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Ci Vorrebbe un Duca: Sposare una Canaglia, #2
Ci Vorrebbe un Duca: Sposare una Canaglia, #2
Ci Vorrebbe un Duca: Sposare una Canaglia, #2
Ebook312 pages7 hours

Ci Vorrebbe un Duca: Sposare una Canaglia, #2

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About this ebook

Prima del suo debutto, Lady Isolde Worthingham ha catturato il cuore del Duca di Moore ad un ballo di campagna. Ma alla vigilia del loro matrimonio scoppia uno scandalo in società e Isolde fugge in Scozia, da sola e nubile, senza un futuro e col cuore spezzato.

Merrick Mountshaw, Duca di Moore, disprezza la sua pietosa esistenza e si nasconde dall’alta società. Con una moglie che non ha mai voluto, e che si diletta a creare scandalo, la vita è un inferno in terra. Quando l’unica donna che ha amato e perduto torna a Londra, Merrick è consapevole di non poter mai più vivere senza di lei.

Ma le promesse e i dolori del passato sono difficili da dimenticare. L’amore potrebbe non vincere contro l’alta società quando un Lord e una Lady troppo perbene giocano secondo le regole.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateSep 9, 2020
ISBN9781071565391
Ci Vorrebbe un Duca: Sposare una Canaglia, #2

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    Ci Vorrebbe un Duca - Tamara Gill

    Ci Vorrebbe un Duca

    Ci Vorrebbe un Duca

    Sposare una Canaglia, Libro 2

    Tamara Gill

    Traduzione di

    Nicole Grassi

    Babelcube

    Indice

    Capitolo Uno

    Capitolo Due

    Capitolo Tre

    Capitolo Quattro

    Capitolo Cinque

    Capitolo Sei

    Capitolo Sette

    Capitolo Otto

    Capitolo Nove

    Capitolo Dieci

    Capitolo Undici

    Capitolo Dodici

    Capitolo Tredici

    Capitolo Quattordici

    Capitolo Quindici

    Capitolo Sedici

    Capitolo Diciassette

    Capitolo Diciotto

    Capitolo Diciannove

    Capitolo Venti

    Epilogo

    Anche di Tamara Gill

    Circa l’autore

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    Copyright

    Ci Vorrebbe un Duca

    Sposare una Canaglia, Libro 2

    Autore Tamara Gill

    Copyright © 2020 Tamara Gill

    Tutti i diritti riservati

    Distribuito da Babelcube, Inc.

    www.babelcube.com

    Traduzione di Nicole Grassi

    Progetto di copertina © 2020 Wicked Smart Designs

    Babelcube Books e Babelcube sono marchi registrati Babelcube Inc.

    Alla mia bellissima, dolce e amorevole figlia, Lily.

    So che un giorno riuscirò a farti diventare una vera lady.

    Ti voglio bene, tesoro mio.

    Mamma

    Sinossi

    Prima del suo debutto, Lady Isolde Worthingham ha catturato il cuore del Duca di Moore ad un ballo di campagna. Ma alla vigilia del loro matrimonio scoppia uno scandalo in società e Isolde fugge in Scozia, da sola e nubile, senza un futuro e col cuore spezzato.


    Merrick Mountshaw, Duca di Moore, disprezza la sua pietosa esistenza e si nasconde dall’alta società. Con una moglie che non ha mai voluto, e che si diletta a creare scandalo, la vita è un inferno in terra. Quando l’unica donna che ha amato e perduto torna a Londra, Merrick è consapevole di non poter mai più vivere senza di lei.


    Ma le promesse e i dolori del passato sono difficili da dimenticare. L’amore potrebbe non vincere contro l’alta società quando un Lord e una Lady troppo perbene giocano secondo le regole.

    Capitolo Uno

    Mountshaw Estate, Wiltshire 1805

    Isolde Worthingham, la figlia secondogenita del Duca di Penworth, sorseggiava del syllabub sorridendo al suo promesso sposo, un uomo che conosceva soltanto da un anno eppure che le sembrava di conoscere da tutta la vita. Merrick Mountshaw, il quarto Duca di Moore, era un'anima gentile, come lei, ed era adatto a lei più di quanto avesse mai sognato. Sembravano quasi essere fatti l'uno per l'altra.

    Merrick le sorrise a sua volta, gli occhi luminosi di divertimento. Solamente tra qualche ora sarebbero stati sposati, giurandosi finalmente fedeltà eterna davanti a Dio e a tutte le persone cui volevano bene.

    Isolde poteva sentire l'emozione scorrerle nelle vene. Aveva aspettato per quella che le era sembrata un'eternità che quel giorno arrivasse. Era davvero fortunata a sposarsi per amore, qualcosa che lei e le sue sorelle avevano desiderato dopo aver visto l'amore dei loro genitori.

    E lei aveva trovato l'amore in Merrick. Stavano consumando la loro ultima cena da coppia non sposata e l'atmosfera era di divertimento e gioia. La loro conversazione non riguardava altro che il matrimonio imminente e l'unione di due grandi famiglie dell'Inghilterra meridionale. Qualcuno l'aveva definito l'evento della Stagione.

    Non la sorprendeva che il suo matrimonio fosse considerato tale, dal momento che mezza Inghilterra era venuta a Mountshaw, la casa di famiglia di Merrick, per partecipare. Chiunque fosse qualcuno li avrebbe visti scambiarsi i voti nuziali, le loro promesse, domani. Non vedeva l’ora.

    Merrick le prese la mano, risvegliandola dai propri pensieri, e le diede un bacio all’interno del polso. Isolde arrossì e si morse il labbro.

    Non riesco a concentrarmi sul dessert quando c’è qualcuno di molto più delizioso seduto a tavola, sussurrò Merrick piegandosi in avanti.

    Isolde rise, guardandosi attorno e sperando che nessuno avesse sentito le sue parole. Mi prendete in giro, Vostra Grazia.

    Sai che a te dico soltanto la verità. Le sorrise e poi rispose a una domanda posta dal fratello di Isolde, Josh, seduto di fronte a lei. Era sempre piacevole sedere accanto a Merrick. In effetti, le piaceva così piuttosto che essere seduta dall’altra parte del tavolo, dove non sarebbe riuscita a vederlo nascosto tra la frutta e i fiori disposti sulla tavola. E se da domani avrebbero dovuto sedersi separati, Isolde non avrebbe più provato la deliziosa sensazione di Merrick che sfregava il piede contro quello di lei.

    Non c’è speranza per quest’uomo. L’ho rovinato.

    Isolde rise tra sé e sé a quel pensiero. Merrick, un tempo uno degli uomini più scapestrati di tutta la città, era stato un gentiluomo piuttosto ambito, non che Isolde avesse saputo qualcosa di lui, almeno fino all’anno scorso, quando si erano incontrati. Lo guardò mentre parlava con suo fratello circa il bere qualche bicchiere per festeggiare una volta che le donne si fossero ritirate. Merrick sosteneva sempre allegramente le conversazioni; la sua mascella forte le faceva venire voglia di accarezzarla, e la distraeva ancora il pensiero di baciarlo quando lo guardava. Secondo lei era perfetto.

    E lo amava molto. Merrick si godeva la vita e tutto quello che essa gli offriva, immaginava sempre il meglio in ogni situazione. Il duca aveva a cuore i propri amici così come i domestici e i fattori che lavoravano nelle fattorie della tenuta. Era diverso da chiunque lei avesse mai incontrato. Era l’uomo migliore di tutti.

    Isolde sorseggiò il suo champagne, le bollicine le solleticavano la lingua, e la tensione di quella giornata scivolò via mano a mano che la cena proseguiva. Era tutto pronto per il matrimonio. I fiori erano stati preparati, i tavoli per il banchetto erano in giardino in attesa che i domestici li riempissero con i piatti della colazione di matrimonio del mattino seguente. Il baule era pronto all’ingresso per il loro viaggio nel Continente e l’abito da sposa era appeso nel guardaroba. Tutto ciò che Isolde doveva fare era cercare di non piangere fuori controllo promettendo la sua anima e il suo cuore all’uomo seduto accanto a lei, impresa nella quale avrebbe sicuramente fallito.

    Isolde si piegò verso di lui, ottenendo la sua attenzione. Devi proprio, Merrick? Riesco a malapena a concentrarmi sulla cena, figurati se fai danzare il tuo piede sulla mia gamba.

    Mi sembra giusto dal momento che io non riesco a concentrarmi da mesi. Disse facendole l’occhiolino, prendendo il bicchiere di vino e facendo un sorso. Isolde lo guardò, rapita quando Merrick si leccò via una goccia di vino dalle labbra. Merrick la vide e la comprensione gli balenò nello sguardo, caldo e pieno di promesse.

    Merrick le prese la mano e le baciò le dita, accanto al grosso diamante quadrato che le aveva regalato per il fidanzamento. L’anello era appartenuto alla nonna di Merrick e ora era suo e un giorno, se Dio voleva, della moglie di suo figlio.

    Sentì il calore invaderle il corpo quando le labbra di lui si posavano sul suo corpo. Il pensiero della loro notte di nozze la lasciava senza fiato e dovette fare un sorso di champagne per prendere forza.

    Ti amo, disse, a voce abbastanza alta perché tutti riuscissero a sentirlo.

    E io amo te. La sua risposta era automatica, naturale e benediva il giorno in cui la sua migliore amica, la signorina Hart, li aveva presentati a un ballo di paese un anno fa. Da quel giorno, Merrick l’aveva riempita di attenzione e corteggiamenti senza posa, e Isolde si crogiolava nel fatto di aver messo in ginocchio uno degli scapestrati peggiori di Londra.

    Suo padre, il Duca di Penworth, si schiarì la gola guardandoli con gioia. Il suo caro padre brillava d’orgoglio. Vorrei proporre un brindisi al Duca e alla futura Duchessa di Moore. Che la vostra vita sia piena di amore, salute e felicità.

    Suo padre sorrise e Isolde notò la commozione nei suoi occhi. Era sempre stato un uomo emotivo e tutti lo amavano anche per questo. Nell’ultimo anno, Moore si è dimostrato essere un giovane uomo determinato e onorevole, e sono certo che lotterà per rendere felice la mia bambina, altrimenti non avrei acconsentito a questa unione. Ma questa sera il mio cuore è pieno di gioia. Isolde ha scelto bene. Mi riempie di felicità sapere che sarete sempre contenti e al sicuro. Quindi, brindiamo al futuro del Duca e della Duchessa di Moore.

    Il coro di brindisi risuonò in tutta la sala da pranzo e Isolde sorrise a Merrick quando le baciò la mano una seconda volta. Si guardò attorno, osservando la lunga tavola decorata, sorridendo alla sua famiglia e ai pochi amici intimi presenti.

    Il suo sguardo si fermò sulla sua migliore amica, la signorina Leonora Hart – Letty per lei. Aveva la fronte aggrottata e le sue labbra erano sottili per il dispiacere. Letty sembrava distratta, addirittura preoccupata, e Isolde si fermò a pensare, promettendo a se stessa di scoprire cosa rendesse così triste la sua amica prima della fine della serata.

    Forse si trattava del fatto che Isolde si sarebbe sposata e che Letty non avrebbe potuto passare la stagione a Londra a causa dei problemi economici. Suo padre, vicario nel Surrey, non aveva molti soldi e aveva rifiutato la proposta del Duca di Penworth di ospitare sua figliua durante la stagione. Isolde aveva pensato che la sua decisione fosse davvero scortese, per non dire ingiusta nei confronti di Letty, e non essere in grado di aiutarla rendeva la sua situazione molto frustrante. E la decisione del padre di Letty era stata perentoria. Era un vicario che non poteva essere persuaso.

    Avrebbe parlato di nuovo con suo padre circa la situazione prima di partire per il viaggio di nozze a Parigi e in Svizzera. Letty era praticamente sua sorella, dopotutto, amiche da quando ancora si facevano le trecce. Non c’era nulla che Isolde desiderava più che la sua amica avesse la stessa felicità che in quel momento provava con Merrick.

    Finalmente, la cena arrivò alla fine e gli uomini rimasero indietro per bere del porto e fumare qualche sigaro. Isolde si ritirò, pronta per la sua ultima notte così che arrivasse presto il giorno successivo. Il suo matrimonio…

    Sembrava davvero meraviglioso.

    Capitolo Due

    Un anno prima, Ballo di Paese di Cranleigh

    Merrick, Duca di Moore, era appoggiato contro alla parete del palazzo dell’assemblea di Cranleigh e osservava la sua vita sconvolgersi sotto ai propri occhi. Che creatura meravigliosa era la donna dai capelli scuri come la notte – una vera bellezza, che probabilmente possedeva una piccola fortuna a giudicare dal suo abito, ma che lo catturava in ogni senso.

    Sarà mia…

    Aveva passato le ultime due settimane ospite di un suo amico di Cambridge, il Marchese Wardoor, e aveva acconsentito a partecipare a quel ballo di paese come passatempo. Ma chi è che ride ora? Certamente non io.

    Si diresse verso la porta aperta sul sentiero di terriccio, la stanza insopportabilmente calda. Soltanto lui provava quel caldo atroce? Sicuramente no. Allentò il cravattino, anche se il suo sguardo non lasciò mai quello della donna che sembrava avergli catturato l’anima soltanto in un minuto.

    Era l’angelo più mozzafiato di tutto il mondo.

    La lady rise, un suono ricco e da far perdere la testa, non una risatina frivola. La sua amica banale rideva insieme a lei e il cuore di Merrick smise di battere. Aggrottò la fronte, non proprio a suo agio per il modo in cui il suo corpo rispondeva a quella donna. Sì, era bella, ma era vestita con abiti modesti e non era il suo tipo di bellezza dai capelli scuri che indossava abiti di seta dai colori ricchi e scuri.

    L’abito di quella donna era di mussola azzurra, i capelli erano raccolti in uno stile che aveva visto spesso in città, ma senza gioielli o pettini a decorazione. Non aveva bisogno di decorazioni per accentuare la propria bellezza.

    Era la beltà in persona.

    Devo conoscerla.

    Camminando tra la folla, si fermò a parlare con qualche persona per non sembrare troppo disperato. Lentamente, si fece strada al suo fianco, ma se si aspettava un caldo benvenuto – l’onore della sua presenza con complimenti e fiato trattenuto – si sbagliava di grosso.

    Non ricevette nulla di tutto ciò.

    Anzi, non ricevette alcun benvenuto.

    Merrick aggrottò la fronte. L’angelo continuò a parlare con la sua amica, completamente ignorava che lui fosse accanto a lei, implorandola di dimenticare le regole della Società per voltarsi e salutarlo – per permettergli di presentarsi a lei.

    Era un’esperienza nuova quella di essere ignorato e non si trovava a suo agio. Alla maggior parte delle persone importava sapere il suo parere su diversi argomenti. Volevano sapere se avrebbe partecipato a un particolare evento e, in caso contrario, quali erano i motivi e se anche loro avrebbero dovuto fare lo stesso. Non vedevano l’ora di sentire la sua opinione sugli ultimi pettegolezzi e cose del genere, ma sembrava che così non fosse per quella ragazza di paese.

    Il fatto che lo stesse ignorando era indice che non le importava un fico secco della sua opinione o della sua presenza.

    Il suo amico, Lord Wardoor, lo vide e si diresse verso di lui, inchinandosi davanti alle due donne. Signorina Hart, Lady Isolde Worthingham, posso presentarvi il mio amico di Cambridge, Sua Grazia il Duca di Moore.

    Merrick si tappò la bocca. Era la figlia del Duca di Penworth! Le donne fecero un inchino, entrambe guardandolo pensierose e, per la prima volta in vita sua, non riuscì a trovare le parole.

    Il suo angelo parlò per prima. Vostra Grazia, è un piacere incontrarvi. La sua voce era chiara e articolata.

    Merrick si schiarì la gola. Mia signora, signorina Hart. Disse inchinandosi e schiarendosi ancora la gola. Vi state divertendo qui a Cranleigh?

    Sì, Vostra Grazia. Ci stiamo divertendo davvero molto.

    Merrick annuì, incapace di distogliere lo sguardo da lei. Isolde arrossì e il cuore di Merrick iniziò a battere talmente forte che era sicuro che chiunque fosse in grado di sentirlo. Che strano. Vi andrebbe di ballare con me, Lady Isolde?

    Isolde lanciò uno sguardo alla sua amica e annuì. Ma certo, sì.

    La condusse verso il centro della sala, la sua mano perfetta appoggiata al suo braccio. Riusciva a sentire il suo tocco anche attraverso il tessuto. Gli bruciava l’anima, marchiandola in modo da non essere rimpiazzata da nessun’altra donna.

    Iniziarono a ballare, divertito quando la sentì sussultare e poi ridere. Vi piace ballare, Lady Isolde?

    Lei lo guardò, gli occhi luminosi di malizia. Isolde, vi prego. E sì, mi piace, quando il mio compagno è affabile e piacevole. E a voi, Vostra Grazia, piace ballare?

    Dovettero separarsi un istante a causa dei passi di quella danza prima di riunirsi di nuovo. Mi chiamo Merrick. E sì, ora mi piace.

    Isolde sorrise e le guance le si colorarono di rosa rendendola ancora più bella. Sentì nelle vene la consapevolezza che non avrebbe mai più lasciato quella donna. Posso scrivervi una volta tornata a Londra?

    Non tornerò presto in città, ma sicuramente prima dell’inizio della Stagione. Mi piacerebbe che lo faceste.

    Merrick la fece roteare, l’orlo del suo abito gli sfregò gli stivali. Riusciva a sentire il profumo delle rose e si piegò in avanti, desiderando di poter baciare le lentiggini leggere sul suo collo – davvero tentatrici. È finita, allora.

    Che cosa? Isolde gli sorrise, lo sguardo sulle sue labbra. L’aria tra di loro divenne ricca di desiderio insoddisfatto. Sì, era desiderio quello che provava per quella donna, dal momento in cui il suo sguardo si era posato su di lei. Se Wardoor non lo avesse convinto a partecipare a quella festa, non avrebbe mai incontrato quella deliziosa creatura.

    Destino…

    La mia vita. La strinse più del necessario, desideroso di farle vedere, di farle leggere nel suo sguardo, quello che a voce non poteva dire, non importava quanto ci provasse.

    La vostra vita, signore? Isolde gli sorrise e Merrick fu perduto. Come può essere finita la vostra vita?

    No, avete ragione, disse. Non è affatto finita ma è appena cominciata. Con voi.

    Per il resto della serata, Merrick non riuscì a lasciarla andare. Per essere la figlia di un duca non era altezzosa, non guardava gli altri dall’alto in basso facendo notare i mezzi e il potere della propria famiglia a coloro che avevano mezzi più modesti. Anzi, Merrick pensò che desiderasse fare parte di loro, essere soltanto un altro ospito, una ragazza di paese in un ballo di paese.

    E lui la adorava per questo.

    Dal momento in cui l’aveva vista aveva saputo che Isolde era straordinaria e l’aveva desiderata. Quel ballo aveva segnato l’inizio del loro corteggiamento e non si era fermato fino a quando Isolde aveva acconsentito a diventare sua moglie.

    E ora, solamente tra qualche ora, quel desiderio sarebbe diventato realtà.

    Non sarebbe mai potuto avvenire troppo presto.

    Il tocco del suo guanto di seta sul braccio lo distolse dalle sue fantasticherie. Isolde gli avvolse il braccio attorno al suo e lo portò più vicino a sé. A cosa stai pensando? Hai uno sguardo molto strano sul viso. Disse sorridendogli e Merrick desiderò piegarsi in avanti per baciarla. Odiava che l’etichetta non permettesse loro di mostrare affetto in pubblico. Una volta sposati, avrebbe mandato la Società a quel paese e l’avrebbe baciata ogni volta che avrebbe desiderato.

    Stavo pensando alla sera che ci siamo incontrai. Ti ricordi?

    Isolde rise e fece un sorso di champagne. Certo. È stato il giorno più bello della mia vita. Beh… Fece una pausa, guardandolo negli occhi. "Era il giorno più bello della mia vita, ma qualcosa mi dice che domani lo sorpasserà."

    Incapace di trattenersi dal toccarla, Merrick le baciò la mano. Ti amo così tanto. Prometto che sarò il marito migliore che posso e che esaudirò ogni tuo desiderio. Le lacrime iniziarono a bagnare il viso di Isolde e Merrick gliene asciugò una che aveva osato rigarle quel meraviglioso viso. Spero che siano lacrime di gioia.

    Sei incapace di farmi piangere se non di gioia.

    Più tardi quella sera, dopo che tutte le donne si erano ritirate nella propria stanza, Merrick, insieme al Duca di Penworth e al fratello di Isolde, il Marchese di Worth, si presero un momento per festeggiare bevendo. Più di quanto avrebbe dovuto, a giudicare dalla vista offuscata mentre saliva le scale. Era ubriaco, assolutamente ubriaco. Afferrò il corrimano e raggiunse il primo piano. Era un miracolo che fosse riuscito a raggiungerlo senza cadere all’indietro e rompersi il collo.

    La casa era silenziosa mentre Merrick si dirigeva verso la propria stanza passando accanto a quella di Isolde – gli sovvenne un bisogno urgente di entrare in camera sua, ma il suono dei domestici al piano inferiore che chiudevano la porta a chiave, lo fece desistere.

    La notte seguente sarebbe stata sua e Merrick si calmò a quel pensiero. Avevano il resto della vita da passare insieme. Poteva aspettare qualche ora in più.

    Continuando per la sua strada, notò in camera sua che il letto era stato preparato dal suo fedele domestico. Il fuoco aveva ormai consumato la legna e non rimaneva che cenere, e un brivido di freddo rovinava l’atmosfera della stanza. Spogliandosi velocemente, inciampò, cadde e con un rumore sordo sbatté la testa contro il bordo del letto. Merrick imprecò massaggiandosi la testa che aveva iniziato a rimbombargli. La stanza iniziò a vorticare e Merrick sbatté le palpebre cercando di schiarirsi la vista. Non funzionò, ma si trascinò a letto senza preoccuparsi di infilarsi sotto le coperte.

    La stanza vacillò e, per un istante, Merrick pensò di cadere dal letto. Iniziò a provare una forte nausea e gemette. Non avrebbe mai più bevuto. Mai, mai, mai più.

    Merrick si svegliò di soprassalto al rumore della porta che si chiudeva prima di sentire qualcuno sul letto accanto a lui. Sssh. Qualcuno gli mise un dito sulle labbra e una figura snella gli salì sui fianchi.

    Merrick mormorò delle parole estranee e caotiche. Era un sogno? La figura snella che gli era salita sui fianchi aveva il profumo inebriante delle rose che gli riempiva i sensi.

    Isolde…

    È un sogno? Sorrise, incapace di aprire gli occhi. Per qualche assurda ragione aveva le palpebre come roccia e non avevano intenzione di cooperare. Significava solo una cosa – quello era un sogno e anche molto bello.

    Afferrò la vita stretta di Isolde, crogiolandosi nella sensazione del suo corpo così vicino al suo. La giuntura delle sue gambe gli sfregò il membro che si ingrossò di desiderio. Erano mesi che desiderava assaggiare quel bocconcino della sua fidanzata. Assaggiare la sua pelle dolce, darle e ricevere piacere.

    Non siamo ancora sposati. Disse ridendo e quel suono gli fece girare la testa ancora di più.

    Lei rise, un suono pieno di desiderio, una tentatrice nel letto di Merrick. Quel suono era strano, non era la solita risata di Isolde, e Merrick aprì gli occhi ma vide soltanto l’oscurità della stanza. Dovresti tornare in camera tua— Si tratta solo di un sogno. Non c’è nessun male in un sogno.

    Lei gli fermò le parole baciandolo, un bacio che non lasciava dubbio circa la conclusione di quell’incontro. La sua lingua vorticava attorno a quella di Merrick e lui perse ogni gentilezza, assaporando il momento. Le dita di Isolde si avvolsero ai suoi capelli, tenendola ferma e prendendo tutto ciò che poteva dargli.

    Questo è il sogno più bello, Isolde. Grazie per questo regalo, disse cercando di slacciarle la sottoveste per poi togliergliela e gettarla a terra. Voleva sentire con le proprie mani la tentazione che lei aveva da offrirgli, imparare la versione sogno del suo amore tanto quanto desiderava imparare quella reale il giorno dopo.

    Il seno ampio oscillò sul petto, i capezzoli si indurivano contro i suoi palmi. Merrick si piegò in avanti prendendone uno in bocca, assaporando il capezzolo e baciandolo fino a farlo diventare ancora più duro.

    Isolde gemette e Merrick rimase senza fiato. I suoi fianchi ondeggiavano in una danza di desiderio, sfregando contro il suo membro e Merrick strinse i denti. Il seno di Isolde, pieno e pesante tra le sue mani, era più grosso della versione reale. Merrick rise e per un attimo si fermò quando sentì un’ondata di nausea.

    Sbrigati, sussurrò Isolde all’orecchio di Merrick prima di prendergli il lobo dell’orecchio e mordicchiarlo gentilmente.

    Il corpo di Merrick prese vita dal desiderio e mise Isolde sotto di lui, facendole mettere le sue lunghe gambe perfette attorno ai fianchi. Impaziente, amore mio?

    Oh, sì, gemette, spingendo il suo sedere e il suo membro verso di lei con i piedi.

    Merrick ringhiò a quell’implorazione e serrò la mascella, cercando di mettere da parte quel bisogno soverchiante di averla. Il suo cervello annebbiato dall’alcol cercò di lottare per schiarirsi, ma troppi whiskey avevano offuscato la sua capacità di pensiero. In ogni caso, nulla di tutto ciò è reale, quindi che importa?

    Isolde, non hai idea di quanto io abbia atteso questo momento. Gli ultimi dodici mesi sono stati i più lunghi della mia vita. Stare così vicino a te eppure senza poter fare l’amore, è stata una tortura infinita. Fece un respiro profondo per calmarsi. Sono ubriaco, amore mio. In effetti, non solo non posso vederti, ma sento che potremmo cadere dal letto da un momento all’altro. Sei sicura che non vuoi rimandare? Ma che sto dicendo? Rimandare fare l’amore con Isolde? L’alcol l’aveva indubbiamente fatto impazzire.

    Fammi tua, disse sfregandosi contro il suo membro e Merrick sentì il sangue ribollirgli nelle vene.

    Al diavolo. Scivolò dentro di lei, ignaro del sussulto di dolore. Cercò

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