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Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina
Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina
Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina
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Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina

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Il Primo Libro, “Va tutto in Rovina” continua la serie di gran successo e ricca di suspense "Il Diario di Julia Jones", con una trama più avvincente ed emozionante che mai.

Julia è ora la tipica ragazza adolescente ed il suo mondo è stato sconvolto quando i suoi genitori l’hanno improvvisamente ed inaspettatamente costretta a ritrasferirsi nella loro vecchia casa in città.

In preda alla disperazione e nel tentativo di trarre il meglio da questa situazione, cerca di riallacciare i contatti con la sua ex miglior amica, Millie Spencer e con l’amore della sua vita, Blake Jansen. Tuttavia, ritornata a vivere in città, realizza subito che durante la sua assenza le cose sono drasticamente cambiate.

Le settimane seguenti sono caratterizzate da un’escalation di eventi e drammi. Nonostante Julia provi a mantenere il controllo, la sua vita sembra dirigersi verso un disastro che le è impossibile prevenire. 

LanguageItaliano
Release dateAug 26, 2020
ISBN9781071563984
Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina

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    Il Diario di Julia Jones - Gli Anni dell'Adolescenza - Libro 1 - Va Tutto in Rovina - Katrina Kahler

    Julia Jones è la tipica ragazza adolescente. Desidera integrarsi, avere buoni amici, sentirsi amata, ed essere felice. Seguendola nelle sue avventure, rifletti sulle scelte che fa. Pensa a come reagiresti tu nelle stesse situazioni o se ti trovassi ad affrontare sfide analoghe.

    SOMMARIO

    Capitolo Uno

    Capitolo Due

    Un mese prima

    Capitolo Tre

    Capitolo Quattro

    Capitolo Cinque

    Capitolo Sei

    Capitolo Sette

    Capitolo Otto

    Capitolo Nove

    Capitolo Dieci

    Capitolo Dodici

    Capitolo Tredici

    Capitolo Quattordici

    Capitolo Uno

    Guardai inorridita quello che avevo davanti. La somiglianza era sorprendente. Aveva gli stessi lungi capelli castani e occhi color nocciola come i miei, ma quel ghigno demoniaco era orribile. In preda allo shock, rimasi immobile. Confusione e panico si avvicendavano nella mia mente. Con la bocca spalancata, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella cosa appesa alla porta del mio armadietto. Cercai di preservare l’ultima riserva di autocontrollo, per contenere le urla spaventate che sentivo dentro.

    Si trattava di un giocattolo per bambini, un residuo di una collezione per bambole da tempo dimenticata, che era stato rimodellato per assomigliarmi. Qualche lentiggine chiara era stata punteggiata intorno al naso e sulle guance, probabilmente con un pennarello indelebile. In aggiunta, una macchia marrone era stata disegnata sul lato di una gamba e guardai verso il basso, alla voglia che copriva l’interno della mia coscia, un segno che mi tormentava sin dai primi anni della scuola elementare.

    Quel sorriso inquietante, quel sorrisetto malvagio che era stato dipinto sul volto della bambola, mi fece accapponare la pelle. Tuttavia, l’aspetto più orribile e preoccupante era il fatto che tre lunghi e spessi aghi da cucito sporgevano in modo grottesco dal torso, mentre altri due erano brutalmente infilati ai lati della testa.

    Con un sussulto realizzai di cosa si trattava, e il concetto di bambola voodoo mi tornò in mente. Avevo letto da qualche parte che, in passato, le tribù africane usavano questo genere di stregoneria per lanciare incantesimi sui membri del villaggio. In molti casi, le vittime si ammalavano gravemente e, a volte, l’effetto era così intenso da far morire i malcapitati.

    L’attimo seguente, la testa mi girava vorticosamente e fui assalita da un’intensa sensazione di nausea alla bocca dello stomaco.

    Poi, senza alcun preavviso, tutto divenne buio e persi conoscenza.

    Capitolo Due

    Un mese prima

    Non capisco come possa accadere una cosa del genere! Questo genere di cose succedono ad altre persone, non a me!

    Bianca in volto, fissai mio padre. Dici sul serio? Manca una settimana a Natale e tu sganci questa bomba sulla nostra famiglia? La mia mente era piena di domande, ma ero troppo sconvolta per esprimermi ad alta voce.

    Senza parole, lo guardai, con gli occhi oscurati dalla rabbia. Quando ero più piccola, mia madre era solita prendermi in giro per il colore dei miei occhi. Suzie dagli occhi neri mi chiamava. Secondo lei, i miei occhi passavano da marrone scuro a color carbone quand’ero arrabbiata. Odiavo essere derisa. Non apprezzavo affatto l’espressione da lei utilizzata, e m’infastidiva ancor di più sentirla ripetere costantemente la stessa cosa. Ogni volta, si faceva gioco della mia reazione e continuava a sfottermi. La disprezzavo per questo.

    Questa volta era stato mio padre ad aver scatenato la mia rabbia.

    Seriamente, come ha potuto farci questo?

    Corsi per ritirarmi nel sicuro rifugio della mia camera e chiusi la porta alle mie spalle, sbattendola. Mi buttai sul letto, e afferrai il vecchio orsacchiotto che sedeva appoggiato al mio cuscino. Era l’unico animale di peluche che ancora conservavo, e sapevo lo avrei tenuto per sempre. Stringendolo forte al petto, iniziai a singhiozzare.

    Il mio mondo, così come lo conoscevo, stava per finire. Desideravo più di ogni altra cosa che si trattasse solamente di un incubo, così avrei potuto semplicemente risvegliarmi, dimenticando tutto. Ma era impossibile. Mi trovavo dinanzi ad una nuova realtà, e non avevo alcuna possibilità di cambiarla. 

    Capitolo Tre

    Distesa sul mio letto guardavo fuori dalla finestra, stringendo il cuscino bagnato dalle lacrime. Mia madre aveva inutilmente cercato di consolarmi, ma volevo solo essere lasciata in pace. Niente di quello che poteva dire o fare avrebbe aiutato. Se solo ci fosse stata un’altra soluzione.

    Non era giusto!

    Ero a conoscenza delle difficoltà finanziarie dei miei genitori, soprattutto da quando papà aveva perso il lavoro. Ne discutevano spesso negli ultimi mesi e li avevo sorpresi a bisbigliare svariate volte. Questi discorsi erano seguiti da sguardi colpevoli nella mia direzione ogni qual volta si rendevano conto potevo sentirli.

    Che cosa sta succedendo? domandai un paio di volte.

    La risposta di mia madre era sempre la stessa. Oh, nulla, tesoro. Niente di cui tu ti debba preoccupare!

    Non riuscivo a credere che mi avessero tenuta all’oscuro di tutto e poi, poco prima di Natale, decisero di riferirmi la notizia.

    Dobbiamo ritrasferirci a Carindale, disse papà, con espressione cupa mentre provava a spiegarmelo. Ho trovato un nuovo lavoro lì, che inizierò tra due settimane.

    Che cosa? Un nuovo lavoro? Dobbiamo tornare a Carindale? Tra due settimane? Faticavo a comprendere le sue parole. Spero tu stia scherzando?

    Rimasi lì stupita, guardando entrambi i miei genitori. Non poteva essere vero. Non era possibile. Mamma intervenne nel tentativo di evitare scoppiassi dalla rabbia. Abbiamo messo in vendita la casa, Julia. Non abbiamo altra scelta...

    Decisi di interromperla per chiederle ulteriori spiegazioni. Cosa significa che non c’è altra scelta? Incrociai lo sguardo con mio padre. Ero certa avrebbe risolto questo problema; doveva pur esserci qualcosa che poteva fare. Ma mi fissò impotente.

    Godendomi la vista dalla finestra della mia camera, pensai a tutto quello che era successo nei mesi precedenti. Tre mesi prima, ero stata costretta a vendere il mio bellissimo pony perché non potevamo più permetterci di pagare per il suo

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