L'assassinio di via Belpoggio: (edizione con biografia dettagliata dell'autore e antologia critica)
Di Italo Svevo
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Italo Svevo
Italian writer, born in Trieste, then in the Austro-Hungarian Empire, in 1861, and most well known for the novel _La coscienza di Zeno_.
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Anteprima del libro
L'assassinio di via Belpoggio - Italo Svevo
Munch
Biografia dettagliata dell’autore
Italo Svevo (pseudonimo di Aron Hector Schmitz) nasce a Trieste il 19 dicembre 1861, quinto di otto figli, in una famiglia della borghesia ebraica, da padre tedesco e madre triestina.
All’epoca Trieste faceva parte dell’Impero Austroungarico ed era una città ricca di fermenti culturali. Oltre a subire l’influenza, come tutte le città portuali, di popoli lontani, vi convivevano le comunità italiana, tedesca e slava.
Il giovane Svevo cresce dunque in un ambiente cosmopolita e culturalmente stimolante e la stessa scelta dello pseudonimo riflette il suo sentirsi allo stesso tempo italiano e tedesco, sebbene dal punto di vista letterario opti per la lingua italiana.
La sua vita è nel complesso abbastanza povera di avvenimenti. Nel 1874 il padre lo invia in Baviera a studiare il tedesco nella prospettiva di una futura attività commerciale. Nel 1878 consegue il diploma all’istituto commerciale Revoltella e inizia a lavorare presso la banca Union di Trieste dove rimarrà per diciotto anni.
Nello stesso tempo comincia a interessarsi di letteratura e filosofia. Innanzi tutto, si dedica allo studio dei classici italiani, prediligendo Boccaccio, Machiavelli e Guicciardini. Legge anche Shakespeare, i realisti russi e, in particolare, i naturalisti francesi, la cui influenza sarà evidente nei suoi primi due romanzi, ancorati ai modelli narrativi ottocenteschi. Forte in questo periodo è anche l’interesse per le opere di diversi filosofi, tra cui i positivisti, Nietzsche e, soprattutto, Schopenhauer, che, per sua stessa ammissione, è l’autore che esercita il maggiore influsso sulla sua formazione. Dall’autore de Il mondo come volontà e rappresentazione, Svevo trae il senso del carattere inconsistente che anima le nostre azioni, espressione dell’irrazionalità che pervade l’intero universo. Alfonso Nitti, per esempio, il protagonista del suo primo romanzo, Una vita, «doveva essere proprio la personificazione dell’affermazione schopenhaueriana della vita tanto vicina alla morte».
In quegli anni si appassiona pure alle teorie di Darwin. Anche il tema della lotta per la sopravvivenza, infatti, avrà un peso importante nelle sue opere. I protagonisti dei suoi tre romanzi si trovano a competere sempre con un antagonista, seppur con esito diverso. Mentre infatti i primi due soccombono, il terzo, Zeno Cosini, protagonista de La coscienza di Zeno, trionfa.
In coincidenza con l’inizio del suo lavoro in banca, Svevo comincia a collaborare anche con un giornale irredentista triestino, L’Indipendente, scrivendo articoli di critica letteraria, teatrale e musicale. Nello stesso giornale pubblica anche i suoi primi racconti: Una lotta e L’assassinio di via Belpoggio, nel quale è evidente l’influenza del romanzo Delitto e castigo di Dostoevskij. In questo secondo racconto si può già individuare quello che è l’interesse principale della narrativa sveviana, che mira a una minuziosa analisi psicologica più che allo sviluppo dell’azione. L’autore segue in ogni sfumatura l’evolversi del rimorso e il crescendo del dramma che attanaglia il protagonista.
Nel 1892 la sua passione per la letteratura si concretizza con la pubblicazione del suo primo romanzo Una vita. L’opera viene pubblicata a proprie spese in 200 copie e non riscuote alcun interesse. Il protagonista è il prototipo dell’inetto sveviano, una sorta di disadattato alla vita, inevitabilmente portato a essere sconfitto nella lotta per la vita. Pur dotato di spiccata sensibilità e di intelligenza, Alfonso manca di senso pratico. Si culla nelle sue aspirazioni di grandezza, ma è incapace di agire per una loro concreta realizzazione. L’attitudine