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Inganno a Parigi: Harmony Collezione
Inganno a Parigi: Harmony Collezione
Inganno a Parigi: Harmony Collezione
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Inganno a Parigi: Harmony Collezione

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About this ebook

La finta relazione tra il milionario Dante Lucarelli e la cameriera Belle Forrester sarebbe dovuta durare solo due settimane: lui così avrebbe potuto chiudere senza intoppi l'ultimo, importantissimo contratto d'affari e lei avrebbe avuto finalmente la possibilità di ritornare a casa.

Ma nell'imbastire un piano che sulla carta a chiunque sarebbe sembrato perfetto, Dante ha commesso un unico, imperdonabile errore: ha sottovalutato il feeling che dal primo sguardo si è subito instaurato fra loro. Ora, una sola, sbalorditiva notte a Parigi potrebbe cambiare il loro accordo per sempre.
LanguageItaliano
Release dateSep 21, 2020
ISBN9788830518988
Inganno a Parigi: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Inganno a Parigi - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Dante Lucarelli, imprenditore milionario del settore energetico, correva sulla sua motocicletta, il vento sul viso, godendosi quella rara sensazione di libertà. Per un breve lasso di tempo tutti i suoi problemi svanirono, ma poi, subito, quel magico istante finì e lui tornò ai propri doveri di ospite, rallentò e permise al suo amico Steve di raggiungerlo.

    «Mi hai lasciato vincere!» gli gridò l'altro, tirandogli un pugno sul braccio. «Che divertimento c'è così?»

    «Non volevo metterti in imbarazzo davanti alla gente del posto» ribatté Dante, i capelli scuri scompigliati, i denti bianchissimi che splendevano alla luce del sole in contrasto con la pelle abbronzata, rivolgendo un gran sorriso al suo vecchio compagno di scuola. «In ogni caso, è la tua moto... Dunque, è questa la tua ultima impresa?» aggiunse poi, rivolgendo lo sguardo verso i pini e il lago luccicante. In mezzo a una piccola spiaggia di sabbia, c'era un'eccentrica costruzione. «Minuscola per uno che costruisce grattacieli per guadagnarsi da vivere, non trovi?»

    «Finiscila!» lo rimbeccò l'amico, un omone biondo con il fisico da giocatore di rugby. «È stagionale e rende molto bene quando c'è bel tempo.»

    «Oltre a dare lavoro alla gente del posto verso la quale hai un interesse così paterno» scherzò Dante, conoscendo fin troppo bene il senso civico di Steve, uno dei pochi uomini di cui si fidava.

    Si trovavano nel sud-ovest della Francia, in un'area rurale tutt'altro che turistica, dove Steve aveva acquistato un castello in cima a una collina come residenza estiva per sé e la sua famiglia. La sua fin troppo numerosa famiglia, rifletté Dante, provando quasi un brivido. L'amico aveva quattro figli, due coppie di gemelli sotto i cinque anni, che, da quando lui era arrivato il giorno prima, non avevano fatto altro che cercare di attirare la sua attenzione. Non era che non gli piacessero i bambini, solo non ci era abituato, e trovarsi in mezzo a tutti quei ragazzini era come stare in mezzo a un uragano.

    «Non è così» protestò Steve. «Semplicemente, mi piace investire quando vedo del potenziale e se posso contribuire a una giusta causa. Non ci sono molte opportunità di lavoro da queste parti.»

    Dante prese posto a un tavolo di legno ricavato da un tronco d'albero e, sollevando lo sguardo, si accorse dei giovani al bancone del bar. «Scommetto che è l'unico locale della zona» commentò.

    «Più o meno, ma si mangia anche bene. Vengono molte famiglie quando la spiaggia è piena. Allora, dimmi, quando incontrerai Eddie Shriner?»

    Quello era uno dei suoi problemi più grossi. L'espressione di Dante si fece tesa non appena Steve citò quel nome. «Tra due settimane, e non ho ancora trovato una donna che possa tenere a bada Krystal.»

    «Credevo che lo avrebbe fatto Liliana per farti un favore» affermò stupito l'altro.

    «No, voleva un anello di fidanzamento come incentivo» ammise lui, aggrottando le sopracciglia in un'espressione esasperata. «Anche se per finta, non volevo correre il rischio di mettermi in quella situazione nemmeno con lei.»

    «Un anello di fidanzamento?» chiese Steve stupito. «Perché diamine voleva un anello solo per fingere di essere la tua fidanzata?»

    Dante scrollò le spalle. «Ha detto che era un punto d'orgoglio, che avrebbe perso la faccia di fronte a Krystal se non avesse avuto un anello. Altrimenti, perché mai avrebbe dovuto rimettersi con me dopo aver rotto anni fa?»

    «La tua vita amorosa...» cominciò l'amico, passandosi una mano tra i capelli. «Se non avessi scaricato così tante donne, lasciandole arrabbiate e amareggiate, non ti troveresti in queste condizioni.»

    Dante si trattenne dall'esprimere il proprio disaccordo. Non aveva nessuna intenzione di sposarsi e di mettere al mondo dei figli, e non aveva mai mentito su quel punto. Tutte le donne che si illudevano del contrario, capivano molto presto il loro errore. Lui non si attaccava a loro, non lo aveva mai fatto e mai lo avrebbe fatto. Liliana era l'unica eccezione. Una ex che era diventata un'amica, che lui rispettava e a cui era affezionato, ma che non sarebbe stato capace di amare o con cui non avrebbe mai voluto intraprendere una relazione seria.

    Anche se fidarsi di lei all'inizio era stata una sfida, infatti non aveva mai più avuto la stessa considerazione delle donne dopo avere scoperto sua madre a letto con il migliore amico del padre. La sua spocchiosa madre, che aveva sempre giudicato gli altri per i loro piccoli errori. Aveva capito molto presto che i suoi genitori andavano regolarmente a letto con altre persone. La propria indifferenza verso Liliana, in ogni caso, gli aveva fatto scoprire tutto quello che doveva sapere sul proprio cuore gelido. Senza dubbio, lo aveva ereditato dai propri genitori.

    L'unica esperienza con l'amore era stato l'affetto che aveva nutrito per suo fratello Cristiano, e quando quest'ultimo era morto un anno prima, quell'episodio lo aveva sconvolto, lasciandolo profondamente tormentato dal senso di colpa. Spesso pensava che, se fosse stato meno egoista, avrebbe potuto salvarlo. Tragicamente, infatti, Cristiano si era tolto la vita perché non era stato capace di combattere per se stesso.

    Ora, il meglio che poteva fare in memoria del fratello, era impegnarsi per ricomprare quel piccolo pezzo di bosco dove Cristiano si era rifugiato quando la vita era stata troppo pesante per lui. Purtroppo, subito dopo la sua morte, i suoi genitori lo avevano venduto al prezzo più caro a Eddie Shriner, un costruttore di hotel che al momento era sposato con la più accanita ex di Dante. Nonostante il matrimonio con Eddie, Krystal aveva fatto molti sfrontati tentativi per riaverlo nel proprio letto. Quella donna era incorreggibile, e l'ultima cosa che Dante avrebbe voluto era ritrovarsela addosso mentre cercava di fare affari con suo marito.

    «Dovresti assumere una escort perché finga di essere la tua fidanzata. Quel tipo di donna, una di quelle che paghi» gli suggerì Steve.

    «Sarebbe troppo rischioso» ribatté Dante, mentre la sua attenzione veniva attirata da una ragazza minuta che stava davanti al bar con un vassoio in mano.

    Aveva i capelli di molti colori, una disordinata massa riccia color rame, rosso e oro scintillante, legata con un fermaglio alla base della testa. La pelle era quella di porcellana delle rosse naturali, con gambe e seno di una dea, decise, seguendo con lo sguardo proprio la linea di quelle fantastiche gambe, che terminavano in un paio di stivali da cowboy che la giovane indossava insieme a una gonnellina floreale e un top abbinato dal quale emergevano quei seni rigogliosi. Alquanto bizzarra e, decisamente, non il suo tipo.

    «Quella è Belle. Ehm... terra chiama Dante?» Steve lo prese in giro quando lui, a fatica, si voltò a guardarlo.

    «Come fa una così a servire in un posto del genere?» gli chiese, mentre si muoveva irrequieto sulla sedia, reagendo alla pura ondata di desiderio che gli pulsava all'altezza dell'inguine.

    «Probabilmente sta aspettando un'occasione come te che arrivi e bussi alla sua porta» scherzò Steve. «Vedi, sta cercando di mettere da parte abbastanza soldi per poter tornare in Inghilterra. Potresti fare la parte del bravo ragazzo e portarla a Londra con te.»

    «È per questo che mi hai portato qui? Da quand'è che faccio qualcosa in cambio di niente?» chiese Dante, sollevando gli occhiali da sole per guardare meglio quel viso ovale, solo per scoprire che era ricoperto di lentiggini. Fu quasi sollevato di trovare un difetto in tutta quella perfezione. Si chiese di che colore avesse gli occhi. Grandi occhi... troppo grandi, forse?

    «Certo che no. Mi è solo venuto in mente che potreste aiutarvi a vicenda. Lei è in difficoltà... Oh, e c'è anche un cane nella storia. Ti piacciono i cani, non è vero? In ogni caso, è una ragazza molto carina, probabilmente non è il tuo tipo. Per tutta l'estate hanno scommesso su chi l'avrebbe portata a letto.»

    «Affascinante» affermò Dante disgustato. «Non vado con le ragazze carine.»

    «Ma questa non è una con cui andare» affermò secco Steve. «Tu hai bisogno di una finta fidanzata, non di un'amante, e lei ha bisogno di soldi. Le ho offerto un prestito, ma non ha voluto accettarlo. È orgogliosa e onesta. Mi ha detto di non poter accettare il denaro perché non avrebbe saputo come restituirlo.»

    «Ed è una cameriera. Fine della storia» rispose Dante ironico. «Io non frequento le cameriere.»

    «Sei proprio snob, non me n'ero mai accorto» rimarcò l'amico stupito. «Certo, ho sempre saputo del sangue blu, del palazzo di famiglia, del titolo e di tutto il resto che disprezzi.»

    «Che cosa farebbe una cameriera se si ritrovasse nel mio mondo?» domandò caustico Dante.

    «Quello per cui la pagheresti, che è molto più di quanto potresti dire di tutte le donne che conosciamo» puntualizzò Steve. «Sarebbe un semplice impiego temporaneo, ma non sono certo che lei sia adatta. Ho sentito dire che può essere una testa calda.»

    Dante non disse nulla poiché incrociò gli occhi della donna che si stava avvicinando per servirli. Sì, aveva dei grandi occhi, luminosi anche, di uno strano blu che tendeva al viola, in gran contrasto con la pelle d'avorio e le lentiggini.

    Durante la pausa Belle aveva osservato i due uomini arrivare dal parcheggio. Tutti conoscevano Steve, il proprietario inglese del ristorante, un uomo amichevole e rassicurante che, nonostante la sua ricchezza e il suo successo, riusciva a essere anche un buon padre di famiglia con quattro splendidi bambini e una moglie spagnola ancora più bella. Il suo ospite, tuttavia, era l'esatto contrario.

    Era molto alto, slanciato e possente, e si muoveva con la precisione di un uomo in estremo agio con il proprio corpo. I capelli folti e scompigliati, che gli arrivavano quasi alle spalle, ondeggiavano al vento, accentuando i suoi lineamenti duri. Persino con i jeans e la camicia con il colletto sbottonato, appariva magnifico come una pantera nera, bello, ma in modo selvaggio e naturale, e altrettanto pericoloso.

    Molte donne erano uscite dal bar per guardarlo. Belle, invece, era tornata dentro a fare il proprio lavoro, ascoltando in silenzio il barista che lo aveva identificato come Dante Lucarelli. A quanto pareva, doveva essere un ricco italiano, un magnate nell'industria delle energie rinnovabili. Quando si avvicinò per servirli, il suo sguardo incrociò quello del nuovo avventore e Belle si ritrovò a fissare un paio di occhi di un vibrante oro scuro. Per un istante si pietrificò e fu come se un detonatore fosse scattato dentro di lei, facendola bruciare.

    Rossa e imbarazzata, prese le loro ordinazioni e si affrettò a tornare verso il bar. Non avrebbe dovuto guardarlo. Era troppo bello e, soprattutto, sapeva di esserlo.

    Il viso di Belle era avvampato e lei detestava il fatto di non poterlo impedire. Quella cosa la imbarazzava a ventidue anni tanto quanto l'aveva imbarazzata ai tempi della scuola, quando era stata piccola, rossa, con le lentiggini e molto in basso nella scala della popolarità.

    Dante era rimasto sconvolto dall'arrossire di Belle. Quando era stata l'ultima volta che aveva visto una donna arrossire? Non riusciva a ricordarlo, ma non avrebbe commesso l'errore di associare quella reazione a una sua timidezza o innocenza. Era molto più incline ad associarla all'attrazione fisica. Era abituato alle donne che lo guardavano e lo desideravano. Dopotutto, gli succedeva sin dall'età di sedici anni, quando aveva perso la verginità con una delle amiche della madre, come atto di ribellione dopo avere scoperto il tradimento di lei. Ora, a ventotto anni, era certo che novantanove donne su cento avrebbero accettato senza esitazione di andare a letto con lui, se lui lo avesse chiesto. E raramente doveva chiedere. Il sesso generalmente gli veniva offerto su un piatto d'argento senza dover fare il minimo sforzo.

    Belle servì quanto ordinato senza rivolgere il minimo sguardo a Dante, così il suo imbarazzo iniziò pian piano a svanire, permettendole di tornare a respirare. Era normale notare un uomo attraente, provò a rassicurarsi, e non era colpa sua se diventava rossa.

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