronuncerebbe in modo delicato, bello e soave? Vorrei che la sua lingua potesse percorrere le sillabe, cantarle e accarezzarle. Forse lo direbbe con un accento tedesco, freddo e secco?

    Adesso potrei abbassare il braccio e dargli la risposta. Stupirlo con le mie conoscenze… allora perché non lo faccio? Perché non riesco ad aprire la bocca, inspirare e produrre neanche una parola? Il mio corpo non collabora.

    Peter alza le sopracciglia bionde. Non voleva rispondere, Jensen?

    Sì, sì, lo volevo. Non riesco a guardarlo.

    Perché ci sta mettendo così tanto tempo? Adesso ha socchiuso le palpebre.

    Perché mi lasci senza parole. Perché sei attraente… Splendido. È da molto che lo penso. Bene, come si dice in tedesco? Du bist so wunderbar. Ich bin in dich verliebt.

    Non capisce, non sembra cogliere il mio desiderio. Se non hai una risposta passiamo oltre.

    Vedo gli altri guardarmi con la coda dell'occhio. Tara e Alice che si trovano di fronte a me ridacchiano come piccoli topolini. Kim sussulta, si sveglia e si guarda intorno mentre si stropiccia gli occhi e sbadiglia.

    Wow!, borbotta qualcuno, si è addormentata?

    Finalmente la secchiona sta zitta.

    Terra chiama Alex.

    Gli occhi di Peter. Guardo dritto nei suoi occhi freddi, grigi e quasi metallici. Mi perdo riflettendo sul loro colore… sono davvero azzurri? Un raggio di sole si fa strada attraverso le tende. Quando la luce colpisce il suo viso gli occhi sembrano decisamente blu, come l'acqua in un gelido lago d'inverno o come il cielo in primavera. Dolci e delicati, decisi, ma al contempo fragili… potrei romperli con un solo respiro, come ghiaccio sottile sotto gli stivali invernali. Tuttavia sono anche fermi, come un vetro resistente che dovrei sfondare con forza.

    Jensen? Pensavo conoscesse la risposta.

    Sì! Sussulto. Lascio cadere il

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