Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Cinque milioni per un sì: Harmony Collezione
Cinque milioni per un sì: Harmony Collezione
Cinque milioni per un sì: Harmony Collezione
Ebook165 pages2 hours

Cinque milioni per un sì: Harmony Collezione

Rating: 5 out of 5 stars

5/5

()

Read preview

About this ebook

Le darà cinque milioni di ragioni...
L'unico modo in cui Rafael Mendoza-Casillas può diventare amministratore delegato della Casillas Group è sposarsi. Ma le nozze non rientrano nei piani a breve termine del noto playboy internazionale. Almeno fino a quando Juliet Lacey, una squattrinata madre single, gli confida di essere sul punto di perdere tutto.

... per sposarlo!
Rafael si offre di salvarla dalla bancarotta a patto che lei diventi sua moglie. Ma la vicinanza, oltre che il crescere della reciproca conoscenza, fa nascere tra loro una tale attrazione che i due iniziano a dubitare che il loro matrimonio sia ancora e soltanto una questione d'affari...
LanguageItaliano
Release dateAug 20, 2020
ISBN9788830517820
Cinque milioni per un sì: Harmony Collezione
Author

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Chantelle Shaw

Related to Cinque milioni per un sì

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Cinque milioni per un sì

Rating: 5 out of 5 stars
5/5

2 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Cinque milioni per un sì - Chantelle Shaw

    successivo.

    1

    Incontro a luci rosse tra lo Stallone spagnolo e la moglie del Capo di Gabinetto!

    Rafael Mendoza-Casillas si accigliò mentre scorreva i giornali, sparsi sulla sua scrivania. Titoli simili rimbalzavano su tutti i tabloid. Pareva che l'intero mondo della carta stampata ritenesse di pubblico interesse la sua avventura con Michelle Urquhart.

    E non solo in Inghilterra. In tutta Europa la gente stava facendo colazione mentre studiava le fotografie in prima pagina.

    La prima immortalava l'erede del più importante distributore spagnolo di abbigliamento che entrava in un hotel londinese a tarda notte, accompagnato dalla voluttuosa signora Urquhart. Una seconda foto mostrava lui e Michelle, che lasciavano l'hotel da una porta sul retro, la mattina seguente.

    Si può solo speculare su come il playboy più scatenato d'Europa e la moglie del politico abbiano passato il loro tempo!

    Quella conclusione era del tabloid più aggressivo, scorretto e pruriginoso del Regno Unito.

    «È uno scandalo di troppo, Rafael!» La voce tonante di Hector Casillas fremeva di rabbia e Rafael allontanò il telefono dall'orecchio. «Proprio il giorno in cui la Rozita Fashion, il brand più venduto dalla nostra azienda, lancia la nuova collezione di abiti da sposa, la tua relazione con una donna sposata è su tutte le prime pagine. Hai coperto di ridicolo la Casillas Group

    «Non sapevo che Michelle fosse sposata» rispose Rafael, laconico, quando suo nonno fece una pausa per riprendere fiato.

    Non che il suo stato civile gli interessasse. Non era responsabile della morale altrui, soprattutto perché non ne aveva una sua. Ma se avesse saputo che il marito di Michelle era una figura pubblica allora l'avrebbe evitata, anche se lei gli si era gettata praticamente addosso, in quel locale notturno. Rafael non aveva mai avuto problemi a trovare splendide donne disponibili, e con il senno di poi Michelle non ne era valsa la pena.

    Si appoggiò allo schienale della poltrona e guardò la pioggia che sferzava le finestre del suo ufficio, presso la sede della Casillas Group UK a Canary Wharf, a Londra. Il gruppo Casillas era uno dei più grandi rivenditori di abbigliamento al mondo, e oltre alla Rozita Fashion distribuiva diversi altri marchi di alta moda.

    Rafael immaginò il nonno, seduto dietro la scrivania, nello studio dell'enorme villa di famiglia, a Valencia. Hector lo aveva convocato spesso in quello studio, per rimarcare tutte le sue mancanze e ricordargli, come se lui ne avesse avuto bisogno, che era in parte gitano. Un sottoprodotto dei Casillas.

    «Hai gettato vergogna sulla famiglia e sull'azienda» sottolineò Hector. «Tua madre mi aveva avvertito che avevi ereditato tutti i difetti di tuo padre. Quando ti ho portato in famiglia, volevo che tu mi succedessi a capo della Casillas Group. Dopotutto sei mio nipote. Purtroppo in te c'è troppo del sangue di tuo padre e aggiungere il cognome Casillas al tuo non cambia chi sei.»

    Rafael si era aspettato quell'affondo. Suo nonno non perdeva mai occasione per ricordargli da dove veniva. Suo padre, Ivan Mendoza, era stato uno spacciatore di droga e il rapporto di sua madre con lui, una ribellione nei confronti dell'aristocratica famiglia Casillas, si era concluso quando era fuggita, lasciando Rafael e la sua sorellina in un campo nomadi, alla periferia di Madrid.

    «Questa situazione deve finire. Ho deciso che devi sposarti, e subito!»

    Per un istante Rafael pensò di aver sentito male. «Nonno...» disse conciliante.

    «Il Consiglio d'Amministrazione vuole che io nomini Francisco come mio successore.»

    Gli sembrò di essere stato colpito da una palla di cannone allo stomaco. «Vuoi mettere un ragazzino al comando? La Casillas Group è un'azienda globale, con un fatturato annuo multimilionario. Frankie non sarebbe assolutamente all'altezza.»

    «Il tuo fratellastro tra un anno terminerà gli studi universitari. Ma soprattutto si tiene i pantaloni addosso.»

    La bile gli bruciò la gola. «È stata mia madre a suggerirtelo? Non è un mistero per nessuno che consideri il suo secondo figlio un vero Casillas, l'unico degno di ereditare l'azienda di famiglia.»

    «Non me lo ha suggerito nessuno. Prendo io le mie decisioni» scattò Hector. «Peraltro condivido le preoccupazioni del Consiglio di Amministrazione. La tua costante presenza sulla stampa scandalistica, danneggia la società. Il nostro Amministratore Delegato dovrebbe essere un uomo di alti principi. Voglio darti un'ultima possibilità. Porta tua moglie alla festa per il mio ottantesimo compleanno, e io mi dimetterò nominandoti mio successore.»

    «Non ho nessuna voglia di sposarmi» borbottò Rafael.

    «Allora designerò il tuo fratellastro come mio erede, il giorno del mio compleanno.»

    «Ma il tuo compleanno è tra sei settimane. Non è possibile che riesca a trovare una moglie in così poco tempo.»

    «Nulla è impossibile» affermò Hector deciso. «Nel corso degli ultimi diciotto mesi ti sono state presentate diverse ragazze di ottima famiglia, che sarebbero candidate perfette. Se vuoi prendere il mio posto, mi presenterai la tua sposa e festeggeremo insieme il mio compleanno e il tuo matrimonio.»

    Hector chiuse la comunicazione e Rafael imprecò, gettando il cellulare sulla scrivania. Il vecchio è impazzito! Avrebbe voluto crederci, ma sapeva che Hector Casillas era un astuto uomo d'affari. L'amministrazione generale della Casillas Group veniva tramandata al primogenito maschio della generazione successiva, da quando era stata fondata, dal nonno di suo nonno.

    Hector Casillas aveva avuto una sola figlia femmina quindi Rafael, il nipote più grande, era il prossimo della fila. Ma sapeva che molti, sia all'interno del Consiglio di Amministrazione sia della famiglia, non erano favorevoli a cedere le redini a un mezzosangue, come tutti, carinamente, lo consideravano.

    Le parole di Hector gli ronzavano in testa. Se vuoi prendere il mio posto... Rafael abbozzò un sorriso triste. Diventare Amministratore Delegato dell'azienda era l'unica cosa che voleva. Succedere a suo nonno era sempre stato il suo sogno da quando, a dodici anni, era stato salvato dalla miseria e introdotto nell'aristocratica, ricchissima famiglia materna.

    Era determinato a dimostrare ai suoi detrattori, tra cui spiccavano sua madre e il suo secondo marito, di essere degno del ruolo. Alberto Casillas era un secondo cugino di sua madre Delfina, il che significava che il loro figlio, Francisco, era un Casillas fino al midollo. Come quello di molte famiglie aristocratiche, il patrimonio genetico dei Casillas era stato preservato entro una cerchia ristretta e la maggior parte dei parenti di Rafael non voleva che le cose cambiassero.

    Ma anche nel settore dell'alta moda la distribuzione stava affrontando grandi cambiamenti, con una crescente attenzione alle vendite online. Rafael aveva capito meglio della maggior parte dei membri del Consiglio di Amministrazione che la Casillas Group doveva dare spazio alle nuove tecnologie per mantenere la leadership di mercato. Suo nonno era stato un grande Amministratore Delegato, ma ora c'era bisogno di sangue nuovo.

    Non il sangue di un gitano, però, suggerì una vocina dentro di lui. Uno che, un tempo, tra lo squallore e la sporcizia di un campo nomadi, aveva dovuto implorare per il pane, come un cane randagio. E come un cane randagio aveva dovuto imparare a scappare velocemente, per evitare i pugni del padre.

    Rafael spense l'interruttore dei suoi terribili ricordi d'infanzia e si concentrò sulle potenziali mogli, di cui aveva parlato Hector. Aveva intuito che sua madre stesse tramando qualcosa, quando aveva moltiplicato le sue famigerate cene, invitando le giovani di varie famiglie altolocate e insistendo perché lui fosse presente. Ma lui non aveva abboccato all'amo e non aveva alcuna intenzione di farlo ora, nonostante l'ultimatum di suo nonno.

    D'accordo, potevano obbligarlo a sposarsi, ma la moglie se la sarebbe scelta da solo. E non sarebbe stato un matrimonio d'amore, pensò cinicamente.

    Uno psicologo avrebbe concluso che il suo continuo rifuggire gli impegni fosse riconducibile al fatto di essere stato abbandonato da sua madre, quando aveva sette anni. La verità era che poteva perdonarla per aver abbandonato lui, ma non per aver abbandonato sua sorella, che aveva solo due anni. Per Rafael l'angoscia e il dolore di Sofia erano stati più difficili da sopportare dell'indifferenza e della violenza del padre.

    Era determinato a farsi accettare dalla famiglia Casillas, sia per se stesso sia per sua sorella. Sarebbe diventato Amministratore Delegato ed era pronto a pagare qualsiasi donna disposta a un matrimonio di facciata.

    E una volta raggiunto lo scopo se ne sarebbe liberato, pensò mentre afferrava la valigetta, le chiavi della macchina e usciva dal suo ufficio.

    La sua segretaria sollevò lo sguardo quando si fermò davanti a lei. «Vado alla riunione delle dieci e dovrei tornare verso l'ora di pranzo» le annunciò. «Se mio nonno chiama di nuovo, digli che non sono disponibile per il resto della giornata.» Si fermò sulla soglia. «Ah, Philippa... sbarazzati di quei dannati giornali, nel mio ufficio.»

    Juliet buttò il telefono sul sedile del passeggero del furgone e infilò la chiave nel quadro, decisa a non piangere. Dopo aver perso i genitori nell'incidente d'auto che aveva anche messo fine alla sua carriera di ballerina, aveva deciso che nulla poteva essere così terribile da giustificare le sue lacrime.

    Ma quella giornata era iniziata in modo disastroso, con la lettera di uno studio legale australiano che la informava che Bryan intendeva chiedere la custodia di Poppy. L'aveva terrorizzata. Non poteva perdere sua figlia. Poppy era la sua ragione di vita e anche se crescerla da sola era un'impresa, avrebbe combattuto fino all'ultimo respiro per tenere la sua bambina, piuttosto che consegnarla al padre, che non aveva mai mostrato alcun interesse nei suoi confronti, fino a quel momento.

    Poi, a distanza di pochi minuti, la concitata conversazione telefonica con la sua socia in affari, Mel, era stata l'ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso. La sua vita stava andando a pezzi!

    Juliet fissò la pioggia che scorreva sul parabrezza e sbatté le palpebre per arginare le lacrime. Non aveva senso stare lì seduta, nel parcheggio della lussuosa sede della Casillas Group UK, a Canary Wharf. Aveva ancora dei panini da consegnare, in altri uffici della zona. La sua attività, Lunch To Go, era sull'orlo del baratro, ma i suoi clienti avevano pagato per i loro panini e si aspettavano che lei li consegnasse.

    Allacciò la cintura di sicurezza, tirò su con il naso e mise in moto. Premette il piede sul pedale dell'acceleratore, ma invece di andare avanti il furgone balzò indietro. Un fracasso infernale, seguito da un tintinnio di vetri rotti, esplose tutt'intorno.

    Per un attimo Juliet non riuscì a capire cosa fosse successo, ma quando guardò nello specchietto retrovisore vide che il furgone era andato a schiantarsi contro l'auto parcheggiata dietro di lei.

    E non un'auto qualsiasi, constatò inorridita. L'elegante Lamborghini era una delle auto più costose in produzione, così le aveva detto Danny, l'addetto al parcheggio, che le permetteva di lasciare il furgone nell'area riservata ai dirigenti della Casillas Group.

    E lei che aveva pensato che quella giornata non potesse peggiorare ancora di più...

    Guardò il proprietario della Lamborghini uscire dalla sua auto e chinarsi per ispezionare il paraurti anteriore. Rafael Mendoza-Casillas: Amministratore Delegato della Casillas Group UK, noto playboy, se si doveva credere a un certo tipo di stampa.

    Il cuore di Juliet iniziò a battere all'impazzata quando l'uomo si raddrizzò e si avvicinò al suo furgone. L'espressione tempestosa sul suo bel viso la spinse a slacciare la cintura di sicurezza e aprire la portiera. Oddio! Sperava che il danno alla sua auto non fosse troppo costoso da riparare.

    Una richiesta di risarcimento alla sua assicurazione avrebbe aumentato il premio del prossimo anno.

    «Per caso è cieca? Se avesse avuto il buonsenso di dare un'occhiata nello specchietto retrovisore, avrebbe visto che avevo parcheggiato dietro di lei!»

    La sua voce grave e un po' roca, dal forte accento mediterraneo, vibrava di rabbia. Ma era la voce più sexy che Juliet avesse mai sentito e sentì la pelle pizzicare, consapevole dell'uomo che la sovrastava.

    Lei era alta poco più di un metro e sessanta e dovette inclinare la testa per poterlo guardare. I suoi occhi, di un insolito verde oliva, luccicavano furiosamente sul viso abbronzato. E che viso! Juliet l'aveva visto, di tanto in tanto, negli uffici della Casillas Group, mentre consegnava i panini, ma lui non l'aveva mai degnata di uno sguardo. Una volta era entrata nell'ascensore mentre lui ne usciva e la manica della sua giacca

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1