Domus

Grande progetto

Grand project

Lebanon

Sfidando la monotonia del paesaggio della città, dove le pressioni per raggiungere gli obiettivi di valorizzazione e ottenere il massimo profitto immobiliare hanno creato una pletora di tipologie residenziali ripetitive e banali, Lina Ghotmeh ha realizzato il suo primo edificio a Beirut, la sua città, all’insegna della sperimentazione architettonica. Sulla scorta dell’impostazione progettuale elegante e ponderata che caratterizza le sue opere precedenti, Ghotmeh è riuscita a instillare in questo manufatto a destinazione mista la sua attenta competenza in materia di esperienza spaziale, tecniche costruttive e indagini volumetriche, realizzando un edificio di qualità scultorea tutta particolare.

Non è cosa da poco, per una giovane architetta, sfidare il mondo dell’edilizia residenziale di Beirut, dove un pugno di immobiliaristi – esclusivamente maschi – controlla il mercato residenziale di alto livello. Qui di rado gli architetti di talento ricevono l’apprezzamento che meritano, dato che troppo spesso l’esperienza dello spazio e la sua importanza per gli ambienti della vita vengono messe in ombra dal valore dell’appartamento come investimento finanziario a fini di profitto. Se non fosse stato per la particolarissima storia dell’edificio, commissionato dalla famiglia di Pierre el Khoury, celebre architetto libanese scomparso, è poco probabile che a Ghotmeh sarebbe stata offerta un’occasione. La decisione della famiglia di costruire sul sito dello studio, a suo tempo famoso, un edificio a destinazione mista, che ospitasse gli appartamenti dei membri della famiglia, una galleria d’arte e alcuni altri appartamenti per recuperare il costo degli investimenti, ha fornito l’inconsueta opportunità.

Vanno però anche riconosciuti i meriti dei progettisti e degli investitori che hanno aderito al programma, alcuni dei quali fanno parte della

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