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Un mese per innamorarsi (eLit): eLit
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Un mese per innamorarsi (eLit): eLit

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Spose a 18 carati 2
Un matrimonio a Las Vegas con il suo migliore amico, dopo una riunione di ex compagni di scuola, non è esattamente il matrimonio che Amelia Kennedy aveva sognato. Così, tornata a casa, decide che la cosa migliore è annullare quelle nozze affrettate. Solo che Tyler non ha intenzione di rinunciare a lei tanto facilmente e le propone una convivenza di trenta giorni in modo da corteggiarla. Basterà un mese per innamorarsi e decidere di passare una vita assieme?
LanguageItaliano
Release dateNov 2, 2020
ISBN9788830521469
Un mese per innamorarsi (eLit): eLit

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    Un mese per innamorarsi (eLit) - Andrea Laurence

    978-88-3052-146-9

    Prologo

    «Ti va di tagliare la corda?»

    Amelia Kennedy si voltò e incontrò gli occhi blu ghiaccio del suo migliore amico, Tyler Dixon. Certo che le andava; non vedeva l'ora di essere salvata. «Molto volentieri» acconsentì senza esitare.

    Si alzò da tavola e accettò la mano che lui le offriva, felice di seguirlo fuori del privé, di attraversare la sala giochi e uscire verso le luci scintillanti del Las Vegas Strip, il famoso boulevard della capitale del divertimento, costellato di hotel e casinò.

    Le bastò respirare l'aria fresca del deserto per sentirsi meglio. Come aveva fatto a pensare che quella rimpatriata di ex compagni di scuola potesse essere divertente? Si era ritrovata in una sala gremita di persone che non le erano mai state granché simpatiche e che si davano un sacco di arie per i successi personali conseguiti dopo il diploma. Per quanto non le importasse nulla di ciò che aveva fatto della sua vita Tammy Richardson, ex cheerleader, oca giuliva e ragazzina viziata piena di sé, a furia di ascoltare le sue vanterie aveva cominciato a provare sempre meno entusiasmo per ciò che aveva conseguito lei.

    Il che era un'assurdità. Amelia era comproprietaria di una fiorente agenzia che organizzava matrimoni di gran classe, ma la mancanza di un anello al dito e delle foto di qualche bel marmocchio sul telefonino, l'aveva fatta sentire a disagio per tutta la serata. Nel complesso, tutto il viaggio a Las Vegas si era rivelato un flop, tempo prezioso rubato alle sue già limitate vacanze.

    O meglio, non proprio tutto. Era stato bello rivedere Tyler. Erano grandi amici dal primo anno delle superiori, anche se negli ultimi tempi, per via dei rispettivi impegni di lavoro, erano stati fortunati se si erano visti una volta all'anno. Quella riunione era stata una buona scusa per riabbracciarsi.

    Camminavano lungo il marciapiede, mano nella mano, senza una meta precisa. Non importava dove fossero diretti. Via via che si allontanavano dal raduno dei loro ex compagni di scuola, l'umore di Amelia migliorava. O magari era la tequila che cominciava a fare effetto.

    Un cupo brontolio catturò la loro attenzione e si fermarono davanti al Mirage a osservare la spettacolare simulazione di un'eruzione vulcanica, con tanto di lava e fiamme vere, in programma ogni quarto d'ora.

    Si appoggiarono alla balaustra e Amelia sospirò soddisfatta, la testa posata sulla spalla di Tyler. Quanto le era mancato stare un po' con lui. Era come se in sua compagnia tutto sembrasse più bello. Si sentiva rilassata, a suo agio fra le sue braccia, come non le era mai capitato con nessun altro uomo.

    «Meglio?» le chiese.

    «Decisamente. Non ce la facevo più a guardare foto di matrimoni e di bebè.»

    Tyler allungò un braccio attorno alle sue spalle, proteggendola dall'aria fresca del deserto. «Queste riunioni vanno così, si sa.»

    «Sì, ma non immaginavo che mi sarei sentita...»

    «Una professionista di talento, realizzata nel suo lavoro, e nel pieno controllo del suo destino?»

    Amelia sospirò. «Mi veniva di più in mente l'immagine di una donna triste e sola che inanella un fallimento sentimentale dietro l'altro e si ritira a casa, la sera, dai suoi gatti.»

    «Smettila» la redarguì Tyler in tono severo. Si girò verso di lei e le agganciò il mento con un dito, costringendola a guardarlo dritto negli occhi. «Sei bella e brava, e qualsiasi uomo sarebbe felice di averti al suo fianco. È solo che non hai ancora trovato la persona giusta, tutto qui.»

    Era indubbiamente un pensiero carino, ma non cambiava il fatto che erano anni che andava a caccia dell'uomo dei suoi sogni, senza trovarlo. «Grazie, Ty» disse comunque, mentre gli cingeva la vita e seppelliva il viso nel bavero della sua giacca.

    Lui la teneva stretta a sé, il mento poggiato sulla sua testa. Era un abbraccio innocente, uno di quelli che si erano scambiati così tante volte. Eppure, quella sera, rifletté Amelia, c'era qualcosa di diverso. All'improvviso, sentiva il movimento dei solidi pettorali di Tyler sotto la camicia. Il profumo della sua colonia le titillava l'olfatto, un aroma familiare e al tempo stesso così seducente. Le faceva venire voglia di premere il viso contro il suo collo e annusare la sua pelle. Oppure sfregare il palmo sulla mascella ruvida.

    Una vampata di calore investì le guance di Amelia, e non aveva nulla a che vedere con le fiamme che si innalzavano dalle acque davanti a loro. Era un calore che le si sprigionava dal ventre, un desiderio che le cresceva da dentro. Conosceva bene quella sensazione, solo che non l'aveva mai associata a Tyler.

    Lui era il suo migliore amico. Nient'altro.

    Tuttavia, in quel momento, si rese conto di volere di più. Voleva che lui le dimostrasse non solo a parole, ma anche con la bocca e con le mani, quanto bella e brava riteneva che fosse. Era un pensiero pericoloso, eppure non riusciva a levarselo dalla testa.

    «Ti ricordi la sera dei diplomi?»

    «Certo» rispose, staccandosi da lui per porre fine al destabilizzante contatto fisico. Come poteva dimenticare quella serata. Erano riusciti a svignarsela dai festeggiamenti di gruppo e ad accamparsi nel deserto per la notte. «Abbiamo bevuto un sacco di quel vino fresco e siamo rimasti svegli per ore a guardare le stelle cadenti.»

    «Te lo ricordi il nostro patto?»

    Amelia ripensò a quella notte, i dettagli annebbiati dal tempo e da qualche bicchiere di troppo. Ricordava che si erano promessi qualcosa. «Più o meno. Rinfrescami la memoria.»

    «Ci siamo giurati che se non fossimo stati sposati alla riunione di classe dei dieci anni dal diploma, ci saremmo sposati io e te.»

    «Oh, sì.» Il ricordo affiorò nitido. Nella loro mente di diciottenni, avere ventott'anni significava essere alla soglia della vecchiaia. Se non si erano sposati per quell'età, voleva dire che erano spacciati. E così, avrebbero generosamente salvato l'uno e l'altra da un'esistenza di solitudine. «Ventott'anni non sono tanti, ma alle volte mi sento la persona più vecchia e con la vita più noiosa che conosca. Lavoro, solo lavoro. Mai uno svago, un'avventura come quelle che vivevamo un tempo.»

    Tyler la scrutò, pensoso.

    «Sei pronta per un'eccitante avventura, stasera? Ti garantisco che ti solleverà alla grande il morale.»

    Non chiedeva di meglio. Una serata di quelle che sarebbero rimaste nella storia. «Prontissima. Che cosa hai in mente?»

    Tyler sorrise e la prese per mano. Il contatto le scatenò una serie di piccoli brividi lungo il braccio che si diramarono per tutta la schiena. In quel momento capì che avrebbe acconsentito a qualunque cosa, se lui avesse continuato a sorriderle in quel modo.

    A quel punto, Tyler si piegò su un ginocchio e lei si rese conto che stava per succedere qualcosa di eclatante, che andava al di là di ogni previsione.

    «Amelia, mi vuoi sposare?»

    1

    «Amelia, ti prego» incalzò Gretchen, «non dirmi che ti sei sposata in una di quelle cappelle superkitsch di Las Vegas!»

    Amelia prese un bel respiro e annuì lentamente. Aveva lo stomaco sottosopra, riuscì comunque ad articolare una frase di senso compiuto.

    «È proprio così, invece. È tutto molto confuso nella mia mente, tuttavia so per certo di essermi svegliata sposata con il mio migliore amico.»

    «Aspettate un attimo» intervenne Bree, alzando le mani con aria interdetta. «Avete detto sposata, ho capito bene? Spo-sa-ta

    Amelia guardò le sue socie nonché amiche di vecchia data, incerta se ripetere o no le parole. Aveva già fatto uno sforzo enorme a pronunciarle. Era stato come ammettere per la prima volta ad alta voce, e in maniera inequivocabile, ciò che era realmente successo. Le ultime settimane erano come un sogno confuso nella sua memoria, ma con Gretchen e Bree che la scrutavano come se le fosse spuntata una seconda testa, tutto, improvvisamente, era diventato reale.

    «Diciamo che la rimpatriata con i miei ex compagni di scuola delle superiori non è andata come avevo immaginato» spiegò. «Pensavo che tornare a Las Vegas sarebbe stato piacevole, poi tutti, però, hanno cominciato a sfoderare le foto del loro matrimonio, dei loro figli...» La voce sfumò.

    La triste condizione della sua vita sentimentale l'aveva gettata in uno stato depressivo, quella sera. In dieci anni aveva collezionato solo storie senza importanza. Lei ci metteva tutto l'impegno, solo che non aveva fortuna in campo sentimentale. Cercava il grande amore e si rifiutava di accontentarsi di qualcosa di meno. Solo che trovarlo sembrava un'impresa impossibile.

    I ritmi massacranti del suo lavoro, poi, non la favorivano di certo. Negli ultimi anni si era dedicata anima e corpo all'attività che lei e le sue amiche avevano creato dal nulla, la Spose a 18 carati. Gestire un'agenzia che organizzava matrimoni di un certo livello era un lavoro stressante, e allestire un banchetto di nozze – l'ambito di competenza di cui si occupava lei – non era una passeggiata. Tra degustazioni di menu, tutto il lavoro di preparazione, la torta nuziale, il giorno del matrimonio in sé e per sé era l'ultimo dei problemi. Amava il suo lavoro, tuttavia le lasciava ben poco tempo da dedicare alla ricerca del grande amore e alla creazione di quella famiglia che da sempre sognava.

    Aveva solo ventott'anni e non poteva certo definirsi una zitella. Invece era andata a quella riunione e aveva scoperto che in campo sentimentale l'avevano battuta tutti. Persino quel goffo e imbranato di Dave Simmons si era presentato con una moglie, quando nessuno avrebbe scommesso un centesimo che sarebbe riuscito a trovare uno straccio di donna. Neppure la presenza di Tyler, single come lei, era riuscita a tirarla su di morale. Lui lo era per scelta, troppo felice di rivestire il ruolo di uomo in carriera in giro per il mondo per accollarsi il peso di un legame sentimentale importante.

    «Mi sentivo così triste. Il mio migliore amico, Tyler, continuava a portarmi da bere, finché alla fine non abbiamo deciso di lasciare gli altri per fare una passeggiata.»

    «Salta direttamente alla parte in cui siete andati a sposarvi» la incalzò Gretchen, con un'espressione che era un misto di stupore e contentezza su quel suo viso angelico. Adorava vivere le emozioni per interposta persona.

    Amelia scosse il capo. «È tutto molto confuso nella mia mente. Tyler mi ha ricordato quella stupida promessa che ci eravamo scambiati alla festa dei diplomi. Giurammo che se non fossimo stati sposati alla riunione di classe dei dieci anni dopo il diploma, ci saremmo sposati io e lui.»

    «E quindi... Non dirmi che...» Bree sgranava sempre più i suoi grandi occhi azzurri.

    «Ci siamo sposati.» Amelia aveva difficoltà anche lei a crederci. Quando si era svegliata, il mattino seguente, con un enorme diamante al dito e un uomo nudo nel letto, aveva avuto la conferma alle sue paure. Non era stato solo un sogno. Si era davvero sposata con il suo migliore amico.

    «Lo abbiamo fatto tanto per ridere. Una specie di bravata, un colpo di testa per animare una serata noiosa. Credo che Tyler abbia voluto sollevarmi il morale, proponendomi di sposarci per non farmi più sentire l'unica single del gruppo. A me, in quel momento, forse perché non ero così lucida per via dell'alcol, era sembrata una buona idea.»

    «Sposarsi lo è sempre» osservò la romantica Gretchen con aria sognante.

    «Che cosa vi siete bevuti?» la redarguì Bree attonita, mettendo da parte la rivista di

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