Politicattiva.org - Per una didattica della politica
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Politicattiva.org - Per una didattica della politica - Giovanni Genovesi
Tavola dei Contenuti (TOC)
Sinossi
Prefazione
L'Autore
Nota all'edizione ebook
Introduzione
Parte I Politicattiva.org
1 Insegnare democrazia
2 I tranelli della propaganda
2.1 Cos'è la propaganda
2.2 Tipi di propaganda
2.3 Tecniche di propaganda
2.4 Bachi nel ragionamento
2.5 Fulcri e leve
3 Una proposta d'intervento
3.1 La nuova visione del mondo
3.2 Controllo e risorse
3.3 Dalla teoria dalla pratica: come implementare una didattica della politica
4 Conclusioni provvisorie
Parte II La ricerca
5 Giovani di fronte alla politica
5.1 Obiettivi del sondaggio
5.2 Metodologia
5.3 Il questionario
5.4 Analisi
5.5 Tabelle statistiche
Parte III Appendici
Appendice A Propaganda ed euristiche: tabelle di approfondimento
A.1 Confronto propaganda-educazione
A.2 Elenco tecniche di produzione della propaganda
A.3 Euristiche e bias
Appendice B Il senso comune ed il buon senso
B.1 Il problema della scelta
Bibliografia
Bibliografia Citata
Bibliografia Consultata
Link Utili
Note
Sinossi
Il fatto che si sia tutti in grado di parlare di politica ci dà l'illusione di comprenderla, di non aver bisogno di sapere di più, ma troppo spesso questo comporta l'adagiarsi su luoghi comuni, ritenere che tutto sia più semplice di quel che è, sbagliarsi puntualmente in merito alle soluzioni da adottare.
Invece, la politica è dannatamente complessa: non solo storia, filosofia e sociologia, ma psicologia sociale, scienza delle reti, economia comportamentale, teoria delle organizzazioni e scienza delle decisioni, teoria dei giochi, statistica e matematica, sono solo alcune delle altre discipline cui dovremmo rivolgerci se davvero vogliamo capirne di più.
Se non conosci il teorema di Arrow, le frequency dependent strategy, i bias cognitivi e le fallacie logiche, dovresti leggere questo libro. Se sei un politico o aspiri a diventarlo, dovresti studiarlo. Non ci troverai tutte le risposte, ma scoprirai indizi su dove e come cercarle.
Politicattiva.org nasce come tesi di laurea, dunque è ricco di note, citazioni e riferimenti, ma è pensato per esser letto da chiunque. La prima parte è dedicata alla propaganda, a come riconoscerla e difendersene: questa è la parte più teorica e discorsiva. La seconda parte,ricca di dati e tabelle statistiche, è dedicata ad un'indagine su giovani e politica.
Politicattiva.org è una sfida a quanti ritengono l'educazione politica un tabù, vuoi perché temono di dispiacere una qualche parte politica, o perché non distinguono l'indottrinamento dall'insegnamento del pensiero critico, o ancora perché, banalmente, l'altrui ignoranza è potere per chi la coltiva. La comune conoscenza, invece, è il terreno di una vera democrazia.
POLITICATTIVA.ORG
Per Una Didattica Della Politica
di Giovanni Genovesi © 2020
ISBN: 978-88-31696-20-3
Proprietà letteraria riservata. Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni riproduzione, anche parziale, non autorizzata dall'autore.
Prefazione
Il 20 luglio 2010 discutevo la mia tesi sperimentale, intitolata Politicattiva.org – Per una Didattica della Politica
, di fronte alla commissione di laurea dell'Università degli Studi di Foggia, Facoltà di Scienze della Formazione. La discussione non durò abbastanza da sviscerarne le proposte avanzate e i risultati dell'associata ricerca. Come avrei, dopotutto, povuto riassumere in meno di un’ora quasi un anno di lavoro?
Presentare la tesi era stato come offrire un bicchiere di vino per la degustazione, tacendo su quanto necessario per produrlo. Delle viti erano state piantate ed accudite, dell'uva era dovuta maturare, essere raccolta e pigiata, del mosto fermentare e decantare nella botte, prima di venire imbottigliato, e poi finalmente versato.
Le mie viti
vennero piantate durante la campagna elettorale del 2001. La forte polarizzazione tra gli schieramenti aveva portato gente che prima mai avrebbe accettato di parlare di politica, se non per ribadire il proprio disinteresse, ad infervorarsi come ultras durante un derby, dimostrando un'animosità degna dei tempi di Peppone e Don Camillo. Anch'io ne fui trascinato.
Mi resi conto che lo scontro di opinioni era sempre più emotivo e sempre meno razionale, e pensai che, per meglio chiarire cos'era in ballo, avremmo dovuto tutti affidarci ad una argomentazione logica e lucida.
Fu il mio primo errore, ed insieme l’inizio dell’esplorazione di un campo ignoto, iniziata con domande quali:
Perché persino situazioni anche semplici venivano giudicate in modo opposto a seconda dell’appartenenza politica?
Perché nessuno sembrava notare l’incongruenza tra le affermazioni fatte da un politico ieri e quelle contrastanti di oggi?
Perché sembrava ridursi tutto al noi siamo meglio di voi
?
Dopo alcuni mesi trovai una risposta rivelatasi più interessante delle domande di partenza: avevo scoperto
la dissonanza cognitiva, un fenomeno studiato dalla psicologia sociale. Non ero ancora un naufrago uscito fuor del pelago
, ero ancora ne l'acqua perigliosa
, ma andavo verso la riva
. E la mia lena affannata
era, ed è tuttora, ben poco condivisa.
Da allora mi sento come se vedessi tante persone che si affannano urlando come meglio riparare un motore, ma nessuno pensa a studiarne il progetto, nessuno mostra interesse per i principi fisici su cui si basa, nessuno neppure prova ad aprire il cofano per controllare se c'è o no un motore lì nascosto. Oppure, per tornare all’enologia, come se discutessero su quale vino sia migliore giudicando dalla forma della bottiglia o dall'etichetta, ma senza prendersi la pena di assaggiarlo o persino di controllare cosa vi sia nella bottiglia.
Paradossalmente, tutte le informazioni necessarie erano già disponibili, ma nessuno si prendeva la briga di raccoglierle ed utilizzarle: il motore
della politica era in panne, ma se ne discuteva, e ancora se ne discute, con lo stesso effetto sul suo funzionamento che hanno le chiacchiere da bar sul gioco in campo di una squadra di calcio. Anzi, con un effetto peggiore, perché noi siamo insieme la squadra e chi ne chiacchiera al bar!
Paradossalmente, tutti siamo consapevoli dell’esistenza di un (grosso) problema politico e ognuno crede che l’unica soluzione da scegliere sia la propria, di fatto mantenendo il Paese in stallo. Come se ne esce?
Ecco, Politicattiva.org
era stata pensata non tanto come la soluzione, ma come un metodo per valutare le varie soluzioni proposte, un metodo modellato su quanto ha funzionato, soprattutto, in campo scientifico. Un metodo fondato sulla consapevolezza, in primis, della nostra fallibilità.
Ahimè, nonostante le premesse, e le promesse, quello che poteva diventare l’inizio di un rivoluzionario percorso didattico-educativo è naufragato: prima, l’editore che si era offerto di pubblicare la tesi, nonostante l’apprezzamento dichiarato per l’opera, voleva che ne sostenessi io gli onerosi costi; poi, più determinanti ancora, esigenze lavorative hanno modificato le mie priorità ed ho lasciato scadere il dominio internet legato alla tesi.
Nel frattempo, la situazione politica è cambiata, ma non migliorata, e nonostante l’argomento propaganda
abbia conquistato spazi anche nelle librerie italiane, il recente fenomeno delle fake news (termine che non avevo usato in quanto ancora sconosciuto) dimostra ancora più quanto sia attuale il contenuto della mia tesi. È cambiato anche il mercato editoriale, rendendo molto più accessibile l’autopubblicazione, ed è per questo che ho deciso di preparare questo ebook.
Avrei potuto apportarvi degli aggiornamenti, a partire dalla bibliografia, ed aumentare i riferimenti alla scienza dell’errore umano
ed all’esplosione del fenomeno dei social network sui dispositivi portatili, ma non sarebbe più stata la mia testi di laurea.
Tornando a quel caldo giorno di luglio, la commissione non ha completato la degustazione: dopo aver presentato il vino, era bastato l’esame dell’etichetta per concedermi la lode, e la bottiglia era tornata in cantina.
Vuoi stapparla tu? Il 2010 è stata una buona annata...
L'Autore
Per quanto legata all'argomento del presente libro, la bibliografia dà un'idea del vasto campo di interessi in cui mi sono dilettato e che travalicano, anche di parecchio, la politica. Le mie passioni vanno dall'arte (vedi www.giovannigenovesi.it), alla letteratura, dai fumetti alla religione, dalla medicina sportiva allo yoga: ovviamente senza essere in grado di seguirle tutte contemporaneamente.
Nato in Sicilia, vivo in Puglia e lavoro per una compagnia aerea, cosa che mi ha permesso di raccogliere parecchi libri in giro per il mondo. Riguardo al futuro, spero di riuscire a leggerli tutti.
Nota all'edizione ebook
Il presente è l'adattamento di un testo pensato per la stampa e composto per lo speciale pubblico
di una commissione di laurea, su cui pesa il necessario rigore nella presentazione delle fonti e, soprattutto, la lunga parte dedicata ai dati statistici ed alle relative tabelle. Il contenuto è tale e quale quello della tesi depositata in facoltà, fatti salvi gli adattamenti necessari alla conversione ed alla leggibilità di un ebook; di questi adattamenti si dà avviso di seguito.
Le citazioni in inglese sono state sostituite dalla (mia) traduzione e spostate alle note. Ove le citazioni fossero già nelle note, si è fatta precedere la traduzione al testo originale.
Vi sono numerosi rimandi interni al testo, alle note ed alla bibliografia; la stragrande maggioranza possono essere tralasciati per mantenere la lettura più scorrevole. I rimandi alle note sono forse più invasivi, ma rispetto all'uso del solo numero aggiungere il testo NOTA_
bianco su sfondo nero rende più semplice selezionarlo su ebook reader. Ho fatto il possibile per agevolare la navigazione tra i vari collegamenti, ma in qualche caso potresti aver bisogno dell'indice dei contenuti per tornare al punto di partenza.
Una buona parte del libro consta di tabelle la cui visualizzazione potrebbe non essere agevole sullo schermo di un lettore di ebook, a chi volesse meglio consultarle, suggerisco di usare un PC.
Riguardo la sitografia
, rispecchia la situazione all'epoca della discussione della tesi. Alcuni siti, a partire dal dominio www.politicattiva.org, non sono più disponibili (dunque non ho inserito alcun collegamento ipertestuale e li ho segnalati come URL non più raggiungibile
) o essere notevolmente cambiati, ma ne restano più che a sufficienza per chi andasse in cerca di approfondimenti.
Introduzione
Può una democrazia mantenersi tale senza la partecipazione consapevole dei cittadini?
Possono i cittadini partecipare consapevolmente senza conoscere i meccanismi della politica?
Possiamo lasciare alla propaganda il compito di educare alla politica, in particolare, chi si accinge a votare per la prima volta?
No. La risposta è scontata. Meno scontato è tradurre in azioni concrete quel che tale risposta implica per una solida democrazia: risolvere il problema della disaffezione per la politica e del conseguente calo di partecipazione; evitare che il voto si risolva nel tracciare un segno dove indicato da altri, rendendo più consapevoli gli elettori delle conseguenze delle loro scelte; far sì che la cittadinanza sia più attenta al discorso politico, ma soprattutto più informata e vigile sulle trappole della propaganda.
La società tutta soffre per la cattiva politica, mentre la buona politica viene auspicata ed attesa come se potesse imporsi senza dover fare i conti con il presente. Certo che questo, se fosse possibile, sarebbe fantastico; invece è solo fantastico: una possibilità che fa piacere contemplare e discutere, perciò facile da credere realizzabile, rendendoci distratti e superficiali verso interventi magari meno rivoluzionari, ma più semplici da attuare e, soprattutto, da mettere alla prova.
L'idea d'una buona politica deve rimanere ad orientare il nostro cammino, ma l'importanza della destinazione non è maggiore di quella del cammino stesso, e di ogni suo passo: perché sono tanti quelli che possono condurci alla meta, ma ne basta uno solo falso per rendercela irraggiungibile.
Per questo preferiremmo pensare, piuttosto che al bene lontano, al male vicino, ed alle azioni utili ad evitarlo o quanto meno a ridurne gli effetti. Preferiremmo pensare, e vogliamo proporre, una politica attiva, che riannodi la dialettica tra opinione pubblica, scuola e politica.
A guidarci, il desiderio di andare oltre la sensazione, di giungere al dato. Perché seppure un'impressione sia plausibile e condivisa, solo un confronto con i fatti può trasformarla in conoscenza. Su questo più affidabile fulcro di conoscenze potrà far leva una visione del mondo rigenerata ed arricchita, e sollevare il pesante drappo di mezze verità intessuto dalla propaganda per agire, finalmente, a ragion veduta.
Didattica della politica, così abbiamo deciso di chiamare quel che ci accingiamo a presentare, usando una etichetta non certo originale, ma che crediamo possa render bene l'idea. Una didattica che non è ancora un progetto, quanto un tentativo di riformulare il problema per risolverlo, per passare da una politica cattiva ad una politica attiva: dalla politiCATTIVA alla politicATTIVA, appunto.
Abbiamo pure pensato che, nell'era di internet, non avremmo potuto fare a meno di collegare il presente lavoro ad un sito web, che sia insieme luogo d'incontro per quanti desiderino approfondire la conoscenza della relazione tra politica, educazione e propaganda, e punto di partenza per l'esplorazione dell'universo politico giovanile e non. Quindi, in una sorta di perfetto corto circuito, abbiamo battezzato il presente lavoro con il nome del dominio dedicatogli: politicattiva.org. Cercando di differenziarlo da altri siti dedicati alla politica, in cui sembra prevalere la denuncia o il solo ragionamento
polemico, abbiamo cercato di rendere predominante la parte attiva e non la cattiva della politica, nella convinzione che l'unica via d'uscita all'attuale situazione di stallo debba passare per un ripensamento che parta dall'educazione, dal modo in cui prepariamo i giovani ad agire in società. E per far questo, dobbiamo necessariamente tenere conto dei canali più idonei a comunicare con loro, proprio iniziando dal web.
Necessariamente, la pubblicazione on-line di una lavoro lungo e complesso come lo è stato questo comporta una generale riscrittura che lo adatti al medium, sacrificandone i dettagli, limandone le argomentazioni, allegerendone il linguaggio e, in qualche caso, saltando velocemente alle conclusioni. Ma questo testo, seppur sarà disponibile integralmente sul sito per il download, ha un altro scopo e deve rispettare altri parametri, ad iniziare dal rigore con cui è necessario dar conto delle fonti citate e di quelle consultate. In questo, un grande aiuto c'è venuto dal programma utilizzato per la stesura del testo, delle note e della stessa bibliografia: lyx, un software open-source che permette una gestione molto semplice e professionale di tutto quel che ruota intorno al testo, preoccupandosi lui per noi degli stili da usare nei diversi ambienti, e lasciandoci così più liberi di concentrarci su cosa vogliamo comunicare, senza preoccuparci di come poi apparirà. Tornando alla bibliografia, per esempio, l'intero elenco dei titoli utilizzati è contenuto in un unico file, ed il programma stesso si preoccupa di spostare un dato volume da quelli consultati a quelli citati non appena una citazione viene inserita.
Sempre riguardo alla bibliografia, abbiamo dovuto far affidamento a numerosi libri in inglese, spesso non pubblicati in italiano, ed ancor più a siti stranieri, a causa della imbarazzante scarsità di libri e siti in italiano, ed ancor più di autori italiani. Questo ci ha impegnati nella traduzione delle parti da citare, e condotti a riflettere sull'importanza della conoscenza di una lingua straniera per aumentare le nostre probabilità di sfuggire ai condizionamenti esterni, e non solo quelli della propaganda.
L'intera bibliografia attinge a numerosi argomenti spesso considerati distanti l'uno dall'altro, ma che uniti si sono rivelati formidabili nell'illuminare di luce nuova problemi in cui ci si dibatteva da tempo. Purtroppo, nel corso del presente lavoro ci siamo dovuti limitare a brevi cenni, incapaci di dar ragione della portata innovativa, per esempio, della teoria dei giochi. Non abbiamo approfondito, anzi neppure citato, la competizione di Axelrod
NOTA_1 e la sua importanza nella comprensione della cooperazione, argomento fondamentale per chiunque sia alla ricerca delle basi dello stare sociale in generale e della politica in particolare. Anche della teoria dei piccoli mondi
NOTA_2 non abbiamo parlato, e dei suoi legami coi modi in cui si diffondono le idee politiche. Forse non sempre è evidente il collegamento di questi ed altri concetti con la didattica o con la politica, ma già il poterli tenere in considerazione costituisce una opportunità, un'ulteriore fulcro per far leva con il nostro pensiero, per utilizzare una metafora che tornerà più avanti. NOTA_3
Adesso che ci accingiamo a presentare la nostra tesi, ci rendiamo conto che avrebbero potuto trovare più ampio spazio molti degli autori solamente consultati; uno per tutti, Fromm, specie con il suo La fuga dalla libertà
, che ha anticipato parecchi risultati poi sperimentalmente verificati dall'economia comportamentale, come la denuncia che l'eccesso di scelta crea più problemi ed infelicità della mancanza di scelta. Comunque, speriamo che bastino questi pochi indizi a spingere gli interessati a continuare l'esplorazione, e rendere così giustizia a tutti coloro che ci hanno permesso di concepire e portare a termine questo lavoro.
Per mantenerne scorrevole la lettura, ove necessario inserire citazioni abbiamo cercato di ospitarle in nota. Le citazioni tratte da testi stranieri sono state sempre riportate prima in lingua,
per dare modo di apprezzarne il senso originale, e quindi in traduzione—rigorosamente nostra.
Riguardo ai numerosi link citati, sono riportati anche in fondo al volume, ordinati per argomento, insieme a quelli consultati. Per quanto si sia cercato di non abusare delle possibilità di trovare riferimenti su internet, è ormai inevitabile accettarne l'importante aiuto, specie quando si voglia rendere più agevole al lettore la tracciabilità delle fonti.
La tesi si sviluppa in due parti principali ed un'appendice. La prima parte affronta il tema e la minaccia della propaganda, ed afferma la necessità di trattarla all'interno del sistema educativo per meglio difendersene; la seconda parte attiene al dato, riportando l'esito di una ricerca che abbiamo intitolato Giovani di fronte alla politica
; l'appendice contiene soprattutto elenchi di definizioni, tabelle di confronto ed un approfondimento su senso comune, buon senso e problema della scelta.
Più in dettaglio, nella prima parte si muove dalla critica ai risultati ottenuti dall'educazione civica, come più generalmente è intesa la materia che dovrebbe promuovere una cittadinanza attiva, sottolineando la completa mancanza d'attenzione per il lato oscuro
, cioè per gli aspetti problematici e patologici della vita sociale, quelli dai quali la società stessa avrebbe più da temere. In particolare, ci si concentra sul particolare rapporto tra l'efficacia della persuasione e l'ignoranza verso la propaganda, notando come la prima diventi più semplice quanto maggiore è la seconda. Per cui si procede ad una breve presentazione storica del fenomeno, messo anche in relazione con l'educazione: questa figlia, quella figliastra di una stessa necessità, la necessità di promuovere una comune visione del mondo che permetta di agire insieme, più efficacemente, per realizzare degli obiettivi o contrastare delle avversità.
Viene fatto quindi riferimento al rapporto tra giovani e propaganda, che verrà più approfondito nella ricerca cui è dedicata la seconda parte, per poi passare alla descrizione dei diversi tipi di propaganda, delle tecniche a sua disposizione e dei profondi motivi che le consentono il successo. In particolare si pone l'accento sulle inerenti debolezze della nostra mente, debolezze che sono tanto più tali quanto meno le si conosce e le si accetti; cosa che