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Uno zaffiro per lo sceicco (eLit): eLit
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Uno zaffiro per lo sceicco (eLit): eLit

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Le sorelle Marshall 2
Lo sceicco Zahir Ra’if Quarishi ha creato grande scompiglio a palazzo prendendo in moglie una donna occidentale, e sposare Sapphire Marshall si è poi rivelato il più grosso errore della sua vita. Fredda e altera come il gioiello di cui porta il nome, Sapphire è fuggita senza neppure consumare il matrimonio appena celebrato, lasciando Zahir ad affrontare la vergogna da solo e con il conto in banca alleggerito di cinque milioni di sterline. Ora Sapphire è stata vista aggirarsi nel deserto. Zahir vuole bandirla per sempre dalla propria mente, non prima però di aver reclamato la notte di nozze che gli spetta di diritto!
LanguageItaliano
Release dateOct 1, 2020
ISBN9788830515215
Uno zaffiro per lo sceicco (eLit): eLit
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Book preview

    Uno zaffiro per lo sceicco (eLit) - Lynne Graham

    Immagine di copertina:

    Anastasiia Krivenok / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Sheikh’s Prize

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Lynne Graham

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-521-5

    1

    Zahir Ra’if Quarishi, sovrano dello stato di Maraban, si alzò di scatto dalla sedia dietro la scrivania quando il fratello minore, Akram, irruppe a tutta velocità nel suo ufficio.

    «Che succede?» domandò allarmato, ergendosi in tutto il suo metro e novanta di altezza con la rapidità e la prontezza del soldato sempre pronto all’azione quale era.

    Il viso congestionato, Akram si arrestò bruscamente per eseguire un goffo inchino, ricordando all’improvviso le imposizioni dell’etichetta di corte. «Chiedo perdono per l’interruzione...»

    «Immagino che ci sia una buona ragione» concesse Zahir rilassandosi e leggendo nello sguardo del fratello che qualcosa di molto urgente e personale era all’origine della sua improvvisa irruzione nell’unico luogo in cui solitamente lui riusciva a trovare la tranquillità necessaria per lavorare.

    Akram rimase rigido, l’imbarazzo evidente sul suo viso di solito aperto e sorridente.

    «Non so come dirtelo...»

    «Siediti e fai un respiro profondo» consigliò Zahir tranquillamente, accomodandosi sulla poltrona di fronte al fratello e fissando i penetranti occhi neri su di lui. «Non c’è nulla di cui non possiamo parlare. Io non sono come nostro padre.»

    A quelle parole, Akram impallidì visibilmente perché il loro per nulla compianto padre si era comportato come un violento tiranno con la propria famiglia così come con il popolo di quello che fino a poco tempo prima era uno dei paesi più arretrati di tutto il Medio Oriente. Erano passati tre anni da quando Zahir era salito al trono e i cambiamenti che aveva apportato stavano appena iniziando a dare qualche frutto. Akram sapeva bene che il fratello lavorava ogni minuto di ogni giorno per riuscire a migliorare il tenore di vita dei suoi sudditi e a un tratto scoprì di non avere il coraggio di dargli la notizia che aveva appena appreso. Zahir non parlava mai del suo primo matrimonio, era un argomento troppo controverso. E come avrebbe potuto non esserlo? Suo fratello aveva pagato un alto prezzo per aver sfidato il padre e sposato una straniera. Scoprire poi di aver fatto tutto ciò per una donna chiaramente immeritevole della sua fiducia era stato un ulteriore colpo che aveva dovuto sopportare in silenzio.

    «Akram?» lo esortò a quel punto Zahir, impaziente. «Ho una riunione fra trenta minuti.»

    «È... è lei! Quella donna che tu hai sposato» gli annunciò Akram tutto d’un fiato. «È qui, per le strade della nostra città, e ti sta disonorando persino mentre parliamo.»

    Zahir rimase immobile, i lineamenti perfettamente scolpiti tesi sotto la pelle del colore del miele, la bocca stretta in una linea sottile.

    «Di cosa stai parlando?»

    «Sapphire è qui. Sta girando una pubblicità per una marca di cosmetici» spiegò Akram indignato, considerando quella notizia un imperdonabile insulto nei confronti del fratello.

    «Qui?» chiese Zahir, stringendo i pugni incredulo. «Qui a Maraban?»

    «Me l’ha detto Wakil» continuò il fratello, riferendosi a una delle guardie del corpo di Zahir. «Non poteva credere ai suoi occhi, quando l’ha riconosciuta. È una fortuna che nostro padre si sia rifiutato di annunciare pubblicamente il matrimonio. Non credevo che sarebbe arrivato il giorno in cui gli saremmo stati grati per questo...»

    Zahir non riusciva a credere che la sua ex moglie avesse avuto il coraggio di mettere piede entro i confini del suo regno. Si sentì invadere dalla rabbia e si alzò di scatto, inquieto. Aveva cercato di dimenticare, di non serbare rancore per quel matrimonio fallito... ma era stato abbastanza difficile riuscirci dopo che lei era diventata una modella di fama internazionale, ritratta su innumerevoli giornali e riviste e una volta persino su un enorme schermo a Times Square. Cinque anni prima era caduto in pieno nella trappola allestita per lui da Sapphire Marshall e quella consapevolezza aveva lasciato solchi profondi nel suo orgoglio. Grazie all’oppressione di suo padre, a venticinque anni, quando si era sposato, era ancora vergine e completamente ignorante nei riguardi del mondo e delle donne occidentali, ma nonostante questo aveva almeno provato a far funzionare il matrimonio. Sua moglie dal canto suo si era rifiutata di fare anche il più piccolo sforzo per risolvere i loro problemi. Aveva lottato duramente per tenere con sé una donna che non voleva essere sua moglie e che non sopportava nemmeno l’idea di essere toccata da lui.

    Ora non era più innocente, conosceva le donne e, una volta smesso di idealizzare la virtù della sua sposa, il comportamento di Sapphire gli era divenuto perfettamente chiaro. Sua moglie lo aveva sposato solo per le sue immense ricchezze e per il suo titolo, non certo per amore. L’unica ragione che l’aveva spinta a sposarlo era il ricco assegno di mantenimento che era seguito al divorzio. Aveva sposato una donna che aveva un registratore di cassa al posto del cuore e che lo aveva ingannato e derubato per poi andarsene impunita, mentre lui era rimasto solo a pagare le conseguenze della propria impulsività. A quel pensiero strinse i denti e i suoi occhi orgogliosi furono attraversati da un lampo d’ira.

    Se solo si fosse trovato ad affrontarla ora, da uomo che conosceva la posta in gioco, avrebbe saputo come trattarla.

    «Mi dispiace, Zahir...» mormorò Akram nel silenzio prolungato che seguì, a disagio per l’espressione furiosamente cupa del fratello. «Credevo avessi il diritto di sapere che ha avuto il coraggio di venire qui» aggiunse poi.

    «Sono passati cinque anni da quando abbiamo divorziato» osservò Zahir mantenendo un’espressione impassibile, «perché dovrebbe interessarmi ciò che fa?»

    «Perché è una vergogna!» esclamò Akram. «Immagina che cosa accadrebbe se i media venissero a sapere che è stata tua moglie. Deve proprio essere una svergognata senza un minimo di coscienza, per aver accettato di girare quella stupida pubblicità a Maraban.»

    «Sei stato molto attento, Akram» rispose lui, innegabilmente toccato dalla preoccupazione del fratello nei propri confronti. «Ti ringrazio di avermi avvisato, ma cosa ti aspetti che faccia?»

    «Che cacci lei e la troupe da Maraban» rispose lui senza esitazione.

    «Sei ancora giovane e impetuoso, fratello mio. I paparazzi seguono la mia ex moglie ovunque vada. Immagina quali sarebbero le conseguenze, se cercassi di allontanare una star internazionale dal paese. Perché dovrei risvegliare l’interesse della stampa, rischiando di riportare alla luce un passato che farebbe meglio a rimanere sepolto?»

    Quando Akram se ne fu andato, ancora incredulo per la mancanza di desiderio di vendetta espressa dal fratello, Zahir fece una serie di telefonate che avrebbero ulteriormente confuso il giovane. Era una suprema ironia, ma la sua mente svelta e analitica era sempre in lotta con gli impulsi del suo temperamento passionale. Nonostante la cosa non avesse alcun senso logico, voleva vedere Sapphire ancora una volta. Quel desiderio significava forse che non era ancora riuscito a lasciarsi quella storia alle spalle? Oppure era solo semplice curiosità, ora che gli si prospettava la necessità di prendere nuovamente moglie? Anni prima, nel disperato tentativo di trovare una soluzione ai problemi con Sapphire, aveva letto libri dai temi più disparati prima di rassegnarsi all’idea che la spiegazione più semplice al comportamento apparentemente inspiegabile di lei doveva essere quella giusta. E gli avvenimenti successivi nella vita della sua ex moglie avevano confermato i suoi sospetti sul vero carattere della donna. Aveva sposato un’arrampicatrice sociale che non provava un briciolo di sentimento nei suoi confronti. Sapeva bene che ora Sapphire viveva insieme al pluripremiato fotografo naturalista Cameron McDonald.

    Evidentemente non aveva alcuna difficoltà ad andare a letto con lui... I suoi occhi scuri vennero accesi da una nuova fiammata d’ira, a quel pensiero.

    Saffy voltò ubbidiente la testa verso il flusso d’aria creato dalla macchina del vento, in modo che la folta chioma bionda si sollevasse in una nuvola sopra le sue spalle. Nemmeno un briciolo della sua crescente irritazione era leggibile sul suo viso perfetto. Si comportava sempre in modo estremamente professionale quando lavorava, ma quante volte avevano già dovuto ritoccarle il trucco, nel caldo sempre più afoso? Quante volte avevano dovuto interrompere le riprese a causa dell’invadenza di spettatori sovreccitati? Girare lo spot per la Desert Ice Cosmetics a Maraban era stato un gigantesco errore.

    «Fammi il tuo sguardo sexy, Saffy» la supplicò Dylan, il fotografo. «Cos’hai questa settimana? Non sei in forma...»

    Quasi fosse stata colpita da una scossa elettrica, a quelle parole Saffy raddoppiò gli sforzi per ottenere l’espressione richiesta, non sopportando che qualcuno potesse accorgersi del suo cambio di umore negli ultimi giorni. Si concentrò sulla fantasia che riusciva sempre ad accendere il suo viso con quel tanto decantato sguardo sensuale. Era davvero una crudele ironia doversi concentrare su quella particolare situazione, che aveva spesso sognato ma mai vissuto nella realtà. Ma un set per il quale i suoi clienti stavano spendendo migliaia di sterline non era il luogo adatto in cui lasciarsi trascinare dai ricordi del passato. Con la determinazione che l’aveva sempre caratterizzata scacciò quei pensieri negativi e riportò in superficie un’immagine familiare. Un uomo dai capelli corvini lunghi fino alle spalle muscolose, un uomo che emanava una sorta di fascino animale, con la sua muscolatura perfetta e la carnagione dorata. Nella sua mente lo vide girarsi verso di lei, rivelando due occhi neri come il carbone e allo stesso tempo brillanti come diamanti, circondati da ciglia folte e lunghe che non facevano che aggiungere fascino a un uomo dalla bellezza così selvaggia da togliere il fiato. Il suo corpo rispose a quell’immagine con frustrante rapidità.

    «Eccolo. Perfetto» esultò Dylan a quel punto, girando intorno a lei per ritrarla da diverse angolazioni. «Abbassa un po’ le palpebre, vogliamo mostrare quell’ombretto... Fantastico, tesoro, ora fammi vedere quelle labbra meravigliose...»

    Passarono un paio di minuti prima che Saffy tornasse con un leggero fremito alla realtà, ritrovandosi immersa nel caldo e circondata dalla folla incuriosita, i grandi occhi blu che riflettevano il disagio di ritrovarsi al centro di tanta attenzione. Fortunatamente Dylan aveva ottenuto ciò che voleva e ora si aggirava qua e là sferrando pugni in aria per la soddisfazione. Abbandonando la concentrazione sul proprio ruolo,

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