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Le tecniche di studio: Come sottolineare, prendere appunti, creare schemi e mappe, archiviare
Le tecniche di studio: Come sottolineare, prendere appunti, creare schemi e mappe, archiviare
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Le tecniche di studio: Come sottolineare, prendere appunti, creare schemi e mappe, archiviare

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Come sottolineare, prendere appunti, creare schemi e mappe, archiviare
Non basta studiare. È già tanto, ma non è sufficiente, perché è necessario “saper studiare efficacemente”, utilizzando delle buone strategie di studio. Oggi con l’accesso immediato a grandi territori di conoscenza, è necessario possedere delle ottime strategie per catturare e memorizzare molte informazioni. Questo è l’obiettivo del libro. Serve per capire subito dove cercare le informazioni più utili. Suggerisce strategie per organizzare le idee in schemi e mappe. Consiglia di curare la creazione di un archivio mentale, per comprendere bene i problemi che ci preoccupano e per essere creativi nella soluzione delle difficoltà che ci assediano.
In questo libro sono descritte numerose tecniche di studio, che ci servono a scuola, ma anche nella vita. Perché la vita stessa ci richiede, ci impone, di imparare sempre, perché c’è molto da apprendere ogni giorno, se vogliamo vivere bene, consapevolmente, con più gioia e con più creatività. Impareremo il modo migliore per individuare e sottolineare le idee essenziali, per prendere appunti, per costruire schemi e mappe, per archiviare le informazioni nella nostra mente e nel nostro archivio cartaceo o digitale. Sono delle strategie che facilitano l’apprendimento a scuola e assicurano il successo nella vita.

INDICE
Introduzione 11
1 Sottolineare 15
1. Definizione di sottolineare  15
2. Criteri per sottolineare efficacemente  17
3. Quando sottolineare  30
4. Quanto sottolineare  33
5. Che cosa sottolineare
6. Come sottolineare  82
7. Perché sottolineare  88
2 Prendere appunti 93
1. Definizione di appunti  93
2. Criteri per prendere appunti  99
3. Quando prendere appunti 108
4. Quantità degli appunti 116
5. Che cosa annotare 116
6. Regole per prendere dei buoni appunti  118
7. Classificazione dei vari tipi di appunti  147
8. Perché prendere appunti  212
3 Schematizzare e creare mappe 215
1. Definizione di schema e di mappa 215
2. Criteri per schematizzare e creare mappe  246
3. Quando schematizzare  255
4. Quanto schematizzare  257
5. Che cosa schematizzare e inserire nelle mappe 260
6. Come schematizzare o come creare delle mappe concettuali  260
7. Classificazione dei vari tipi di schemi o mappe concettuali  264
8. Software e Programmi di mapping  310
9. Perché schematizzare e creare mappe  311
4 Archiviare 313
1. Definizione di archivio mentale  313
2. Criteri di archiviazione 321
3. Quando archiviare  322
4. Quanto archiviare  323
5. Che cosa archiviare  326
6. Come archiviare 336
7. Perché archiviare  342

Conclusione 348

Bibliografia

Mario Polito è psicologo e pedagogista. Laureato in filosofia, in psicologia e in pedagogia, ha approfondito i temi dell’apprendimento e della memoria legati alla didattica e al metodo di studio. Ha svolto una lunga attività di insegnamento nelle scuole secondarie. Come psicopedagogista conduce corsi di formazione per docenti sui temi della didattica, dell’apprendimento e della comunicazione in classe, e per studenti sul metodo di studio e sulle mnemotecniche.
LanguageItaliano
Release dateAug 5, 2020
ISBN9788864732909
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    Dettagliato, esplicativo e molto utile come gli altri libri. Ottimo

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Le tecniche di studio - Mario Polito

978-88-6473-290-9

Introduzione

Non basta studiare. È già tanto, ma non è sufficiente, perché è necessario saper studiare efficacemente, utilizzando delle buone strategie di studio. Specialmente oggi, di fronte alla grande quantità di informazioni che dobbiamo continuamente tenere a mente. Spesso ci sentiamo scoraggiati e diciamo: Come farò a imparare e ricordare tutte queste cose? È impossibile. Non ci riuscirò mai. Dopo aver letto un libro, ci accorgiamo che è necessario leggerne altri dieci, venti, cento, per poter ci sentire veramente competenti. Sicuri. Esperti. Creativi. Ci rendiamo conto che bisogna continuare a studiare, a imparare, a memorizzare. Comprendiamo che è indispensabile leggere molti libri, sfogliare molti giornali e riviste, navigare a lungo tra i numerosi ipertesti e links presenti in internet.

Specialmente oggi, con l’accesso immediato a grandi territori di conoscenza, è necessario possedere delle ottime strategie per catturare e memorizzare molte informazioni. Questo è l’obiettivo del libro che state leggendo. Serve per capire subito dove cercare le informazioni più utili. Suggerisce strategie per organizzare le idee in schemi e mappe. Consiglia di curare la creazione di un archivio mentale, per comprendere bene i problemi che ci preoccupano e per essere creativi nella soluzione delle difficoltà che ci assediano.

In questo libro sono descritte numerose tecniche di studio, che ci servono a scuola, ma anche nella vita. Non solo perché gli esami non finiscono mai, come diceva Eduardo De Filippo, ma perché la vita stessa ci richiede, ci impone, di imparare sempre, perché c’è molto da apprendere ogni giorno, se vogliamo vivere bene, consapevolmente, con più gioia e con più creatività.

Impareremo il modo migliore per individuare e sottolineare le idee essenziali, per prendere appunti, per costruire schemi e mappe, per archiviare le informazioni nella nostra mente e nel nostro archivio cartaceo o digitale. Sono delle strategie che facilitano l’apprendimento a scuola e assicurano il successo nella vita.

Definiamo brevemente i concetti che incontreremo frequentemente in questo libro.

Il metodo riguarda l’organizzazione generale del proprio modo di pensare. Suggerisce la strada migliore, la più efficiente, la più efficace, la più economica, per rendere fruttuoso il proprio impegno in tutte le attività che intraprendiamo.

Il metodo di studio (vedi M.Polito 2010) descrive delle strategie pertinenti per migliorare il proprio apprendimento e offre risposte alle seguenti domande: Quando studiare? Quanto studiare? Come studiare? Dove studiare? Perché studiare? Come automotivarsi? Come memorizzare perfettamente quello che ho appreso bene? Come ripassare? Come affrontare un’interrogazione o un esame?

Le tecniche di studio sono delle strategie operative più specifiche che hanno lo scopo di rendere più efficace l’apprendimento. Servono per affrontare e risolvere un grande problema dello studio: quello di scegliere bene le informazioni essenziali, e, soprattutto quello di ridurre ciò che si deve memorizzare perfettamente, dando un significato personale a ciò che si deve imparare.

Le tecniche di studio sono il modo migliore per dare ottime istruzioni alla propria mente. Sono efficaci strategie cognitive.

Servono per pensare in modo efficace ed efficiente. Chi le utilizza in modo sistematico sviluppa la propria intelligenza. Pensa bene e diventa creativo.

Pensare bene significa catturare, classificare, connettere e assimilare le informazioni. Pensare bene significa creare nuovi metodi di soluzione dei problemi, adottare strategie ingegnose, stabilire collegamenti cognitivi saldi e creare mappe concettuali fruttuose. Pensare bene significa sapere applicare le conoscenze, acquisite in un contesto, ad altri ambiti. Ad esempio, significa saper trasferire le formule delle aree apprese in geometria, al calcolo del perimetro della propria stanza, del giardino o dei campi da gioco. Significa saper passare dallo studio della storia del mondo greco o romano, alla comprensione di alcuni aspetti della società contemporanea. Significa saper procedere dall’architettura allo studio della struttura biologica della cellula. Dalla bellezza del corpo all’estetica dell’anima.

L’istruzione ci serve per molte ragioni: per sviluppare i nostri talenti, per costruire la propria identità, per valorizzare ciò che conta nella vita.

All’interno di questa prospettiva esistenziale saranno presentate e descritte in dettaglio le seguenti tecniche di studio:

1. Sottolineare. Come afferrare le parole chiave e le idee essenziali? Qual è il modo migliore per evidenziarle?

2. Prendere appunti. Come organizzare le informazioni più utili in modo sintetico e sistematico, per poi memorizzarle perfettamente?

3. Schematizzare e creare mappe. Come creare degli schemi e delle mappe concettuali, per riuscire a riunire molti concetti e dominarli con un solo colpo d’occhio?

4. Archiviare. Come conservare nella propria mente le mappe concettuali che abbiamo elaborato? Come classificarle in modo sistematico, nel nostro archivio cartaceo e digitale?

Queste strategie di studio si basano sulle ricerche delle neuroscienze, che hanno approfondito il funzionamento del cervello. Partendo da queste fondamenta teoriche, ognuno può imparare a dare le istruzioni migliori alla propria mente. Si tratta di studiare coinvolgendo tutte le funzioni del cervello (si veda il Brain based learning di E.P. Jensen 1998, 2000).

Ogni studente può confrontare il proprio metodo di studio con le numerose strategie descritte in queste pagine. Ognuno può arricchire il proprio repertorio strategico, scegliendo quelle più vicine al proprio stile di apprendimento e quelle più efficaci per avere successo a scuola e nella vita.

Quando si sa studiare bene, la scuola diventa una bella esperienza di vita, lo studio appare una palestra per migliorarsi mentalmente. I docenti diventano più simpatici, interessanti, divertenti, importanti. L’istruzione fornisce una mappa per orientarsi nella vita. La cultura diventa una risorsa per vivere bene, un percorso sicuro per affermarsi utilizzando solo i propri meriti e senza ricorrere alle raccomandazioni. L’educazione della mente riempie di gioia la propria anima e diffonde bellezza e giustizia nel mondo.

Studiare bene è una virtù etica: insegna l’autodisciplina, coltiva la mente ed educa il cuore.

Studiare bene significa migliorare il mondo.

1 Sottolineare

1. Definizione di sottolineare

In senso letterale, sottolineare significa tracciare una linea sotto le parole scritte o stampate per metterle in rilievo.

In senso figurato, significa dare risalto, evidenziare, accentuare, mettere in primo piano qualcosa che è ritenuto più importante del resto.

Saper sottolineare significa saper cogliere rapidamente le informazioni utili. Significa, soprattutto, saper dare valore e importanza a ciò che si sta studiando e che poi dovrà essere memorizzato. È una prima scelta, una prima selezione, da svolgere con cura e discernimento (Questo mi serve. Quello lo posso tralasciare per il momento. Questo è importantissimo. Quest’altro lo posso recuperare per quest’altra via). Chi sceglie bene le informazioni da apprendere è a metà dell’opera di studio.

Si sottolinea per molte ragioni: per localizzare informazioni essenziali e significative, per cercare le prove a sostegno di una tesi, per individuare la struttura concettuale di un’argomentazione, per identificare la sequenza descrittiva di un racconto, per tracciare la connessione logica della relazione causa-effetto.

C’è chi sottolinea per concentrarsi meglio, chi per interagire attivamente con il testo segnando le proprie impressioni e commenti, chi per ridurre sinteticamente il materiale da studiare e memorizzarlo più facilmente.

Un proverbio orientale dice: "Se ascolto, dimentico. Se vedo, ricordo. Se faccio, capisco". Applichiamolo in classe. Non serve ascoltare passivamente le spiegazioni dei docenti. Non serve nemmeno vedere le loro belle mappe cognitive (create naturalmente dai docenti più preparati ed entusiasti). Per apprendere bene bisogna ascoltare con attenzione le spiegazioni in classe e studiare attivamente a casa. Come si fa? Semplice: basta rielaborare in maniera personale i contenuti da studiare. Come si fa? Prima di tutto bisogna selezionarli scegliendo i concetti più significativi. Poi è necessario organizzarli in appunti riassumendoli con proprie parole. Poi è utile visualizzarli in mappe per avere una visione di insieme. Infine, è vantaggioso archiviarli bene nelle proprie mappe mentali e memorizzarli. In breve, bisogna elaborare le informazioni che desideriamo apprendere. L’elaborazione, più è profonda e personale, e più regala soddisfazioni a scuola e gratificazioni nella vita.

1.1. Che cosa fare prima di sottolineare

Ho notato spesso che alcuni studenti hanno molta fretta di sottolineare, prendere appunti e fare mappe. È necessaria, perciò, una precisazione. Prima di sottolineare, bisogna predisporsi ad apprendere bene, attivando la motivazione verso ciò che si studia (M.Polito 2003d), costruendo un rapporto positivo con il docente o la materia da approfondire, attivando le proprie preconoscenze, e accendendo i motori delle proprie strategie cognitive. Bisogna fare tutte queste cose? Certo, altrimenti non serve studiare ed è impossibile sottolineare bene, prendere dei buoni appunti, creare delle belle mappe.

Ad esempio, prima di sottolineare e prendere appunti, è molto vantaggioso rivolgersi delle domande coerenti o strutturate (Di che cosa si sta parlando? Chi è il protagonista? Quali caratteristiche presenta? Con quali aggettivi o con quali verbi è descritto). In altri termini, bisogna predisporsi (meglio, prepararsi) a comprendere bene il testo (o lezione). Solo dopo sarà facile sottolineare, prendere appunti e fare mappe. Il farsi domande è la strategia più importante per sviluppare la comprensione, l’autovalutazione e l’assimilazione dei contenuti di studio.

2. Criteri per sottolineare efficacemente

Bisogna sottolineare in modo attivo, sintetico, significativo, consapevole, originale e accurato.

Sottolineare in modo attivo significa proporsi uno scopo che dà una direzione e un orientamento (Sto sottolineando questo libro per raccogliere prove ed esempi sul tema della felicità).

Senza stabilire degli scopi, non si sottolinea bene, così come non si può cercare bene se non è stato deciso cosa cercare. Perciò, prima di mettersi a studiare, è utile fermarsi e definire il motivo, lo scopo, gli obiettivi dello studio. Studiare attivamente significa coinvolgersi nell’apprendimento dando significato a quello che si deve apprendere.

In tale contesto si colloca anche la scelta della propria percentuale di sottolineatura: uno può scegliere di sottolineare il 10%, un altro il 20% e un altro ancora il 30%, secondo i propri scopi, prerequisiti, difficoltà del testo, o richieste del compito da svolgere.

Quando si sottolinea bene, si prendono dei buoni appunti e si costruiscono delle belle mappe, si ha la percezione di controllare attivamente il proprio studio e di costruire la propria

intelligenza. Sentirsi capaci di ridurre un testo di 300 pagine a sole 30 pagine, offre una grande soddisfazione interiore. Si devono memorizzare solo 30 pagine, selezionate accuratamente, in base alle proprie preconoscenze. È un risultato straordinario, stupendo, meraviglioso. È il distillato del proprio metodo di studio. È la grappa, l’acquavite della disciplina che si sta studiando. È il cuore di quella materia.

Quando si studia in modo attivo, ci si sente protagonisti del proprio percorso formativo. Si è molto lontani dalla noia che rende tutto pesante, stupido, incomprensibile, inutile, impossibile, odioso. Gli psicologi usano un termine per indicare questa meravigliosa sensazione di essere artefici del proprio successo scolastico: parlano di locus of control interno del proprio comportamento. Il luogo della scelta è interno a noi e ci sentiamo liberi di studiare in base alle nostre preconoscenze, valori, scelte e obiettivi. Quando invece si percepisce il luogo delle proprie scelte fuori di sé (locus of control esterno), ad esempio, quando si deve studiare non per se stessi ma per gli altri, genitori, docenti, voti, si avverte una grande difficoltà, noia e, talvolta, odio verso lo studio: naturalmente i risultati sono scarsi e amari. Creano disgusto per tutto ciò che sa di apprendimento e scuola.

Sottolineare in modo sintetico. La scelta della percentuale di sottolineatura non è solo una faccenda numerica. Riguarda soprattutto la propria capacità di sintesi. Sintetizzare è un’abilità cognitiva che si può imparare. Ho conosciuto una studentessa universitaria, che, alla fine del suo percorso di studi, mi ha confidato che l’abilità in cui si sentiva più esperta, dopo aver superato varie decine di esami, era quella della sintesi. Diceva: Vorrei trovare un lavoro di ‘sintetizzatrice. Forse non c’è. Sento, però, di avere acquisito molto bene questa gratificante capacità di sintetizzare, parafrasare, interi capitoli e interi libri, centrando l’essenziale, riorganizzandolo in modo sistematico e riducendolo in poche pagine.

È vero. Forse non c’è, per il momento, il lavoro della sintetizzatrice. Si tratta, però, di un’abilità che le servirà tutti i giorni. Quando ascolterà una persona e saprà individuare in poche parole il senso di quello che le ha comunicato. Quando guarderà un documentario e saprà cogliere le colonne della tesi sottostante. Quando vedrà un film e saprà individuare le scene narrative centrali. Quando leggerà un testo e saprà afferrare l’argomentazione basilare e i suoi corollari. Quando, di fronte a un grande afflusso di informazioni, saprà districarsi e individuare un sentiero che la porterà alla chiarezza concettuale. Quando le persone l’apprezzeranno perché saprà esporre il proprio pensiero in modo efficace, lineare e limpido.

La capacità di sintetizzare si può allenare ogni giorno: se alla fine del telegiornale si pensa immediatamente a condensare le notizie più importanti, se alla fine di un articolo si riassume la sua struttura architettonica, se dopo una lezione e una conferenza si dedica del tempo a scegliere i concetti da legare insieme per ricordare l’essenziale. Sviluppando tale abilità di sintesi, è più facile affrontare l’enorme afflusso di informazioni quotidiane. Se non facciamo noi questa sintesi critica, ci sarà la Tv a farla per noi e, inconsapevolmente, saremo indotti a bere il suo nettare (ideologico e parziale) che assopirà o neutralizzerà il nostro giudizio critico. In altri termini, bisogna sintetizzare le argomentazioni che si ascoltano quotidianamente, se si vuol mantenere fresca la propria mente e tenere sveglia la propria intelligenza.

Sottolineare in modo significativo vuol dire attribuire valore e importanza a quello che si sta studiando. Si comprende e si ricorda meglio solo quello che è diventato per noi significativo o che noi abbiamo reso importante e pieno di valore. Il resto si dimentica con facilità. Sottolineare non è solo tirare linee sotto le parole o usare gli evidenziatori colorati per abbellire il testo. Sottolineare significa rendere rilevanti alcune parole e alcuni concetti, con l’intenzione di metterli in risalto, con il desiderio di memorizzarli e di ricordarli bene. Per sottolineare in modo significativo bisogna connettere la scuola alla propria vita e personalizzare lo studio: Studio per diventare più intelligente. Studio per realizzare i miei talenti. Studio per esprimermi e autorealizzarmi.

Sottolineare in modo consapevole significa sapere elaborare appropriate autoistruzioni per raggiungere i propri scopi nello studio (Devo procedere in questo modo per raggiungere questo risultato). Le autoistruzioni guidano la lettura e, soprattutto, la comprensione. Mentre si sottolinea, l’attenzione controlla il processo di rilevazione di ciò che è importante e significativo: Questo è importante. Questo non è importante, provvisoriamente o in questo momento. Questo invece è importantissimo. Fermati. Afferralo. Collegalo. Inseriscilo in questa mappa e a questo punto. L’attenzione, infatti, è la capacità selettiva di mettere da parte (sullo sfondo) alcune informazioni, ritenute secondarie, per concentrarsi efficacemente sulle altre ritenute importanti, mettendole in primo piano.

Sottolineare in modo originale significa personalizzare il testo. Significa avvicinarlo al proprio mondo e alla propria esperienza (A cosa mi deve servire lo studio di questo brano?). Significa predisporsi ad assimilarlo, rendendo il testo simile a se stessi. Si tratta di dialogare con l’autore (anche litigare con lui, se è necessario), esprimendo osservazioni e obiezioni, commenti e valutazioni, apprezzamenti e critiche.

Un testo ben sottolineato porta l’impronta caratteristica dell’interesse e dell’intelligenza dello studente. Parla del suo percorso di studio, dei suoi punti fermi, dei suoi concetti più elaborati, del suo dialogo interiore, delle sue riflessioni, delle sue sorprese e fatiche. Giacomo Leopardi parlava delle sudate carte riferendosi ai libri che aveva studiato. Un testo non sottolineato sembra anonimo, freddo e muto. Non appartiene a nessuno.

Sottolineare in modo accurato significa evidenziare solo quelle parti significative del testo, attenendosi strettamente alla legge del contrasto figura-sfondo. Bisogna evitare di sottolineare troppo, perché impedisce all’occhio di cogliere ciò che è essenziale, differenziandolo bene dal resto. Osservando i libri e i quaderni di alcuni studenti che hanno sottolineato troppo i loro libri, si può notare che sembrano molto colorati, quasi dei bellissimi quadri astratti, ma emerge anche la fatica dell’occhio nell’individuare alcuni elementi rispetto agli altri. Questo dipende dal fatto che è stato trascurato il principio di contrasto figura-sfondo.

2.1. L’effetto di contrasto figura-sfondo

Per sottolineare efficacemente si possono seguire le indicazioni elaborate dalla psicologia della Gestalt o psicologia della forma. Un’indicazione molto utile è quella dell’effetto di contrasto figura-sfondo, detto anche "effetto von Restorff’, così denominato dal nome della psicologa che l’ha studiato nel 1933.

Il principio di contrasto figura-sfondo afferma che ogni elemento sottolineato emerge come figura e si distacca dal resto, dallo sfondo. Esso risalta, balza in avanti e si impone alla percezione, mentre ciò che non diventa figura rimane indistinto nello sfondo. Nel testo stampato tale effetto di sottolineatura è dato in genere dal grassetto o dal corsivo. Osservate come, all’interno di questo paragrafo, queste due parole (grassetto e corsivo) risaltino perché costituiscono una figura che si distacca, per maggiore densità di nero o per la forma differente del corsivo, dallo sfondo delle altre parole. L’effetto di contrasto tra figura e sfondo attrae automaticamente, involontariamente e senza sforzo, la percezione e l’attenzione.

L’occhio è catturato facilmente da ciò che è sottolineato o evidenziato.

Si sottolinea per ridurre notevolmente il materiale da memorizzare, ma si sottolinea anche per gli occhi. Sono loro che scrutano e catturano, all’interno delle varie pagine, le parole che abbiamo sottolineato, evidenziato, cerchiato o incorniciato. Appena l’occhio le afferra, la mente le rievoca perfettamente se sono state studiate e memorizzate.

Per aiutare gli occhi nello studio, è necessario sottolineare bene. In che modo? Facendo risaltare solo alcune informazioni. Curando l’eleganza e la pulizia delle sottolineature. Migliorando la chiarezza del quadro di insieme. Ricorrendo alla parsimonia e alla moderazione nell’uso della sottolineatura. Valorizzando il piacere estetico regalato dai colori.

Il colore giallo piace all’occhio, lo affascina, lo cattura, per la sua luminosità. Il colore rosso cattura l’attenzione per i molteplici significati emotivi a cui è associato. Il nero della penna che sottolinea un testo è accattivante per il suo risoluto e deciso contrasto con il bianco del foglio.

La percezione dei colori, però, è molto soggettiva. Ognuno può sperimentare direttamente e osservare che cosa catturi meglio il suo sguardo. Infatti, sono gli occhi che, nel ripasso veloce, sfogliando il libro o quaderno, dovranno cogliere immediatamente le informazioni essenziali. Bisogna agevolarli in questa grande funzione di sostegno nello studio. Bisogna evitare il modo di sottolineare disordinato, antiestetico, caotico, con colori sporchi, perché non aiuta né i propri occhi né la propria mente.

Facciamo un esempio dell’effetto di contrasto figura-sfondo.

Tav. 1. Esempi del principio di contrasto figura-sfondo

in una sequenza di numeri.

In un elenco omogeneo, in questo caso di numeri (vedi tavola n. 1), ma anche all’interno di altri oggetti, l’inserimento di un elemento eterogeneo, come un numero entro un rettangolo o un cerchio, oppure come un numero stampato molto più grande o molto più piccolo, oppure come un numero di colore diverso, cattura facilmente l’attenzione.

Osservate solo la prima fila di numeri (coprendo il resto). Il numero incorniciato 91 appare in risalto, si distingue dagli altri, diventa figura, mentre gli altri numeri gli fanno da sfondo. Osservando solo la seconda fila, l’attenzione è richiamata dal n. 76. Nella terza fila tutti i numeri sono della stessa grandezza, ma l’occhio è attratto facilmente dal 7 che è un numero a una sola cifra, mentre gli altri sono a due cifre. Nella quarta fila l’attenzione è richiamata dal numero 42 che è in grassetto.

Nella quinta fila, l’occhio è attratto dal piccolo numero 28 che è diverso per dimensioni.

In altri termini, ciò che è diverso balza fuori e si impone alla percezione visiva. Se, ad esempio (vedi tavola n. 2), studiando il tedesco, si tende spesso a scrivere scorrettamente (senza l’h) la parola FRÜHSTÜCK che significa colazione, si può intervenire con l’effetto di contrasto, ingrandendo la H. L’attenzione sarà attirata da essa, quasi calamitata. Fate questo esperimento. Guardate la tavola n. 2. Osservatela bene. Poi chiudete gli occhi. Cosa notate? Potete osservare che i vostri occhi vedono mentalmente ben evidenziata la H. Proseguiamo con un altro esperimento. Provate mentalmente a modificare il colore dell’H. Potete immaginarla rossa? Azzurra? Verde? Se siete riusciti a modificarla in questi vari colori, innanzitutto possedete una buona abilità immaginativa. Inoltre, potete sfruttarla nell’apprendimento, arricchendo di caratteristiche visive i concetti che imparate. Infine, potete ricordare meglio la presenza dell’H nella parola FRÜHSTÜCK se utilizzate anche la mano. Procedete in questo modo. Immaginate di scriverla nell’aria a lettere grandi. Ma quando giungete all’H, scrivetela in lettere grandissime. Sentite il movimento che fa il vostro braccio. Concentratevi sull’omero, appoggiandovi l’altra mano. Poi memorizzate il movimento di tutto il braccio che disegna nell’aria questa grande H. Dedicategli attenzione. Rifatelo più volte. Utilizzando queste amplificazioni sensoriali, visive e motorie, di questa piccola lettera, la probabilità di commettere ancora questo errore di ortografia diminuirà fino a scomparire.

Tav. 2. Uso dell’effetto di contrasto f

igura-sfondo per memorizzare la scrittura corretta

della parola tedesca FRÜHSTÜCK.

La stessa tecnica può essere utilizzata per aiutare alcuni bambini della scuola primaria a memorizzare la scrittura corretta della parola CAVALLO (vedi tavola n. 3).

Tav. 3. Uso dell’effetto di contrasto figura-sfondo

per memorizzare la scrittura corretta

della parola CAVALLO.

Anche in questo caso, è utile rivedere mentalmente le due LL ingrandite. Si può suggerire anche di modificarne il colore. È utile coinvolgere il movimento della mano per scrivere CAVALLO con lettere piccole fino alle due LL che dovranno essere tracciate nell’aria con movimenti molto grandi. È bene svolgere questo esercizio con gli occhi chiusi, per vedere meglio con gli occhi della mente.

Si può procedere poi alla visualizzazione mentale di formule più complesse, oppure schemi e immagini, utilizzando sempre in modo attivo e creativo l’effetto di contrasto figura-sfondo.

Si prenda in considerazione, ad esempio, lo schema dello sforzo come capacità di concentrazione verso uno scopo significativo e soddisfacente, rappresentato nella tavola n. 4. Si provi a ingrandirlo mentalmente, come se fosse proiettato sul grande schermo di un cinema. Si cerchi, poi, di concentrare la propria attenzione sulle varie icone presenti nel disegno. Il grafico del cuore multiplo per indicare la motivazione. La freccia grande per indicare la capacità di concentrazione e di focalizzazione dell’energia cognitiva. Le frecce minori per rappresentare la capacità di eliminare le distrazioni. I cerchi concentrici per raffigurare lo scopo. I segni più che lo circondano per indicare il valore dell’obiettivo. L’omino con le braccia alzate per illustrare la soddisfazione che si percepisce raggiungendo i risultati previsti. Si cerchi, poi, di isolare ogni icona dal resto e si tenti di immaginarla da sola e ingrandita.

Tav. 4. Uso dell’effetto figura-sfondo nella visualizzazione

dello schema del concetto di sforzo.

Si noterà che la mente possiede la capacità di utilizzare ampiamente tale effetto di contrasto, scegliendo di avvicinare e di mettere in primo piano, in figura, solo alcuni elementi e di allontanare altri sullo sfondo. Tutto ciò che può

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