Lavorare con il russo (in azienda e non solo)
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Lavorare con il russo (in azienda e non solo) - Elisa Cadorin
macchinario.
Il russo all’università
Studiando russo all’università si raggiunge un buon livello?
Raramente.
Mi sono spesso chiesta perché non riusciamo a preparare in modo adeguato gli studenti russisti al lavoro in azienda e quindi in contesti di economia reale come descritto nel Manifesto degli studi della Laurea in Mediazione linguistica e culturale (L-12) e sono giunta alla conclusione che forse i docenti semplicemente non hanno letto il Manifesto.
Perché studiare il russo sembra facile e divertente all’inizio ma successivamente si rivela pesante e difficile?
Perché si usano manuali inadatti.
Nella maggior parte dei corsi universitari si utilizzano i cosiddetti typovye učebniki³ che sono manuali di lingua pensati per corsi intensivi in Russia (Doroga v Rossiju, Priglašenie v Rossiju, Poechali e simili) e orientati alla preparazione di studenti non russofoni che vogliono poi studiare nelle università russe. Quindi non vanno bene per corsi di lingua non intensivi tenuti in paesi stranieri non russofoni. Un tipico difetto dei tipovye učebniki è quello di spiegare le cose facili e non spiegare le cose difficili, oppure di anticipare strutture sintattiche difficili (per esempio l’espressione dell’età) senza dare i mezzi grammaticali per assimilarle, circostanza ideale, questa, per dare origine a lacune permanenti.
Inoltre non si dà la dovuta importanza alla lingua madre degli studenti⁴ che è quasi considerata un vero e proprio ostacolo. Certo, se lo studente vuole poi fare un lavoro in cui la lingua serve solo per capire istruzioni facili e per esprimere l’essenziale, questo va benissimo; oppure se studierà medicina, o altro in Russia per poi restare in là a lavorare, questi manuali sono ideali.
Non è questo però il caso della maggior parte dei nostri studenti universitari. A giustificazione dell’adozione dei manuali standard i docenti sostengono che sono estremamente conformi
al programma degli esami di certificazione internazionale ТRKI-TORFL che verifica il livello di competenza del russo come lingua straniera. Ma non si vive di sola certificazione. Negli ultimi anni poi si nota l’utilizzo all’università di manuali di russo progettati per la scuola superiore⁵. È una pessima abitudine perché lo studente universitario ha bisogno di uno studio della lingua approfondito per poter arrivare a livelli di padronanza avanzati.
È un fattore negativo, inoltre, la dubbia motivazione del docente di lingua russa con formazione (e vocazione) letteraria costretto dalla contingenza ad insegnare lingua (Purtroppo insegno lingua ...
), che troppo spesso non dà importanza alla presentazione di qualità
degli argomenti linguistici e, in questo modo, favorisce la sedimentazione di lacune e, come si sa, una lacuna è per sempre.
D’altra parte, come è noto, il numero degli studenti di Mediazione che scelgono russo è notevolmente superiore a quello di Lingue, ma i programmi e gli obiettivi sono di fatto calibrati sul corso di Lingue⁶. Poiché le lezioni sono praticamente sempre unificate per entrambi i percorsi di studio, si attua un appiattimento che risulta comodo per i docenti che hanno fatto lingue
e pensano come docenti di lingue e letterature
e non di mediazione
.
La conseguenza più evidente di questa situazione è l’inconsistenza dell’esame orale che in molti casi è il commento dell’esame scritto con una verifica delle conoscenze grammaticali partendo dagli errori fatti e, nel migliore dei casi, una breve conversazione e la ripetizione a memoria di riassunti (ereditati dai compagni degli anni precedenti) di brani letti (o non letti affatto) a lezione o a