La strega è mobile (Trixie Pepperdine Mystery, #5): Trixie Pepperdine Mystery
Di Morgana Bell
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Info su questo ebook
Tra il lavoro, le lezioni di magia e la sua nuova famiglia non convenzionale, alla fine forse, riuscirà a ottenere l’appuntamento che il suo detective “preferito” continua a prometterle.
Il tempo sta per scadere, e Trixie dovrà mettere alla prova le sue abilità magiche per scoprire la vera identità del rapitore.
Serie Trixie Pepperdine Mystery
Strega per caso - Libro 1
Un tocco di magia - Libro 2
Strega in libertà - Libro 3
Il colpo della strega - Libro 4
La strega è mobile - Libro 5
Strega si nasce - Libro 6
Vita da strega - Libro 7
Processo alla strega - Libro 8
Strega per sempre – Libro 9
Strega superstar – Libro 10
Attenti alla strega - Libro 11
La notte della strega – Libro 12
Attacco alla strega - Libro 13
Morgana Bell
Sono nata a Milano e sono cresciuta in un mondo di libri. Mia madre era una lettrice vorace e mi ha trasmesso il suo amore per la narrativa. I miei primi ricordi sono: io con un libro in mano o mentre disegno con le matite colorate, per ore intere. Ho scritto il mio primo romanzo quando avevo vent’anni, ma l’amore per la pittura mi ha portato a studiare arte. Ho frequentato l’Accademia di Brera a Milano, ma poi ho proseguito per altre strade. Durante gli anni ho continuato a dipingere e a scrivere, ma non ho mai pensato seriamente a fare pubblicare i miei lavori. Fortunatamente, quando mi sono decisa a farlo, nel 2012, Amazon ha consentito agli scrittori come me di pubblicare i propri romanzi. E lo stesso è successo con gli altri rivenditori come Apple, Google e Kobo che hanno aperto le loro porte agli autori. Quando non sto scrivendo, dipingo e leggo. Adoro gli animali e mi piace viaggiare.
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Anteprima del libro
La strega è mobile (Trixie Pepperdine Mystery, #5) - Morgana Bell
Bell
Capitolo 1
––––––––
Lo hai fatto di nuovo,
dissi, cercando di sembrare il più seccata possibile.
Che cosa ho fatto?
Vivian mi guardò innocentemente.
Stai ficcanasando nella mia vita amorosa.
A dir la verità non credevo che ne avessi una.
No, sì, ma...
Allora come pensi che possa averlo fatto?
Odiavo quando durante una discussione Vivian faceva leva sulla logica.
––––––––
Mi chiamo Trixie Pepperdine e sono un’investigatrice privata. Mi occupo dell'attività di famiglia dopo la morte del mio padre adottivo. La mia vita è diventata molto più complicata da quando ho scoperto di essere una strega. Inoltre non mi è permesso di dirlo a nessun umano, inclusa Vivian, la mia sorella acquisita.
Ascolta...
mi disse.
Non era mai un buon segno quando Vivian iniziava una frase con la parola 'ascolta'.
Tu e Mark Sterling andavate bene finché non è apparsa Bianca Neve. Ma ormai lei se n'è andata, quindi adesso hai di nuovo il campo libero.
Non è così semplice.
Certo che lo è. O Mark Sterling ti piace, oppure no.
Anche se mi piacesse, e non sto dicendo che mi piace, ma ammettiamo il caso che fosse così, in realtà non mi ha mai chiesto di uscire con lui.
Potresti chiederglielo tu.
Nemmeno per sogno.
Allora potrei chiederglielo io al posto tuo.
Non azzardarti a fare una cosa simile. Non ti ho ancora perdonato per aver manipolato la lotteria.
In quel momento il mio cellulare squillò.
È lui.
La mia gola si seccò all’improvviso e deglutii.
Sterling?
Annuii, continuando a fissare il cellulare.
Rispondi allora!
Lascerò che parta la segreteria telefonica.
Vivian mi strappò il cellulare di mano e prima che potessi fermarla, premette il tasto 'rispondi'.
Questo è il numero di Trixie Pepperdine,
disse con voce cantilenante. Ciao detective Sterling! Sono Vivian, la sorella di Trixie.
Scossi la testa e mimai con la bocca le parole Digli che non ci sono
.
Sì, è qui. Ha fatto un salto in bagno, ma ora è tornata. Te la passo subito.
Vivian mi consegnò il cellulare con un enorme sorriso sul volto.
Le lanciai uno sguardo assassino e sussurrai: Ti ucciderò
.
Mark. Come stai?
Sto bene,
disse. Mi stavo chiedendo se qualche volta ti andrebbe di prendere un caffè con me?
Mentre ascoltava la conversazione, Vivian annuiva come uno di quegli stupidi cani che la gente mette sul lunotto posteriore dell’auto. Cosa? Anche voi ne avete uno? Ehm... scusate... ovviamente non sono stupidi. Niente affatto. Anzi, sono davvero adorabili.
Trixie?
Disse Sterling.
Oh, scusa. Vivian mi stava distraendo. Certo, perché no?
Vivian roteò il pugno in aria in segno di vittoria. Era così infantile.
Che ne dici di domani pomeriggio?
––––––––
Vedi che non è stato così doloroso?
Disse Vivian, quando terminai la chiamata.
Credo di no.
Deve tenerci molto a te, se si è sbarazzato di Biancaneve.
Chi dice che lo ha fatto? Probabilmente è stata solo trasferita.
Per favore, Trixie. Come fai ad essere così ingenua? Lo ha fatto per te. Ovviamente è stato lui a decidere.
Bianca Neve o 'Biancaneve', come preferivo chiamarla io, era una ex collega di Mark. Era stata assegnata alla polizia di Hockham, e durante quel periodo mi aveva reso le cose molto difficili. Non sapevo se fosse stato Mark il fattore determinante del suo trasferimento. In questo caso sarebbe stato un gesto molto carino, ma non ero del tutto convinta.
Anche se io e Mark Sterling potevamo seppellire l'ascia di guerra, non eravamo due amanti, non ci eravamo nemmeno mai baciati. E inoltre c'era ancora James da considerare. Se quello che mi aveva detto suo fratello era vero, lo avevo trattato male e perlomeno gli dovevo delle scuse.
Terra a Trixie.
Vivian mi diede una gomitata. Stavi sognando Mark?
Andremo a prendere solo un caffè. Tutto qui.
Per ora.
Sogghignò.
––––––––
Vivian ricevette una chiamata da suo marito Robert. Mentre era distratta mi avvicinai di soppiatto alla camera da letto di Emily. Era una cosa stupida da fare. Quando Vivian mi aveva incastrato col senso di colpa e mi aveva fatto consegnare la mia collezione di peluche a mia nipote, le avevo fatto promettere di tenerli lontani dalla mia vista. Così ogni volta che fossi venuta a trovarla non mi sarei torturata vedendo la loro distruzione. Eppure adesso stavo sgattaiolando di nascosto nella sua camera da letto per poter dar loro un'occhiata.
Oh no! Avrei voluto non averlo fatto.
C'erano peluche ovunque: sulla libreria, sul comodino, sopra l'armadio e persino sul pavimento. Ma quella non era la parte peggiore. Vivian ed Emily avevano sviluppato la sindrome di Frankenstein e avevano iniziato a creare degli ibridi
. In pratica rompevano due peluche in perfetto stato, per realizzare ciò che potevo solo descrivere come un’aberrazione. Cosa doveva essere questo? Raccolsi il mostro-mutante dall’aspetto orribile.
Quello è un zebradrillo.
Vivian si era intrufolata dietro di me.
È orrendo.
Devo dire che mi piace. È stata un'idea di Emily quella di unire la zebra al coccodrillo.
Non credi che sia il caso di farla vedere da uno psichiatra?
Non ha bisogno di uno psichiatra. Questo dimostra solo cha ha una fervida immaginazione. È una cosa bella.
Questo?
Tesi il braccio per tenere il mostro a distanza. Pensi che sia una cosa bella?
Certo. Perché no? Almeno li usa e si diverte. È più di quanto tu abbia mai fatto. Eri troppo occupata a catalogarli per goderteli davvero.
Era inutile discutere con lei. Che cosa le importava se nei mesi a venire avessi avuto degli incubi sullo zebradrillo e su quelle altre mostruosità?
––––––––
Tieni.
Vivian mi porse un barattolo di vetro che conteneva solo frollini al burro.
Cos’è questa novità?
Un campanello d’allarme cominciò a suonare nella mia testa.
Cosa intendi dire? Ho solo pensato che li avresti preferiti in questo modo. Non contaminati dagli altri biscotti.
Infatti era così. Ciò che mi preoccupava era il motivo per cui Vivian avesse deciso di farlo adesso. Non mi aveva mai arruffianato prima d’ora.
Che cosa vuoi?
Dissi, dopo aver preso un paio di biscotti.
Sei così sospettosa, Trixie.
Ti conosco. Cosa vuoi?
Be’, ti ricordi che avevi promesso di tenere i bambini mentre io e Robert andavamo via per il weekend?
Davvero?
Dai. Sai che è così. Per il nostro anniversario.
Ah sì, il vostro anniversario... ora ricordo. Ma manca ancora un sacco di tempo.
Sarà questo fine settimana.
È impossibile. Non può essere. Me ne sarei ricordata. Io c’ero al tuo matrimonio.
Buffo, c’ero anch’io. E ti assicuro che sarà sabato prossimo.
Quando avevo accettato di tenere i bambini, l'anniversario mi era sembrato così lontano. Pensavo che avrei avuto abbastanza tempo per trovare una scusa, ma poi me ne ero completamente dimenticata.
Non sembrare così preoccupata,
disse Vivian. In fondo ho bisogno che tu tenga i bambini solo domenica. Puoi farlo, no?
Come mai?
Sabato andranno al mare con dei nostri vicini. Hanno un maschio e una femmina, più o meno della stessa età dei nostri.
E sabato sera?
Non ti devi angosciare. Non rimarranno nella tua preziosa casa.
Non sono angosciata.
Terrorizzata più che altro. Solo il cielo sapeva quale scempio potevano provocare i miei nipoti.
Comunque torneranno tardi, così la mamma di Ashley ha detto che possono restare a casa sua.
La mamma di Ashley?
Vivian rise. In realtà non conosco il suo nome. È sempre stata la mamma di Ashley. Proprio come io sono la mamma di Emily o la mamma di Thomas. Ad ogni modo ha organizzato un pigiama party per i bambini. Devi solo andare a prenderli la domenica mattina e tenerli fin quando non torneremo la sera. Pensi di riuscirci?
Ovviamente.
Perché quella faccia lunga, allora?
Scrollai le spalle. Sono un po’ delusa. Non vedevo l'ora di trascorrere l'intero weekend con loro,
mentii.
Potrei sempre parlare con la mamma di Ashley e...
No! Va bene. Domenica andrà benissimo.
Questa volta l’avevo scampata bella. Quanto poteva essere difficile tenerli per un giorno?
––––––––
Mentre tornavo nel mio appartamento, ero così presa a pensare al mio appuntamento con Sterling, che avevo abbassato la guardia. Quando voltai lo sguardo alla mia destra, vidi il signor Burns venire verso di me, ma ormai era troppo tardi per poter scappare.
Il signor Burns era uno dei miei vicini. Era un patito di cinema ed era noioso da morire.
Trixie!
Stava sorridendo, una cosa piuttosto insolita per lui.
Signor Burns. Sono contenta di vederti. Purtroppo non posso fermarmi. Ho lasciato il dpplrh sullo tccghg,
mormorai.
Scusa?
Non voglio che bruci.
Tornai a farfugliare. Il dpplrh.
Avrei dovuto sapere che il mio debole tentativo di scuse non sarebbe bastato a farlo desistere. Era chiaramente determinato a restare.
Ho delle novità,
annunciò.
Che bello.
Non mi chiedi di cosa si tratta?
Tanto valeva finirla subito. Che novità hai?
Mi è stato offerto di scrivere una rubrica sul mio giornale preferito.
È straordinario.
Senza dubbio nel ‘Mensile degli Insonni’.
Sono così emozionato. L’Oracle è un quotidiano molto importante.
Dovevo immaginarlo. L’Oracle era il giornalaccio locale che riportava fedelmente
le notizie attraverso una prospettiva losca e menzognera.
Ho dato alla redazione una copia del mio notiziario,
continuò il signor Burns. Gli è piaciuto così tanto che mi hanno chiesto di tenere una rubrica regolare.
Hanno intenzione di pagarti?
No, ma posso vedere gratuitamente tutti i film che voglio, il che significa che potrò disdire l'abbonamento mensile al cinema.
Bene. Sono molto felice per te.
Ho anche delle brutte notizie però.
La sua faccia divenne improvvisamente solenne. Potrei essere costretto a dover interrompere la pubblicazione del notiziario. Mi rendo conto che sarebbe una delusione per tutti i miei abbonati.
Oh sì, per tutti e due.
Non so se troverò il tempo di scrivere la rubrica e nello stesso tempo pubblicare il notiziario. Spero di non dover arrivare a questo.
Chi vivrà vedrà.
Mi ero iscritta al suo ridicolo notiziario in un momento di debolezza, perché mi sentivo dispiaciuta per lui. Finora non ne avevo letto nessuno. Avevo provato a metterne uno nella lettiera di Blink, ma lui aveva minacciato di mordermi la mano se ci avessi riprovato.
Potresti sempre sottoscrivere un abbonamento all'Oracle.
Il suo sorriso era tornato.
Ok. Ci penserò su.
Credi a questo e crederai a qualsiasi cosa. Be’, è stato bello parlare con te. Adesso devo andare.
C'è un'altra cosa, Trixie.
Con il signor Burns c'era sempre un'altra cosa. La mia voglia di vivere stava lentamente svanendo.
L'Oracle vuole una fotografia per la rubrica.
Di te?
Il numero dei lettori non stava già colando a picco? Che bisogno c’era di spaventarli ulteriormente?
Sì. Probabilmente prima dovrei sistemarmi un po’. Un taglio di capelli, un nuovo vestito... quel genere di cose. Tu sei sempre così alla moda...
Perlomeno qualcuno l'aveva notato, anche se era solo il signor Burns. In un certo qual modo stava cominciando a piacermi.
Forse potresti venire a dare un'occhiata al mio guardaroba?
D’accordo.
Che cosa? Voltafaccia? Chi? Io? Perché non dovrei elargire al pover’uomo il mio prezioso consiglio? Era il minimo che potessi fare.
Che mi dici del tuo dpplrh sullo tccghg?
Chiese preoccupato.
Che cosa?
Prima hai detto che avevi il dpplrh sullo tccghg.
Ah sì. Mi sono appena ricordata che l'ho tolto prima di uscire.
Fantastico.
Fai strada.
––––––––
Non credo che tu sia già stata nel mio appartamento, vero?
Disse il signor Burns.
In effetti no.
Oh cielo. Avete presente quei programmi TV sugli accumulatori compulsivi? In tal caso, potete farvi un’idea.
Vieni in camera da letto!
Urlò da dietro diverse pile di giornali.
Quella era una frase che non mi sarei mai aspettata di sentire dal signor Burns.
Dove sei?
Gridai.
Vai dritto finché trovi le riviste cinematografiche mensili, poi gira a sinistra.
Seguii le indicazioni e fui sollevata nel constatare che la sua camera da letto non era piena di cianfrusaglie. Tuttavia, non mancava il verde. Ogni cosa era verde. Le pareti, il tappeto, le tende, il copriletto... tutto.
Scommetto che riesco a indovinare il tuo colore preferito,
dissi, cercando di non sembrare troppo sconcertata.
È il giallo.
Risi. Chi sapeva che il signor Burns avesse il senso dell'umorismo?
È vero,
disse con serietà. Amo il giallo.
Da tempo avevo una teoria secondo la quale, quando le persone guardavano lo stesso colore, lo vedevano diverso. Vivian aveva sempre deriso la mia teoria, ma forse questa era la prova. Probabilmente il signor Burns vedeva il verde e pensava che fosse il giallo.
Giallo?
Mi guardai attorno. Vuoi dire come questa stanza?
Mi guardò come se fossi impazzita. Questa stanza è verde.
Sì, lo so... volevo dire... non importa. Perché non guardiamo cosa c'è nel tuo guardaroba?
L'uomo era un caso disperato e mi resi conto che il mio aiuto non sarebbe stato sufficiente. I suoi vestiti attraversavano diversi decenni, e in qualche modo era riuscito a scegliere il peggio da ognuno.
Pensavo a un abito gessato con la cravatta rossa a righe gialle,
disse, tenendo la cravatta sotto il mento.
Oggigiorno nessuno indossa più la cravatta.
Ho pensato che forse avrei potuto rilanciarla.
Questo richiederà più lavoro di quanto credessi,
ammisi.
Non ho molto tempo.
Lo so, ma tu vuoi fare le cose per bene, no?
Ovviamente. Devo considerare i miei lettori e non voglio deludere le signore.
Ok. Perché non ti affidi a me? Devo rifletterci sopra e poi ti faccio sapere.
Sembrava deluso, ma annuì. Va bene, allora.
Mi diressi verso l’uscita e feci un paio di svolte sbagliate, ma alla fine tornai alla normalità. Il restyling del signor Burns superava di gran lunga le mie capacità, ma conoscevo qualcuno che sarebbe stato in grado di farlo.
Capitolo 2
––––––––
Sembri straordinariamente contenta signora Piggy,
dissi.
Non la vedevo così felice dalla gara regionale di lavoro a maglia che aveva vinto, nonostante il mio involontario tentativo di sabotare la sua sciarpa.
La signora Piggy, la mia assistente e segretaria (presumibilmente), passava la maggior parte della sua giornata a lavorare a maglia. Si era specializzata in sciarpe ed era una specie di celebrità nei circoli di maglieria locali.
Mi sento abbastanza su di giri. Ho ricevuto una lettera da una vecchia fiamma.
Probabilmente stavo discriminando le persone anziane, ma in qualche modo trovavo difficile immaginare la signora Piggy con un uomo. C'era stato lo sfortunato incidente con i marinai, quando lei e la nonna avevano passato una serata a fare baldoria, anche se apparentemente lei non si ricordava nulla al riguardo.
Il suo nome è Peter.
È un bel nome tradizionale.
Peter Pan.
Risi. Scusa. Deve aver passato dei brutti momenti a scuola.
Cosa intendi?
Il sorriso della signora Piggy venne sostituito da un’espressione perplessa. Penso che Peter sia un bel nome.
Lo è. Non stavo ridendo di quello. È solo che... sai... Peter Pan, Capitan Uncino.
Risi.
La signora Piggy rimase seria. Ancora non capisco cosa vuoi dire,
replicò.
Dai. Con un nome del genere deve avere avuto un bel po’ di problemi.
No, non mi risulta.
Sono solo io, quindi.
Allora, cosa ti ha detto Peter?
Vuole venire a trovarmi. Mi ha chiesto di andare a pranzo con lui.
Bene. Voi due eravate una coppia in passato?
Non esattamente, ma ci siamo andati molto vicino.
Cos’è successo?
La signora Piggy cominciò a mettere in ordine la sua scrivania. Non ricordo esattamente.
Stava chiaramente mentendo, tuttavia preferii non insistere.
Oggi pomeriggio ho qualche appuntamento?
Lei controllò