Agili nel mare, lente sulla terra
NEL GENNAIO del 2012 misi in piedi una spedizione per raggiungere le Coste del Gabon. Volevo realizzare un documentario sulla tartaruga marina più grande e misteriosa del mondo; il motivo per cui avevo scelto quel piccolo Paese dell’Africa Occidentale era legato al fatto che tra dicembre e gennaio migliaia di esemplari raggiungono le spiagge del Parco Nazionale di Pongara per deporre le uova. Non avrei avuto difficoltà a trovare il grande rettile perché la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) con i suoi 2 metri di lunghezza e 600 kg di peso non sarebbe passata inosservata.
Un guscio "di cuoio"
Il parco di Pongara dove non è raro incontrare anche grandi mammiferi come elefanti, bufali, antilopi e ippopotami. A parte le dimensioni, la tartaruga liuto si differenzia dalle altre tartarughe marine perché le placche ossee del carapace sono piccole e rivestite di pelle che al tatto sembra cuoio, da cui il nome in inglese “letherback turtle” (tartaruga di cuoio). Anche il corpo a forma di goccia e carenato è più idrodinamico se paragonato a quello delle altre tartarughe marine; questa forma per-mette alle liuto di raggiungere velocità record di 30 chilometri orari, ma la liuto è da guinness anche nelle immersioni profonde: riesce infatti a scendere fino a 1.300 metri di profondità. Cercarle in acqua è quasi impossibile, , ma sulla terra, quando vengono per nidificare, sono come dei grossi e goffi carri armati. Quella notte pattugliavo la spiaggia, illuminando la battigia con un fascio di luce rossa. Le femmine che hanno deposto le uova e i piccoli che escono dal nido sono attirati dal bagliore della risacca perché indica la direzione giusta per raggiungere il mare. Le luci delle attività umane troppo spesso attirano i rettili lontano dall’oceano condannandoli a una morte certa. La luce rossa però non la vedono e la mia torcia non le avrebbe confuse. L’acqua dell’oceano Atlantico a quelle latitudini è calda, ma la tartaruga liuto grazie a un abbondante tessuto adiposo isolante e a sistemi di scambio di calore che le permettono di avere una temperatura corporea di gran lunga superiore a quella dell’ambiente esterno.
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