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A nozze con il testimone: Harmony Jolly
A nozze con il testimone: Harmony Jolly
A nozze con il testimone: Harmony Jolly
Ebook159 pages4 hours

A nozze con il testimone: Harmony Jolly

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About this ebook

Non sempre al primo colpo si capisce chi abbia-mo al fianco, ma la seconda volta sì.

Dopo essere volata in Francia per celebrare il matrimonio della sua migliore amica, Hannah McGinley ha come unico obiettivo quello di non cadere di nuovo nella seducente trappola di Laurent Bonneval, testimone dello sposo e Mr. Cinismo fatto persona.

Tuttavia la chimica che li unisce è impossibile da ignorare, e l'atmosfera sofisticata e romantica che li avvolge fa vacillare il saldo proposito di Hannah. D'accordo, forse Laurent è cambiato, ma glielo dovrà dimostrare lasciandosi definitivamente il passato alle spalle.
LanguageItaliano
Release dateAug 20, 2020
ISBN9788830518209
A nozze con il testimone: Harmony Jolly

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    A nozze con il testimone - Katrina Cudmore

    successivo.

    1

    L'enorme cane premette il muso contro il finestrino dell'auto di Hannah McGinley, e il vetro si appannò all'istante. «Fai il bravo. Vai via» gridò cercando di apparire calma e anche affettuosa. L'ultima cosa che voleva era fare arrabbiare di più quel bestione. Il suo arrivo sul viale d'accesso di Château Bonneval aveva scatenato la corsa del colosso dietro la sua macchina come se fosse una partenza del Grand National, e il suo incessante abbaiare aveva quasi fatto andare a sbattere l'auto contro uno dei carpini che costeggiavano il lungo viale.

    Figlia di un agricoltore dello Shropshire, le era stato detto più di una volta che non avrebbe avuto motivo di avere così paura dei cani, ma nessun tipo di convincimento della sua famiglia l'aveva liberata da quel terrore anche di bestiole più piccole, figurarsi di quella belva alta quasi come un cavallo che in quel momento la fissava come se non aspettasse altro che affondare i denti su di lei.

    Spostando lo sguardo verso la porta d'ingresso del castello, Hannah desiderò che qualcuno uscisse fuori e le andasse in soccorso. Di sicuro, dovevano avere sentito l'infernale abbaiare del segugio.

    Ancora una volta, s'interrogò sulla sua decisione di avere acconsentito ad andare in Francia per fare da celebrante al matrimonio della sua migliore amica Lara. Una decisione facile e gioiosa nella maggior parte delle circostanze, ma non per lei che si era innamorata del testimone, nonché fratello dello sposo, Laurent Bonneval, ed era stato quest'ultimo a mettere fine alla loro storia. E la parte peggiore di questo era che il matrimonio si sarebbe svolto nella sua casa, a Château Bonneval. Non poteva almeno essere organizzato in una location neutrale? La sua unica speranza era che loro due sarebbero stati circondati da altre persone per tutto il weekend e lei avrebbe cercato di mostrare loro una calma professionale che stava provando da quando Lara e François erano arrivati a Londra da Manchester, dove vivevano, per chiederle di celebrare il loro matrimonio.

    Si fidavano di lei e ci tenevano a farle celebrare la benedizione del loro matrimonio, nonostante fosse da poco una celebrante – questo sarebbe stato il suo quarto matrimonio – aveva chiesto loro se erano davvero sicuri di volere che fosse lei a officiare il rito. Lara e François si erano scambiati una timida occhiata prima che Lara si sporgesse sul tavolo della caffetteria di Richmond per toccare il braccio di Hannah. «Sei la mia migliore amica da quando avevamo sette anni.» Concedendosi una breve pausa, le aveva indirizzato un mezzo sorriso con cui supplicava Hannah di capire, di fidarsi di lei. «Renderebbe il nostro giorno ancora più magico avere la tua benedizione alla nostra unione.»

    Le lacrime avevano offuscato per un attimo la vista di Hannah nel ricordare come Lara era passata all'attacco il suo primo giorno di scuola alla Meadlead Primary School e aveva detto a Ellie Marshall e alla sua gang di farsi gli affari loro quando, durante l'intervallo, avevano sottoposto Hannah a un interminabile interrogatorio con domande del tipo: chi era, perché era arrivata a scuola a metà anno, perché era così magra. Raggelata dentro, confusa da tutto quello che era successo nella sua vita, Hannah era stata sorpresa e grata a Lara quando l'aveva sottratta a quelle inquisitrici. Era rimasta silenziosa per settimane. E mentre questo aveva attirato infinite occhiate sospettose e parole sussurrate dietro le mani dal resto della classe, Lara chiacchierava allegramente con lei, scaldandole il cuore intorpidito con il suo umorismo eccentrico e il vivace modo di vedere la vita.

    Quel giorno nella caffetteria a Richmond, Hannah si era rivolta a François, e il cuore come al solito aveva fatto una capriola al ricordo – alcuni suoi tratti erano così simili a quelli di Laurent: i folti capelli neri mossi, la fiera e pronunciata mascella, gli zigomi alti, il naso affilato.

    Si sforzò di pronunciare la parola Laurent, ma le si fermò in gola. Alla fine cercò di mormorare, attraverso un falso sorriso: «Avere me come celebrante andrà bene per tutta la famiglia?».

    Gli occhi di François erano diversi, di un blu più delicato, più indulgente; non c'era quel bagliore come in quelli di Laurent, capace di generarle dolore. La preoccupazione in quelle iridi aveva accompagnato il suo tono gentile nel risponderle: «Laurent sarà il mio testimone» e Hannah aveva provato come una sferzata al cuore.

    Aveva distolto lo sguardo dalle espressioni sconfortate di Lara e François, detestando di averli messi in quella situazione. Il loro matrimonio sarebbe dovuto essere una celebrazione spensierata, non rovinata dal fatto che lei si era innamorata follemente di Laurent, confondendo il suo fascino gallico e i suoi gesti romantici per un segno che lui sentisse ciò che provava lei, e che come lei volesse di più.

    Nei mesi successivi, dopo che lui ebbe lasciato Londra per tornare all'azienda di famiglia e al castello a Cognac, dicendole prima che se ne andasse che non voleva continuare la loro relazione, Hannah era rimasta perplessa per l'effetto travolgente che Laurent aveva avuto su di lei. Il dolore, la delusione e l'umiliazione erano stati così devastanti che si era sforzata di capire. Forse perché era il primo uomo di cui si era innamorata? Il che era abbastanza grave a ventinove anni. Ma fino a quel momento, non aveva conosciuto nessuno come lui che le facesse battere forte il cuore, e che con uno sguardo le comunicasse così tanto, l'aveva davvero intrigata.

    All'inizio Hannah aveva contrastato l'alchimia tra loro, il vecchio bisogno di proteggersi la spingeva a tenerlo a debita distanza. Ma in verità, era cambiata ed era diventata più disponibile nel permettere a qualcuno di entrare nella sua vita. Aveva inseguito sicurezza e stabilità durante i suoi vent'anni, avendo una disperata necessità di realizzare la sua carriera nel settore finanziario e comprare un appartamento tutto suo. Ma approssimandosi ai trent'anni, si era resa conto di volere di più. Una vita più libera, più ottimista. Una vita in cui prendere le occasioni senza paura. E con quel suo nuovo modo di pensare e di sognare aveva incontrato Laurent Bonneval. Il fratello del nuovo fidanzato della sua migliore amica. E lui l'aveva conquistata. Ma dieci mesi più tardi l'aveva lasciata con il cuore a pezzi.

    Ma il suo cuore adesso era guarito e sarebbe stato fermamente chiuso al fascino di Laurent Bonneval.

    Hannah sussultò quando la coda del bestione colpì la sua portiera nel girarsi per poi allontanarsi, sparendo dietro a una delle torrette fiabesche del castello, posizionate a ogni angolo dell'edificio a quattro piani.

    Emise un sospiro di sollievo. Ma poi il suo cuore sprofondò fino al pavimento della macchina. A distanza, vide spuntare Laurent, inizialmente con un passo scattante che rallentò appena vide la sua auto. Il bestione era al suo fianco.

    Fermandosi, Laurent alzò una mano per schermarsi gli occhi dal sole che si era abbassato all'orizzonte. Dietro di lui la sua ombra si allungò sul viale ricoperto di ghiaia, rendendo la sua figura esageratamente alta e imponente.

    Hannah aspettò che si muovesse. Cercò d'ignorare il fatto che indossasse solo dei pantaloncini da corsa che rivelavano la lunghezza delle sue gambe poderose, e una canotta leggera che mostrava la solida potenza muscolare delle ampie spalle e braccia scolpite dalla palestra. La sua pelle brillava di sudore.

    Una sensazione di calore le si formò nella pancia.

    Laurent si avvicinò alla macchina.

    Il cuore di Hannah fece una capriola.

    Afferrò il pulsante del finestrino e lo abbassò di appena qualche centimetro, solo per rendersi conto quanto era diventato soffocante l'abitacolo dell'auto mentre era stata tenuta in ostaggio dal bestione. Desiderò infilarsi una mano tra i capelli, controllare il trucco nello specchietto. Ma non voleva dimostrargli che le interessava come appariva ai suoi occhi.

    Laurent si fermò a pochi passi dalla macchina. Il cane si mise seduto al suo comando. «Hannah...» Il suo cuore accelerò i battiti alla preoccupazione degli occhi di lui. «Stai bene?»

    Il suono basso, intimo della sua voce la sciolse dentro. Un ricordo dietro l'altro attraversò il suo cervello: lui abituato a lasciarle dei messaggi in segreteria che la facevano arrossire e ridacchiare. La sua bocca contro il proprio orecchio quando uscivano in compagnia di altre persone, sussurrandole un complimento, una promessa. I sabati mattina quando raggiungevano in bicicletta la loro panetteria francese preferita a Putney Heath e facevano colazione, flirtando scherzosamente, le gambe le tremavano quando le sue dita le accarezzavano la mano, il braccio, la guancia, prima di suggerirle che sarebbero dovuti tornare a casa. Le sue parole sussurrate quando facevano l'amore dopo che il suo cuore era gonfio e il flusso sanguigno esplodeva di bollicine gioiose.

    Hannah prese un respiro profondo. Aveva dimenticato Laurent. Doveva ricordarselo. La cosa più importante per lei adesso era decidere quale direzione avrebbe dovuto prendere la sua vita. Continuare la sua carriera nel settore della finanza a Londra o a Singapore, o rischiare di diventare una celebrante di matrimoni a tempo pieno in Spagna. Il suo lato prudente le suggeriva di mantenere un regolare stipendio e un impiego sicuro, ma dentro di lei voleva essere libera di prendere le sue decisioni lontano dai confini della vita aziendale, fare la differenza come parte integrante di una delle giornate più importanti della vita di una persona.

    Era lì per sostenere Lara. Per festeggiare con lei e François. Laurent Bonneval era solo un lieve peggioramento di quello che sarebbe dovuto essere un gioioso weekend.

    Adesso era il momento di mettere in atto la calma professionale che aveva giurato di mantenere durante il fine settimana. Per sfortuna, sembrava che le sue mani tremanti e le capriole nello stomaco non avessero ricevuto quel particolare promemoria.

    Abbassò il finestrino ancora un po' e annuì verso il cane. «Ti sarei grata se lo portassi via.»

    La freddezza del tono di Hannah e la sua espressione di pietra lo colpirono in petto. Indicò le stalle e al suo comando Bleu si allontanò verso il posto in cui era solito dormire insieme ai cavalli.

    Lo sguardo di Hannah seguì ogni movimento del cane e anche quando scomparve dalla vista, i suoi occhi restarono fissi in quella direzione. «Tornerà?»

    Laurent si avvicinò alla portiera e si chinò per parlarle attraverso la fessura del finestrino. «L'ho sentito abbaiare... mi dispiace che ti abbia spaventata.»

    Hannah scosse la testa, non credendogli. «È tuo?»

    «Sì.»

    Fece una smorfia. Laurent sapeva che lei aveva paura dei cani. Imprecò contro se stesso per non avere chiuso Bleu. Lara gli aveva detto che Hannah sarebbe arrivata a quell'ora, ma il suo fedele amico a quattro zampe era sembrato così abbattuto quando prima lo aveva portato alla sua cuccia che aveva ceduto e gli aveva permesso di accompagnarlo come al solito nella sua corsa serale. «A dispetto dell'apparenza, è dolce come un marshmallow. Voleva solo salutarti.»

    Hannah scosse la testa, non convinta. «Fa paura. Non ho mai visto un cane grande come lui.»

    «È un Grand Bleu di Gascogne. Ha un carattere molto affettuoso.» Avvicinandosi alla portiera, l'aprì. Lo sguardo di Hannah si spostò di nuovo verso l'angolo del castello dove Bleu era sparito e poi su di lui. Laurent le regalò un sorriso d'incoraggiamento. «Non tornerà, garantito. Puoi fidarti di me.»

    Lei corrugò la fronte e piegò la bocca in un cipiglio ancora più profondo.

    Per lunghi secondi lo fissò con quell'espressione infelice, gli alti zigomi coloriti da un lieve rossore, ma poi girando la testa all'indietro, prese la valigia dal sedile del passeggero e scese dalla macchina.

    Nel silenzio che seguì, Laurent imprecò contro François. Quando quest'ultimo gli aveva detto che Hannah sarebbe stata la celebrante del loro matrimonio, era stato incredulo. François conosceva la loro

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