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Una damigella da sposare: Harmony Jolly
Una damigella da sposare: Harmony Jolly
Una damigella da sposare: Harmony Jolly
Ebook151 pages2 hours

Una damigella da sposare: Harmony Jolly

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About this ebook

Abito bianco, musiche soavi di sottofondo, bouquet di fiori d'arancio... Signore e signori il matrimonio è servito!

Il suo ruolo doveva essere quello di damigella, ma quando la sorella ha piantato in asso lei e lo sposo, Helena Morrison è riuscita a pensare a un'unica soluzione: infilarsi l'abito bianco e salire lei all'altare con Flynn Ashton. Quel matrimonio deve sancire l'unione delle loro due famiglie ed è troppo importante per essere mandato all'aria. Sposando Flynn Helena renderà finalmente felice suo padre, che ha deluso in passato, e anche se stessa, dato che ha una cotta per Flynn da quando era giovane. Ma lo sposo cosa ne pensa? Continuerà a considerare la loro unione solo un contratto d'affari un po' speciale, o ha intenzione di trasformarlo in un romantico e vissero felici e contenti?
LanguageItaliano
Release dateAug 10, 2020
ISBN9788830518575
Una damigella da sposare: Harmony Jolly

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    Una damigella da sposare - Sophie Pembroke

    978-88-3051-857-5

    1

    C'era una punta di panico negli occhi di Flynn ed Helena temeva fortemente che ci fosse anche nei suoi, visto che la situazione in cui si erano cacciati era un territorio completamente sconosciuto per entrambi.

    «Anche se so che quello che abbiamo appena fatto è stato molto nobile e molto giusto e ha contribuito a far trionfare il vero amore, mi sai dire come diamine dobbiamo comportarci adesso?» le chiese lui.

    La mente di Helena passò rapidamente in rassegna tutte le possibilità, come aveva continuato a fare dal momento in cui sua sorella era uscita dalla porta, lasciandole il suo magnifico abito da sposa e passandole la... proverbiale patata bollente. Non avevano molte alternative e una di esse era indiscutibilmente la migliore.

    «Aiutami a togliere questo vestito» replicò perciò posando l'abito da sposa di Thea su una poltrona e cercando senza successo di raggiungere la zip che chiudeva il suo vestito da damigella d'onore, di un bel rosa fenicottero.

    Flynn la fissò a bocca aperta.

    Uomini! Del tutto inutili nei momenti di crisi.

    Anche se, a dire il vero, fino ad allora aveva pensato che Flynn avrebbe saputo affrontare piuttosto bene un'emergenza. In fin dei conti, non aveva dato in escandescenze quando aveva scoperto meno di ventiquattro ore prima delle nozze che la sua fidanzata era andata a letto con suo fratello. Non aveva battuto ciglio nell'apprendere che sarebbe stato il solo a ereditare una multinazionale leader nel campo dei mass media. E aveva perfino permesso alla suddetta fidanzata, la sorella di Helen, di fuggire con il suo grande amore pochi minuti prima della cerimonia senza scomporsi.

    Ma a quanto pareva vedere Helena in slip e reggiseno era troppo per lui.

    Con un sospiro, Helena si voltò mostrandogli la schiena e la zip. «Basta che mi tiri giù la cerniera» soggiunse.

    Flynn ebbe un attimo di esitazione, prima di obbedire. «Perché lo sto facendo?» mormorò però.

    «Perché devo togliermi questo vestito e indossare quello» gli spiegò lei indicandogli l'abito da sposa di Thea.

    «No» protestò Flynn irrigidendosi. «Non se ne parla nemmeno. Adesso io e te entreremo insieme in chiesa e...»

    «E che cosa?» lo interruppe Helena girandosi e guardandolo negli occhi. «Annunceremo a tutti i presenti... amici, parenti, soci d'affari e giornalisti... che il matrimonio dell'anno non si farà più?» Scosse la testa. Quell'alternativa era l'ultima in assoluto nella sua lista. E non tanto per quello che avrebbero scritto i rotocalchi o per le ripercussioni sulle azioni della compagnia, quanto perché a suo padre sarebbe venuto di sicuro un infarto.

    «Senz'altro sarebbe meglio del fatto che noi due ci si...» Flynn lasciò la frase a metà ed Helena concluse al suo posto alzando gli occhi al cielo: «Sposi! Coraggio, prova a dirlo! Non è una parolaccia! Eri pronto a farlo con mia sorella e sono convinta che non fossi innamorato di lei più di quanto lei lo era di te. Com'è dimostrato dal fatto che le hai detto di scappare con Zeke».

    «Sì, ma con Thea sarebbe stato diverso. Avevamo un accordo. Firmato un contratto prematrimoniale.»

    Quell'uomo era proprio fissato con le scartoffie! Helena agguantò la cartelletta che la wedding planner aveva preparato per Thea, prese una delle partecipazioni avanzate e con una penna cancellò il nome di sua sorella e ci scrisse sopra il suo. Poi, ripensandoci, ci aggiunse qualche riga e lo porse a Flynn esclamando: «Ecco qui il nostro contratto prematrimoniale! Spero che sarai contento adesso!».

    «Io, Helena Morrison, prometto di sposare Flynn Ashton al solo scopo di evitare le ripercussioni negative della fuga di mia sorella» lesse lui. «Helena, questo è...»

    «Vai avanti» lo esortò Helena, riuscendo finalmente a sfilarsi il vestito, che scivolò ai suoi piedi.

    Flynn si voltò immediatamente e lei represse un sorriso. Era talmente corretto da sembrare finto!

    «Inoltre, accetto di perfezionare questo contratto alla presenza del notaio di fiducia della compagnia Morrison-Ashton» proseguì Flynn. «Firmato: Helena Morrison.» Posò con estrema cura sul tavolo la partecipazione scarabocchiata come se fosse un documento della massima importanza e le chiese accigliandosi: «Che cosa intendi esattamente con il termine perfezionare?».

    «Mettere nero su bianco che sono disposta anch'io a fare quello che era disposta a fare mia sorella. Il vero motivo per cui avevate deciso di sposarvi, insomma. Di qualunque cosa si tratti.» Mentre rispondeva a Flynn, Helena cominciò a infilarsi l'abito da sposa di Thea, sperando che le stesse, visto che sua sorella era più alta e più magra di lei.

    «Be', per rafforzare l'unione fra i due soci fondatori della compagnia e per... ecco... darle un'erede.»

    Un erede. Un bambino. Forse anche più di uno. Helena deglutì a vuoto, pensando che avrebbe scalato quell'alta e impervia montagna quando fosse arrivato il momento. O forse no. Forse avrebbe scavato un tunnel in cui scomparire...

    Ma non era abbastanza lucida per pensarci adesso. Lo choc della fuga di Thea e la consapevolezza di essere l'unica che poteva sistemare le cose con quel piano pazzesco le faceva correre più forte il sangue nelle vene. Non provava una simile eccitazione da quando aveva sedici anni.

    Ciò che stava per fare poteva anche essere una follia ma almeno la faceva sentire viva.

    Per il momento, almeno. «Non dovrà essere per sempre, comunque» precisò. «Mi allacci, per favore? »

    Flynn obbedì senza discutere stringendole il corsetto come se non avesse fatto altro in vita sua. A quanto pareva, Helena stava per sposare l'unico uomo al mondo che si trovava più a suo agio nel vestire una donna che nello spogliarla.

    «Non era questo il mio accordo con Thea» osservò.

    «Be', ma io non sono Thea» gli fece notare lei voltandosi a guardarlo con un tremulo sorriso. Quante volte aveva ripetuto quella frase ad amici, parenti e conoscenti delusi! Soprattutto a suo padre, il primo a chiedersi perché la sua secondogenita non potesse essere più tranquilla, più obbediente, meno incline a cacciarsi nei guai. Finché i guai non l'avevano travolta e lei era stata ben felice di rimanere chiusa in casa, al sicuro.

    Ma non era bastato. Perché a quel punto lui aveva cominciato a chiederle perché non poteva avere la determinazione, l'intelligenza e il carisma di sua sorella.

    Ma se quello che stava per fare... sposare il fidanzato di Thea per salvaguardare la reputazione e gli affari della sua famiglia... non fosse bastato a riabilitarla agli occhi di suo padre, nient'altro ci sarebbe riuscito. Decisamente, quella era l'unica occasione che aveva per cancellare gli errori del passato.

    Poteva essere abbastanza per Flynn. Non era Thea, d'accordo, ma era pur sempre una Morrison. Avrebbe potuto dargli quello di cui lui aveva bisogno e forse sposarlo avrebbe potuto farle ottenere l'assoluzione che attendeva da otto anni.

    Purché lui non avesse mai saputo da che cosa doveva essere assolta. Perché era l'ultima persona al mondo che avrebbe potuto capirla.

    Gli occhi di Flynn erano seri e determinati mentre fissavano i suoi e a Helena svanì il sorriso dalle labbra. Era un uomo a cui piaceva pianificare tutto, lo aveva capito durante gli interminabili preparativi per il matrimonio. Avrebbe mai potuto compiere un simile passo? Essere tanto spontaneo da sposare una controfigura?

    «Sei sicura di volerlo fare?» le chiese.

    «Credo che nessuno di noi due possa esserne sicuro, visto che abbiamo avuto solo cinque minuti per pensarci» gli rispose lei alzando gli occhi al cielo. C'era sempre la possibilità che rimpiangesse quello che stava per fare per il resto della sua vita, lo sapeva. Ma in quel preciso momento, le sembrava che il gioco valesse la candela.

    «Entrerò in chiesa al tuo fianco e dirò a tutti che il matrimonio è andato a monte» continuò Flynn. «Dì soltanto una parola e sarai libera.»

    In cuor suo, Helena sapeva che avrebbe detto quelle parole anche a sua sorella. Che avrebbe concesso a Thea una via d'uscita all'ultimo minuto anche se Zeke non fosse tornato a casa per il matrimonio. Flynn era un uomo onesto, gentile e premuroso. E anche se non era il marito che aveva immaginato, non foss'altro per il fatto che sarebbe dovuto diventare suo cognato, sarebbe potuto capitarle di peggio. Sarebbe stata al sicuro con lui. Non l'avrebbe mai costretta con la forza o con l'inganno a fare qualcosa che non voleva. Era... una boccata d'aria pura.

    Il loro piano poteva funzionare, in un modo o nell'altro. Avrebbero potuto avere un matrimonio tranquillo, per il bene della famiglia e della compagnia. O divorziare senza clamore di lì a un mese. Le andavano bene entrambe le cose. E Flynn non avrebbe fatto obiezioni: lo conosceva abbastanza per esserne certa. E poi erano sempre loro due che appianavano le difficoltà nelle occasioni mondane e che impedivano che le cene alle quali la madre di lui insisteva ad invitare entrambe le famiglie non degenerassero. Erano stati loro due che avevano tenuto nascosto al centinaio di invitati che alloggiavano nella villa che Thea e Zeke avevano fatto all'amore nella veranda durante le prove delle nozze. Forse era destino che si sposassero.

    E, anche se non fosse durato, il loro matrimonio sarebbe comunque servito a fare un'immensa pubblicità alla Morrison-Ashton e dopo il divorzio Flynn sarebbe stato libero di trovarsi una moglie disposta a dargli una dozzina di eredi. Avrebbero vinto entrambi.

    «Non ho alcun dubbio» gli assicurò sorridendo.

    «Allora, andiamo in chiesa» replicò Flynn ricambiando il suo sorriso e prendendola per mano.

    Flynn non era come suo fratello. Non gli piacevano le sorprese, non amava correre rischi troppo alti né le decisioni prese all'ultimo momento che Zeke adorava. Gli piaceva fare un progetto, prevedere ciò che sarebbe successo e agire di conseguenza. La sua nascita non era stata prevista, ma Flynn aveva sempre pensato che non c'era motivo per cui la sua esistenza dovesse essere altrettanto casuale.

    Un'infanzia trascorsa nella consapevolezza di essere una variabile non pianificata o un vero e proprio errore – come aveva sentito dire più volte, origliando le loro conversazioni, da sua madre o da suo padre – gli aveva fatto capire con molta chiarezza che deviare da un piano prestabilito poteva mandare all'aria tutto. Non importava che il piano fosse stato lui. Era stato l'arrivo di Zeke che aveva rovinato tutto. Zeke era sangue del loro sangue, l'erede vero che avevano sempre desiderato e che credevano di non poter avere. Non il figlio indesiderato di chissà chi, accolto per riempire un vuoto come ultima chance.

    Se i suoi genitori si fossero attenuti al piano e non avessero mai avuto Zeke, la sua vita sarebbe stata molto, molto diversa.

    Era per questo che Flynn pianificava sempre tutto. Ma quel giorno, il giorno del suo matrimonio, le cose non erano andate come lui aveva previsto.

    Si era sentito morire quando Thea se n'era andata distruggendo il suo bel progetto. Un progetto che portava avanti da tre anni con grande meticolosità, parlando con i padri di entrambi, per essere sicuro che avrebbero sfruttato fino in fondo il loro matrimonio. E discutendo ogni minimo dettaglio con Thea.

    Tutto tempo sprecato, perché alla fine lei

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